tag:blogger.com,1999:blog-32367822914496035982024-03-19T10:16:27.722+01:00La Lettrice Rampante"mai sottovalutare il potere dei libri" P. AusterElisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.comBlogger1196125tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-10249532522843537132024-02-26T18:41:00.002+01:002024-02-26T18:41:14.929+01:00NASCITA DI UN CAPOLAVORO DEL CINEMA - Tom Hanks<p></p><blockquote style="text-align: center;"><i> I film vivono per sempre. Così come i personaggi dei libri.</i></blockquote><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmUL6hVFspdgrHcs1wcpZj6VMM5yo1P8KsdrhnhH6peFPj6N1rtN65R1t5IcOI0PUvr4t2c3_r4Y2kwdl6OKOpsK74D_l2h1DnTrDto_iHosseWco8xXKqBGHxz8PHuHoAtEuzmrnEwC38fDAIJ-FLyw5doFUxI6qdEm-PSk2UOSVJ7x_bBRpccTsgCMzz/s1536/428609968_775571891270774_5624550782294804307_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1526" data-original-width="1536" height="636" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmUL6hVFspdgrHcs1wcpZj6VMM5yo1P8KsdrhnhH6peFPj6N1rtN65R1t5IcOI0PUvr4t2c3_r4Y2kwdl6OKOpsK74D_l2h1DnTrDto_iHosseWco8xXKqBGHxz8PHuHoAtEuzmrnEwC38fDAIJ-FLyw5doFUxI6qdEm-PSk2UOSVJ7x_bBRpccTsgCMzz/w640-h636/428609968_775571891270774_5624550782294804307_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/3I9Yyqq" target="_blank"><i><b>Nascita di un capolavoro del cinema</b></i></a> di Tom Hanks (tradotto da Alessandro Mari per Bompiani) è il romanzo che non ti aspetti. <br />Intendiamoci, avevo già apprezzato molto Tipi non comuni, la raccolta di racconti prima fatica letteraria di uno dei miei attori preferiti di sempre, ma mai mi sarei aspettata che il suo primo romanzo mi sarebbe piaciuto così tanto.</div><p></p><p></p><p style="text-align: justify;">Il libro è esattamente quello che il titolo dice: il racconto di come nasce un capolavoro del cinema. E nello specifico, un capolavoro da dove nessuno se lo sarebbe mai aspetto: il regista Bill Johnson, infatti, nel 2020 decide di trarre un film da un vecchio fumetto del 1971, La leggenda dell'incendiario, che il suo autore, Robby, aveva creato in onore di suo zio Bob, mito e leggenda della sua infanzia.</p><p style="text-align: justify;">Ed è proprio da quell'infanzia che Tom Hanks parte, per poi raccontare ogni aspetto, del passato e del presente, che hanno portato su quel set: oltre alla storia di Robby e di Bob, c'è anche quella di Bill stesso, della sua assistente Al, della protagonista Wren, più o meno di ogni singolo personaggio che, in un modo o nell'altro, è legato a questo film.</p><p style="text-align: justify;">Detta così potrebbe sembrare un libro lunghissimo e noiosissimo, ma invece Tom Hanks è bravissimo nel dosare i dettagli, nello scegliere cosa narrare e cosa no, nel caratterizzare i suoi personaggi e nel raccontare i momenti di svolta della loro vita, oltre che nel far entrare il lettore nell mondo del cinema, senza risparmiare qua e là qualche piccola critica.</p><p style="text-align: justify;">È un romanzone, che mi ha tenuta incollata alle sue pagine senza quasi rendermene conto. A cui pensavo anche quando ero intenta a fare altro e a cui non vedevo l'ora di tornare. Un libro che mi ha divertito e anche emozionato</p><p style="text-align: justify;">Segno, almeno per me, che Tom Hanks non è solo un attore che scrive, ma qualcuno che lo fa sapendo molto bene cosa sta facendo.</p><p></p><p style="text-align: justify;">(Piccola nota a margine: c'è un errore bislacco che si ripete per tutto il libro, e che dopo lo sgomento iniziale alle prime due o tre occorrenze, ha contribuito a rendere la lettura per me ancor più divertente. Per qualche motivo, tutte le volte che nel testo dovrebbe esserci la parola "camera" c'è invece la parola "Internet": "la festa organizzata dalla Internet di commercio", "Si recò nella seconda Internet da letto, adibita a studio", "guardò nella Internet A" e così via. Sicuramente è stato fatto un "trova-sostituisci" senza controllare, anche se non sono riuscita a capire da dove sia partito l'errore. Ovviamente ho provveduto a segnalare la cosa all'editore, che ha confermato di essersene già accorto e immagino sistemerà tutto nella prossima ristampa)</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-67123265762122720942024-02-25T11:43:00.001+01:002024-02-25T11:43:09.231+01:00LUCY DAVANTI AL MARE - Elizabeth Strout<p></p><blockquote style="text-align: justify;"><i> Poi una mattina sono uscita a camminare e ho visto un bel dente di leone giallo sul ciglio del vialetto verso il fondo della discesa. E l'ho fissato; non riuscivo a staccare gli occhi da quel fiore. Mi sono chinata e ho appoggiato le dita sulla corolla soffice. Ho pensato: Oh mio Dio! Da lì ho cominciato a vederne altri, denti di leone, durante le mie passeggiate. Ne crescevano tanti al margine della strada sterrata sulla quale avevo vissuto da bambina, e un giorno, quando ero ancora molto piccola, ne avevo fatto un mazzolino da portare a mia madre, e lei si era infuriata perché i fiori avevano macchiato il corpetto del vestito nuovo che mi aveva fatto da poco. Eppure - dopo tutti quegli anni - vederli continuava ad allargarmi il cuore di meraviglia.</i></blockquote><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAcot-L0EZf2CDtLSv3I719tpFB2I1VDqAJpXZXLfhC0M82IkYnfTiQRgTDpOP7_kfZizw1avmscLwq7vQoywLadUM0mF2RmwzFwRHMZeZSt7T1ZqQt0i7yqEUZs2dujJgFNwOaCL9L4HOQeFrZlrm8wRF3NxaSfufHKqXnrbyoBGp7EcRR1hGhhNZMqhq/s4096/20240225_112101.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4096" data-original-width="2494" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAcot-L0EZf2CDtLSv3I719tpFB2I1VDqAJpXZXLfhC0M82IkYnfTiQRgTDpOP7_kfZizw1avmscLwq7vQoywLadUM0mF2RmwzFwRHMZeZSt7T1ZqQt0i7yqEUZs2dujJgFNwOaCL9L4HOQeFrZlrm8wRF3NxaSfufHKqXnrbyoBGp7EcRR1hGhhNZMqhq/w390-h640/20240225_112101.jpg" width="390" /></a></div><br /> <span style="text-align: justify;">Io voglio molto bene a Elizabeth Strout. So che può sembrare un assurdo, voler bene a una persona che neanche si conosce se non tramite le pagine dei suoi romanzi, eppure per lei sento di provare proprio questo.</span><p style="text-align: justify;">Aspettavo da tempo l'uscita in Italia di <i><a href="https://amzn.to/3TcHgzk" target="_blank">Lucy davanti al mare,</a></i> da poco pubblicato da Einaudi editore con la traduzione di Susanna Basso, dopo quasi un anno e mezzo dall'uscita in lingua originale (per dire, negli Stati Uniti tra pochi mesi ne uscirà già uno nuovo). La aspettavo perché perché i romanzi, le frasi, le parole di Elizabeth Strout mi trasmettono sempre un'incredibile quantità di emozioni</p><p style="text-align: justify;">Questa volta Lucy si ritrova a dover fare i conti con la recente morte del marito David e con una strana epidemia, che a lei sembra lontana tanto quanto è sembrata a tutti noi quando iniziavano ad arrivare le notizie dei primi contagi. L'ex marito William riesce a convincerla, con molte insistenze, a lasciare New York per rifugiarsi in una vecchia casa nel Maine, che affaccia proprio sul mare. Ed è proprio davanti al mare che Lucy va sempre a passeggiare, a volte con William, a volte sola, a volte con un'altra vecchia conoscenza dei romanzi di Elizabeth Strout. </p><p style="text-align: justify;">Ed è proprio davanti al mare che riflette sulla sua vita, sul rapporto con David e con William, sule sue figlie che, oltre al Covid, stanno affrontando crisi personali profonde senza cercare in lei nessun appoggio, ma anche su come il mondo sta affrontando qualcosa di inimmaginabile.</p><p style="text-align: justify;">Elizabeth Strout non usa parole di troppo, ma descrive comunque dettagli, stati d'animo, sensazioni ed emozioni, a volte belle a volte terribili, con una delicatezza che, almeno io, non ho mai riscontrato in altri autori. La trovo sempre una lettura confortante, anche quando magari in quel che racconta di confortante non c'è nulla. </p><p style="text-align: justify;">E quindi sì, voglio bene a Olive Kitteridge, a Lucy, a tutti i personaggi a cui Elizabeth Strout ha dato voce nei suoi libri. E molto, moltissimo anche a lei.</p><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-57596613018451839842023-12-30T20:01:00.004+01:002023-12-30T20:01:47.491+01:00IL 2023 in un post<div style="text-align: justify;">Il 2023 sta ormai volgendo al termine. Un anno che non ho amato particolarmente, se devo essere sincera. Non è successo niente di particolare, nel bene e nel male, eppure l'ho trovato molto faticoso. C'è stato qualche stress lavorativo che ancora devo imparare a gestire; qualche piccolo problema di salute (due volte il COVID, a cui ero miracolosamente scampata finora; un banalissimo intervento chirurgico da cui mi sono ripresa subito e senza alcun problema, ma che comunque c'è stato); l'estate più calda di sempre, che ci ha fatto vivere per una settimana praticamente chiusi in tavernetta, l'unica stanza della casa in cui si potesse respirare; il fatto di non aver tradotto nessun libro quest'anno, cosa che non mi succedeva da tantissimo tempo.</div><div style="text-align: justify;">Tutte piccolezze rispetto ad altri anni ben più difficili... ma il 2023 non resterà tra gli anni da ricordare.</div><div style="text-align: justify;">Qualche cosa bella c'è stata, ovviamente: abbiamo preso i nostri ritmi nella casetta nuova, a cui ci siamo abituati con molta più facilità di quello che avremmo mai immaginato (mi chiedo come abbia fatto a vivere finora senza una stufa a legna, per esempio) e in cui mi sembra già di vivere da tempo e non solo da poco più di un anno; abbiamo fatto molte gite, in posti bellissimi senza doverci allontanare troppo da casa (nota di merito al lago di Mergozzo, all'Abbazia di Staffarda, al Parco Faunistico La Torbiera e a Vendersi, il paese degli Spaventapasseri); abbiamo visto un sacco di campi di lavanda e distese di tulipani e ho persino dormito una notte in rifugio (il Rifugio Fontanamura, in Valsangone, vicino a Torino) con una mia amica, una di quelle cose che mai avrei immaginato di fare. <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqXd2MenYOf1bH8Ea5FSajMUFZ0aXLbJKjRwcE6hUx-MDUFaZ575WM9kQQ75pESj2BD-cBtbYZlBUKK2JvZuVKmmxmQftxT2HSayIeynsyqpxAvgYq_XScRLwBUdys_2Hf4cCAjuhC8UM_riQ_N5qSC7AX2zk_z61O2UcVsAaFRVS5g5uWJFnNC_aJ7-gF/s1436/il_fullxfull.5337366078_1r9d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1436" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqXd2MenYOf1bH8Ea5FSajMUFZ0aXLbJKjRwcE6hUx-MDUFaZ575WM9kQQ75pESj2BD-cBtbYZlBUKK2JvZuVKmmxmQftxT2HSayIeynsyqpxAvgYq_XScRLwBUdys_2Hf4cCAjuhC8UM_riQ_N5qSC7AX2zk_z61O2UcVsAaFRVS5g5uWJFnNC_aJ7-gF/w482-h640/il_fullxfull.5337366078_1r9d.jpg" width="482" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><i>Illustrazione di Gwen Van Knippenberg</i></span></td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E poi ho ricominciato a leggere dopo più di due anni in cui i libri non sempre riuscivano a darmi la gioia che mi hanno sempre dato. Non mi è ancora tornato del tutto l'entusiasmo per tutto il resto che ruota attorno a essi (no, nemmeno quest'anno sono andata al Salone del libro di Torino), però mi sembra già un grande passo avanti.</div><div>A questo proposito, ecco qui le mie migliori letture di quest'anno.</div><div><br /></div><div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmAnSVX-S-WLm3SvDE87Tn7wYNcZq1KAOFaNe8U_OxptA4Ha0GRt9qGmjRN1SWe1qa6l_Vrj_5TLX5upVzoQA_FAoE045PN-Obxp3qHQRerZIdYQCigzfQN7LwQQryufNY-HAKXy8dwNybGyxE5zUbcwYmylTwRWYFpJVtG6odnmCAUruS0L9oZHmH5pMV/s445/41RKnVJZGJL._SY445_SX342_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="317" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmAnSVX-S-WLm3SvDE87Tn7wYNcZq1KAOFaNe8U_OxptA4Ha0GRt9qGmjRN1SWe1qa6l_Vrj_5TLX5upVzoQA_FAoE045PN-Obxp3qHQRerZIdYQCigzfQN7LwQQryufNY-HAKXy8dwNybGyxE5zUbcwYmylTwRWYFpJVtG6odnmCAUruS0L9oZHmH5pMV/s320/41RKnVJZGJL._SY445_SX342_.jpg" width="228" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/47cRx2d" target="_blank"><b>LE MEMORIE DI SVEN STOCCOLMA</b></a> di Nathaniel Ian Miller, tradotto da Luca Briasco per Atlantide. È uno di quei romanzi che si iniziano con un po' di scetticismo: ma cosa avrà mai da raccontare un tizio solitario che, dopo essere rimasto sfigurato in un incidente in miniera, decide di andare a vivere in un fiordo sperduto dove non incontra mai nessuno? A volte va a trovarlo un uomo finlandese burbero e saggio che gli insegna a sopravvivere in una natura apparentemente ostile; a volte anche un geologo scozzese amante dei libri; e alla fine, semplicemente, il passato da cui è sfuggito. Impossibile non affezionarsi a Sven, a quest'uomo che vorrebbe fuggire dal mondo ma che il mondo, in qualche modo, trova sempre.</div></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVlDohIetSDqIoAvF5cg0OyXHCtIUxjnEo6G0TKOjNm5F516QOaQECuj5If7c615vm5Y5L1M_ArualbHjQIGqTOVEvErp7aDnzo7Y1mUMqG_WKc0oUyiH6Sc7B0EVG2r6lvrFmv8U-iUipR7hWtZBxtVU_W_qYTWCPmyCpt198XjB3z_ZN5083wth2ufXL/s445/41n9AGSnpcL._SY445_SX342_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="287" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVlDohIetSDqIoAvF5cg0OyXHCtIUxjnEo6G0TKOjNm5F516QOaQECuj5If7c615vm5Y5L1M_ArualbHjQIGqTOVEvErp7aDnzo7Y1mUMqG_WKc0oUyiH6Sc7B0EVG2r6lvrFmv8U-iUipR7hWtZBxtVU_W_qYTWCPmyCpt198XjB3z_ZN5083wth2ufXL/s320/41n9AGSnpcL._SY445_SX342_.jpg" width="206" /></a></div><br /><div><b style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/48hgGd9" target="_blank">LA MASNÀ</a> </b><span style="text-align: justify;">di Raffaella Romagnolo, finalmente ripubblicato quest'anno da Mondadori dopo anni di fuori catalogo. Aspettavo con ansia la nuova edizione di questo primo romanzo di Raffaella Romagnolo, un'autrice che ho imparato ad amare negli anni e che ogni suo nuovo libro non mi delude mai. È la storia di tre donne, nonna, madre e figlia, che passano dalla vita contadina a quella di città sempre dietro ai voleri di un uomo che sembra governare il loro destino. Uno spaccato della questione femminile in Italia nella metà del '900, e della lotta della più piccola che cerca di vivere ciò che sua madre e sua nonna non hanno potuto.</span></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNVQZDdKXr3ePmBQq346dF2q-KThK2UEPN0cmdYu9RkwLMdh64DgciETWCha-sq_lElz2OtPv3N0VAszGkuPJzWAWh0K3jgCGX9RXSsJINuIbftSLw7rh87YKMaNYoVKZ0TSeFRQ9P_X3vei0Nye7cCuca3PgVQl4_1fXxaXutRkgClekebRWfd1pNjSlt/s466/71KdKqXPwvL._SY466_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="297" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNVQZDdKXr3ePmBQq346dF2q-KThK2UEPN0cmdYu9RkwLMdh64DgciETWCha-sq_lElz2OtPv3N0VAszGkuPJzWAWh0K3jgCGX9RXSsJINuIbftSLw7rh87YKMaNYoVKZ0TSeFRQ9P_X3vei0Nye7cCuca3PgVQl4_1fXxaXutRkgClekebRWfd1pNjSlt/s320/71KdKqXPwvL._SY466_.jpg" width="204" /></a></div><br /><div><b style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/3RKbbN0" target="_blank">LA NOTTE ROSSA</a> </b><span style="text-align: justify;">di Rebecca Godfrey, tradotto da Fabio Bernabei per NN editore. Il romanzo racconta una storia vera: la scomparsa e poi il ritrovamento del cadavere della quattordicenne Reena Virk, per il cui omicidio vengono indagati un gruppo di suoi coetanei che, prima di ucciderla, l'hanno massacrata di botte. È un libro molto forte, che porta inevitabilmente a interrogarsi sull'adolescenza e su quanto oltre si possa spingere il disagio giovanile, lasciando attonito chiunque vi assista.</span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNfDEh6rBgu-xrVXAbf0jKzNN1jhEBIiV55nS6ifs84OU2EfpAtoE-IjnBvqaQ5If7xT5aiRUG4LpB_2cINNOwpISREuqQyj3R-7MTuyEr4BuEqtBnfrZ7tmSdgurcTPzaUporg0T1BcZS9Y4as4MJhzxkRAI-eDzHt3K8k1KrvWoX9l48DrBAtPNbe2-0/s445/41Kbq5UM8BL._SY445_SX342_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="283" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNfDEh6rBgu-xrVXAbf0jKzNN1jhEBIiV55nS6ifs84OU2EfpAtoE-IjnBvqaQ5If7xT5aiRUG4LpB_2cINNOwpISREuqQyj3R-7MTuyEr4BuEqtBnfrZ7tmSdgurcTPzaUporg0T1BcZS9Y4as4MJhzxkRAI-eDzHt3K8k1KrvWoX9l48DrBAtPNbe2-0/s320/41Kbq5UM8BL._SY445_SX342_.jpg" width="204" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><a href="https://amzn.to/3RDBGUx" target="_blank">PICCOLE UMANE DEBOLEZZE </a></b>di Megan Nolan, tradotto da Tiziana Loporto, sempre per NN editore. Avevo già letto il primo romanzo di questa autrice, Atti di sottomissione: mi era piaciuto, ma senza riuscire a colpirmi del tutto. Questo secondo libro, invece, è stata una folgorazione. È di nuovo la storia di un disagio, giovanile e famigliare in questo caso: viene ritrovato il corpo di una bambina di tre anni e tutto lascia intendere che a ucciderla sia stata Lucy Green, che di anni ne ha dieci. Nessuno della famiglia di Lucy si è più preso cura di lei, dopo la morte della nonna. Ma adesso che tutti i riflettori sono puntati su di loro e l'accusa che pende sulle spalle di Lucy è così terribile, non si può più fare finta di niente. Un libro a tratti straziante, scritto benissimo e che ancora una volta ti costringe a riflettere sul significato di famiglia, di amore, di prendersi cura.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe64Y_eejADtRM87HKpud2ap13kHTgSDjytWAdDbH3uziymMRG8mPlZxZZ36Z7khGinYCAbQZLuMn8GSrFTwdYGbc6O9Q-p4PaS8pNKlehybZC51e2UyvfXUToyvw9wIh60mRYO0N8xfI7oHqiplbxsZGlvUj_dY3rWqZ2MkKGm_I-3W38w-2suM96zFgG/s466/61CDFlXTGfL._SY466_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="328" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe64Y_eejADtRM87HKpud2ap13kHTgSDjytWAdDbH3uziymMRG8mPlZxZZ36Z7khGinYCAbQZLuMn8GSrFTwdYGbc6O9Q-p4PaS8pNKlehybZC51e2UyvfXUToyvw9wIh60mRYO0N8xfI7oHqiplbxsZGlvUj_dY3rWqZ2MkKGm_I-3W38w-2suM96zFgG/s320/61CDFlXTGfL._SY466_.jpg" width="225" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><a href="https://amzn.to/3tsd5dn" target="_blank"><b>DALL'ORTO AL MONDO</b></a> di Barbara Bernardini, pubblicato da Nottetempo. Da quando abbiamo lasciato l'appartamento per trasferirci in una villetta a schiera, abbiamo scoperto le gioie del giardino (per me è stata una ri-scoperta, in realtà, perché sono nata e cresciuta in campagna): abbiamo piantato due nuovi alberi, un ciliegio giapponese e un pesco; abbiamo trapiantato tre piantine di rose e miracolosamente resuscitato quelle che abbiamo trovato qui; tagliamo il prato e potiamo le piante. Non ci siamo ancora lanciati sull'orto, ma è di quelle cose che prima o poi vorremmo fare. Questo libro di Barbara Bernardini racconta proprio le gioie del prendersi cura della terra, coltivando prodotti e imparando cose nuove da chi la terra l'ha sempre coltivata. Un piccolo manuale di resistenza ecologica, come dice il sottotitolo, che al nostro mondo così bistrattato non potrebbe fare che bene.</div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci sono stati altri libri che mi hanno conquistata (segnalo, per esempio, il <i>Piccolo manuale illustrato per cercatori di fiori</i>, edito da Il saggiatore, ma anche, proprio in questi ultimi giorni, <i>Baurmganter</i> di Paul Auster), ma questi cinque sono quelli che più di tutti hanno lasciato un segno e che rimarranno con me negli anni a venire.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che cosa augurarsi per il 2024? Spero sia un po' meno faticoso di questo suo stancante predecessore. Di ricominciare a tradurre, che è forse la cosa che mi è mancata di più in assoluto, ma anche di imparare a gestire meglio qualsiasi genere di stress lavorativo. Di non prendermi nuovamente il covid, ma se proprio devo che sia leggero come queste altre volte. Di visitare altri posti nuovi e bellissimi e di fare altre cose per la prima volta. Ma spero soprattutto che sia il più possibile sereno e felice, per me e per tutte le persone a cui voglio bene e, più in generale, per tutti quanti, sebbene il mondo là fuori faccia ogni giorno un po' più paura.<br />E ovviamente di continuare a leggere!</div><div><br /></div>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-80779430890136947432023-12-27T11:35:00.001+01:002023-12-27T11:35:01.961+01:00LA NOTTE ROSSA - Rebecca Godfrey<p> <span style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;"> </span><i style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;">(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensioni anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisS9_pDiDZkIxNhbZbB3OqZ32ilNvRkyATHiwcuidkQYs7MVuWwbT_3YgSCMvG9X2_lEzLgI1s3vFK0l4ToOUV3mmWUD-mo3tMm5_6SoymVdA1byMfbKShgs2ypzausJzGzrhI8pn79kcMjixKHVhmIgfBqmPE8X2RrEz6vckVWBRndVAX4x0Wh7f8PjlQ/s2048/360113081_655432063284758_4429018847147091462_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisS9_pDiDZkIxNhbZbB3OqZ32ilNvRkyATHiwcuidkQYs7MVuWwbT_3YgSCMvG9X2_lEzLgI1s3vFK0l4ToOUV3mmWUD-mo3tMm5_6SoymVdA1byMfbKShgs2ypzausJzGzrhI8pn79kcMjixKHVhmIgfBqmPE8X2RrEz6vckVWBRndVAX4x0Wh7f8PjlQ/w480-h640/360113081_655432063284758_4429018847147091462_n.jpg" width="480" /></a></div><p><br /></p><p></p><p></p><div style="text-align: justify;">Alle 21.21 del 14 novembre del 1997 un razzo russo precipitò ed esplose, illuminando il cielo del Canada.</div><div style="text-align: justify;">Lo stesso cielo che la quattordicenne Reena ha visto per l'ultima volta, prima di essere pestata a sangue da un gruppo di sue coetanee e poi annegata e abbandonata nelle acque scure della Gorge, un'insenatura attraversata da un ponte sotto cui sono soliti riunirsi gli adolescenti di View Royal. Il suo corpo viene cercato e ritrovato solo una settimana dopo, quando ormai il racconto di quella serata di violenze si è già trasformato in una sorta di leggenda, sebbene solo due ragazze abbiano avuto il coraggio di denunciare l'accaduto alla polizia.</div><p></p><p style="text-align: justify;">Tutti sanno cos'è successo, tutti sanno chi ha picchiato più duro e chi alla fine è andato oltre, nessuno sa di preciso perché ma è come se un perché non servisse nemmeno.</p><p style="text-align: justify;"><i><b><a href="https://amzn.to/4axFQG7" target="_blank">La notte rossa</a></b></i> di Rebecca Godfrey (pubblicato da NN Editore con la traduzione di Fabio Bernabei) racconta di quell'omicidio, un fatto realmente accaduto che Rebecca Godfrey ha analizzato nel dettaglio, partendo dal ritrovamento del corpo di Reena e ricostruendo i suoi ultimi giorni e poi gli anni successivi, quelli del processo a Warren e Kelly, i due che dopo che era stata massacrata di botte hanno concluso l'opera. Ma soprattutto racconta i caratteri e le dinamiche tra la vittima e i carnefici, tra questo gruppo di adolescenti accomunati da una serata di follia, e descrive il contesto sociale in cui il tutto si svolge, fornendo un ritratto lucido e fedelissimo di un disagio giovanile ormai considerato quotidianità e che fino a quel momento non era mai del tutto esploso.