lunedì 5 novembre 2018

DESTINO - Raffaella Romagnolo

Il destino è un mistero. La stessa guerra non è la stessa guerra. I soldati americani avevano gallette, dolcetti, zucchero, caffè solubile; ai Leone mancava il pane. Assunta ha fatto il possibile, ora Giulia lo sa. Non ci sono conti da aggiustare, non c'è niente da perdonare. Facciamo tutti il possibile, amica mia.


Mio padre era originario di Bosio, un paesino abbarbicato sull'appennino ligure ma ancora in Piemonte, in provincia di Alessandria. In realtà era di una frazione di poche case e poche anime, che porta proprio il mio cognome. Oltre a Ponassi, fa parte del comune di Bosio anche Capanne di Marcarolo, un agglomerato di case che oggi ha ben ventotto abitanti e un parco naturale omonimo, conosciuto in tutta Italia perché lì, nel 1944, c’è stata la strage della Benedicta: fascisti e tedeschi hanno ammazzato settantacinque partigiani.
Sono stata sui luoghi della strage solo una volta, da bambina, un giorno in cui eravamo a Bosio e i miei genitori hanno deciso di portarci. Dopo tanti racconti sentiti dai parenti e gli amici più anziani, da chi ha vissuto da vicino quegli anni o ha perso un proprio famigliare in quell'eccidio, era giunto anche per noi il momento di andare a rendere omaggio.

Perdonate la lunga premessa, ma quando ho aperto per la prima volta Destino, il nuovo romanzo di Raffaella Romagnolo da poco uscito per Rizzoli, e ho visto che era dedicato proprio “Ai ragazzi della Benedicta”, la mia mente è subito tornata a quel giorno e a tutti i racconti che ho sentito nel corso degli anni. Poi mi sono accorta anche che Borgo di Dentro, uno dei due luoghi protagonisti del romanzo, è Ovada, altro paese che ho sempre sentito nominare in casa, e ho capito che Destino, io, lo avrei amato.
Conoscevo già la scrittura di Raffaella Romagnolo, grazie a quel piccolo capolavoro di La figlia sbagliata, ed ero davvero curiosa di leggere qualcosa di nuovo di questa autrice (di cui, secondo me, si parla davvero troppo poco). Certo, però, non mi aspettavo di leggere qualcosa di forse ancor più bello e più intenso.

Destino racconta la storia di due amiche e delle loro famiglie nella prima metà del ‘900. Giulia Masca e Anita Leone sono nate e cresciute a Borgo di Dentro: entrambe lavorano alla filanda del paese, insieme a tante altre donne.  Poi, a un certo punto, le loro strade, i loro destini, si dividono. Giulia molla tutto, il lavoro, la casa, la madre Assunta e parte per l’America e approda a New York, dove con fatica si fa una nuova vita insieme a un altro immigrato italiano. Anita, invece, resta e, insieme alla sua numerosa famiglia, vive sulla sua pelle l’arrivo della Prima Guerra Mondiale e della chiamata alle armi degli uomini di casa, poi dello squadrismo e del Fascismo, della Seconda Guerra Mondiale, delle lotte partigiane e della resistenza agli orrori che si ritrova ogni giorno a vivere.

Il vuoto lasciato da Giulia non si riempì, ma la vita aggirò l’ostacolo e riprese a scorrere. Prima rivoli e zampilli – una partita a carte, un pomeriggio tutti insieme, il ballo a palchetto sul far dell’estate, il nome di Giulia che, davanti a un testo di polenta, qualcuno pronuncia senza scandalo – poi con flusso invincibile, capace di superare d’un balzo la morte di nonno Domenico, nel sonno, e quella della stessa Luigina, tre mesi dopo, di malinconia.

