giovedì 6 dicembre 2012

PROFUMI, GIOCHI E CUORI INFRANTI - Joanne Harris

Quelle che Joanne Harris racconta nei suoi libri sono prima di tutto storie: appassionanti avventure vissute da personaggi che s'imprimono nella memoria, rivissute con il brio e la sapienza di un'autrice che padroneggia le più sottili tecniche di scrittura. Ma a colpire nei suoi libri è soprattutto la voglia e la capacità di comunicare, di stringere un patto di immediata simpatia con il lettore, anche quando affronta i lati oscuri dell'esistenza. In "Profumi, giochi e cuori infranti" il piacere del racconto torna con tutta la sua forza di seduzione: temi spesso curiosi e spiazzanti, narrati da voci ben caratterizzate e autentiche, situazioni sorprendenti che si dipanano in trame piene di invenzioni con sorpresa finale.

"Chocolat" di Joanne Harris è in assoluto uno dei miei romanzi preferiti. Ma anche " La scuola dei desideri" e "Vino, patate e mele rosse" sono molto belli e appassionanti. Di questa autrice amo molto lo stile, il suo modo di portarti all'interno della trama, al punto che ti sembra di essere un personaggio in più. Amo molto il suo modo di descrivere i dettagli, i profumi, i colori, gli odori e le sensazioni di ogni personaggio. Certo, questo non le riesce alla perfezione in tutte le sue opere ("La spiaggia rubata", ad esempio, è stata una lettura abbastanza inutile, se mi passate il termine. Né amo i suoi romanzi troppo mistici e magici). Non sapevo che questa autrice avesse scritto anche dei racconti finché su un altro blog sono venuta a conoscenza di questo libro. O meglio, lo conoscevo già, ma per qualche inspiegabile motivo me ne ero sempre tenuta alla larga.  Ho deciso comunque che era arrivato il momento di provare e ho preso in prestito questo volume in biblioteca.

E meno male che non l'ho acquistato! Eh sì, perché questa volta la Harris non è riuscita a conquistarmi come avrei immaginato e sperato. Può essere che il racconto breve non sia il genere in cui riesca meglio, può anche essere che la terribile traduzione abbia contribuito a non farmelo apprezzare a dovere, fatto sta che di questi due racconti, ce ne sono solo quattro che mi sono piaciuti davvero e che è valsa la pena leggere. Il fatto che due di questi fossero collocati in prima posizione mi aveva fatto ben sperare che tutta la raccolta fosse così meritevole. Speranza vana purtroppo.
Lo stile della Harris, la sua magia e la sua abilità con le trame e le parole si ritrova solo in "Faith e Hope fanno shopping", in cui le due protagoniste, due residenti in una casa di riposo "evadono" per andare in città una a comprarsi un paio di scarpe bellissime che ha visto su una rivista e l'altra perché vuole assolutamente una copia di "Lolita" di Nabokov, lettura non ritenuta adatta dall'infermiera che legge per loro tutte le sere. Fa sorridere questo racconto. Fa riflettere ed è colmo di una dolcezza infinita che non può lasciare indifferenti.
Subito dopo questo racconto, c'è "La sorellastra di Cenerentola", una geniale apologia di tutte le sorellastre del mondo, vittime di stereotipi e cliché che le vedono ritratte sempre come esseri crudeli e soprattutto dall'aspetto brutto, molto, molto brutto. Questo anche a causa di Cenerentola, che con quella sua faccia da santarellina e i suoi vestiti stracciati ma tanto di moda ha imbrogliato tutti, lettori e principi azzurri. L'idea di base di questo racconto è davvero geniale, al punto che alla fine ci si ritrova a fare il tifo per tutte le sorellastre bistrattate dalle fiabe.
Per arrivare a "Colazione da Tesco", un altro piccolo gioiello che rilegge in chiave moderna "Colazione da Tiffany" di Capote, bisogna però riuscire a sopportare dodici racconti non molto appassionati, che alla fine della lettura lasciano poco o nulla. E poi, subito dopo "Colazione da Tesco", si trova forse il più bello di tutta la raccolta, grazie anche al suo incredibile protagonista, ovvero "Prego, Mr Lowry, è giunta la sua ora!", che parla di sfortuna, fortuna e sogni da realizzare prima di morire., come ad esempio volare dalla Torre Eiffel. 
E poi basta. 