</p><p style="text-align: justify;">È un libro tostissimo, ma è anche il più bello che abbia letto finora quest'anno. L'ho terminato in due giorni, perché impossibile da mettere giù. Rebecca Godfrey trasforma questa storia terribile in un romanzo, lucido, agghiacciante ma anche molto umano, in cui si parla di bullismo, di emarginazione, di desiderio di accettazione e di far parte di un gruppo, di fragilità nascoste che emergono nei modi più impensabili, di coraggio e di senso di colpa. Di redenzione.</p><p style="text-align: justify;">Non so se l'aver a che fare ogni giorno con ragazzini e ragazzine coetanee di Reena e dei suoi carnefici possa aver influito sulla mia percezione del libro. In parte forse sì, sebbene fortunatamente nulla di così grave e terribile sia mai successo attorno a me. Ma Rebecca Godfrey è stata così brava nel mostrare le fragilità e le difficoltà, il desiderio di essere accettati, anche a costo di passare sopra gli altri, il desiderio costante di sfida e di sentirsi i più forti, la consapevolezza, che arriva solo dopo, di aver sbagliato, che è impossibile non riconoscerle anche nella quotidianità di oggi.</p><p style="text-align: justify;">Insomma, <i><b><a href="https://amzn.to/4axFQG7">La notte rossa</a></b></i> è un libro assolutamente da leggere.</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-84289155395102655252023-12-27T11:27:00.001+01:002023-12-27T11:27:04.721+01:00PICCOLE UMANE DEBOLEZZE - Megan Nolan<p> <span style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;"> </span><i style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;">(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensioni anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKiWljb_cJHUWycgBH_0wSmLeeRfQ3Tf0xN7Ub4UhROI_4k6G2-_Wrzn84ishAIr41Ubk7ngbLASMtFleZ6rFq9a5vLh6dUSwARGmPy0VNXSZJjjGa-bz5HVkn9we_QHoFObaO0E75HKg8x-loYI4rbNo_NP7bvSMV6u4QM6Ub-UPg4WoNB_iBFwFuSJEk/s2048/369259757_673425431485421_1043413196670154983_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKiWljb_cJHUWycgBH_0wSmLeeRfQ3Tf0xN7Ub4UhROI_4k6G2-_Wrzn84ishAIr41Ubk7ngbLASMtFleZ6rFq9a5vLh6dUSwARGmPy0VNXSZJjjGa-bz5HVkn9we_QHoFObaO0E75HKg8x-loYI4rbNo_NP7bvSMV6u4QM6Ub-UPg4WoNB_iBFwFuSJEk/w480-h640/369259757_673425431485421_1043413196670154983_n.jpg" width="480" /></a></div><br /><span style="background-color: #fefdfa; font-size: 14px;"><div><span style="color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><div><blockquote style="text-align: justify;"><i>Sua madre ora si accovacciò e sembrò voler fare qualcosa ma non era sicura di cosa. Si mosse come per toccare Lucy e Lucy sussultò, perché anche se non l'aveva mai colpita, l'aveva toccata così di rado che persino una carezza era allarmante. Così Carmel si fermò e incrociò le braccia per tenere a bada l'irrequietezza, e piuttosto guardò Lucy negli occhi e disse quello che negli anni successi si sarebbe impegnata a ripetere e a dimostrare, disse, Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace tanto. E poi disse, Andiamo a casa</i></blockquote></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><i><b><a href="https://amzn.to/4aybpzA" target="_blank">Piccole umane debolezze</a></b></i> (tradotto da Tiziana Loporto per NN Editore) è il secondo romanzo di Megan Nolan ed è di una bellezza devastante.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'espediente è quello del ritrovamento del corpo di Mia, una bambina di tre anni, che si sospetta sia stata uccisa da Lucy, che di anni ne ha dieci e da quando è morta la nonna Rose non ha più ricevuto affetto, attenzioni e neanche un po' d'amore. La madre, Carmel, l'ha avuta troppo giovane e non l'ha mai davvero dovuta. Lo zio Richie vive stordito dall'alcol da anni e sa di avere ormai il cervello distrutto. Il nonno John è ancora sconvolto dall'abbandono della prima moglie e non ha mai saputo davvero rapportarsi con i suoi figli. </div><div style="text-align: justify;">Ma adesso Lucy è accusata di qualcosa di terribile e la famiglia deve fare i conti con tutto ciò che questo comporta, ma soprattutto con tutto ciò che li ha portati fino a quel punto, con quelle piccole umane debolezze che hanno segnato tutte le loro vite.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Partendo da quell'accusa terribile, resa ancor più terribile dalla consapevolezza di tutta la famiglia che potrebbe essere vera, Megan Nolan racconta la storia di una famiglia, il disagio, l'infelicità e il dolore che li hanno resi quelli che sono, ma anche la lotta disperata per risalire, una volta toccato il fondo del baratro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per me, davvero un libro bellissimo.</div></span></div></span><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-21200394269886328442023-12-27T11:22:00.000+01:002023-12-27T11:22:03.587+01:00DALL'ORTO AL MONDO - Barbara Bernardini<p> <i style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;">(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensioni anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEwcMTT1K-dPNKBO16qKRoyJ4JVNt03bZrHpiNIxj4JgOkGdR0H3SXNdht-WvWkw3YSct82gUwzkj18n41470g2GBB3d3RRLaALV2VI2BarT2VAcbGSd7fnW7xn3wqvK1IG7VG1TwtRuku4qfD_EIdXlpJTMLGkTxBs9PvOEvIV0hzOyfuqUm9by7pX_uh/s2048/369699098_675117194649578_1146021910485720771_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEwcMTT1K-dPNKBO16qKRoyJ4JVNt03bZrHpiNIxj4JgOkGdR0H3SXNdht-WvWkw3YSct82gUwzkj18n41470g2GBB3d3RRLaALV2VI2BarT2VAcbGSd7fnW7xn3wqvK1IG7VG1TwtRuku4qfD_EIdXlpJTMLGkTxBs9PvOEvIV0hzOyfuqUm9by7pX_uh/w480-h640/369699098_675117194649578_1146021910485720771_n.jpg" width="480" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><blockquote><i>"... il mondo è fatto da gente che vorrebbe questo, stare a piedi nudi alla finestra a mangiare il radicchio. Vorrebbe vivere, mangiare, fare l'amore, avere un riparo, guardare le nuvole, piantare un seme, annusare un fiore, abbracciare un albero. Sono quelli che, in un'altra poesia, Borges chiama "i giusti", quelli che in silenzio stanno salvando il mondo, giocando a scacchi, accarezzando un animale, coltivando un giardino."</i></blockquote></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Molto bello questo <i><a href="https://amzn.to/41JGs7G" target="_blank">Dall'orto al mondo - Piccolo manuale di resistenza ecologica</a></i> di Barbara Bernardini, pubblicato da Nottetempo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">In questo piccolo manuale, partendo dal racconto del suo piccolo orto attraverso i mesi dell'anno, Bernardini riflette sulla crisi climatica e ambientale e sul bisogno di tornare a una vita più semplice, più lenta, affidandoci alla natura e a quello che ogni mese può regalarci, anziché fare di tutto per distruggerla.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questo libro ti fa venire voglia di uscire e iniziare a zappare, rastrellare e pacciamare la terra, a piantare i pomodori, ad andare a cercare semi speciali al consorzio agricolo, a consultare calendari lunari e contadini malauguranti ma saggi. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Mi ha ricordato l'orto che coltivava il mio papà nel giardino sul retro di casa quando ero bambina e alle volte in cui gli chiedevo se potevo spargere io qualche semino (di solito le carote, che poi una volta cresciute mangiavo direttamente dall'orto, sciacquandole velocemente con l'acqua del tubo per innaffiare) e a quanto mi divertissi a salire sul prugno per raccogliere i frutti spuntati troppo in alto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div></div>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-9261477578094229532023-04-16T14:56:00.001+02:002023-04-16T14:56:22.421+02:00UN GIORNO DI FESTA - Joyce Maynard<p><i>(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensioni anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQuQE_toPMNLaXPh2ZWGVXROY_RBcQrscA8xPJ9CStArd2hZ0WdSnpmHM2FHYjooIJvMXCcsQGBSqyAT-BrIin8HPo3fod7uelDxpnFSp1KF8c-jd-5gGF7shMt8ZvjsYdtGYibIxEhhVf1s_g9T1NS5g38RW3fEMjXO96T1qVTJ4Yd9JcO0SEaCEzWQ/s2048/329107646_557218833109660_3983943154603111551_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQuQE_toPMNLaXPh2ZWGVXROY_RBcQrscA8xPJ9CStArd2hZ0WdSnpmHM2FHYjooIJvMXCcsQGBSqyAT-BrIin8HPo3fod7uelDxpnFSp1KF8c-jd-5gGF7shMt8ZvjsYdtGYibIxEhhVf1s_g9T1NS5g38RW3fEMjXO96T1qVTJ4Yd9JcO0SEaCEzWQ/w640-h480/329107646_557218833109660_3983943154603111551_n.jpg" width="640" /></a></div><p><br /></p><p style="text-align: justify;">Ho terminato da qualche giorno la lettura di <i><a href="https://amzn.to/3mDaD0a" target="_blank">Un giorno di festa</a></i> di Joyce Maynard, tradotto da Federica Merani per NN Editore.</p><p></p><p style="text-align: justify;">È la storia del tredicenne Henry e di sua madre Adele, una donna che dopo un doloroso divorzio si è come chiusa in se stessa, incapace di reggere ancora tutto il dolore della sua vita. Si prende cura del figlio come può, andando a far la spesa solo quando la scorta di zuppa in barattolo sta ormai finendo o a Henry serve qualcosa che non si può rimandare. Eppure una volta Adele era una donna felice, che amava ballare in soggiorno e lasciarsi trasportare dalla musica.</p><p style="text-align: justify;">Proprio durante una di queste rare uscite con la madre, nel fine settimana del Labour Day, Henry viene avvicinato da un uomo sanguinante che gli chiede aiuto. Si chiama Frank ed è appena evaso dall'infermeria del penitenziario. Senza esitare, Henry e Adele decidono di aiutarlo e di accoglierlo in casa loro. Una decisione quasi impulsiva che riporta però improvvisamente un po' di luce e colore nella vita da troppo tempo grigia di madre e figlio. Una parentesi di pochi giorni, che cambia radicalmente le vite di entrambi.</p><p style="text-align: justify;"><i>Un giorno di festa</i> è un inno alla speranza dopo il dolore e la sofferenza. È un invito ad aprirsi agli altri, a cogliere al volo le occasioni inaspettate anche quando sembrano completamente assurde, a darsi seconde possibilità e a non smettere di credere in un futuro migliore.</p><p style="text-align: justify;">La storia di Adele e del suo profondo dolore mi ha commossa, grazie anche alla bravura di Joyce Maynard a raccontare tutto con estrema delicatezza. E mi ha stretto un po' il cuore anche Henry, nel suo desiderio di stare vicino alla madre nonostante tutto e alla sua paura di non far parte della sua felicità.</p><p style="text-align: justify;">Di Joyce Maynard avevo già apprezzato molto <i><a href="https://amzn.to/41zTxiD" target="_blank">L'albero della nostra vita </a></i>(pubblicato sempre da NN editore con la traduzione di Silvia Castoldi), ma <i>Un giorno di festa </i>mi è piaciuto ancora di più, per il messaggio che trasmette, per l'idea folle e poetica che chiunque possa davvero cambiare la nostra vita e aiutarci a superare il dolore e ricominciare a vivere, amare e ballare.</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-59091101824901165842023-04-12T18:27:00.001+02:002023-04-12T18:27:02.347+02:00CIRCE - Madeline Miller<p> <i style="background-color: #fefdfa; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px;">(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensione fatte di là anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieWbxEJnK4v96fplzWILP35f3tUFFUT3WazMulJD7z25cz7WIIKdXvPiY_QVNNruLwpinLZasGpu3k_jhO70QFMXTfPWjBzjtNmox7B5U8pmt4DVF54BJ51_gNr4XslSYODS0DZSEMNfphdUW5bYfLwd058hlZGO_SPSaX_pzIwAqPTh6-ex8kqDChrw/s2048/331263125_1357411968416660_9138801131777983646_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieWbxEJnK4v96fplzWILP35f3tUFFUT3WazMulJD7z25cz7WIIKdXvPiY_QVNNruLwpinLZasGpu3k_jhO70QFMXTfPWjBzjtNmox7B5U8pmt4DVF54BJ51_gNr4XslSYODS0DZSEMNfphdUW5bYfLwd058hlZGO_SPSaX_pzIwAqPTh6-ex8kqDChrw/w640-h480/331263125_1357411968416660_9138801131777983646_n.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p></p><div style="text-align: justify;">Sono finalmente riuscita a terminare la lettura di <a href="https://amzn.to/3KzuSnp"><i>Circe</i> </a>di Madeline Miller (tradotto da Marinella Magrì per Marsilio).</div><div style="text-align: justify;">Dico finalmente perché da un certo punto in poi ho davvero arrancato con la lettura, complici anche due settimane lavorative piuttosto pesanti che non mi hanno permesso di dedicargli l'attenzione che si meritava. E credo che con un romanzo come questo sia fondamentale avere il tempo e la testa per mettersi lì e leggere e basta.</div><p></p><p style="text-align: justify;">Il romanzo racconta la vita della maga Circe, dall'infanzia con il padre Elios, la madre ninfa Perseide e fratelli e sorelle divine, fino all'esilio sull'isola di Eea e poi all'arrivo di Odisseo che cambierà per sempre la sua vita.</p><p style="text-align: justify;">La mia conoscenza della mitologia greca è molto limitata e deriva perlopiù dal cartone animato Pollon, uno dei miei preferiti quando ero bambina, e allo studio dell'Eneide alle superiori. Sapevo poco o nulla di Circe, a parte che è stata l'amante di Odisseo: non sapevo della sua vendetta verso Scilla, del suo ruolo nella nascita del Minotauro né del suo rapporto con Dedalo, del fatto che avesse avuto un figlio né dell'incontro con Penelope e Telemaco.</p><p style="text-align: justify;">Madeline Miller è sicuramente molto brava nel narrare il tutto, nel tendere un filo immaginario che consente al lettore di non perdersi tra i vari racconti della mitologia classica. Ed è brava anche nel descrivere Circe non solo come la maga ma anche come la donna, così appassionata e così attratta dagli esseri umani.</p><p style="text-align: justify;">Eppure qualcosa, almeno per me, non ha funzionato del tutto e ho faticato molto ad arrivare alla fine. Forse per la stanchezza mentale di queste settimane, forse perché se non ho mai approfondito la mitologia classica dopo aver visto Pollon c'è un motivo, arrivavo alla sera con la prospettiva di leggere Circe e venivo colta da un po' di sconforto. Riconosco che sia un problema mio e che di tratta di un buon romanzo, ma per me non è riuscito a esserlo come mi sarei aspettata.</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-8878345372861708492023-04-11T11:45:00.005+02:002023-04-11T11:50:08.277+02:00SPARE - Prince Harry<p><i>(Queste considerazioni sono state pubblicate sulla pagina Facebook del blog, ma ho deciso di riportare piano piano tutte le recensione fatte di là anche qui, così da non perderle e ritrovarle più facilmente nel tempo)</i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7gIxT_03eA3xfdXe3IVI9Sc_k2RejxktqM5sDVIL0D3zjVf85m_66m3sLv-zY0z0faa-h00_rDc69h7zxbAqI_qz_aJbyffw6FTXwa-hDvfjUlk_kmXthgBcxJVNSUXyqbFSVoFSbEDo0BcyEwFGE6fcUAxeBp5S5h1BS5IsVueDSt5JVdiozc3sfjQ/s2048/325401661_553500256679157_4751223198590784017_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7gIxT_03eA3xfdXe3IVI9Sc_k2RejxktqM5sDVIL0D3zjVf85m_66m3sLv-zY0z0faa-h00_rDc69h7zxbAqI_qz_aJbyffw6FTXwa-hDvfjUlk_kmXthgBcxJVNSUXyqbFSVoFSbEDo0BcyEwFGE6fcUAxeBp5S5h1BS5IsVueDSt5JVdiozc3sfjQ/w640-h480/325401661_553500256679157_4751223198590784017_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><p>Ho terminato<a href="https://amzn.to/3UszX5f" target="_blank"> <i>Spare</i></a> di Prince Harry (che poi chissà perché in italiano hanno lasciato Prince, anziché tradurre come è stato fatto in altre lingue), tradotto da Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso per Mondadori.</p><p>Ed ecco un po' di considerazioni, DEL TUTTO PERSONALI:</p><p>- è una lettura scorrevolissima, io ho potuto dedicargli un po' di tempo, ma anche se lo avessi letto solo nei ritagli non credo che ci avrei messo molto di più. Ed è scritto molto bene, in ogni sua parte, con una certa attenzione ai dettagli e una certa cura nelle descrizioni. Ribadisco che Moehringer sa il fatto suo e bravo Harry a scegliere (ok, ovviamente potendosi permettere economicamente di farlo) di affidarsi nella scrittura a qualcuno che sa cosa sta facendo e lo sa fare bene.</p><p>- l'autobiografia si compone di tre parti, più un epilogo immagino aggiunto all'ultimo momento dedicato alla morte della regina. La prima parte percorre gli anni dell'adolescenza di Harry, da un attimo prima della morte di Diana fino alla scelta ormai ventenne di entrare nell'esercito, dopo una carriera scolastica non poi così brillante. Nella seconda ci sono gli anni dell'esercito, la carriera militare, i fidanzamenti con Chelsy e Cressida, il matrimonio di William e Kate, tutto ciò, insomma, che c'è stato prima di Meghan. E la terza ovviamente è dedicata agli ultimi anni, dall'arrivo di Meghan fino alla decisione di mollare tutto.<br />La parte più interessante, per quanto mi riguarda, è stata la prima, che ho trovato in alcuni punti davvero molto curiosa, e in altri davvero molto toccante. Nella seconda è dove si concentrano il maggior numero di cavolate fatte da Harry (sei un po' un salame, perdonami se te lo dico) ma anche tutto il racconto del suo impegno con i reduci di guerra e la sua frustrazione nel non riuscire a trovare davvero la sua strada. Nella terza ovviamente c'è Meghan, ovunque.</p><p>- non ho trovato i grandi attacchi alla corona che il lancio del libro aveva fatto presagire. Se la prende perlopiù con Camilla, per cavalcare a distanza di anni la rivalità con Diana, e con William, da cui si dichiara più e più volte non capito, senza che però si interroghi mai se per William non sia reciproco. Ho trovato imbarazzanti le pagine sul matrimonio tra William e Kate, onestamente (*******SPOILER: perché con tutto quello che aveva da raccontare ribadire così tanto di aver avuto il pene congelato mi sembra una cosa più da adolescenti che da adulti, quasi un dispetto verso il fratello. FINE SPOILER*******), così anche come quelle delle discussioni tra fratelli, che tendono a risolversi sempre con Harry che liquida il tutto con "William è geloso di me e si mette in competizione".</p><p>Carlo da questa autobiografia mi sta ancor più simpatico (lo avevo rivalutato molto scoprendo la sua infanzia e la sua adolescenza in The Crown, a dir la verità), perché ha cercato a modo suo di fare il padre pur non essendone particolarmente portato e pur senza aver mai ricevuto particolare affetto dal suo, di padre. Harry stesso con lui è molto indulgente, e anzi alcuni degli aneddoti del loro rapporto sono tra i più belli del libro.</p><p>La critica a Kate è invece piuttosto blanda, in realtà, e si riduce a uno scontro di culture tra lei e Meghan: la fredda inglese contro l'espansiva e solare americana. Ancora non si è capito chi abbia fatto piangere chi al matrimonio di Meghan, ma devo dire che trovo l'accusa, da un lato o dall'altro, abbastanza ridicola a prescindere (io mi lagnavo di chi mi faceva piangere all'asilo e alle elementari, credo, poi basta).</p><p>Comunque tutte le rivelazioni "scabrose" sono cose già emerse in passato nelle varie interviste, documentari, etc etc... sempre e solo da Harry e Meghan, quindi il legittimo dubbio sulla loro veridicità rimane, e soprattutto sono sempre accompagnate dalla solita tendenza alla lagna di Harry, che pervade tutto il libro.</p><p>- a uscirne male sono sicuramente la stampa inglese e i paparazzi, con la loro ricerca ossessiva dello scoop, anche a costo di inventarselo di sana pianta, e della foto, anche nei momenti meno opportuni, fomentando incomprensioni e fornendo una visione un po' distorta della realtà. Al tempo stesso però traspare anche l'ossessione stessa di Harry nei loro confronti, che a volte si risolve in modi un pochino ridicoli (nei soprannomi che gli dà, nel commentare che scrivono male, etc etc...) e anche un pochino ingenui.</p><p>- Ma per quanto mi riguarda, chi ne esce peggio di tutti è Harry stesso. Sembra assurdo, visto che il libro racconta la sua vita dal suo punto di vista, eppure questa tendenza alla lagna, a dichiararsi incompreso da tutti, a non capire che è normale il rapporto tra fratelli a dieci anni sia diverso rispetto che a trenta (le pagine in cui dice che William e Kate non lo invitano mai a cena e quindi lui si sente messo da parte sono quasi patetiche), che si debba evolvere per forza di cose, è a tratti imbarazzante. Ho detto più e più volte che secondo me avrebbe bisogno di andare da uno psicologo bravo che lo aiuti a rielaborare il lutto della madre, perché dopo tanti anni si deve imparare a gestire quel dolore (lo so che non si supera, ma avanti si deve andare), e poi scopro che dallo psicologo ci va, prima da uno consigliato di William (ma ovviamente non ci si trovava) e poi finalmente da uno consigliato da Meghan che, guarda caso, finalmente lo sblocca. Lo sblocca a tal punto da scrivere un'autobiografia di 520 pagine in cui la madre viene nominata praticamente in tutte, anche quando non c'entra nulla. Ed è un peccato, perché sembra non rendersi conto di avere anche tante cose interessanti e belle da raccontare, e non solo recriminazioni.</p><p>- su Meghan preferisco davvero non commentare.</p><p>È valsa la pena leggere questo libro? Sì, devo dire di sì, l'ho trovato ben scritto e con alcuni aneddoti davvero interessanti e curiosi sulla vita di corte e su come funzioni la vita di un membro della famiglia reale. È una visione del tutto parziale, ovviamente, ma in molte parti Harry riesce a non lasciarsi sopraffare dalla voglia di lagnarsi e raccontare un dietro le quinte che mi ha sempre incuriosito.</p><p>Ho cambiato la mia opinione su Harry e Meghan? No, anzi mi stanno ancora più antipatici. O meglio, Harry mi fa un po' tenerezza perché mi sembra ancora adesso completamente smarrito, come lo è stato per buona parte della sua vita, e che non sappia bene come si sia ritrovato nella situazione in cui è né come fare a uscirne.</p><p>Ho buttato via 25 euro (che era un po' la preoccupazione di molti, nei vari commenti)? No, ho acquistato libri molto ma molto più brutti e inutili di questo, che mi hanno lasciato molto, molto meno.