Sono due donne forti, Anita e Giulia, anche se in modi diversi. E sono soprattutto due amiche, che a un certo punto si sono perse per strada ma non hanno mai smesso di pensare l’una all’altra e alle scelte diverse, ugualmente difficili, che entrambe hanno compiuto e che riacquistano forza e intensità quando Giulia, dopo tanti anni, ritorna a Borgo di Dentro. Non sa cosa aspettarsi; non sa cosa è successo alle persone che amava e ha paura di quello che potrà, o non potrà, trovare. 
Attorno ad Anita e Giulia ruota una serie di personaggi (in mezzo a cui l’autrice ci aiuta a districarci inserendo, all'inizio di ognuna delle tre parti di cui si compone il libro, gli alberi genealogici) altrettanto intensi e ben caratterizzati: i fratelli di Anita, Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio; i figli e i nipoti; i vicini di casa; i padroni dei terreni e della fabbrica, la bella e tenace Adelaide... tante vite che si mescolano, che vivono, da uno schieramento o dall'altro, mostrando coraggio o paura, quello che la storia del Novecento mette loro davanti, appoggiandosi alle piccole gioie quotidiane per resistere e sopravvivere a un destino più grande contro cui non possono nulla.

La ragazza si scosta seccata, poi si alza e lo guarda. A Nico sembra più alta, il volto duro, una riga netta tra le sopracciglia. «Ti odio» dice e gli dà uno schiaffo.
Nico rimane di stucco, poi si riprende, le afferra il polso e la tira a sé. Lei cerca di colpirlo ancora. «Ti odio» singhiozza, mentre Nico la stringe, le bacia il volto in lacrime, le chiude le labbra con le labbra. «Anch'io» le soffia in bocca, poi sente il pianto in gola e si abbandona, la bacia e intanto piange, lei invece smette di singhiozzare, la sente sorridere, poi proprio ridere, e allora ride anche lui e pensa: Oddio, la felicità.

Destino è un romanzone, in cui io ho trovato tutto quello che spero sempre di trovare in un libro: la Storia, quella con la S maiuscola, raccontata dal punto di vista umano, di chi è morto in una trincea e di chi era a casa ad aspettare, di chi è stato fucilato insieme ad altri ragazzi come lui e di chi è andato a recuperare i corpi, di chi ha mollato tutto e ha attraversato l’Oceano in cerca di se stesso e di chi invece è rimasto dov'era e ha vissuto con quello che aveva; di chi è tornato e di chi non se n’è mai andato. Tutto questo con personaggi ben caratterizzati (il mio prossimo animale domestico lo chiamerò Gelida Manina), momenti molto teneri e pieni d’amore, speranza e altruismo, e altri carichi di rabbia, ingiustizia e tanto, tanto dolore. Proprio com'è la vita.
Si capisce subito quando, nel lezzo e nella confusione, una donna riconosce un figlio. Tutto si ferma per qualche secondo, il ronzare delle mosche crepita come un falò. Rita siede su un masso, fissa il ruscello e non dà una lacrima, immobile. Qualcuno scende da Cascina Benedicta portando a braccia travi annerite da fumo e parti dell’impiantito. I pezzi di legna ch’erano tavoli, sedie e solette, vengono appoggiati delicatamente sui corpi già ripuliti, bare improvvisate. Anita toglie il fazzoletto che porta al capo, lo straccia e ne ricava due pezzuole. Inzuppa la prima nell’alcol, s’inginocchia accanto a un ragazzo e lo ripulisce, poi un altro, poi un altro, fino a contarne cinque. Poi si alza, raggiunge il ruscello, sciacqua la pezzuola nell’acqua torbida, cerca la ragazza con l’alcol e ricomincia.

Raffaella Romagnolo ha scritto un romanzo incredibile, in cui si vedono tutte le ricerche e gli studi che ha compiuto, tutta l’attenzione nel raccontare qualcosa di così difficile e al tempo stesso tutta la passione che ci ha messo nello scrivere, che emerge in ogni personaggio, in ogni gesto, in ogni singola riga di ogni singola pagina. Un libro semplicemente stupendo.


Titolo: Destino
Autore: Raffaella Romagnolo
Pagine: 397
Editore: Rizzoli
Anno: 2018
Prezzo: 21€
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formato cartaceo: Destino
formato ebook: Destino