Ammetto che mi dispiaccia molto scrivere una recensione così poco lusinghiera di un'autrice che amo moltissimo, ma che trovo che a volte sia vittima (più o meno consapevole) del suo successo, che la porta forse a pubblicare su richiesta, dei fan o degli editori, anche cose non troppo ben riuscite (ok, lo ammetto, sono molto titubante anche sul suo nuovo romanzo, il secondo seguito di Chocolat, dopo che già il primo, almeno per me, non era stato per niente all'altezza).

Se non avete mai letto nulla di quest'autrice, vi sconsiglio di iniziare da questa raccolta perché secondo me ne rimarrete delusi. Se siete già suoi fan sfegatati invece, potete darle una chance e magari smentire la mia opinione.

Nota alla traduzione: TERRIBILE. Era un po' che non mi alteravo così tanto leggendo un romanzo. Mancano i congiuntivi, ci sono parecchi refusi,  calchi imperdonabili ("MAGIC TREE" è la versione inglese del nostro "ARBRE MAGIQUE"... ed è stato tradotto con "ALBERO MAGICO"). E anche a livello di editing è stato fatto un lavoro frettoloso, che ha lasciato parecchie parole attaccate ed errori di punteggiatura. Assolutamente da rivedere.


Titolo: Profumi, giochi e cuori infranti
Autore: Joanne Harris
Traduttore: Laura Grandi
Pagine: 248
Anno di pubblicazione: 2004
Editore: Garzanti
ISBN: 978-8811665670
Prezzo di copertina: 14,50 €
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formato brossura: Profumi, giochi e cuori infranti

4 commenti:

  1. Oddio, non ricordavo 'albero magico' °__°
    Io ho notato che quando leggo un libro della Harris parto già con delle aspettative molto basse sulla traduzione. Se si tratta 'soltanto' di congiuntivi sballati, tiro un sospiro di sollievo. Credo che La scuola dei desideri sia il libro peggio tradotto che io abbia mai letto, o forse ha livellato bene le mie aspettative sugli altri della Harris e dopo quello mi sembrano tutti decenti...
    Ammetto che a me sono piaciuti un sacco più o meno tutti i racconti di questo libro ò_ò Ma tanto. Anche se devo dire che il primo è il migliore per me *w*
    Comunque ti avrei crudelmente taggata in un meme natalizio xD Se ti va, eh!

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  2. Devo assolutamente rileggere "La scuola dei desideri"... perché non ero ancora così pignola sulle traduzioni quando l'ho letto la prima volta :P

    Comunque secondo me con libri di autori come la Harris è il fattore fretta che condiziona tantissimo traduttori ed editor... lo si deve buttare sul mercato e quindi si ricontrolla poco e male!

    Grazie per il meme! Ora lo leggo e poi decido se farlo o meno :P

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  3. Ho letto una sua intervista, parla di come dopo il successo di Chocolat venisse stressata dal suo editore per un seguito (ed in freetta, anche), cui lei non era molto propensa.
    Credo che questo sia un grosso problema se hai un riscontro di pubblico...almeno se il libro è buono ^-^
    A me era piaciuto molto "la scuola dei desideri" - a parte il titolo - ma l'ho gustato solo da lettrice, non da addetta ai lavori. Magari è un bene ^-^
    Delusa a morte invece da "la notte dei prodigi"

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  4. Non so se si tratti soltanto di fretta... cioè, certi errori sono proprio d'ignoranza, secondo me. Tipo tradurre 'So?' con 'Così?' o 'We have a situation' con 'Abbiamo una situazione' o mille altri esempi... secondo me se sai fare il tuo lavoro, certe cose non ti sfuggono. Capisco un 'pretendere' a 'pretend', che effettivamente ci somiglia... però buh, c'è differenza .__.

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