</p><p>La Letteratura morirà dopo la pubblicazione di <i>Spare</i> (altra preoccupazione molto comune)? No, sono sicura che la letteratura sia salva e anzi mi fa davvero piacere sapere che nel mondo un sacco di persone, che magari di solito non leggono grazie alla curiosità verso il principe Harry stiano leggendo una storia scritta da un premio Pulitzer, che magari li porterà a leggere altri libri di questo autore (consiglio <i>Open</i>, la biografia di Agassi, ma soprattutto <i>Il bar delle grandi speranze</i>)</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-10327504670059231882021-12-31T12:36:00.001+01:002021-12-31T12:36:38.118+01:00IL 2021 IN UN POST<p style="text-align: justify;">E così, in qualche modo, siamo arrivati anche alla fine di questo 2021. Il secondo anno pandemico che, sebbene io sia rimasta sempre in salute, con un tetto sulla testa e un lavoro che non ha mai subito alcuna interruzione (e per questo sono molto grata e so di essere anche molto, molto fortunata), ho trovato molto più faticoso rispetto al 2020.</p><p style="text-align: justify;">Non saprei spiegare davvero il perché di tutta questa fatica nell'affrontare quest'anno: è come se ci avessi arrancato dentro, senza mai vivermi appieno i giorni e le cose, belle e meno belle, che sono successe. Credo si tratti di un risvolto emotivo di quest'epoca di incertezze, di ansie e paure che accomuna chissà quante altre persone e soprattutto che chissà per quanto tempo ci porteremo dietro, anche a pandemia finita. <i>Pandemic Fatigue</i>, viene chiamata. Un senso di sospensione, di giorni che si susseguono uno dietro l'altro senza svolte né cambiamenti, di ansia e di noia perenne e di incapacità di trovare un modo per contrastarla, pur sapendo che i modi ci sono eccome. </p><p style="text-align: justify;">Questa mia apatia costante ha ovviamente avuto ripercussioni anche sul mio rapporto con i libri e la lettura. Da rifugio e oasi felice che sono sempre stati, quest'anno si sono trasformati in un'ulteriore fonte di ansia e fatica. Ho letto poco, solo una quarantina di libri (che per qualcuno non sono pochi, lo so, ma per i miei standard decisamente sì), perché ho sempre faticato a trovare qualcosa che mi ispirasse, che andasse bene per il mio stato d'animo del momento. E per leggere male e leggere a caso, preferisco non leggere (in compenso ho fatto tantissime partite a Candy Crush).</p><p style="text-align: justify;">Avevo iniziato il 2021 con tre buoni propositi: annotare le mie letture su un quadernino apposito, aggiornare almeno una volta al mese il blog e regalarmi almeno un libro al mese. Sono riuscita a rispettare solo il primo e il terzo: ho un quadernino bellissimo che aggiorno non appena termino un libro e almeno un regalo al mese sono riuscita a farmelo. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2IRRVVsSQ89GZ7IyIHcpyBQttS8FKHin3vx4HeL0keXcPU48knyYUCGh-84kDuB7eZgTdaib0dRu8Nz5OQbXtWr-PlcjFYC6FbMyVeW4sHtR80c7Bo444HCyfKfhbDoUROeBXEDdcpXm_M1EoGYrOTURZpdASqafOuTGBcba_VgAao5HVpLfi_yTqQg=s3500" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3500" data-original-width="2625" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2IRRVVsSQ89GZ7IyIHcpyBQttS8FKHin3vx4HeL0keXcPU48knyYUCGh-84kDuB7eZgTdaib0dRu8Nz5OQbXtWr-PlcjFYC6FbMyVeW4sHtR80c7Bo444HCyfKfhbDoUROeBXEDdcpXm_M1EoGYrOTURZpdASqafOuTGBcba_VgAao5HVpLfi_yTqQg=w480-h640" width="480" /></a></div><p></p><br /><p style="text-align: justify;">Per il blog invece no, non c'è stato niente da fare. Non sono riuscita a trovare la costanza di aggiornarlo con continuità e, come dicevo prima per la lettura, per scrivere poco e male e a caso, preferisco non scrivere affatto.</p><p style="text-align: justify;">Ma ora basta lagnarsi! Anche perché so di essere stata fortunata e che qualche cosa bella, riguardo ai libri ma soprattutto alla vita di ogni giorno, ovviamente c'è stata. E quindi iniziamo con l'autocompiacimento, ovvero le mie traduzioni uscite quest'anno:</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_Ia6J_WENRYd73tuJkipkkMsyvc9s0TnEdLL4ze_f02WUKf8JkM109mJzQ-yE7kox3rzwG8kdtHLhG7yp5KGkYD99JkM2uGfcik_D21GSc1bF-hx1y0FL47TsbL6l1ZDPP1f5xldu0vEFjB0rlOhN3Dl4y-zt32A0VIIUZ_mq2fi8pJ67Qj6PcWsc5Q=s2805" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2805" data-original-width="2512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_Ia6J_WENRYd73tuJkipkkMsyvc9s0TnEdLL4ze_f02WUKf8JkM109mJzQ-yE7kox3rzwG8kdtHLhG7yp5KGkYD99JkM2uGfcik_D21GSc1bF-hx1y0FL47TsbL6l1ZDPP1f5xldu0vEFjB0rlOhN3Dl4y-zt32A0VIIUZ_mq2fi8pJ67Qj6PcWsc5Q=w574-h640" width="574" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ho poi lavorato su un quarto libro per ragazzi, divertentissimo, che uscirà nei primi mesi del 2022 per HarperCollins, ma di cui mi riservo di parlare nel post dell'anno prossimo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E ora passiamo al bilancio delle mie letture. Come già accennato, non ho letto moltissimi libri per puro piacere personale. Ce ne sono stati tanti per lavoro, ma l'approccio alla lettura in quel caso è diverso, quindi non riesco a considerarli nel conteggio totale annuale. Mi sono fermata a quaranta libri che, per i miei standard, non sono tantissimi. <br />Questo però ha fatto sì che prendessi pochissime cantonate e che il mio elenco di libri brutti del 2021 sia composto solo da un titolo e mezzo: <i>Questa non è una canzone d'amore</i>, che è stato il mio primo approccio molto fallimentare con Alessandro Robecchi a cui non so nemmeno se in futuro darò una seconda possibilità, e <i>Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata</i> di Raphael Bob-Waksberg, che ho acquistato con enorme aspettativa grazie soprattutto al titolo meraviglioso e in cui mi sono incagliata dopo i primi due racconti, tanto da decidere di abbandonarlo: magari era il momento sbagliato, e sicuramente un altro tentativo lo farò, magari non è semplicemente il libro per me.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per quanto riguarda i libri belli, ci sono state alcune scoperte (come <i>L'Arminuta</i> di Donatella Di Pietrantonio, che non mi capacito di non aver letto prima; <i>Nomadland</i> di Jessica Bruder, un'inchiesta appassionante sulla vita dei nomadi d'America; e <i>L'acqua del lago non è mai dolce</i> di Giulia Caminito, che non ho trovato perfetto, ma sicuramente con una voce che ha qualcosa da dire) e diverse conferme (<i>Swing Low </i>di Miriam Toews, <i>Di luce propria </i>di Raffaella Romagnolo, il buon Lorenzo Marone in cui ormai mi rifugio sempre ogni volta che ho bisogno di qualcosa di leggero e intelligente da leggere, Carmen Korn con la sua nuova saga tedesca, <i>Quando il mondo era giovane,</i> Desy Icardi nella sua <i>Biblioteca dei sussurri</i>, per non dimenticare <i>Tre </i>di Valerie Perrin).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I romanzi più belli in assoluto che ho letto quest'anno, però, sono questi:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgls5NpMMah4JKJ5h0ngSYpeWA8AQohUKcG2zq2zEwR8pEBwtJbPjSCAQWJepE4RR7MGngiWy3wAmWwwQa1WBDhyBqkXtH2SEo4L9SrIzjQPKcIXxYuvTgCHB2a3QgN56ux3yZYvtDEr_usX470oSxUwI3H70zB6RQdK69Mkzv5Wb99LTfKl6d_J-4sug=s3203" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2412" data-original-width="3203" height="482" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgls5NpMMah4JKJ5h0ngSYpeWA8AQohUKcG2zq2zEwR8pEBwtJbPjSCAQWJepE4RR7MGngiWy3wAmWwwQa1WBDhyBqkXtH2SEo4L9SrIzjQPKcIXxYuvTgCHB2a3QgN56ux3yZYvtDEr_usX470oSxUwI3H70zB6RQdK69Mkzv5Wb99LTfKl6d_J-4sug=w640-h482" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><b><i>Il Selvaggio</i> </b>di Guillermo Arriaga (tradotto da Bruno Arpaia per Bompiani) è stato una delle prime letture del 2021, dopo tre anni di attesa nella mia libreria, e me ne sono completamente innamorata. Ambientato in Messico, segue la vita Juan Guillermo, sopravvissuto alla nascita a suo fratello gemello, che lotta costantemente per non soccombere alle brutture che il mondo sembra mettergli costantemente di fronte. Un libro coinvolgente come pochi, che una volta iniziato si fatica a mettere giù.</p><p style="text-align: justify;"><b><i>Il mondo invisibile </i></b>di Liz Moore (tradotto da Ada Arduini per NN Editore) ha confermato il mio grande amore per questa scrittrice americana. Amore nato con Il peso tanti anni fa, continuato con I cieli di Philadelphia e ora questo: la storia della piccola Ada che cresce senza madre ma con un padre geniale, che fin dall'infanzia la porta nel suo laboratorio di Boston dove, insieme ad alcuni colleghi, sta lavorando a una macchina per replicare il linguaggio umano. Ma poi la mente del padre inizia a cedere, a dimenticare quelle parole su cui tanto ha lavorato, e Ada deve fare i conti con una nuova realtà, diversa da quella in cui ha sempre vissuto. Un libro semplicemente commovente.</p><p style="text-align: justify;"><b><i>La notte delle farfalle</i></b> di Aimee Bender (tradotto da Damiano Abeni e Moira Egan per minimum fax) è la storia di Francie e dei suoi ricordi della vita con la madre che, quando lei aveva solo otto anni, è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico. Francie va a vivere con degli zii in un'altra città e cresce in un mondo in cui sua madre fisicamente non c'è, ma le dà segnali per aiutarla a ricordare, a non dimenticare la sua vita di prima. Un libro un po' strano, come lo sono sempre quelli di Aimee Bender, che però colpisce per la sua delicatezza, per il modo in cui gli oggetti del quotidiano da semplici oggetti diventano qualcosa di più, che ci aiuta ad andare avanti.</p><p style="text-align: justify;"><b><i>Anno bisestile </i></b>di Peter Cameron (tradotto da Giuseppina Oneto per Adelphi) è l'ultimo libro che ho letto quest'anno (e questo mi fa molto sorridere, perché anche il 2020 lo avevo concluso con un libro di questo scrittore americano) e mi sono divertita tantissimo a leggerlo. Il testo era uscito a puntate nella seconda metà degli anni '80 sulla rivista <i>7days</i> e poi raccolto in un libro giunto in Italia solo ora. Racconta la storia di una serie di personaggi newyorchesi, David e Lauren, Amanda e Heath, Judith e Lilian, le cui vite, colme di insoddisfazioni e di questioni irrisolte, si intrecciano tra loro in situazioni volutamente al limite dell'assurdo che mettono in luce tutte le loro debolezze. È un romanzo molto coinvolgente, che non può non appassionare e divertire il lettore, dandogli però anche molto su cui riflettere (nonostante siano passati più di trent'anni da quando è stato scritto).</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">E ora è tempo di affrontare il 2022. Mi auguro la salute, ovviamente, per me e per tutte le persone a cui voglio bene, ma anche per voi e tutti i vostri cari. <br />Mi auguro di continuare a scrivere le mie letture sul mio quadernino e di regalarmi almeno un libro al mese (sull'aggiornare il blog con più costanza ormai ci ho rinunciato). <br />Mi auguro di continuare a tradurre e a fare (o ritornare a fare) tutto ciò che mi piace.<br />Mi auguro anche che questo senso di sospensione e di incertezza trovi il modo per diradarsi e che la capacità di godersi ogni piccola cosa bella che ci succede prenda il sopravvento su tutto.<br />E mi e vi auguro tutto ciò che più desiderate o di cui più avete bisogno.</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-89600012430116189992021-02-28T19:33:00.002+01:002021-02-28T19:46:34.640+01:00FEBBRAIO<p style="text-align: justify;">Febbraio è stato un mese lunghissimo. Lo so, ho detto lo
stesso anche di gennaio, che dalla sua ha almeno la scusante di avere trentun giorni, eppure anche questo mese, che sulla carta è il più corto dell'anno,
sembrava non voler finire più. Credo sia uno dei tanti effetti della pandemia,
quello di dilatare il tempo a dismisura e farne perdere un po' la cognizione. È
stato un mese faticoso, come lo sembrano essere un po' tutti da un anno a
questa parte, che ha raggiunto il suo culmine proprio questa settimana, quando
ho finalmente potuto ricevere la prima dose di vaccino antiCovid: un momento
emozionante, che spero possano vivere presto tutti quanti, per poter finalmente
tornare il più possibile alla normalità.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nonostante la stanchezza fisica e mentale perenne, questo
mese però ho anche letto più di quello scorso: ben quattro libri, tre di autori
che già conoscevo e una nuova scoperta.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb6HznxOxa0IGgY1sDt86-5UpX5pqTcgpAsPblcrMtAsTAeb71hSB38M2NvDAE9b-yJHdY8jOZJXoNDdp2Ori7Y4GExXLjhQktmTJKQDSBXAEiVfuihECeOYeKbuh4FMhADi3h7dPhLxly/s2048/20210228_180445.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1716" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb6HznxOxa0IGgY1sDt86-5UpX5pqTcgpAsPblcrMtAsTAeb71hSB38M2NvDAE9b-yJHdY8jOZJXoNDdp2Ori7Y4GExXLjhQktmTJKQDSBXAEiVfuihECeOYeKbuh4FMhADi3h7dPhLxly/w536-h640/20210228_180445.jpg" width="536" /></a></div><br /><p class="MsoNormal">Ho iniziato il mese con <b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8871689925/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8871689925&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=e7395ed5b056fdeaa7cd80c6364040e8">SWING LOW</a></b> di Miriam Toews, romanzo
del 2000 ma pubblicato all'inizio di quest'anno da marcos y marcos con la
traduzione di Maurizia Balmelli. Avevo un certo timore ad affrontare questa
lettura, perché racconta la storia di Mel, il padre di Miriam, dall'adolescenza
fino al momento del suicidio. Temevo che mi avrebbe fatto star male, che avrei
sofferto insieme a Miriam e alla sua famiglia, e invece, pur trasmettendo tutta
la tragicità dell'evento, quel che viene fuori è un ritratto amorevole,
delicato, quasi poetico, di un uomo che ha lottato per anni contro se stesso e
la sua psicosi maniaco-depressiva, sconfiggendo finché ha potuto un destino che
tutti davano per scontato.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><blockquote><div style="text-align: justify;"><i>Be', disse mio padre dopo che ebbero viaggiato in silenzio
per un po', l'ho fatto.</i></div><i><div style="text-align: justify;"><i>Hai fatto molte cose, Mel, disse mia mamma. A cosa ti riferisci?</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Ho fatto quello che dicevano che non avrei mai fatto, rispose mio padre.</i></div></i></blockquote><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E invece Mel è riuscito a diventare insegnante, è riuscito a
sposarsi e a crescere due figlie, trasmettendo loro tutto l'amore di cui era
capace.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E Miriam Toews si conferma una
delle mie scrittrici preferite in assoluto, proprio per questa delicatezza, per
questa poesia con cui riesce a raccontare anche la storia più triste,
riuscendo, in qualche modo e per un momento, a mostrare anche il bello di tutto
quello che c'è stato.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Lasciata Miriam Toews, è stato il turno di <b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8869982386/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8869982386&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=3254b160ed8e5b5a82613aa274bbc9a8">ESERCIZI DI FIDUCIA</a> </b>di Susan Choi, tradotto da Isabella Zani per Edizioni Sur, e vincitore
del National Book Award del 2019. Un romanzo che mi incuriosiva molto, forse
anche perché dal momento dell'uscita ne ho sentito parlare moltissimo e molto
bene. <br />È la storia di due ragazzi, David e Sarah, che frequentano
insieme ad altri coetanei una scuola di drammaturgia in una non ben precisata
cittadina americana. Ma la loro storia è in realtà solo un pretesto, da cui
partono poi altre storie intrecciate, che coinvolgono quasi tutti i ragazzi
dell'istituto, che in parte scopriamo sul momento in parte scopriamo tanti anni
dopo, quando vediamo che cosa questi ragazzi sono diventati. <br /><i>Esercizi di fiducia</i> è un romanzo molto complesso, difficile
da riassumere e, per me, anche molto difficile da leggere. Temo di non averlo
compreso appieno, di essermi persa qualche passaggio in questo intrico di
trame, sottotrame, detti e non detti, verità e illusioni che l'autrice fa
vivere ai suoi personaggi. Mi aspettavo qualcosa di diverso, sicuramente, e in
parte forse è stato questo a impedirmi di vivere appieno il romanzo e
lasciarmici immergere. Ne sono stata invece una sorta di spettatrice esterna,
una di quelle che ogni tanto si deve girare verso il suo vicino per chiedere
qualche spiegazione. Insomma, non un libro per me.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Dopo un romanzo così, avevo bisogno di qualcosa di leggero e
mi sono buttata su <b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8807032201/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8807032201&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=dbdd69c76d81acc5d3a66644f721c28c">MAGARI DOMANI RESTO </a></b>di Lorenzo Marone (acquistato proprio a
inizio mese per prendere la nuova coperta del lettore Feltrinelli).<br />Ho scoperto Lorenzo Marone quasi per caso l'anno scorso,
comprando (sempre per prendere la coperta del lettore) e innamorandomi di <i>Un
ragazzo normale.</i> Ero curiosa di leggere altro di suo e, seguendo anche i vari
consigli che mi sono stati dati, sono approdata a casa di Luce nei Quartieri
Spagnoli. Giovane avvocato, con un rapporto conflittuale con la madre e una
strada nella vita ancora da trovare, Luce si arrabatta come può nella sua
quotidianità, grazie anche a un anziano vicino che a modo suo le sta facendo
scoprire il vero senso della famiglia, a un Cane Superiore che non la lascia
mai sola e a Carmen e Kevin, mamma e figlio, su cui teoricamente starebbe
lavorando ma che in realtà quasi senza che se ne renda conto si trasformano in
una ragione di vita. <br />È un romanzo leggero, con un lieto fine sicuramente
prevedibile e qualche frasetta a effetto, ma che è proprio ciò di cui un
lettore ha bisogno quando legge un libro come questo. Non è bello come <i>Un ragazzo normale</i>,
questo no, ma è stata comunque una piacevolissima lettura.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><blockquote><i>E non smettete mai di essere curiosi, perché 'a curiosità è
'na forma 'e coraggio.</i></blockquote><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: justify;">Febbraio si è concluso con <b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8833572854/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8833572854&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=6ec1d13fa12ae113c5780d86f1beb404">CASA È DOVE FA MALE</a>,</b> il nuovo romanzo
di Massimo Cuomo, fresco di stampa per Edizioni E/O.</div><div style="text-align: justify;">Chi mi segue da un po' sa cosa significa per me <i>Piccola osteria senza parole</i>,
il secondo romanzo di Massimo Cuomo. E quindi credo non sia difficile
immaginare con quanta attesa mista ad ansia io aspetti ogni volta l'uscita di
un suo nuovo libro.</div><div style="text-align: justify;"><i>Casa è dove fa male</i> è la storia di un condominio e delle persone che ne occupano
i suoi sette appartamenti. Persone con vizi, manie, strane fissazioni,
debolezze, segreti e fragilità che celano nella sicurezza delle mura che li
circondano. Pareti che sono però molto sottili e che a poco a poco rivelano
tutto quello che succede all'interno.</div><div style="text-align: justify;">È un romanzo particolare, spiazzante, con delle note un po' surreali e <i>weird</i>,
con qualche nota quasi splatter, completamente diverso dai romanzi precedenti
di Massimo Cuomo eppure al tempo stesso simili, nella bravura che dimostra nel
rappresentare le debolezze e le fragilità umane. E che ora mi farà guardare gli
altri abitanti del mio condominio con occhio sicuramente diverso.</div><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Per quanto riguarda i libri che mi sono regalata questo
mese, due sono anche tra le letture: <i>Magari domani resto </i>di Lorenzo Marone e <i>Casa
è dove fa male</i> di Massimo Cuomo. A questi si aggiunge poi<b><i> Io e Mr Wilder</i></b>, il
nuovo romanzo di Jonathan Coe uscito il 18 febbraio per Feltrinelli con la
traduzione di Mariagiulia Castagnone, che sarà quasi sicuramente la mia
prossima lettura.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB727lN4liyqxRCrfJSGlbWpbfgLRDQzoHaHAvOCx2M3tI-pbmnkv0eOTrZRgo3R1YpfbtQ9XamKNu15l-MsQzZ_YxsODsqhXit-vPIg1LbfMrd9xh4h5K0Ge3mZnBDZQuPN8d9VtXNkpk/s2048/20210228_180356.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1396" data-original-width="2048" height="436" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB727lN4liyqxRCrfJSGlbWpbfgLRDQzoHaHAvOCx2M3tI-pbmnkv0eOTrZRgo3R1YpfbtQ9XamKNu15l-MsQzZ_YxsODsqhXit-vPIg1LbfMrd9xh4h5K0Ge3mZnBDZQuPN8d9VtXNkpk/w640-h436/20210228_180356.jpg" width="640" /></a></div><br /><p class="MsoNormal">Bene, direi che è tutt... Ah no, fermi! Stavo quasi per dimenticarmene... tra i nuovi arrivi in casa di questo mese c'è anche <i><b>Fuga dalla rete. Letteratura americana e tecnodipendenza</b></i> di Luca Pantarotto, uscito sempre il 18 febbraio per Milieu.<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh190oq5pHfWtpgo_REev-5ropKjNLqm5AKEh8MZNeY0l9tyPjuCQJTNpHRLPf0SpaC21lmckgvjl4xajoHmaRfrt0wVWWN0MiRefRWu675OowkuHxIIhdCmWK63AS9fzpSAHmRGEzFqJHc/s2048/20210228_180820.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1700" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh190oq5pHfWtpgo_REev-5ropKjNLqm5AKEh8MZNeY0l9tyPjuCQJTNpHRLPf0SpaC21lmckgvjl4xajoHmaRfrt0wVWWN0MiRefRWu675OowkuHxIIhdCmWK63AS9fzpSAHmRGEzFqJHc/w532-h640/20210228_180820.jpg" width="532" /></a></div><p class="MsoNormal">È un viaggio nella letteratura americana degli ultimi anni alla scoperta dei modi in cui alcuni dei più grandi scrittori statunitensi si sono confrontati con la rivoluzione digitale... e, tra le altre cose, l'ha scritto mio marito!</p><p class="MsoNormal">Direi che adesso per febbraio è tutto davvero. Ci leggiamo tra un mese!</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-83252204547580423662021-01-31T12:45:00.000+01:002021-01-31T12:45:12.555+01:00GENNAIO<p style="text-align: justify;">E così siamo arrivati anche alla fine di gennaio. Un mese
che ho trovato lunghissimo, nonostante sia iniziato con sei giorni di ferie, a
causa di una quantità sovraumana di lavoro scolastico a cui dover star dietro:
siamo tornati in presenza, ed è bellissimo ma dopo due mesi a parlare davanti a
uno schermo senza doversi preoccupare di mascherine che proprio non ne vogliono
sapere di rimanere sul naso, di aeroplanini che volano, di ragazzi che non la
smettono più di parlare (e, giusto, questa cosa mi ha commosso... almeno per i
primi dieci minuti), riabituarsi alla vita di classe ha richiesto un certo
dispendio di energie. Poi ci sono stati gli scrutini, gli stage di tre classi
da far partire, i lavori extrascolastici che arrivano sempre tutti insieme...
insomma, festeggio il 31 gennaio come se fosse il 31 dicembre.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma ora sono qui, a tener fede al mio buon proposito di
scrivere almeno un post al mese per parlarvi dei libri che ho letto e delle "cose
letterarie" che ho fatto. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Partiamo dalle letture che mi hanno tenuto compagnia in
questo primo mese dell'anno. Sono partita con molto slancio nelle prime
settimane, ma poi le letture hanno risentito degli impegni della vita vera e
quindi alla fine ho concluso solo tre libri (a cui però si aggiungono due
inediti letti per lavoro, quindi, insomma, poteva anche andare peggio). <o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLVG5V_4KcVDn25RR0gAF0PRPQPNM1P5OwxdVuNimQ-oYW6HuHhKMOwdpAfWO9HNXjV7mWG03knyEHV4iJ5p2mcfnekFjmSym4Qdp4CKWMijz5pQev6MFew4cCMv7L-ZxetmnExHSczxCK/s2048/20210131_111518.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1279" data-original-width="2048" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLVG5V_4KcVDn25RR0gAF0PRPQPNM1P5OwxdVuNimQ-oYW6HuHhKMOwdpAfWO9HNXjV7mWG03knyEHV4iJ5p2mcfnekFjmSym4Qdp4CKWMijz5pQev6MFew4cCMv7L-ZxetmnExHSczxCK/w640-h400/20210131_111518.jpg" width="640" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Sono partita con <b><i><a href="https://amzn.to/3taWcyP">AL CENTRO DEL MONDO</a></i></b> di Alessio Torino,
pubblicato da Mondadori a settembre del 2020. Di Alessio Torino credo di aver
letto tutto, apprezzando sempre il suo stile e il suo modo di raccontare, ma
non sempre ritrovandomi del tutto nelle sue trame. E questo suo ultimo romanzo
non fa differenza.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
È la storia di Damiano Bacciardi, un adolescente che vive con la nonna Adele,
il nonno e zio Vince a Villa Croce, una tenuta di campagna famosa per produrre
"la manna", un miele miracoloso che favorisce le gravidanze. Ma è
anche famosa per la quercia dove si è impiccato il padre di Damiano: era stato
lui a trovarlo e da allora qualcosa nella sua testa si è incrinato. Lo zio
Vince vorrebbe liberarsi della tenuta, ma Damiano fa di tutto per evitarlo, per
difendere quel mondo in rovina che è l'unico che conosce e in cui si sente al
sicuro.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>Si girò verso il campo. Damiano stava rientrando in casa.
Visto di spalle le sembrò soltanto il ragazzino di diciassette anni che era.
Rabbrividì al pensiero di quanto poteva essere crudele la vita. E di quanto
potevano esserlo, ancora di più, le persone.</i></blockquote><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho fatto un po' di fatica a leggere questo romanzo: non mi
sono mai trovata davvero immersa nella storia né sono riuscita a comprendere
appieno le dinamiche dei personaggi. È una storia triste, cupa, di sofferenza e
ricordi del passato che sembrano impedire di vivere il presente, illuminata a
volte da momenti di pura poesia e di tenerezza, che però rimangono, appunto, solo
momenti. Il romanzo è scritto bene, ma a volte si ha la sensazione che Alessio
Torino si sia concentrato di più sullo stile che non sulla storia e questo lo
fa risultate a tratti un po' macchinoso da seguire. Una lettura che sicuramente
non sconsiglio, ma nemmeno adatta a tutti e in ogni momento.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Dopo è toccato a <b><i><a href="https://amzn.to/3crYund" target="_blank">NOMADLAND</a></i></b> di Jessica Bruder, pubblicato da
Clichy edizioni con la traduzione di Giada Diano. Un racconto d'inchiesta,
recita il sottotitolo, e in effetti questo è: l'autrice per mesi ha vissuto in
un camper documentando la vita degli americani itineranti, donne e uomini
perlopiù pensionati che hanno abbandonato la loro casa e la loro città per
spostarsi in giro per l'America, seguendo lavori stagionali. Da qui è stato
tratto l'omonimo film con Frances McDormand come protagonista, che ha vinto il
Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2020.</p><p class="MsoNormal">
La prima domanda che potrebbe sorgere spontanea prima di iniziare a leggere
questo romanzo è: ma a me esattamente cosa importa di leggere un reportage su
un gruppo di pensionati americani che decidono di andare a vivere in un camper
o in un furgone? Una domanda che, ammetto, per un momento mi sono posta anche
io. Poi però ho iniziato a leggere, ho conosciuto Linda May e tutti i workamper
come lei (lavoratori che vivono in camper, furgoni, van, automobili e si
spostano per il paese di lavoro stagionale in lavoro stagionale): persone che
per problemi economici non sono più riusciti a sostenere i costi di una casa e
si sono visti costretti a cambiare radicalmente il loro stile di vita, tra
mille difficoltà ma anche tra momenti di assoluto cameratismo e comunione. Ho
scoperto i lavori stagionali americani: tra tutti Amazon, ma anche i custodi di
campeggi, gli addetti alla raccolta delle barbabietole, i gestori di luna-park...
Ho imparato tanto, leggendo questo libro, grazie anche allo stile dell'autrice
che riesce a essere coinvolgente fin dalla prima pagina. Lo consiglio
caldamente.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p><blockquote style="text-align: justify;"><o:p> </o:p><i style="text-align: justify;">La verità, per come la vedo io, è che le persone sono capaci
di lottare e allo stesso tempo di conservare il proprio ottimismo, anche
davanti alle sfide più ardue. Non significa negare la realtà. Piuttosto,
dimostra la notevole capacità del genere umano di adattarsi, di cercare un
significato e un senso di affinità di fronte alle avversità. Come fa notare
Rebecca Solnit nel suo "Un paradiso all'inferno. Le straordinarie comunità
solidali dei terremoti e di altri disastri", le persone non solo si tirano
su nei momenti di crisi, ma lo fanno con "sorprendente, marcata
allegria". È possibile subire avversità che mettono a dura prova il nostro
desiderio di resistere, ma trovare al tempo stesso la felicità nei momenti di
condivisione.</i></blockquote><p> <span style="text-align: justify;">L'ultima lettura di gennaio è stata una decisione
improvvisa. </span><i style="text-align: justify;"><b><a href="https://amzn.to/2NQUHpk" target="_blank">IL SELVAGGIO</a> </b></i><span style="text-align: justify;">di Guillermo Arriaga (edito da Bompiani e tradotto da
Bruno Arpaia) se ne stava lì nella mia libreria da almeno un paio d'anni, in
attesa che io mi decidessi di leggerlo. Era la mole a spaventarmi, devo
ammetterlo, perché un libro di più di settecento pagine letto nel momento
sbagliato può trasformarsi in una vera tortura.</span></p><p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: justify;">Ma poi senza pensarci troppo l'ho iniziato e mi sono ritrovata a leggere un
romanzo meraviglioso, talmente coinvolgente e ben scritto che la sua lunghezza
non mi è mai pesata, anzi, arrivata alla fine avrei voluto averne ancora. Ho
conosciuto Juan Guillermo, questo ragazzino messicano che, nel giro di pochi
anni, vede la sua famiglia morire, uno dopo l'altro: il fratello è stato
ucciso, la nonna non ha retto il dolore, i genitori si sono spenti e lui rimane
da solo a lottare per farsi giustizia e per sopravvivere.</div><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>Selvaggio. Sarò il selvaggio. Non mi fermeranno. Se deve
vendicarmi, mi vendicherò. Se devo perdonare, perdonerò. Se devo amare, amerò.
Se devo cedere, cederò. Se devo combattere, combatterò. Mi è chiaro che sarà la
vita – non la morte – a guidare le mie decisioni. Darò la vita per la vita,
sempre per la vita.</i></blockquote><o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal">Al di là della trama, che offre uno spaccato molto
convincente della vita in Messico negli anni settanta, e dei personaggi, la
forza del romanzo sta nella scrittura di Arriaga, in grado di alternare lunghe
descrizioni a capitoli più brevi e concisi, di giocare con le parole
sfruttandone al massimo tutta la forza e il potere evocativo. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Qui dentro c'è la storia di un paese, c'è la
storia di un ragazzo, c'è la letteratura, c'è il dolore, la voglia di riscatto
e di vendetta, c'è l'amore. C'è tutto, in questo romanzo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal">Un altro mio buon proposito per questo 2021, oltre a quello
di aggiornare il blog una volta al mese e di segnare le mie letture su un
quadernino apposito (lo sto facendo, giuro!), c'è quello di regalarmi almeno un
libro al mese. A gennaio i libri sono stati due e conto di iniziarli entrambi a
breve: <i><b>Esercizi di fiducia</b></i> di Susan Choi (tradotto da Isabella Zani per
edizioni Sur) e <b><i>Swing Low </i></b>di Miriam Toews (tradotto da Maurizia Balmelli per
marcosymarcos).</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid3M-AEuGoYZVivWP7fCma9Rp1RuOZHGSCm3edrniP_-IwoJPRh83DrOSnipX0fyLBtbvt6tdNEBfSn4dfknvgukpJe2eBf58RTRWqD8Q1_-7PFkHL3Xz0sSUFJZODWsmexbNy0ndCKNx7/s2048/20210131_111424.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1496" data-original-width="2048" height="468" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid3M-AEuGoYZVivWP7fCma9Rp1RuOZHGSCm3edrniP_-IwoJPRh83DrOSnipX0fyLBtbvt6tdNEBfSn4dfknvgukpJe2eBf58RTRWqD8Q1_-7PFkHL3Xz0sSUFJZODWsmexbNy0ndCKNx7/w640-h468/20210131_111424.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal">Poi, mi sono anche regalata un ordine su <a href="https://philosophersguild.com/" target="_blank"><b>The UnemployedPhilosphers Guild</b></a>, perché sono passati alcuni anni dall'ultimo arrivo di Little
Thinkers in questa casa ed era giunta l'ora di rimediare. Questa volta però non
abbiamo preso pupazzi grandi, ma "solo" magnetic personalities (nello
specifico Cthulhu, Garcia Márquez, Joyce e Whiltman), più un burrocacao di
Shakespeare e il puzzle da 1000 pezzi con i più famosi incipit della
letteratura mondiale.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW1FzWKRZMh4axD1jUTitaMfKoRv3-7PTTX-IKZMQW0xvnmdX_F8Pn1C1S4nc20wSdS1tW-WcrFDwxUKarQXRDv9qr3S4UFxzWj-lZbNIQ2cIszj3rA3mKw7kVv2kLpHxVpiRlsDZOgN7l/s2048/20210131_111401.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1811" data-original-width="2048" height="566" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW1FzWKRZMh4axD1jUTitaMfKoRv3-7PTTX-IKZMQW0xvnmdX_F8Pn1C1S4nc20wSdS1tW-WcrFDwxUKarQXRDv9qr3S4UFxzWj-lZbNIQ2cIszj3rA3mKw7kVv2kLpHxVpiRlsDZOgN7l/w640-h566/20210131_111401.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E domani è febbraio. Sicuramente leggerò i due romanzi che mi sono regalata a gennaio e, per quanto riguarda i libri da regalarmi, ci saranno sicuramente <b><i>Casa è dove fa male</i></b> di Massimo Cuomo, in uscita il 24 febbraio per edizioni e/o, e <b><i>Io e Mr Wilder </i></b>di Jonathan Coe, in uscita per Feltrinelli il 18 febbraio... ma non escludo altri acquisti d'impulso.<br /><br />Per ora è tutto, ci rileggiamo qui tra un mese!</div><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-23604341647415021972021-01-04T13:01:00.002+01:002021-01-04T13:01:50.329+01:00Buoni propositi per un 2021 di libri<p style="text-align: justify;">I buoni propositi non sono mai stati il mio forte. Ci penso sempre, all'inizio dell'anno, a cosa vorrei cambiare della mia vita, a cosa vorrei iniziare a fare o smettere di fare rispetto all'anno precedente, ma è un pensiero fugace, che raramente trova voce. A volte porto avanti i miei buoni propositi senza nemmeno rendermene conto, altre li faccio naufragare miseramente dopo qualche debole tentativo di rispettarli (come nel 2020, quando ho iniziato a mettere da parte ogni giorno qualche moneta per comprarmi l'aspirapolvere Dyson, "perché così dà più soddisfazione", e poi durante il lockdown ho usato quelle stesse monete per pagare la consegna a domicilio del cinese, "perché sono gli unici contanti che abbiamo in casa, l'aspirapolvere capirà"). </p><p style="text-align: justify;">E allora perché sono qui a scrivere un post, nei primi giorni di gennaio di un nuovo anno, sui buoni propositi? Perché ci voglio provare, ancora una volta. Il 2020 è stato un anno difficile per tutti: per alcuni tragico e doloroso, per altri "solo" psicologicamente complicato. Io sto iniziando ad accusare l'impossibilità di muoversi, di uscire, di andare in giro, di vivere la mia quotidianità normalmente e serenamente solo dagli ultimi mesi. Sarà la DaD, sarà l'incertezza di quando tutto questo finirà, ma in queste ultime settimane mi sembra di non avere prospettive e obiettivi concreti da raggiungere. Ho il lavoro, certo, con la scuola e con le traduzioni. Ho un marito, con cui sono riuscita ad andare d'accordo anche stando insieme 24 ore su 24 (e no, non era una cosa così scontata, né per lui, né per me, né per nessuno). Ho la salute, ho i libri, ho Netflix e un sacco di ricette di dolci da provare ogni giorno. Insomma, sono fortunata, ma questo clima di incertezza perenne inizia a farsi sentire, ecco. </p><p style="text-align: justify;">Tra le tante idee che mi sono venute in mente, quelle che riguardano il mondo dei libri sono tre e ho deciso che, oltre ad annunciarle sui social, dovevano essere scritte anche qui, nero su bianco su sfondo a pois, per dare loro una maggiore "ufficialità".</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7DHKBuQgtwN3Ajs9ZYwuhUOfmOsjORXzCNrF8jQHpMMKGzdTpc1pbHYQ3AujZ5EzUUupVmF6GuemnWAErkJy221olJK_xIAM4CYWpKXe_pzu_ni284SOJFFisiwGcxt6GgwyMlFXjE7LD/s500/tumblr_ff59762eebda348ad75b62cccb5a6228_2964ae8a_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="416" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7DHKBuQgtwN3Ajs9ZYwuhUOfmOsjORXzCNrF8jQHpMMKGzdTpc1pbHYQ3AujZ5EzUUupVmF6GuemnWAErkJy221olJK_xIAM4CYWpKXe_pzu_ni284SOJFFisiwGcxt6GgwyMlFXjE7LD/s16000/tumblr_ff59762eebda348ad75b62cccb5a6228_2964ae8a_500.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">©Toscano</td></tr></tbody></table><br /><p style="text-align: justify;">E quindi, in questo 2021 voglio assolutamente:</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b><u>Segnare su un quadernino le mie letture</u></b>. Voglio molto bene ad aNobii e non ho alcuna intenzione di abbandonarlo, ma ho voglia di scrivere a mano, di annotare ciò che leggo in modo un po' più artigianale, senza dover aspettare di accendere il pc o una app per farlo. Ho già iniziato, in realtà, con la mia prima lettura dell'anno, ma ancora devo trovare la forma che più mi convinca (segno solo titolo e autore? Segno la data di inizio e di fine? Segno il numero di pagine? Le mie impressioni? Qualche citazione?). In ogni caso vedere il primo titolo lì in alto sulla prima riga del quadernino di mi ha dato una certa soddisfazione. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg58U3BTr9GGFTk6TwNdIAt9HMxJIPvpCt3KBWGt-oz_OCi0Iq_vlUV4tXQQk0wIOO-qm45FuDLoFeRQU1mgaekOCaJ28VmHAxqplyMBoqCpYucEzT8XJV4v7lvZvylJ3gScKcvRLrnONOs/s2048/collage.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1353" data-original-width="2048" height="422" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg58U3BTr9GGFTk6TwNdIAt9HMxJIPvpCt3KBWGt-oz_OCi0Iq_vlUV4tXQQk0wIOO-qm45FuDLoFeRQU1mgaekOCaJ28VmHAxqplyMBoqCpYucEzT8XJV4v7lvZvylJ3gScKcvRLrnONOs/w640-h422/collage.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b><u>Scrivere almeno un post al mese sul blog</u></b>, per raccontare ciò che ho letto e le mie impressioni a riguardo. Non saranno vere e proprie recensioni, perché dubito che troverei il tempo e la forza per scriverle, ma una sorta di riepilogo dei libri che mi hanno tenuto compagnia in quel determinato periodo. È una cosa che sento di dovere al blog, per quello che ha rappresentato e ancora rappresenta nella mia vita, ai libri che leggo e a chi ancora adesso, sebbene non abbia praticamente più scritto né aggiornato i vari social, mi dice che aspetta il mio parere e i miei consigli. E poi anche un po' per me, per tentare di ritrovare il gusto di scrivere che negli ultimi anni si è perso un po' per strada.</p><p style="text-align: justify;">-<span style="white-space: pre;"> </span><b><u>Regalarmi almeno un libro al mese</u></b>. Questo buon proposito sembra facilissimo da rispettare, ma mi sono resa conto che nel 2020 non mi sono comprata un libro ogni mese (certo, poi ci sono stati mesi in cui ne ho comprati anche quattro, quindi la media è comunque rispettata) e spesso ho rimandato acquisti di romanzi che volevo leggere senza alcun motivo preciso. Quindi per quest'anno, almeno un libro nuovo al mese deve arrivare (quello di gennaio sarà sicuramente <i>Swing Low</i> di Miriam Toews, in uscita il 20 gennaio per marcosymarcos... ma non escludo ne possano arrivare anche altri).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAOWmSrGgGs_EbhJm5rK3KJ3f28m9efekgJFFqI8KYrpgOW1oqAQVeg7CXnFITdbjYZGOktWZML7HrCx9dOjOl3rtj_zwKHUK_zGPbmL_AcvvH-GVxzhUz8WEZUf0XEH_8wMFgO0iebHuC/s626/9788871689920_0_0_626_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="396" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAOWmSrGgGs_EbhJm5rK3KJ3f28m9efekgJFFqI8KYrpgOW1oqAQVeg7CXnFITdbjYZGOktWZML7HrCx9dOjOl3rtj_zwKHUK_zGPbmL_AcvvH-GVxzhUz8WEZUf0XEH_8wMFgO0iebHuC/w253-h400/9788871689920_0_0_626_75.jpg" width="253" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Sono tre buoni propositi molto piccoli, quasi banali e, per questo, spero semplici da portare avanti. A questi se ne sommano poi altri che non riguardano i libri (imparare a cucinare la carne non solo ai ferri o scaloppina; ridurre ulteriormente l'uso della plastica in casa; etc...) e sicuramente ce ne saranno altri ancora, che si formeranno nella mia testa con il passare dei mesi. Tutti insieme spero mi aiutino a sopportare un po' meglio questo periodo privo di certezze.</p><p style="text-align: justify;"><br />E voi avete qualche buon proposito per questo 2021?</p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-88489259549579426932020-12-30T12:23:00.003+01:002020-12-30T15:02:40.878+01:00Il 2020 in un post<p style="text-align: justify;"> Fa un certo effetto ritornare a scrivere su questo blog a un anno esatto di distanza dall'ultimo post. Soprattutto se si considera che anno assurdo e difficile è stato questo 2020. Quando ho scritto qui per l'ultima volta la parola <i>lockdown</i> era qualcosa di distante, che sentivamo ogni tanto menzionare al telegiornale ma che mai avremmo pensato avrebbe fatto parte della nostra quotidianità. Non avevo mai indossato una mascherina, se si esclude quella volta in cui con degli amici avevamo dipinto con lo spray un vestito di carnevale, e mai avrei pensato di doverla tenere addosso ogniqualvolta mettessi piede fuori di casa. Avevo un paio di barattoli di gel igienizzante abbandonati in un cassetto del bagno ed erano anni che qualcuno non mi infilava qualcosa nel naso. </p><p style="text-align: justify;">E poi è arrivato il 2020, è arrivato il Coronavirus, sono arrivati i tristi dati giornalieri su contagi e decessi, sono arrivate le zone rosse, i DPCM, i lockdown, la didattica a distanza, i tamponi (ne ho fatti solo due, uno per lavoro e uno per sicurezza) e quella costante ansia di mettere piede fuori di casa e di ammalarsi o far ammalare qualcuno. Un anno complicato, in cui sicuramente io sono stata molto fortunata: nessuno della mia famiglia si è ammalato, nessuno di noi ha perso il lavoro o ha avuto gravi ripercussioni da questa situazione, se non la difficoltà emotiva e mentale di non poter fare le cose normalmente (che è nulla rispetto a chi si è ammalato, è indubbio, ma che ogni tanto si fa sentire).</p><p style="text-align: justify;">E per quanto io non veda l'ora che quest'anno finisca, ci sono alcune cose che devo salvare per forza. Per esempio, ho tradotto tanto e sono uscite tante mie traduzioni. Da un po' di tempo a questa parte mi sto cimentando nella traduzione di libri per bambini e ragazzi e mi sto divertendo tantissimo. Ne approfitto quindi per ringraziare chi mi ha dato questa opportunità, un giorno quasi dal nulla, per avermi fatto scoprire un mondo che ignoravo ma in cui invece ritrovo tutta me stessa (grazie, Lara!). </p><p>Ecco qui quelli usciti quest'anno:</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgByADDLNr-kinTxsETC2aRTFWR1aciQmEmhKL6DOk3t62TIpb7o43E8tjlnhB4mpKo_kiGMfk-eQX3RKXRVG5PubJwJKMh-4cPsUiCBCL6bTGTbyQaUIRNpqkvGk5re1NG4z9yI4vpb0Te/s2048/20201230_102557.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1461" data-original-width="2048" height="456" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgByADDLNr-kinTxsETC2aRTFWR1aciQmEmhKL6DOk3t62TIpb7o43E8tjlnhB4mpKo_kiGMfk-eQX3RKXRVG5PubJwJKMh-4cPsUiCBCL6bTGTbyQaUIRNpqkvGk5re1NG4z9yI4vpb0Te/w640-h456/20201230_102557.jpg" width="640" /></a></div><br /><p>Ma veniamo alle letture di quest'anno, che lo so che è quello che più interessa anche a voi. Non ho letto tantissimo in questo 2020. Nemmeno poco, per carità, ma più ci ripenso più mi accorgo di non aver avuto il solito entusiasmo. Un po' è sicuramente colpa della didattica a distanza, che da marzo mi ha assorbito completamente (mi spiace se voi avete incontrato docenti che in DAD non facevano nulla, tutti nella mia scuola ci hanno dedicato anima e corpo, cercando di fare il più e il meglio possibile per non perdere i ragazzi per strada), un po' dalle letture per lavoro che sono continuate per tutto l'anno e che, per quanto siano sicuramente uno dei lavori dei miei sogni, ti tolgono un po' la voglia di leggere per piacere. E poi credo ci sia stata anche un po' di quella stanchezza fisiologica che ogni tanto colpisce anche i lettori più voraci. </p><p style="text-align: justify;">In compenso però ho scoperto e recuperato tante serie TV bellissime: ho visto tutto <i>Downton Abbey</i>, ho scoperto <i>The Office</i>, mi sono innamorata definitivamente di <i>The Crown</i>, abbiamo riso con <i>Upload</i> e con la seconda stagione di <i>The Umbrella Academy</i> e, proprio negli ultimi giorni, ho fatto una full immersion in <i>Bridgerton </i>(più duca di Hastings per tutti!).</p><p></p><div style="text-align: justify;">Ma torniamo ai libri. Leggere meno ti fa diventare anche un lettore un po' più attento, o almeno con me è stato così. E quindi tra le letture assolutamente evitabili di quest'anno c'è un libro solo: <b><i>Donne che comprano fiori</i></b> di Vanessa Montfort.</div><div style="text-align: justify;">Ci ho messo un mese a leggerlo. Lo prendevo in mano e a ogni pagina volevo lanciarlo fuori dalla finestra talmente mi irritava per la quantità di luoghi comuni sulle donne che contiene. Avrei potuto abbandonarlo, certo, ma per qualche motivo ho preferito trascinarmelo, per vedere se sul finale migliorasse (per me la risposta è: no). </div><p></p><p style="text-align: justify;">Le letture belle sono invece state molte, libri che per un motivo o per l'altro mi hanno emozionato o mi hanno tenuto tanta compagnia. Se devo scegliere i migliori in assoluto, direi che sono questi:</p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8807892995/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8807892995&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=82c0dc66f4a783ef6ee65c4876e606fe" target="_blank"><b>UN RAGAZZO NORMALE</b> </a>di Lorenzo Marone, edito da Feltrinelli. È il primo romanzo di Marone che leggo, un autore da cui per qualche inspiegabile motivo mi sono sempre tenuta a distanza, e ho riso e ho pianto tanto leggendo le avventure del piccolo Mimì che nell'estate del 1985 inizia a diventare grande, grazie anche alla sua speciale amicizia con Giancarlo Siani. Una scoperta inaspettata.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk0UWtBbe4sH-7cUCwLWu02lIBbyFtXHchvFDV-L2KCu2h54IcEmSiqyi5kQ0uXsA7NPEwiZXsuKrQb9a9-4afQw_fWJyTrWQCcAPvPqmyQ6Hhg-9ThyGPDFAGJYnkTYPrb6zvnd5fNQ7I/s626/9788807892998_0_0_626_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="407" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk0UWtBbe4sH-7cUCwLWu02lIBbyFtXHchvFDV-L2KCu2h54IcEmSiqyi5kQ0uXsA7NPEwiZXsuKrQb9a9-4afQw_fWJyTrWQCcAPvPqmyQ6Hhg-9ThyGPDFAGJYnkTYPrb6zvnd5fNQ7I/w260-h400/9788807892998_0_0_626_75.jpg" width="260" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8893256770/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8893256770&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=3b60ba1be6d85eaad8e5091ec310a60b">LA RAGAZZA CON LA MACCHINA DA SCRIVERE</a> </b>di Desy Icardi, edito da Fazi. Avevo già letto e apprezzato il primo romanzo di questa autrice, <i>L'annusatrice di libri</i>, ma qui con la storia di Dalia e della sua macchina da scrivere Olivetti rossa va oltre, creando un romanzo sui ricordi che trovano sempre il modo di venire a galla.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGLp2QrJ8Uh7whMCa3AL-d5sC3gXXIM2ouGmy5B_mVbIblEBuw4TAqM0ToC98JKkHgS0JEbo8bsCgyletG8THuTdIxoHKUwH0gsrn1kmEZORY9J1HaiQcFlTeW8IaDNdgwuZDoXU0O5QWQ/s626/9788893256773_0_0_626_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="412" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGLp2QrJ8Uh7whMCa3AL-d5sC3gXXIM2ouGmy5B_mVbIblEBuw4TAqM0ToC98JKkHgS0JEbo8bsCgyletG8THuTdIxoHKUwH0gsrn1kmEZORY9J1HaiQcFlTeW8IaDNdgwuZDoXU0O5QWQ/w264-h400/9788893256773_0_0_626_75.jpg" width="264" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8806244906/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8806244906&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=a08415828a28dd07142c17173ea6e5d0"><b>OLIVE, ANCORA LEI</b> </a>di Elizabeth Strout, edito da Einaudi e tradotto da Susanna Basso. Va be', non credo che ci sia bisogno di dire molto sul ritorno di Olive Kitteridge. Elizabeth Strout ha rischiato nel ridare voce a un personaggio così tanto amato: poteva venir fuori una minestra riscaldata, qualcosa per i lettori appassionati (tipo me, per intenderci) ma che non avesse più nulla da dire. E invece no, Olive Kitteridge è ancora e sempre lei, anche adesso che si fa sempre più stanca e anziana non ha perso la sua forza, né il suo modo, schietto, rude, ma anche molto sincero e profondo di vedere il mondo. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgil5V0GpW0rsfaYOea1z2YB4MZ91uxaPMU9heHwf0U1vOvXcLeYjAzskRV9LrJyVP9aEFFLYTxf2-JHWl92Gioqe4iTxKNm880fpU6R4714hr2Rwq4L56undwqIcnAbFRBeHlX55AEe8x3/s626/9788806244903_0_0_626_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="395" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgil5V0GpW0rsfaYOea1z2YB4MZ91uxaPMU9heHwf0U1vOvXcLeYjAzskRV9LrJyVP9aEFFLYTxf2-JHWl92Gioqe4iTxKNm880fpU6R4714hr2Rwq4L56undwqIcnAbFRBeHlX55AEe8x3/w253-h400/9788806244903_0_0_626_75.jpg" width="253" /></a></div><br /><p><b><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8894938611/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8894938611&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=40746f8b5764aaf61b2c55516e7e6a60">LA STRADA DI CASA</a></b> di Kent Haruf, pubblicato da NN editore con la traduzione di Fabio Cremonesi. Bello, bello, bello, forse il migliore di Haruf dopo <i>Benedizione.</i> Dopo otto anni di assenza, durante i quali nessuno ha sentito la sua mancanza, quello stronzo (scusate) di Jack Burdette ritorna a Holt con la sua cadillac rossa e con lui ritornano i ricordi di quello che ha fatto, alla cittadina che si è fidata e alle donne che hanno avuto la sfortuna di innamorarsi di lui. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-SmBiFJKAHsR2nicN8NVcN1tNq9wZrEP_icshHyPy3gcIdJK1gWWzaWeoNkl178tXGZvP8TOvibqbeAqSqLIq_eHtnPvR4wMc-HkewElaEDPKtH5z-qoSDcm2bkefioPoli9uHGD_RAC7/s626/9788894938616_0_0_626_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="395" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-SmBiFJKAHsR2nicN8NVcN1tNq9wZrEP_icshHyPy3gcIdJK1gWWzaWeoNkl178tXGZvP8TOvibqbeAqSqLIq_eHtnPvR4wMc-HkewElaEDPKtH5z-qoSDcm2bkefioPoli9uHGD_RAC7/w253-h400/9788894938616_0_0_626_75.jpg" width="253" /></a></div><br /><p></p><div style="text-align: justify;">Non so cosa ci riserverà questo 2021, anche se a essere meglio del 2020 direi che ci va davvero poco. Spero che si possa presto tornare a fare una vita il più normale possibile, con tutte le accortezze e le attenzioni del caso (dai vaccino, spicciati!). Nel mio piccolo spero che la mia famiglia e i miei amici continuino a stare bene e così come quelle di tutti. Spero di poter tradurre ancora tanto, di leggere altri bei libri e guardare altre serie tv. Spero di poter tornare al cinema e alle mostre, che sono due delle attività che più mi sono mancate quest'anno. E spero che tutti voi possiate ritrovare la serenità se quest'anno l'avete persa o mantenerla se, come me, siete stati tra i fortunati in un anno terribile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ah sì, spero anche di tornare a scrivere un po' di più sul blog e non usarlo solo una volta l'anno, visto cos'è successo l'ultima volta che ci ho scritto.</div><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-72732929872552116912019-12-29T13:26:00.000+01:002019-12-29T13:26:28.982+01:00Il mio 2019 in libri<div style="text-align: justify;">
<i>A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai... </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
come trovare finalmente il tempo di aggiornare il proprio blog dopo mesi di silenzio imbarazzante!</div>
<div style="text-align: justify;">
Eh sì, è da inizio settembre che non riesco ad avere un momento libero lungo a sufficienza da scrivere un post di senso compiuto. E così non ho raccontato dei bellissimi incontri al Festivaletteratura di Mantova, delle pochissime ma buonissime letture degli ultimi mesi e, soprattutto e con enorme rammarico, non ho festeggiato come si deve i dieci anni del blog, che cadevano a ottobre. Ma sono stata risucchiata dal vortice del lavoro: sono stata riassunta a scuola, ho tradotto e sto ancora traducendo dei libri per bambini, ho continuato a editare e leggere per lavoro... insomma, capite che mi è rimasto a malapena il tempo di respirare, figuriamoci quello per aggiornare il blog.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ora ci sono le vacanze di Natale e tra una mangiata e l’altra, posso finalmente togliere un po’ di polvere e ragnatele da queste pagine e dedicarmi ai tradizionali bilanci di lettura di fine anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Che palle</i>, direte voi, <i>stiamo leggendo classifiche e liste ovunque. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
E ora vi beccate anche le mie, ecco.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGjPmpb8XUTwRGQmeO5AQHvzhXwHrBdSnW2e965ehTQ_nRJmD2pU0XC9OPf2XeBBsCmYg0EpZb6Ua99y8EMdeYZVnEMgiSQ5ViuYX_x_Yy6YOZBD7VMqEVMr-2-mcMafLzn905lYUgXgVb/s1600/lectura+navidad_Ann+December.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="535" data-original-width="431" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGjPmpb8XUTwRGQmeO5AQHvzhXwHrBdSnW2e965ehTQ_nRJmD2pU0XC9OPf2XeBBsCmYg0EpZb6Ua99y8EMdeYZVnEMgiSQ5ViuYX_x_Yy6YOZBD7VMqEVMr-2-mcMafLzn905lYUgXgVb/s400/lectura+navidad_Ann+December.JPG" width="321" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">©Ann Decemebre</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il 2019 è stato per me un anno di poche letture. O meglio, ho letto tantissimi libri, ma per lavoro... al punto che leggere per piacere è diventato quasi una sofferenza<i> (“non si può mica sempre leggere</i>” è stata una delle frasi che ho ripetuto più spesso quest’anno, e se ci penso mi sembra davvero incredibile). Ho tamponato un po’ la situazione buttandomi sulle serie TV (guardate tutti “The Crown”, se ancora non l’avete fatto!), ma i libri un po’ mi sono mancati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho letto poco, dicevamo. Quarantatré libri, stando ad aNobii. Però ho letto bene. Quando si ha poco tempo si selezionano meglio le proprie letture, ci si orienta fin da subito verso testi che si immagina possano piacere e questo riduce drasticamente il numero di libri brutti che ci capitano sottocchio. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di davvero evitabili, che non mi hanno lasciato quasi niente, ne ho solo due: <i><b>La misura dell’uomo </b></i>di Marco Malvaldi, libro con cui ho iniziato (malissimo) l’anno; e <b><i>Diario di scuola</i></b> di Daniel Pennac, che mi ha terribilmente annoiata e non mi ha insegnato nulla di applicabile su come entrare nelle classi e farmi ascoltare da alunni che di ascoltarmi non sempre hanno molta voglia. In entrambi i casi forse la colpa è stata mia che avevo riversato aspettative ingiustificabilmente alte (ma ehi, si trattava di Malvadi e di Pennac, era mio diritto aspettarmi tanto!) su due libri che sulla carta erano prevedibilmente noiosi.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMcYGT55kKlKXKycBcs3Vv2AKf0iEerYx_1MCjF1bM61HUmfsyGWZAVqrvMHslob6ZVLry-P6ftM3FVnyL2usNugQHokm_3RzVHujFPjqG834nAGcFXdjsphZsBQo40R3mRYDz0syn1t6K/s1600/20191229_130115.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="766" data-original-width="1600" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMcYGT55kKlKXKycBcs3Vv2AKf0iEerYx_1MCjF1bM61HUmfsyGWZAVqrvMHslob6ZVLry-P6ftM3FVnyL2usNugQHokm_3RzVHujFPjqG834nAGcFXdjsphZsBQo40R3mRYDz0syn1t6K/s640/20191229_130115.jpg" width="640" /></a></div>
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Il 2019 però è stato anche l’anno di grandi scoperte. Ho finalmente letto i romanzi di Robert Galbraith, per esempio, e mi sono follemente innamorata di Cormoran Strike. </div>
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Ho letto diversi fumetti, dagli ultimi due volumi della raccolta completa di strisce di <i><b>Calvin&Hobbes</b></i>, a Sio con le sue <b><i>Storiemigranti</i></b> e <b><i>Vincent VanLove</i></b> di Ernesto Anderle, fino a <b><i>Mooncop</i></b> di Tom Gauld, che ho avuto la fortuna di incontrare al Festivaletteratura di Mantova.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYNinWaBQxPbSyEXCRkdYiiphIEP8u7AzGD1ZN5b4WqaCHkNs1HOqy_keLR0ZCKkqtJ8nMOLpg7WHl3q1i4lUKOUFOChc8gEbPi_g0IhoB1qSRLxcSv86HU-z7zz3ChTt8yepgGuPm5Oki/s1600/20191229_131705.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1554" data-original-width="1600" height="619" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYNinWaBQxPbSyEXCRkdYiiphIEP8u7AzGD1ZN5b4WqaCHkNs1HOqy_keLR0ZCKkqtJ8nMOLpg7WHl3q1i4lUKOUFOChc8gEbPi_g0IhoB1qSRLxcSv86HU-z7zz3ChTt8yepgGuPm5Oki/s640/20191229_131705.jpg" width="640" /></a></div>
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Ho conosciuto i gialli torinesi di Cristian Frascella e del suo Contrera e le <i><b>Figlie di una nuova era</b></i> di Carmen Korn. Ho letto commossa <b><i>La versione della cameriera</i></b> di Daniel Woodrell e vissuto <b><i>La mia estate fortunata</i></b> con Miriam Toews (il suo romanzo d’esordio, bellissimo). </div>
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Ho scoperto quella gran donna di Dorothy Allison, leggendo prima <b><i>Due o tre cose che so di sicuro</i></b>, poi partecipando al suo incontro a Mantova, per poi approdare a<b><i> La bastarda della Carolina</i></b>.</div>
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E poi c’è stato <b><i>Cambiare l’acqua ai fiori</i></b> di Valérie Perrin, uno dei romanzi più belli che abbia letto negli ultimi anni. Un libro che parla di perdite, di dolore, ma anche di rinascita e d’amore. Se mi venisse chiesto di scegliere un solo romanzo da consigliare, sarebbe sicuramente questo. E lo consiglierei proprio a tutti, a chi ha perso qualcuno che ama e ancora non riesce a farsene una ragione, ma anche a chi semplicemente ha voglia di leggere una storia che, alla fine, lo faccia stare in pace con se stesso.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHz4so94usEcqvbxcURg7AyV-oOBmyWSvOPQtL0CsK-q1l2wsmhqnOAlNsmWX56sge2qQ2L_hsCaUuqY7mrzwVdWYNNfpD7iq_B3myNpJb1QYuh8Ws9XLuSD39dRIWG4v_eo6MkrpDIJh/s1600/20191229_132106.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1311" data-original-width="1600" height="524" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHz4so94usEcqvbxcURg7AyV-oOBmyWSvOPQtL0CsK-q1l2wsmhqnOAlNsmWX56sge2qQ2L_hsCaUuqY7mrzwVdWYNNfpD7iq_B3myNpJb1QYuh8Ws9XLuSD39dRIWG4v_eo6MkrpDIJh/s640/20191229_132106.jpg" width="640" /></a></div>
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E adesso sta per iniziare un nuovo anno. In questo 2020 mi piacerebbe avere più tempo per leggere e per riprendere ad aggiornare il blog con una maggior frequenza. Ma soprattutto spero di trovare tanti libri e tante storie belle, da leggere e da vivere.<br />
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Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-43595908263701389832019-08-28T11:38:00.000+02:002019-08-28T11:46:01.879+02:00Festivaletteratura 2019: chi, cosa, dove, come, quando e perché<div style="text-align: justify;">
Tra una settimana esatta inizia il Festivaletteratura 2019, giunto quest'anno alla sua ventiduesima edizione. Da mercoledì 4 a domenica 8 settembre le piazze, i cortili e i palazzi di Mantova saranno invasi da eventi e incontri con gli autori. </div>
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Chi segue il blog da qualche anno saprà già quanto io ami questo festival. Tra tutte le fiere e gli eventi legati al mondo dei libri a cui ho partecipato nel corso del tempo, il Festivaletteratura è il mio preferito in assoluto. I motivi sono quelli che ripeto tutti gli anni: i tortelli di zucca, la torta sbrisolona, la mostard... ah... no, scusate, questi sono solo motivi complementari (ma di uguale importanza). È un bel festival perché coinvolge davvero tutta la città, sia per i luoghi degli eventi sia perché gli autori e le autrici ospiti si mimetizzano con la gente, passeggiando allegramente per la città. E poi appunto, ci sono i tortelli di zucca e la sbrisolona.</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjt7QWfNH6YAgCJJllrS0Dq_LT4PWs6q69WO8A7YcDHsW7aSkPvoULFgrFP_YwD6bkWMswr8j75cauU2Cb0uYCNuRVSKq_8-76Yro9zAw3oNsAAViv6gLOzHA6-bILFEuxcX5lJgJgElMZ/s1600/66790935_10161993370285058_2657271303685275648_o.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="609" data-original-width="1600" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjt7QWfNH6YAgCJJllrS0Dq_LT4PWs6q69WO8A7YcDHsW7aSkPvoULFgrFP_YwD6bkWMswr8j75cauU2Cb0uYCNuRVSKq_8-76Yro9zAw3oNsAAViv6gLOzHA6-bILFEuxcX5lJgJgElMZ/s640/66790935_10161993370285058_2657271303685275648_o.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'illustrazione di quest'anno è di Sarah Mazzetti</td></tr>
</tbody></table>
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<span style="text-align: justify;">Il programma di quest'anno è particolarmente ricco (o, detta come l'ho detta l'altro giorno a una mia amica che mi chiedeva se sarei andata anche quest'anno: "sì, perché c'è un programma della madonna!".), a compensare un po' quello leggermente sottotono dell'anno passato. </span></div>
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L'elenco completo degli eventi <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi" target="_blank"><b>lo trovate sul sito</b></a>, insieme alle istruzioni sulla prenotazione dei biglietti (per chi non è socio, le prenotazioni aprono venerdì 30). Ricordo che la maggior parte degli eventi è a pagamento (6€ ovunque, tranne quelli che si tengono in Piazza Castello che costano 7€) ma ce ne sono anche parecchi gratuiti (tutti quelli in Tenda Sordello, per esempio).</div>
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Io qui ho fatto una mia personale selezione degli eventi che più mi interessano e a cui cercherò di partecipare nei giorni in cui sarò presente:</div>
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<b><span style="font-size: large;">Giovedì 5 settembre:</span></b></div>
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h 15.00 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/38-fumetti-e-romanzi-di-proust-1939" target="_blank">FUMETTI E ROMANZI DI PROUST. Tom Gauld con Chiara Valerio</a> - Chiostro del museo Diocesano</div>
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h 19.15 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/58-se-la-realta-supera-la-fantasia-1816" target="_blank">SE LA REALTÁ SUPERA LA FANTASIA. Margaret Atwood con Alberto Manguel</a> - Palazzo Ducale, Piazza Castello.</div>
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h 21.00 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/words-are-very-unnecessary-1868" target="_blank">WORDS ARE VERY NECESSARY. Tom Gauld e Alessandro Sanna</a> - Piazza Leon Battista Alberti</div>
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<b><span style="font-size: large;">Venerdì 6 settembre:</span></b></div>
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h 11.00 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/pay-some-attention-1905" target="_blank">PAY SOME ATTENTION. Joshua Cohen</a> - Tenda Sordello</div>
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h 18.15 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/109-madri-e-figlie-coraggio-1856" target="_blank">MADRI E FIGLIE CORAGGIO. Dorothy Allison e Gaia Manzini</a> - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara</div>
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h 21.00 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/122-reinventare-l-america-1857" target="_blank">REINVENTARE L'AMERICA. Colson Whitehead e Stas' Gawronski</a> - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara</div>
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<b><span style="font-size: large;">Sabato 7 settembre</span></b></div>
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<b><br /></b></div>
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h 10.00<a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/128-il-clima-siamo-noi-1818" target="_blank"> IL CLIMA SIAMO NOI. Jonathan Safran Foer con Carlo Annese </a>- Palazzo Ducale, Piazza Castello.</div>
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h 14.30 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/143-la-mappa-delle-meraviglie-1772" target="_blank">LA MAPPA DELLE MERAVIGLIE. Valeria Luiselli e John Freeman</a> - Palazzo San Sebastiano</div>
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h 18.15 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/168-un-sogno-coltivato-a-lungo-1861" target="_blank">UN SOGNO COLTIVATO A LUNGO. Gail Honeyman con Paola Saluzzi</a> - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara</div>
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h 21.00 <a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/181-come-diventiamo-lettori-1862" target="_blank">COME DIVENTIAMO LETTORI. Marianne Wolf e Alberto Manguel</a> - Palazzo Ducale, Basilica Palatina di Santa Barbara</div>
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<b><span style="font-size: large;">Domenica 8 settembre</span> </b>(anche se noi saremo già ripartiti, ma lo segnalo comunque perché se rimanessi a Mantova ci andrei di sicuro)</div>
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h 18.30<a href="https://www.festivaletteratura.it/it/2019/eventi/229-il-bisogno-primario-del-romanzo-1830" target="_blank"> IL BISOGNO PRIMARIO DEL ROMANZO. Ian McEwan con Marcello Fois</a> - Palazzo Ducale, Piazza Castello.</div>
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Ecco, questo è più o meno tutto quel che cercherò di andare a sentire. Poi probabilmente non ci riuscirò, ad alcuni eventi magari se ne sostituiranno altri e sicuramente mi perderò qualcosa di altrettanto bello. In ogni caso, non vedo l'ora di andarci.</div>
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Voi ci sarete? </div>
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Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-18813078008206951432019-08-26T11:25:00.002+02:002019-08-26T11:25:52.809+02:00LA VERSIONE DELLA CAMERIERA - Daniel Woodrell<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>L'Angelo nero che sovrastava i defunti senza nome cominciò a ballare. La lapide su cui posava era lunga come due uomini, fitta di nomi cesellati nel marmo molti decenni prima, ma ancora lucida. Reggeva alta una torcia, nel caso che la Verità tentasse la fuga con il favore delle tenebre. </i></blockquote>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8jDSDGNDkTpl-M_4jmqoMrirH_zxi2UD_kzozfeeaNg-ws4fb3eqVDBGmNqQ5f9UhRzVcL3yHvcqENsz8NSWFfhDEu-fPdHkLWbyYuMOTO7hmJTNV-MBiTzM_beEtaDMui6GWORK2V7rY/s1600/20190826_102005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1490" data-original-width="1413" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8jDSDGNDkTpl-M_4jmqoMrirH_zxi2UD_kzozfeeaNg-ws4fb3eqVDBGmNqQ5f9UhRzVcL3yHvcqENsz8NSWFfhDEu-fPdHkLWbyYuMOTO7hmJTNV-MBiTzM_beEtaDMui6GWORK2V7rY/s640/20190826_102005.jpg" width="606" /></a><br />
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<div style="text-align: justify;">
Tutti i paesi, grandi o piccoli che siano, hanno avuto nel corso della loro storia un fatto di cronaca, più o meno grave, che li ha segnati. Un incidente in cui sono morti dei ragazzi, un incendio, una tragedia famigliare, un grave fatto di cronaca nera... insomma, un fatto grave che ha sconvolto emotivamente la vita di tutti. Di solito nei paesi di queste cose non si parla volentieri: ci sono voci, ci sono pettegolezzi e, spesso, mai una sola verità. Qualcuno rimane più segnato di altri, se l’ha vissuto più da vicino: era presente, ha visto qualcosa, sapeva qualcosa, ha perso qualcuno. E solitamente quel qualcuno non riesce mai a darsi a pace, nonostante il tempo che passa.</div>
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<div style="text-align: justify;">
È quello che succede ad Alma in <i><b>La versione della cameriera </b></i>di Daniel Woodrell, tradotto da Guido Calza per NNeditore. Vive a West Table, nel Missouri, e fa la domestica più o meno da sempre per le famiglie ricche della città. Lo faceva anche nel 1929, anno in cui c’è stata un’esplosione nella sala da ballo locale che ha causato la morte di quarantadue persone. Tra queste c’era chi era al suo primo appuntamento; chi si è trovato lì per caso, a sostituire il musicista malato; chi lì ci si era trovato per caso e chi forse nemmeno ci voleva andare. E c’era anche Ruby, l’amata sorella di Alma, dalla cui morte non si è mai ripresa, al punto che per un periodo è persino dovuta rimanere chiusa in un ospedale psichiatrico.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Al manicomio sprofondò ancor di più nel buco, il buco di tristezza sotto i nostri piedi che ci chiama quando perdiamo l'orientamento o un qualunque motivo per andare avanti, il confortante precipizio al di là degli affanni comuni e del buonsenso, giù nella voragine fino alla malinconica poltrona il cui conforto diventa un pericolo in quellospazio solitario, e ci vogliono anni, o un'eternità, perché chi vi si è arenato ritrovi l'energia per alzarsi da quel soffice e mesto isolamento, per tornare verso il buco e arrampicarsi di nuovo su, verso i noti pericoli del mondo alla luce del sole.</i></blockquote>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alma racconta tutta la storia, tra salti temporali tra passato e presente, e vite di famiglia che si intrecciano, al nipote Alek, che trascorre da lei l’estate: inizialmente un po’ controvoglia, poi però si lascia prendere dalla storia della nonna, dai suoi ricordo e dalla sua verità su quanto accaduto quella notte. </div>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Alma DeGeer Dunahew, con la sua indole ostile e sofferente, le sue oscure ossessioni e il suo primitivo bisogno di vendetta, era il grande cuore rosso della nostra famiglia, il cuore vero, quello che teniamo nascosto e ci sorregge.<br />Passarono anni prima che imparassi a volerle bene.</i></blockquote>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>La versione della cameriera </i></b>è un romanzo molto particolare, ricco di personaggio e di intrecci che Woodrell distribuisce nel racconto attraverso salti temporali inizialmente un po’ destabilizzanti. Una volta che si entra nel meccanismo, che ci si lascia accompagnare da Alma e dal suo ricordo dentro alle vicissitudini della sua famiglia, però, se ne resta completamente conquistati. Si percepisce forte il suo amore per la sorella Ruby, questa ragazza che si innamora sempre degli uomini sbagliati e che è sempre pronta a dividere con Alma e i suoi tre figli quel poco di cibo che trova. E si percepisce forte anche il dolore che Alma prova per la sua tragica morte, reso ancor più forte dal fatto di credere di sapere chi sia stato.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
In mezzo alla storia di Alma e della sua famiglia, Woodrell dedica dei singoli capitoli, bellissimi, ad alcune delle persone che hanno perso la vita nell'esplosione della sala da ballo: quasi una piccola antologia di Spoon River, a tratti molto commovente, che dimostra quali scherzi terribili possa fare a volte il destino.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-align: justify;"><i>Lui saltò un altro steccato e risalì Hill Street e il mondo dietro di lui si squarciò e volò in aria, e lui si girò verso il cielo infuocato da un getto arancione che saliva ondeggiando in una torre molto più alta dell’orizzonte, e si fermò, vide un edificio in frantumi schizzare in aria con la gente che volava giù, e restò lì incapace di muoversi, incapace di muoversi o distogliere lo sguardo, sentì le urla tremende, le grida, l’agonia della gente che arrostiva, e non passò un giorno o una notte in cui non le sentisse.</i></span></blockquote>
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<div style="text-align: justify;">
Daniel Woodrell scrive in un modo incredibile. Una prosa segnante, che alterna momenti di estrema ricchezza ad altri di scrittura quasi scarna, asciutta, che riesce a trasmettere appieno lo stato d'animo di Alma e di tutto il resto del paese di fronte a una tragedia di cui tutti conoscono i colpevoli, ma nessuno, forse per proteggersi da altro dolore, forse per proteggere qualcun altro, vuole davvero ammetterlo.</div>
<br />
<b>Titolo:</b> La versione della cameriera<br />
<b>Autore:</b> Daniel Woodrell<br />
<b>Traduttore: </b>Guido Calza<br />
<b>Pagine:</b> 190<br />
<b>Editore: </b>NN editore<br />
<b>Anno: </b>2019<br />
<b>Prezzo: </b>18,00€<br />
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formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8894938182/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8894938182&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=3522d8dc14d0bca670599c17773ae08f" target="_blank">La versione della cameriera. La serie di West Table</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=8894938182" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /><br />
formato ebook: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B07PHL5FR1/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B07PHL5FR1&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=c2e8037ee2fe2d4dbddf791fa25c52eb" target="_blank">La versione della cameriera</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=B07PHL5FR1" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" />Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-73641341467682169042019-08-14T10:59:00.002+02:002019-08-14T11:51:13.616+02:00ELEANOR OLIPHANT STA BENISSIMO - Gail Honeyman<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Avevo cercato di sbrigarmela da sola per troppo tempo e non mi aveva fatto bene per niente. A volte basta soltanto una persona gentile seduta al tuo fianco mentre affronti le cose.</i></blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVHUsWvhrstpbYlf3sHwqcOz75FzChGlfsJO6ZUVPUz_fS4aiwrH8VOvWg0MNRVcERnoOqwOWgHb7Am0m27y5d09oKmJdVOU3Rx0lZOLD3H_RsTwnS_YZPRRVaPyeEE5CuPGcgUQoHAEMo/s1600/20190812_101032.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1421" data-original-width="1600" height="568" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVHUsWvhrstpbYlf3sHwqcOz75FzChGlfsJO6ZUVPUz_fS4aiwrH8VOvWg0MNRVcERnoOqwOWgHb7Am0m27y5d09oKmJdVOU3Rx0lZOLD3H_RsTwnS_YZPRRVaPyeEE5CuPGcgUQoHAEMo/s640/20190812_101032.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Io a certi libri arrivo sempre dopo. Dopo che hanno già avuto successo, dopo che sono già stati letti da (quasi) tutti e che il loro clamore si è un po’ sgonfiato. A volte lo faccio consapevolmente, per vedere se il fenomeno è solo passeggero o se si tratta di un libro destinato a durare, almeno nel medio periodo. Altre è semplicemente un caso: magari non credevo che quel libro mi potesse piacere, magari non avevo tempo, magari ero in un vortice di letture che non concedeva distrazioni. Comunque poi a quei libri ci arrivo quasi sempre anch’io.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È il caso di<b><i> Eleanor Oliphant sta benissimo</i></b> di Gail Honeyman, uscito per Garzanti nel 2018 con la traduzione di Stefano Beretta, e vero e proprio caso editoriale (per una volta è un’espressione appropriata, pur trattandosi di un libro Garzanti, che è solita abusarne) dell’ultimo anno e mezzo. Tant’è che è giù uscito in tascabile. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho sentito parlare tanto di questo romanzo e della sua omonima protagonista ma non ero certa che lo avrei letto. Poi però nelle ultime settimane mi sono incuriosita: tante persone, con gusti simili e diversi dai miei me l’hanno consigliato; c’era chi lo definiva uno dei libri più belli letti nell’ultimo periodo e chi, invece, non è riuscito nemmeno a finirlo. Queste dicotomie così nette mi attirano sempre. Quindi una mattina mi sono svegliata, sono andata a comprarlo e mi sono messa subito a leggerlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Eleanor Oliphant è una ragazza di trent’anni con un passato terribile alle spalle di cui non ricorda poi molto. Certo, sa che quelle cicatrici che ha sul volto derivano da un incendio; sa di essere passata da una casa famiglia all’altra prima di essere grande abbastanza da vedersi assegnato un appartamento tutto suo e ricevere ogni sei mesi le visite dell’assistente sociale; sa che al mondo manca un po’di educazione e che le scarpe con il velcro stanno bene con tutto; e sa anche che tutti i mercoledì sera sua madre le telefonerà da un brutto posto e le ribadirà quanto inutile e deludente lei sia. Ha qualche problema a rapportarsi con gli altri, Eleanor, anche se non ne è per nulla consapevole. Ci pensa Raymond, il tecnico informatico dell’azienda in cui lavora da subito dopo la laurea, a smuovere un po’ le sue abitudini; ma ci pensa soprattutto l’uomo di cui, improvvisamente, Eleanor si innamora a farle rivedere le sue priorità. Il passato però è sempre lì che spinge per riemergere, per venire fuori, e la donna a un certo punto capisce che non ha altra scelta se non liberarlo, e stare malissimo, per poter poi stare davvero benissimo.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Io esisto, no? A volte ho la sensazione di non trovarmi qui e di essere un frammento della mia immaginazione. Ci sono giorni in cui i miei legami con la terra mi sembrano così labili che i fili che mi tengono fissata al pianeta sono sottili come una ragnatela, come zucchero filato. Una violenta folata di vento potrebbe staccarmi del tutto, sollevandomi e facendomi volare via, come un seme di tarassaco.</i></blockquote>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Eleanor Oliphant è un personaggio caratterizzato all’ennesima potenza, nelle sue fissazioni, nelle sue manie, nei suoi evidenti problemi relazionali. Fa tenerezza, ma la sua iper caratterizzazione a tratti è anche irritante. Si capisce perché c’è chi la adora e chi la odia, chi ha amato questo romanzo e chi invece non è riuscito ad andare avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io mi sono ritrovata completamente immersa nella lettura come non mi succedeva da tempo. Ho seguito Eleanor nella sua graduale evoluzione, sorridendo delle sue (dis)avventure e provando a volte un po’ di compassione per la sua ingenuità, oltre che per il suo passato tristissimo. E ho adorato soprattutto Raymond, che è saputo andare oltre le apparenze e che sa che un gatto è sempre la soluzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho però provato per Eleanor tutta l’empatia e l’affetto che mi sarei aspettata. Forse perché a volte l’autrice si fa prendere un po’ la mano nella caratterizzazione del personaggio e il tutto, riflettendoci un po’ più a fondo, risulta poco credibile: alcuni elementi sembrano aggiunti solo per esasperare ancor di più le sfortune della donna, senza che ce ne sia una reale necessità (la storia dell’ex ragazzo di Eleanor, per esempio, l’ho trovata un po’ eccessiva), e altri buttati un po’ lì, senza troppe spiegazioni, per far progredire il romanzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quella di <b style="font-style: italic;">Eleanor Oliphant sta benissimo</b> non è stata una brutta lettura, assolutamente. È un libro che ti mostra che anche dopo tante sofferenze si può arrivare a stare bene e che, se solo si aprono un po’ gli occhi e ci si ammorbidisce un po’, ci sarà sempre qualcuno pronto a sostenerti. </div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i style="text-align: justify;">Ecco che cosa provavo: il peso caldo delle sue mani su di me; la sincerità del suo sorriso; il calore delicato di qualcosa che si apriva, nello stesso modo in cui i fiori si schiudono la mattina alla vista del sole. Sapevo che cosa stava accadendo. Era la parte priva di cicatrici del mio cuore. Era abbastanza estesa da lasciare entrare un po’ di affetto. C’era ancora un minuscolo spazio libero.</i></blockquote>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per quanto mi riguarda, però, è mancato qualcosa per rendere questo libro davvero indimenticabile, come avrebbe invece avuto tutto il potenziale di essere.</div>
<div>
<br /></div>
<br />
<b>Titolo:</b> Eleanor Oliphant sta benissimo<br />
<b>Autore: </b>Gail Honeyman<br />
<b>Traduttore</b>: Stefano Beretta<br />
<b>Pagine: </b>352<br />
<b>Editore:</b> Garzanti<br />
<b>Anno:</b> 2018<br />
<b>Prezzo: </b>14,00€<br />
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formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8811609216/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8811609216&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=89723ac09a0eb1ac6345cfef8e93da3e" target="_blank">Eleanor Oliphant sta benissimo</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=8811609216" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /><br />
formato ebook: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B079P6LQBT/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B079P6LQBT&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=d77031e2926fbbbc2923fa8ac588ab62" target="_blank">Eleanor Oliphant sta benissimo</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=B079P6LQBT" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" />Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-20196165886652486082019-08-01T11:13:00.000+02:002019-08-01T11:13:35.303+02:00Leggendo a luglio<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
E così anche luglio è finito. Finalmente, aggiungerei, perché è stato un mese un po’ stancante: soprattutto i primi venti giorni, tra scadenze, consegne e lavori rimasti un po’ indietro per via della scuola da recuperare in fretta e furia. Ma è stato anche un mese di cose belle (il mio compleanno, ma anche una nuova collaborazione come traduttrice inaspettata e, soprattutto, fighissima, di cui parlerò a tempo debito), di gite, di chiacchiere e di tanto, tanto caldo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxc2kP-qcHDv6t4RtOvY6QkMURcgCzW0UCah8PnPlrLKmejTGPxObNUtbwl1QCHJ0dbPpuGFEx7LQu79DxoUdQKp6uKjfxGRTuSWGQCp-mRP0L_1rS0r3Y1NctjPXH3scvIolIfR8RdLyu/s1600/66529176_2491645184187243_7483854511824437248_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxc2kP-qcHDv6t4RtOvY6QkMURcgCzW0UCah8PnPlrLKmejTGPxObNUtbwl1QCHJ0dbPpuGFEx7LQu79DxoUdQKp6uKjfxGRTuSWGQCp-mRP0L_1rS0r3Y1NctjPXH3scvIolIfR8RdLyu/s640/66529176_2491645184187243_7483854511824437248_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Funko Pop di Harry Potter che mi ha regalato mio fratello per il mio compleanno</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Ed è stato anche un mese di ottime letture. Nonostante ne avessi altre per lavoro in contemporanea, sono riuscita a trovare il tempo e la tranquillità necessaria per leggere ben cinque libri (okay, quattro più un fumetto, in realtà, ma sempre cinque sono).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Eccoli qua:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQUdSBqpyEGlxrNmzKp06Nk6wBXjai3prxHI5lxJSURiinPvpMVIqaRV437Yw6oT9qFUrxp_8OyKWG6bowewI0W0I8BywKCG_MJQ8_Fex5jv-4lQwof8X6YrKovfvTagzh9XnqkIGJg5a/s1600/20190801_093237.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1139" data-original-width="1600" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQUdSBqpyEGlxrNmzKp06Nk6wBXjai3prxHI5lxJSURiinPvpMVIqaRV437Yw6oT9qFUrxp_8OyKWG6bowewI0W0I8BywKCG_MJQ8_Fex5jv-4lQwof8X6YrKovfvTagzh9XnqkIGJg5a/s640/20190801_093237.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
Di <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2019/07/la-mia-estate-fortunata-miriam-toews.html" target="_blank"><b><i>La mia estate fortuna</i></b></a> di Miriam Toews e di <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2019/07/dopo-le-fiamme-fernando-aramburu.html" target="_blank"><b><i>Dopo le fiamme</i></b></a> di Fernando Aramburu ho già parlato in post dedicati, perché per raccontarveli mi occorreva molto più spazio di quello che avrei avuto a disposizione in un semplice riepilogo di letture.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><i>Dov’è casa mia. Storie oltre i confini</i></b> di Davide Coltri, edito da minimum fax, è invece una raccolta di racconti, di storie vere che l’autore ha raccolto nel corso degli anni come operatore umanitario. Racconti di fughe, di guerre, di famiglie che si separano e non si ritrovano più, di superstizioni e di sogni infranti: è quello che succede ogni giorni, in diversi paesi del Medio Oriente e dell’Africa, posti che sembrano lontanissimi ma che in realtà sono più vicini di quanto sembrino. È una raccolta che, soprattutto di questi tempi in cui l’umanità sta venendo sempre meno, dovrebbero leggere, per capire.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<b><i>The Silkworm</i></b> (in italiano <i>Il baco da seta</i>, pubblicato da Salani con la traduzione di Andrea Carlo Cappi) è invece il secondo volume della serie scritta da Robert Galbraith (aka J.K.Rowling) dedicata a Cormoran Strike. Li sto leggendo in lingua originale, con estremo ritardo rispetto alla loro uscita, e mi sto davvero appassionando. Cormoran è un fico, c’è poco da dire. E la Rowling anche nelle vesti di scrittrice di thriller (okay, c’è anche un po’ di rosa) è bravissima. Ma ve lo racconterò poi meglio quando avrò finito tutti e quattro i romanzi pubblicati finora (sto leggendo proprio ora <i>La via del male</i>).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
E poi ci sono <b><i>I Mumin</i></b>, questi buffi troll bianchi e pancioni ideati da Tove Johansson che Iperborea ha ripreso l’anno scorso a pubblicare. In questa quarta avventura, la famiglia Mumin se ne va in riviera, a scoprire le comodità di un hotel a cinque stelle e l’ebbrezza della ricchezza e del casinò. Per loro che sono abituati a vivere in una capanna e a mangiare quel che passa il convento sembra il paradiso, ma ben presto capiscono che non è importante dove sei o quanti oggetti materiali hai, ma con chi stai.</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
Come già accennato, ora sono alle prese con la terza avventura di Cormoran Strike (di cui sono sempre più innamorata) e intanto penso già al <a href="https://www.festivaletteratura.it/files/programma2019.pdf" target="_blank"><b>Festivaletteratura di Mantova</b> </a>che si terrà dal 4 all’8 settembre. Il programma quest’anno è fenomenale (c’è Tom Gauld!), tanto che appena sono usciti i primi nomi degli ospiti a fine giugno abbiamo già preso l’alloggio. Ma anche di questo vi parlerò poi bene più avanti. Cosa leggerò in questo agosto, invece, ancora non lo so: deciderò di volta in volta, in base all'ispirazione del momento. </div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="" style="clear: both; text-align: justify;">
E il vostro luglio di letture come è stato? </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-26522205743842873012019-07-29T11:33:00.001+02:002019-07-29T11:56:04.079+02:00DOPO LE FIAMME - Fernando Aramburu<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Camminando senza parlare, i due amici arrivarono davanti al portone di Zubillaga. Sulla facciata dell'edificio, la pittura ancora fresca, si poteva leggere: ZUBILLAGA SPIA, con il noto bersaglio sopra il nome. L'amico affrettò il passo come colto da una fretta improvvisa. Dopo pochi metri si girò e, con il volto alterato e i modi nervosi, sussurrò a Zubilaga: cancellalo prima che lo vedano i tuoi vicini. Cancellalo, accidenti, che con queste cose non si scherza.</i></blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV__lKPYdkrOxZf6npWfIV6P7n2NzJXhu9mx7_BTpsLqKLjJiClafTfGMJVap4DOlD-M1DSHxyJJqpB0C8pJIqje375D-UNw-owl9KgUAnZWqPFl_SR2bocxSmC67ShW40_RACA1esC2ky/s1600/20190724_215428.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV__lKPYdkrOxZf6npWfIV6P7n2NzJXhu9mx7_BTpsLqKLjJiClafTfGMJVap4DOlD-M1DSHxyJJqpB0C8pJIqje375D-UNw-owl9KgUAnZWqPFl_SR2bocxSmC67ShW40_RACA1esC2ky/s640/20190724_215428.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i>Dopo le fiamme</i></b> di Fernando Aramburu, da poco pubblicato da
Guanda editore con la traduzione di Elisa Tramontin, è una raccolta di racconti
che porta il lettore esattamente negli stessi luoghi, i Paesi Baschi, e nella
stessa atmosfera, l’ETA e come viene vissuto tra la gente, di <i><a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/02/patria-fernando-aramburu.html" target="_blank">Patria</a></i>, il grande
romanzo di questo scrittore basco che nel 2018 ha vinto il Premio Strega
Europeo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa raccolta, in realtà, in Italia era già uscita nel
2007 per la casa editrice La nuova frontiera. Anche la traduzione era la
stessa, cambiava però il titolo: in quella prima edizione, infatti, era stato
mantenuto il titolo originale, nonché titolo del racconto in apertura, <i>I pesci
dell’amarezza</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Guanda lo ripubblica quindi dodici anni dopo, scegliendo questa volta come
titolo dell’intera raccolta quello dell’ultimo racconto: <i>Dopo le fiamme</i>,
appunto.</div>
<o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un’informazione importante, questa. Perché, complice una
fascetta volutamente generica (“Dopo Patria, ma ancora dentro Patria, il nuovo
libro di un autore che è il grande caso editoriale di questi anni”) se non si
sa che questi racconti sono stati scritti molto prima del romanzo si rischia di
non apprezzarli come si meriterebbero. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
I dieci racconti di <i><b>Dopo le fiamme</b></i>, infatti, sembrano una
sorta di antipasto, di anticipazione di quel che Aramburu metterà poi dentro
Patria, sviluppandolo all'ennesima potenza. Le tematiche sono le stesse, si
diceva: siamo nei Paesi Baschi e l’ETA è nel pieno della sua attività.
Manifestazioni, intimidazioni, attentati che colpiscono obiettivi precisi (chi
non simpatizza per la causa basca) ma anche persone che passavano lì per caso, che
ancora dovevano nascere, che volevano solo vivere tranquille e che invece ora
si ritrovano segnati a vita.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sono tutti racconti molto belli, perché Aramburu è
bravissimo a raccontare la quotidianità, le reazioni estremamente umane, la
paura, la rassegnazione, gli amici che diventano nemici perché non vedono alternative, ma anche la voglia di non arrendersi. È bravo a raccontare
il clima, da un lato e dall'altro, che si respirava nelle vie, nelle piazze,
nei quartieri ma anche all'interno di ogni singola famiglia.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tra questi dieci racconti i miei preferiti in assoluto sono
tre. Il primo è <b><i>I pesci dell’amarezza</i></b>, proprio in apertura. Qui
conosciamo una figlia, <i>“i giornali l’avrebbero descritta come una donna di
ventinove anni che passava casualmente per il luogo dell’esplosione”</i>,
attraverso gli occhi del padre che la va a prendere in ospedale dove è stata
ricoverata a lungo e che ora deve imparare a vivere senza l’uso di una gamba.
Riprendere a vivere è molto difficile, triste. Affrontare il dolore di una
figlia altrettanto difficile, triste. Ma in qualche modo ce la si deve fare,
magari fermandosi a guardare il mare o diventando amici di un pesce in un
acquario.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il secondo è <b><i>Relazione da Creta</i></b>, in cui una donna racconta
la sua storia con Santi, attraverso un diario che scrive per la psicologa
mentre è in viaggio di nozze. Santi è un uomo strano, molto timido, che si
ferma sempre un po’ di più al lavoro e che odia andare al cinema. Con lei a
poco a poco sembra aprirsi e, grazie anche all’incontro con la madre, lei
capisce che c’è un trauma, una ferita profonda dietro ai suoi comportamenti
bislacchi. Decide quindi di aiutarlo, di tentare di tirarlo fuori da quell’abisso
in cui da tanti anni è caduto: da quando hanno ammazzato suo padre.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il terzo è <i><b>Il figlio di tutti i morti</b></i> ed è la storia di
Iñigo, un figlio cresciuto senza padre. Un giorno, dopo aver assistito alla
finestra a una manifestazione pro Euskera, il nonno gli racconta la verità, gli
racconta di essere uno dei tanti bambini cresciuti senza padre per decisione di
qualcun altro.<o:p></o:p></div>
<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<i>La madre si alzò dal letto, svestì il figlio e lo aiutò a mettersi il pigiama. Iñigo la lasciava fare. Una volta messo a letto, sua madre gli rimboccò le coperte e, al momento di augurargli la buonanotte, spostandogli la frangetta, gli diede due baci sulla fronte.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Uno, due» sussurrò come al solito.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Senti,</i> ama<i>, perché mi dai sempre due baci e li conti?»</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>«Uno è mio, l'altro è di chi non ti ha mai potuto baciare.»</i><br />
<div>
<br /></div>
</div>
</blockquote>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Questi sono i miei tre preferiti, ma in tutti e dieci
Fernando Aramburu riesce a trasmettere qualcosa di forte, di potente, che
racconta di una società e un periodo storico di cui noi forse, qui a distanza,
abbiamo saputo e compreso troppo poco.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Se avete amato <i>Patria</i>, ma anche quell'altra meraviglia che è
<i><b>Anni lenti</b></i>, amerete tantissimo anche Dopo le fiamme. Vi ritroverete negli
stessi luoghi, nelle stesse atmosfere, nella stessa impotenza e nello stesso
dolore. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Tutti dovevano vederlo: il suo dolore imperterrito, il suo dolore alto come un lampione in mezzo alla strada. Lo dovevano vedere anche quelli incapaci di provare compassione, quelli che se ne rallegravano di nascosto o apertamente e quelli che in quell'istante lo stavano festeggiando come una vittoria. Toñi pensava che il suo dolore dovesse costringere anche quelli, specialmente quelli, a deviare un po' il percorso per non sbatterci contro.</i><i>Mentre attraversava i portici di una vecchia piazza si fermò davanti a una vetrina. Nei propri occhi vide più rabbia che tristezza. Continuò ad andare dove la portavano i piedi. Senza prestare attenzione a niente e nessuno arrivò al frangiflutti del molo, dove si fermò a guardare le onde e il cielo grigio e i pescherecci che uscivano a pescare. Passò molto tempo a parlare da sola. Al ritorno, quando arrivò al primo semaforo, vide arrivare a velocità sostenuta una betoniera. «Mi butto?» si domandò. Ma aveva tre figli e bisognava vivere.</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b>Titolo: </b>Dopo le fiamme<br />
<b>Autore: </b>Fernando Aramburu<br />
<b>Traduttore: </b>Elisa Tramontin<br />
<b>Pagine: </b>251<br />
<b>Editore:</b> Guanda<br />
<b>Anno:</b> 2019<br />
<b>Prezzo: </b>17,00€<br />
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formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/882352203X/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=882352203X&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=c36ddc5044fe0242b41e1f16fa7634d5" target="_blank">Dopo le fiamme</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=882352203X" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /><br />
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<i>Ve lo dico subito come sono arrivata al punto in cui sono: ragazza madre con il sussidio, case popolari e via dicendo. Non era il mio scopo nella vita, ovvio. Non è che da bambina sognassi "Da grande voglio fare la madre povera". Avevo deciso di fare la guardia forestale. Ora mi rendo conto che è un settore un po' carente di rapporti umani, per i miei gusti. Sì, ma guarda dove mi hanno portato, i rapporti umani. Dicevano non avevo elaborato il lutto per la morte di mia madre. Per questo andavo a letto con tutti, dicevano. Dicevano che sgusciavo fuori dalla finestra della mia camera da letto ogni notte perché avevo bisogno di dimenticare. Avevo bisogno di dimenticare, dicevano, perché non riuscivo a reggere la tristezza di ricordare. È questo che intendevano, per elaborare il lutto: ricordare. Ricordare tutto, reagire e lasciare andare. C'era anche dell'altro ma chi se lo ricorda, ah ah. Non è che ne vado fiera, no, ma è andata così.</i></blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG4CNV1oUAfChHTwHYqi2FqYNOeySPPgSfRZCr4bXa-epWO8LUfSyzMnBXN_RpzVaJcm0PBcQC2mLJ5VcOo87LdospnVKEFNJ8udrOVvPeVPhlxzU9suf8qy3YINrlpATHiO-Hq2NzVPkk/s1600/20190709_093616.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="1513" height="598" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG4CNV1oUAfChHTwHYqi2FqYNOeySPPgSfRZCr4bXa-epWO8LUfSyzMnBXN_RpzVaJcm0PBcQC2mLJ5VcOo87LdospnVKEFNJ8udrOVvPeVPhlxzU9suf8qy3YINrlpATHiO-Hq2NzVPkk/s640/20190709_093616.jpg" width="640" /></a></div>
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<b><i>La mia estate fortunata</i></b> di Miriam Toews, da poco pubblicato da marcos y marcos con la traduzione di Claudia Tarolo, è il primo romanzo di questa scrittrice canadese. Il primo, sì, anche se da noi, come spesso succede, arriva per ultimo, dopo che l’autrice è riuscita a farsi conoscere e amare, arrivando ad avere un suo zoccolo duro di lettori disposti ad accettare anche qualcosa forse di un po’ più acerbo. </div>
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Dopo aver letto piccole perle come <a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2016/02/un-complicato-atto-damore-miriam-toews.html" target="_blank"><i>Un complicato atto d’amore</i></a> e <a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2014/03/in-fuga-con-la-zia-miriam-toews.html" target="_blank"><i>In fuga con la zia</i></a>, aver pianto con<i><a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2015/06/i-miei-piccoli-dispiaceri-miriam-toews.html" target="_blank"> I miei piccoli dispiaceri</a> </i>e aver tifato per quelle <a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2018/09/donne-che-parlano-miriam-toews.html" target="_blank"><i>Donne che parlano</i></a>, passando per<i> <a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2013/12/un-tipo-posto-miriam-toews.html" target="_blank">Un tipo a posto</a></i> e<a href="https://lalettricerampante.blogspot.com/2015/12/mi-chiamo-irma-voth-miriam-toews.html" target="_blank"> <i>Mi chiamo Irma Voth</i></a>, il pubblico italiano è finalmente pronto per conoscere Lucy, Lish e tutte le ragazze madri che vivono all’Half-a-Life.</div>
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<b><i>La mia estate fortunata</i></b> è una storia di donne, che abitano in case popolari fatiscenti, vivono di sussidi del welfare e crescono un numero imprecisato di figli, avuti spesso da un numero altrettanti imprecisato di uomini, su cui non hanno mai potuto contare. Lucy ha sfogato il suo dolore per la perdita della madre cambiando un ragazzo a sera: è così che, a diciott'anni, ha avuto Dill. Non sa quale delle sue tante avventure di una notte il piccolo sia figlio, né si è mai preoccupata di saperlo. Dopo che il suo, di padre, non ha mostrato alcun interesse per la sua situazione, ancora chiuso nel dolore di aver perso la moglie, Lucy ha ottenuto un alloggio all’Half-a-Life, una casa popolare che si allaga ogni volta che piove, Qui conosce Lish, che di figlie ne ha quattro, <i>due avute con lo stesso uomo e altre due, gemelle, con un artista di strada spensierato che si era innamorato delle sue mani,</i> e che dopo una notte di sesso l’ha lasciata senza salutarla, portandole via il portafoglio e lasciandole il sogno di un amore perduto, oltre che due figlie in grembo. L’unico ricordo che ha dell’uomo, oltre alle due piccole ovviamente, è un cucchiaino d’argento rubato in hotel quella mattina.</div>
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Lucy e Lish diventano subito amiche, per quel cameratismo che inevitabilmente si crea vivendo in luoghi e situazioni come quelle. Insieme a loro, nel caseggiato ci sono molte altre donne sole: alcune inseguono ancora il loro sogno d’amore, altre cercano di sopravvivere come possono senza farsi portare via figli e vita.</div>
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<i>Anche se alcune donne si separavano dai loro figli per il fine settimana, non perdevano l'abitudine della carne a buon mercato o della pasta. Tra il momento in cui salutavano i loro figli e salivano di sopra nei loro appartamenti silenziosi, dovevano trovare qualcosa di buono, magari l'aspetto del cielo o il sorriso sul volto dei loro figli mentre andavano via o una zaffata di qualcosa che gli ricordasse un tempo ormai passato o un tagliando per un paghi uno compri due al supermercato o un invitio a un torneo di Scarabeo con tequila nel palazzo quella sera. Qualcosa di buono, altrimenti immagino che il silenzio di una casa vuota possa ucciderti.</i></blockquote>
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Un giorno, Lucy va da Lish e la trova chiusa in camera, in lacrime. Sul tavolo di cucina c’è una rivista, aperta su una pagina che parla di uno spettacolo in Colorado e di un misterioso mangiafuoco che scalda le folle. È l’amore rimpianto di Lish e Lucy decide di voler alleviare le sofferenze dell’amica. Certo non pensava che, così facendo, si sarebbe ritrovata su un furgone sgangherato, in viaggio con lei e con i rispettivi figli, verso un sogno d’amore impossibile e una felicità che invece è a portata di tutti.<br />
<i><br /></i></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>Oltretutto le altre all'Half-a-Life pensavano che Lish si illudesse che la vita fosse più semplice di quanto in realtà non fosse. Non credo che Lish pensasse che la vita in sé fosse semplice, per niente: era solo il suo modo di prenderla che lei aveva ammorbidito sempre di più, scolpito e lasciato, finché non era diventato semplice. Fai quel che ti rende felice perché non c'è nulla di certo.</i></blockquote>
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<b><i>La mia estate fortunata</i></b> è il romanzo d’esordio di Miriam Toews, si diceva. Eppure, leggendolo, non sembra assolutamente, perché c’è già tutto quello che ho amato dei romanzi successivi e più maturi di questa autrice. Ci sono le donne, fragili e forti al tempo stesso. C’è la voglia di non arrendersi, che se scema viene alimentata da chi ci sta accanto. C’è un passato che preme sul presente e lo condiziona, ma anche la voglia e la possibilità di riscatto, anche nelle condizioni più disagiate e disperate. C’è l’amicizia, la passione e la felicità per le piccole cose. E poi è un racconto ironico, tragico e poetico al tempo stesso... tutto questo, in poco più di trecento bellissime pagine.<br />
Certo, qua e là ci sono anche alcune incertezze, alcune ripetizioni nel racconto che si potevano evitare (e, piccola nota pedante, anche qualche nota del traduttore del tutto inutile e un po’ irritante).</div>
<br />
Insomma, <b><i>La mia estate fortunata</i></b> è un grande romanzo d’esordio, che ancora oggi non sente minimamente i ventitré anni che ha, e che, almeno per quanto mi riguarda, consacra Miriam Toews tra le mie scrittrici preferite di sempre.<br />
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<b>Titolo: </b>La mia estate fortunata<br />
<b>Autore:</b> Miriam Toews<br />
<b>Traduttore:</b> ClaudiaTarolo<br />
<b>Pagine: </b>302<br />
<b>Editore: </b>marcos y marcos<br />
<b>Anno:</b> 2019<br />
<b>Prezzo:</b> 18,00€<br />
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formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8871688546/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8871688546&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=4418b441c1c32b6026f71dd24d40638d" target="_blank">La mia estate fortunata</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=8871688546" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /><br />
formato ebook: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B07TXGZKBR/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B07TXGZKBR&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=74e562b1f8d29afd901350d39bacbe0b" target="_blank">La mia estate fortunata (Gli alianti)</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=B07TXGZKBR" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" />Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-65033975545084897502019-07-02T10:28:00.000+02:002019-07-02T10:57:00.959+02:00A volte ritornano... con le letture di giugno<div style="text-align: justify;">
Toc, toc... è permesso? C’è nessuno?</div>
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Sì, lo so. Non ha tanto senso bussare e chiedere permesso per entrare in un posto che è mio, ma è passato così tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato il blog che un po’ di educazione mi pare d’obbligo. Non posso certo ripresentarmi qui, come se niente fosse, e aspettarmi di essere riaccolta da lui (e da voi) a braccia aperte, senza mostrarsi minimamente offeso. Scusa, blog, è che a un certo punto mi sono resa conto che non ti stavo più aggiornando come ti meritavi. Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per i mille pensieri, non riuscivo più a scrivere con la stessa costanza e, soprattutto, con lo stesso entusiasmo di una volta. Quindi ho sentito il bisogno di prendermi una pausa. Nel mentre, sono sopravvissuta al mio primo anno di insegnamento ad adolescenti scapestrati, è uscito un romanzo tradotto da me (e Isabella Zani) per una casa editrice importante, ho continuato a tradurre, editare, valutare e fare tutto quel che facevo prima. Anche leggere, ovviamente. Un po’ meno, perché i ritmi di lavoro hanno prosciugato gran parte delle mie energie. Però, ecco, di leggere e, soprattutto, di essere la lettrice rampante non ho smesso mai.</div>
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E ora, con l’arrivo di luglio e dell’estate, rieccomi qui. Dovrei avere un po’ più tempo e anche un po’più voglia di tornare a scrivere su queste pagine. La verità è che il blog mi è mancato, in questi mesi. Ci sono entrata quasi tutti i giorni, giusto per vedere se era ancora tutto al suo posto (invasione di commenti spam a parte sì, era tutto come lo avevo lasciato), pensando spesso “chissà se troverò di nuovo il tempo di dedicarmi a lui come si deve”. Adesso è l’ora di provarci. </div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6xMBCZMX08wBowts6Mmc0B2Jf4KPI6zuaePl43FVbUjoqwFt47TQhTXjoR6dmD1PVbGy0m943OcUp8N3TnX6SYC3n6zlVkcl3EwBsg8IL-G8gHZGwFjKbkEieWcAVb8M2l8gjCYKOpS6e/s1600/tumblr_ptymbxzCaS1qkaoroo1_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6xMBCZMX08wBowts6Mmc0B2Jf4KPI6zuaePl43FVbUjoqwFt47TQhTXjoR6dmD1PVbGy0m943OcUp8N3TnX6SYC3n6zlVkcl3EwBsg8IL-G8gHZGwFjKbkEieWcAVb8M2l8gjCYKOpS6e/s1600/tumblr_ptymbxzCaS1qkaoroo1_500.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">©Antonio Uve</td></tr>
</tbody></table>
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Nei mesi scorsi ho raccontato le mie letture sulla pagina facebook <a href="https://www.facebook.com/lalettricerampante/" target="_blank">La lettrice rampante</a>. Commenti molto brevi, per lo più semplici citazioni o pareri a caldissimo su quel che stavo leggendo. Oggi qui farò lo stesso, con le mie letture di giugno.</div>
Tre sono stati i libri che mi hanno accompagnato il sesto mese dell’anno: <i>Tutta la vita dietro un dito </i>di Verde & Oriani, <i>Il romanzo di Sant Jordi </i>di Màrius Serra e <i>Come muoversi tra la folla</i> di Camille Bordas<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaGXCLJqNQPHS5LKRRzpqJqiEKTRk-xESEeNitT1BEfa4nXgzCoXRHU4BCUL7BOFghhXgIUhFhXhEWv7oy3VUl6qrbp6SOoEPwMz7L3-YfdTyWqrBEuHeJ2DLlOlrBExkzaEWWlkGgORyh/s1600/20190702_092517.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="985" data-original-width="1600" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaGXCLJqNQPHS5LKRRzpqJqiEKTRk-xESEeNitT1BEfa4nXgzCoXRHU4BCUL7BOFghhXgIUhFhXhEWv7oy3VUl6qrbp6SOoEPwMz7L3-YfdTyWqrBEuHeJ2DLlOlrBExkzaEWWlkGgORyh/s640/20190702_092517.jpg" width="640" /></a></div>
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<i><b>Tutta la vita dietro un dito</b></i> di Verde & Oriani, pubblicato da Salani, è il racconto di solitudini che si incontrano. Da un lato c’è Sebastiano, che ha ventidue anni, lavora in una copisteria e per sentirsi un po’ meno solo devia gli invitati alle feste del suo vicino di casa nel suo appartamento o partecipa ai funerali degli sconosciuti. Dall’altro c’è Irene, che lavora in una casa di riposo e, anche lei, è immersa nella sua solitudine. Complice la ricerca di una persona scomparsa, le loro strade a un certo punto si incontrano e le loro solitudini, in qualche modo, diventano un po’ meno tali. Nonostante qualche imperfezione (il libro a un certo punto tende a ripetersi un po’ e, a parer mio, c’è un po’ troppo autoerotismo), Tutta la vita dietro a un dito mi è piaciuto molto. Aggiungo una nota di merito per il bellissimo personaggio della madre di Sebastiano, forse non sfruttato al massimo del suo potenziale.</div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Che altro può fare, ora? Ha pagato le bollette e ha già fatto la spesa: tanto vale tornarsene a casa. A nessuno interessa quello che fa o dice a casa sua. Se dà giudizi su tutto e tutti o si fa gli affari suoi, se apre o no le finestre, se spolvera o no in soggiorno. Eccola, è arrivata. A una certa età, il mondo tende a dimenticarsi di te. Perciò che male c'è se anche la signora Dutto vuole dimenticarsi del mondo? Prima mandata. Persino lei si sta dimenticando di se stessa. Se si volta a guardare indietro, la sua vita non le è più chiara come una volta. Seconda mandata. Lei in fondo cosa sa davvero della vita? Che le macchie d'olio vanno via con l'aceto. Che se lasci troppo in infusione la bustina, poi il tè è da buttare. Terza mandata. Che le lasagne surgelate vanno tenute dieci minuti nel microonde. Quarta mandata. Che, appena chiuderà la porta, tutto sarà più semplice. Ma adesso, mentre sciacqua il piatto nel lavello, mentre asciuga il bicchiere e tutto intorno sente salire un silenzio sempre più grande e profondo, le sembra di non avere nemmeno questa certezza. Il bicchiere le cade dalle mani e va in mille pezzi. Stai calma, stai calma, si dice. Ma dentro si sente perduta."</i></blockquote>
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<br /></div>
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<b><i>Il romanzo di Sant Jord</i></b><i><b>i</b></i> di Màrius Serra, edito da marcos y marcos e tradotto da Beatrice Parisi, è un giallo ambientato proprio durante <i>el día de Sant Jordi</i>, la festa del libro e delle rose che popola Barcellona e le altre città spagnole di libri e di fiori il 23 aprile. Il romanzo di punta di questa nuova edizione è proprio l’opera di Serra, al cui interno vengono uccisi gli scrittori spagnoli più famosi. Una bella idea, se non fosse che durante l’arco della giornata alcuni autori famosi, mentre sono intenti a firmare copie o a spostarsi da una presentazione all’altra, vengono uccisi davvero. È un libro avvincente, che cerca anche di fare una critica del mondo editoriale di oggi e delle sue contraddizioni. Bellissima la ricostruzione della giornata di Sant Jordi e del suo funzionamento dal punto di vista degli addetti ai lavori.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"La cultura è gioco e chi non si mette in gioco non fa altro che riprodurre gli schemi che critica. La saggezza è flessibilità, non rigidità. Quando scegliamo un percorso a volte ci intestardiamo a credere che sia l'unica strada possibile e lo blindiamo perché non ci siano vie d'uscita. Ci riempiamo di ragioni per darci ragione e ci dichiariamo fanatici difensori del nostro modo di vedere le cose. Diventiamo adulti solenni e scacciamo il bambino curioso che tutti ci portiamo dentro. Giocare è cercare ragioni e tutto quello che sappiamo abbiamo cominciato ad acquisirlo da bambini, quando imparavano a giocare, facendo errori e imitando gli altri. Dopo, alcuni perdono questa capacità nel crescere,quando spunta il grande guscio dell'età adulta che irrigidisce i movimenti come un'armatura da cavaliere non ardito ma spaventato. La vita è un lasso di tempo tra due momenti chiave, un inizio e una fine. Siamo destinati a vivere, ma il nostro obiettivo dovrebbe essere vivere bene, e per realizzarlo possiamo leggere, possiamo giocare, possiamo..."</i></blockquote>
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L’ultimo libro di giugno è stato <i><b>Come muoversi tra la folla</b></i> di Camille Bordas, edito da SEM e tradotto da Giuseppe Costigliola. È la storia di una famiglia, padre, madre e sei figli, raccontata da Isidore, l’ultimogenito undicenne, che non sembra dotato come i suoi fratelli. È uno studente discreto, è curioso e intelligente, ma non sembra lanciato verso grandi cose come il resto della sua famiglia. Eppure, con la sua curiosità, la sua sensibilità e la sua ingenuità sarà lui a prendere inconsapevolmente le redini della famiglia quando una tragedia si abbatterà su di loro e a tenere insieme tutti i pezzi. Come muoversi tra la folla è un romanzo molto dolce, pieno di situazioni e momenti che stringono il cuore, ma anche di scene divertenti. E Isidore è indubbiamente un personaggio indimenticabile.</div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Dopo che tuo padre è morto, ti hanno detto tutti di essere forte?" mi chiese Denise.</i><i>"Veramente nessuno mi ha detto niente" risposi. Subito mi si affollarono alla mente le immagini di mio padre quando era senza denti. Le ricacciai via mentre attaccano la cera all'apparecchio.</i><i>"È proprio una stronzata" riprese Denise. " Ti dicono 'non essere triste', 'è la vita' e roba del genere, che devi essere forte, che 'è troppo facile lasciarsi andare' mentre ci vuole coraggio per voler essere felici e aggrapparsi ai piccoli piaceri quotidiani... come se la sofferenza fosse una cosa da deboli, sai? Non lo capisco."</i></blockquote>
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Il mese di luglio è iniziato con il nuovo romanzo di Miriam Toews (che in realtà è il suo romanzo d'esordio): <b><i>La mia estate fortunata</i></b>, tradotto da Claudia Tarolo per marcos y marcos. Per adesso ho letto solo una settantina di pagine, ma c'è già tutta la Toews che ho imparato ad amare con i suoi libri successivi.</div>
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<b>Titolo: </b>Tutta la vita dietro un dito</div>
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<b>Autore:</b> Verde & Oriani</div>
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<b>Editore: </b>Salani</div>
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<b>Prezzo:</b> 14,90€</div>
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<b>Titolo:</b> Il romanzo di Sant Jordi</div>
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<b>Autore: </b>Màrius Serra</div>
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<b>Editore:</b> marcos y marcos</div>
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<b>Prezzo: </b>18,80€</div>
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<b>Titolo:</b> Come muoversi tra la folla</div>
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<b>Autore: </b>Camille Bordas</div>
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<b>Editore:</b> SEM</div>
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<b>Prezzo: </b>18,00€</div>
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<b>Acquista su Amazon:</b></div>
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formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8893901471/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8893901471&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=ee1bcbbce9fac05457b0eccc0e2d1a6a" target="_blank">Come muoversi tra la folla</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=8893901471" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /></div>
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Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-76783866676188468352019-02-02T09:59:00.001+01:002019-02-02T10:16:03.398+01:00Leggendo a gennaio: Korn, Manzini, Backman, Saramago... per tacer di Tom GauldGennaio è stato un mese lunghissimo. I sei giorni di ferie
con cui è iniziato sono diventati un ricordo già dal primo giorno di rientro al
lavoro e, adesso che finalmente il mese e finito e ne è iniziato uno nuovo, se
mi guardo indietro mi sembra che siano passati secoli da quando il 2019 è
iniziato.<br />
<div class="MsoNormal">
Eppure no, è durato solo trentuno giorni, come sempre e come fanno tanti altri
mesi dell’anno. E ne sono passati poco più di quindici dall’ultima volta in cui
ho pubblicato un post qui sul blog. Mi ero ripromessa che nel nuovo anno avrei
tentato di aggiornarlo più spesso ma, come potete ben vedere, mi sa che il mio intento
è già miseramente fallito. <br />
E mi dispiace molto, soprattutto perché in questo mese ho letto tanto e tante
cose belle. Per questo ho deciso di fare un post cumulativo, per raccontare in
breve le letture che mi hanno accompagnato in questi lunghissimi trentun giorni
appena trascorsi e a cui non sono purtroppo riuscita a dedicare un post singolo
(quindi no, qui non ribadirò quanto poco mi abbia convinto<b><i> <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2019/01/la-misura-delluomo-marco-malvaldi.html" target="_blank">La misura dell’uomo</a> </i></b>di Marco Malvaldi, perché lui si è meritato una recensione tutta sua).<br />
Eccoli qua:<br />
<br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisk-0EuQUP8rVAkMHV8YHA71InW-34zi1bA4Ei6AY5hqMf0Yp8WPN7_i1Jw_LpOpsqBUvFEBPLGqEyFwAI8Mi3ffpz1eYijLHdIqzCxcn7Pl4qGQp68aRoTDOhUx5Qm_U5YfSM8T7bj1RJ/s1600/20190202_081540.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1097" data-original-width="1181" height="594" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisk-0EuQUP8rVAkMHV8YHA71InW-34zi1bA4Ei6AY5hqMf0Yp8WPN7_i1Jw_LpOpsqBUvFEBPLGqEyFwAI8Mi3ffpz1eYijLHdIqzCxcn7Pl4qGQp68aRoTDOhUx5Qm_U5YfSM8T7bj1RJ/s640/20190202_081540.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Partiamo con quella meraviglia di <b><i>Figlie di una nuova</i></b> era di
Carmen Korn, primo volume di una trilogia portato qui in Italia da Fazi editore
e tradotto da Manuela Francescon e Stefano Jorio. Protagoniste sono quattro
donne, di origini e classi diverse, che vivono ad Amburgo nella prima metà del ‘900
e i cui destini si incroceranno con l’arrivo della guerra e delle varie vicende
personali che si ritroveranno a vivere. Henny e Kathe sono amiche da sempre e
ora, insieme, stanno studiando per diventare ostetriche; Ida è la rampolla di
una buona famiglia, abituata agli agi e ai lussi e disposta a tutto pur di
averli, forse anche a sacrificare l’amore; Lina è sopravvissuta alla Prima
guerra mondiale insieme al fratello grazie ai genitori, morti di fame per
permettere a loro due di sopravvivere. Mentre le loro vicende personali
proseguono, tra amori clandestini, desiderio d’indipendenza, impegno politico e
tante decisioni sbagliate (Henny, porca miseria!), sullo sfondo scorre la storia
del ‘900, con l’avvento del nazismo e tutto ciò che porterà con sé. Era da
tanto che un libro non mi prendeva così tanto, che non mi ritrovavo tanto
immersa in una storia e nei suoi intrecci. Non vedo l’ora che esca il secondo
volume, perché una volta girata l’ultima pagina, queste donne di Amburgo già mi
mancavano parecchio.<o:p></o:p></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<i>Henny tese l'orecchio. Le sembrava di aver sentito salire dal cortile, fino al secondo piano, un suono venuto dal passato, come un rintocco di campana o il verso di un merlo. Le vennero in mente i sabati della sua infanzia. Sabati estivi. L'acqua che scintillava nella cisterna. Il ribes bianco che le lasciavano cogliere dai rovi addossati al muro di cinta, il profumo della torta che sua madre aveva già messo in forno per la domenica. Suo padre, appena tornato dall'ufficio, che fischiettava mentre si liberava della cravatta e si sbottonava il colletto della camicia.</i></div>
<i style="text-align: justify;"><i>Henny andò alla finestra, l'aprì e stette ad ascoltare il suono che aveva risvegliato in lei quella serie di immagini. Il cigolio della vecchia altalena.</i></i><i></i><br />
<i>
</i></blockquote>
<span style="text-align: justify;">Era ottobre quando è uscito </span><i style="text-align: justify;"><a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/10/fate-il-vostro-gioco-antonio-manzini.html" target="_blank">Fate il vostro gioco </a></i><span style="text-align: justify;">di Antonio
Manzini. Ne avevo parlato come un romanzo di transizione, dopo due libri
carichi di emozioni e tensioni. Mi era sembrato quasi un libro sospeso, finito
un po’ troppo bruscamente... ed ecco svelato l’arcano: il 10 gennaio, infatti,
è uscito </span><b style="text-align: justify;"><i>Rien ne va plus</i></b><span style="text-align: justify;">, un’altra avventura del vicequestore Rocco Schiavone.
No, Manzini non ha scritto un romanzo in tre mesi. Semplicemente Fate il vostro
gioco e Rien ne va plus sono lo stesso libro, diviso in due per questioni verosimilmente
di lunghezza, ma anche (e soprattutto, forse) per far contenti i fan, non
costretti ad attendere il solito anno tra una puntata e l’altra. In Rien ne va
plus tutte le cose che mi avevano lasciato perplessa di Fate il vostro gioco un
po’ si chiariscono: da un lato continuano le vicende personali di Rocco, tra il
rimpianto per Caterina e le rivelazioni sempre più pericolose di Baiocchi, che
rischiano di mettere il nostro vicequestore preferito in una posizione
terribile; dall’altro c’è un portavalori del casinò di Saint Vincent che
misteriosamente sparisce e Rocco capisce subito che c’è un collegamento con la
morte del ragionier Favre; ma soprattutto che c’è qualcosa di molto, molto più
grande dietro. Intanto si consolida il rapporto con Gabriele, Lupa è sempre più
coccolosa e Rocco (che sì, ora ha inevitabilmente la faccia di Marco Giallini,
ma va benissimo così) ha ancora tanti fantasmi a perseguitarlo. Non vedo l’ora
che esca il prossimo.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ho scoperto Fredrik Backman qualche anno fa con il suo
romanzo d’esordio,<i><a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2014/12/luomo-che-metteva-in-ordine-il-mondo.html" target="_blank"> L’uomo che metteva in ordine il mondo</a></i>. Me ne ero follemente
innamorata: avevo adorato il modo in cui tratteggiava i suoi personaggi e il suo
stile, con quella capacità che non tutti hanno di raccontare anche le cose più
tristi nel modo più buffo e dolce possibile (il dolore resta sempre, ma diventa
più affrontabile). L’amore si è poi consolidato con <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2017/09/mia-nonna-saluta-e-chiede-scusa-fredrik.html" target="_blank"><i>Mia nonna saluta e chiede scusa</i></a>, dove compare per la prima volta il personaggio di Britt-Marie, che si è
poi meritata un romanzo tutto suo: <b><i>Britt-Marie è stata qui</i></b> (pubblicato da
Mondadori con la traduzione di Andrea Stringhetti).<br />
Britt-Marie è una donna un po’ scontrosa, incapace di uscire dalla gabbia delle
imposizioni sociali e del “chissà cosa direbbero gli altri”. Ha sempre vissuto
per il marito e per i figli di lui, tenendo la casa impeccabile e sacrificando se
stessa, ricevendo in cambio solo recriminazioni e prese in giro.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<i>Alla fine desiderava solo un balcone e un marito che non camminasse sul parquet con le scarpe da golf, che qualche volta mettesse la camicia nel cesto della biancheria senza bisogno di ricordarglielo e che ogni tanto dicesse che la cena era buona senza bisogno di chiederglielo. Una casa. Figli non suoi ma che vengono lo stesso a Natale. O almeno cerchino di far finta di avere un motivo per non venire. Un cassetto delle posate sistemato in modo corretto. Finestre da cui si possa vedere il mondo. Qualcuno che si accorga che si è sistemata i capelli con particolare cura. O che almeno faccia finta di accorgersene. O che almeno le permetta di continuare a fingere. </i></div>
<i style="text-align: justify;"><i>Qualcuno che una volta ogni tanto torni in una casa con il pavimento pulito e la cena calda in tavola e veda i suoi sforzi. Perché le persone sono come le cene. Devono avere un senso. "Che bella pettinatura". È una frase che ha senso.</i></i><i></i><br />
<i>
</i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><i>Forse un cuore si spezza solo quando si esce da una stanza d'ospedale con camicie che puzzano di pizza e di profumo, ma tutto si spezza più facilmente se prima si sono formate delle crepe.</i></i></div>
<i>
</i></blockquote>
<br />
Però quando il tradimento del marito, che lei già conosceva, diventa di dominio
pubblico decide che non può più sopportare e se ne va di casa. Alla ricerca
disperata e ossessiva di un lavoro, accetta uno strano incarico a Borg, una
comunità sperduta su cui la crisi ha picchiato molto duro. Tutti i negozi e le
attività che ancora non sono chiuse chiuderanno a breve e il paesino sembra
destinato a morire. Britt-Marie, con le sue fobie, la sua smania per le pulizie
e la sua mentalità ingenua, riesce in qualche modo a far breccia nei pochi
abitanti rimasti. Senza nemmeno capire come, si ritrova addirittura ad allenare
la squadra di calcio dei ragazzi del paese e a prendersi cura di loro a modo
suo. Sembra esserci una speranza per Borg, nonostante tutte le tragedie e le
difficoltà che sta vivendo, e sembra esserci anche per Britt-Marie.<br />
<div class="MsoNormal">
Nella caratterizzazione di questo personaggio forse Fredrik Backman ha calcato un po’
troppo la mano, perché nella prima parte è talmente insopportabile e talmente
incredibile nelle sue ingenuità che vien quasi voglia di chiudere il libro. Una
voglia che però poi passa, man mano che si procede con la lettura e si assiste
al cambiamento di Britt-Marie e di tutte le persone attorno a lei. È un libro
pieno di buoni sentimenti, di quelli che scaldano il cuore e fanno bene,
perché, ancora una volta, mostra come anche nelle tragedie, nelle difficoltà e
nei momenti brutti si possa (e si debba!) trovare qualcosa per cui vale la pena
sorridere. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
L’ultimo libro di gennaio è <i><b>Le piccole memorie</b></i> di José
Saramago, tradotto da Rita Desti. Un libriccino comprato un po’ per caso
(insieme a <i>Diario di scuola</i> di Pennac per prendere la coperta del lettore di
Alice nel paese delle meraviglie) e che mi ha fatto ricordare ancora una volta
quanto io voglia bene a José Saramago. In questo piccolo memoir, lo scrittore
portoghese racconta alcuni aneddoti della sua infanzia: i rapporti con i
genitori e con i nonni, gli anni di scuola e le amicizie nate tra i banchi, i
personaggi bislacchi che ha incontrato nella sua infanzia e adolescenza, i
ricordi del fratellino morto a tre anni... tante piccole cose, che forse alla
produzione di Saramago non aggiungono nulla, ma che per chi già lo conosce e lo
ha sempre adorato sono molto preziose. (Nel caso voleste iniziare a conoscerlo:
consiglio <i>Cecità</i>, <i>L’uomo duplicato</i> e<i> Lucernario</i>... tenetevi I<i>l Vangelo secondo
Gesù Cristo</i> e <i>Caino</i> per quando avrete preso più in confidenza con il suo stile).<o:p></o:p></div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><i>Ho raccontato altrove come e perché mi chiamo Saramago. Che quel Saramago non era un cognome per parte paterna, bensì il soprannome con cui era conosciuta la mia famiglia nel paese. Che quando mio padre andò a dichiarare all'Anagrafe di Galeğa la nascita del suo secondo figlio, capitò che l'impiegato (si chiamava Silvino) fosse ubriaco (indignato, di questo lo avrebbe sempre accusato mio padre) e che, nei fumi dell'alcol e senza che nessuno si accorgesse dell'onomastico frode, decidesse, a suo rischio e pericolo, di aggiungere Saramago al laconico José de Sousa che mio padre voleva che fossi. E che, in questo modo, infine, grazie a un intervento a tutte le evidenze divino, mi riferisco, è chiaro, a Bacco, dio del vino e di coloro che eccedono nel berlo, non ho avuto bisogno di inventare uno pseudonimo, caso mai ci fosse stato un futuro, per firmare i miei libri.</i></i></div>
<i>
</i></blockquote>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tra un romanzo e l’altro, a gennaio c’è stato tempo anche
per i fumetti di Tom Gauld, in particolare di <b><i>Baking with Kafka</i></b> (esiste anche
la versione italiana, <i>In cucina con Kafka</i>, pubblicata da Mondadori... ma se
sapete l’inglese vi consiglio l’originale). Tutti gli appassionati di libri e
di letteratura dovrebbero conoscere e leggere le vignette di Gauld: fanno
ridere e fanno riflettere, ma soprattutto dimostrano quanto si possa amare il
mondo dei libri senza prendersi mai troppo sul serio, perché gli scrittori
famosi ma anche i personaggi dei libri sono prima di tutto esseri umani.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg30X69rvjNVKG4yUuFSDFJbXnN2urwmvGW4JS-AUBsdia4XEMlO0WBtLpSlC-1SamT2LD8SrkebcB37VkdDp1KHzECeHxKxw-lrKz0S0G2xjRTMrOoh9tQfo3QJ8UCHuj91WLoiamQXHjI/s1600/coverstory-fall-library-tom-gauld-690-938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="938" data-original-width="690" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg30X69rvjNVKG4yUuFSDFJbXnN2urwmvGW4JS-AUBsdia4XEMlO0WBtLpSlC-1SamT2LD8SrkebcB37VkdDp1KHzECeHxKxw-lrKz0S0G2xjRTMrOoh9tQfo3QJ8UCHuj91WLoiamQXHjI/s400/coverstory-fall-library-tom-gauld-690-938.jpg" width="293" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Source: <a href="https://bit.ly/2S8aIID">https://bit.ly/2S8aIID</a></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-92215090100933511652019-01-16T18:01:00.000+01:002019-01-16T21:45:05.453+01:00LA MISURA DELL'UOMO - Marco Malvaldi<blockquote class="tr_bq" style="clear: both; text-align: center;">
<i>Per crescere bene occorrono libertà e tranquillità.In una parola, fiducia. Ma anche regole e rispetto di esse, perché altrimenti il forte soverchia il debole, o il furbo abbindola il fesso, e di libertà non ve n’è più.</i></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLg10ID9ryU_k-KoQbduQxjcJX_WH92AABMkd04OVyjWsDkIVk4PAAhpWUZher7bZuo2et9a0EFZQ7LpYulPSudOdUUNRjskAdxSPTEHRvQWCfPYDA8qBzHG4eNlmbWbxyRqXqQfkRRred/s1600/20190116_172402.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1449" height="470" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLg10ID9ryU_k-KoQbduQxjcJX_WH92AABMkd04OVyjWsDkIVk4PAAhpWUZher7bZuo2et9a0EFZQ7LpYulPSudOdUUNRjskAdxSPTEHRvQWCfPYDA8qBzHG4eNlmbWbxyRqXqQfkRRred/s640/20190116_172402.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<span style="text-align: justify;">Accolgo sempre con una certa diffidenza il cambio di editore
da parte di autori a cui sono affezionata. Capisco qualunque motivazione che ci
possa essere alla base, che sia economica o affettiva, ma da lettrice
appassionata delle opere di un certo scrittore vedere che improvvisamente
usciranno con un’altra veste grafica e sotto un altro patrocinio, se così si
può definire, provo quasi un moto di fastidio: mi sballa l’ordine in libreria,
mi turba al momento della lettura, etc etc... tutte cose così, apparentemente
prive di senso che però riescono spesso a condizionare il mio rapporto con un
determinato libro.</span><br />
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
È più o meno quello che mi è successo con <i><b>La misura dell’uomo</b></i> di Marco
Malvaldi, primo volume di una trilogia dedicata a Leonardo da Vinci, uscito in
libreria a novembre del 2018 per Giunti editore. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, per Giunti editore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Niente copertina blu elegante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Niente formato piccolo, ben riconoscibile.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Certo, Malvaldi non è nuovo ai cambi d’editore, ma nella maggior parte dei casi
con altri marchi ha pubblicato per lo più saggi divulgativi, non romanzi. Non
gialli. E anche se poi ho scoperto che si è trattato di un cambio temporaneo (e che dovrebbe uscire a breve un nuovo romanzo per Sellerio), sono stata indecisa a lungo se leggere o meno questo
libro. Da un lato quanto detto sopra mi respingeva parecchio; dall’altro però
so quanto sia bravo Malvaldi con i gialli storici, quanto sia bravo a giocare
con la lingua e, soprattutto, quanto si diverta a farlo (<i>Odore di chiuso </i>ne è l’esempio
più lampante, oltre a essere il mio preferito in assoluto, più dei vecchietti
del Barlume). </div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alla fine, complice anche un regalo di Natale, mi sono decisa. <b><i>La
misura dell’uom</i>o</b> è stata la mia prima lettura di questo 2019. E spero davvero
non determini l’andamento di tutto l’anno. Perché no, non mi ha convinta.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Siamo a Milano, sul finire del XV secolo: una città che sta
fiorendo, in pieno Rinascimento, grazie al consolidamento del sistema
finanziario e al patrocinio di Ludovico il Moro che governa la città. In questo
contesto opera Leonardo da Vinci. Un uomo piuttosto singolare, che vive con la
madre, gira per la città con delle lunghe vesti rosa, scrive al contrario e
sembra sempre immerso nei suoi pensieri. In qualche calcolo, forse, o in come
cavolo fare a rivestire di rame un’enorme statua che gli è stata commissionata
proprio dal Moro. Quasi non sembra accorgersi degli intrighi che succedono in
città, tra governatori legittimi e regnanti illegittimi, tra richieste di
alleanze e tentativi di tradimento. Finché un giorno non viene chiamato al
Castello: è stato trovato un uomo morto in cortile e occorre che qualcuno,
oltre all’astrologo di Corte, indaghi su cosa è successo. Verrà così alla luce
uno strano complotto, che Leonardo è chiamato a sventare.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le potenzialità per essere un buon romanzo <i><b>La misura dell’uomo</b></i>
le ha tutte: il personaggio di Leonardo, il contesto storico e sociale, l’idea
del giallo e del ritrovamento. Ma Malvaldi stesso sembra perdersi nella trama
che ha inventato, ricca di intrecci, personaggi (c’è un Dramatis Personae all’inizio,
ma secondo me non è sufficienti) e riferimenti storici che io personalmente ho
faticato un po’ a seguire. Ma a parte questo, ciò che più mi ha lasciato
interdetta in questa lettura è che non mi sono divertita. Non quanto Malvaldi
in passato mi aveva abituato a fare. È come se si fosse in qualche modo
trattenuto, che non abbia spinto abbastanza su quegli elementi (il linguaggio,
la caratterizzazione dei personaggi) che invece di solito sono il suo forte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche la parte gialla vera e propria per me è stata poco convincente: manca la
curiosità, manca il colpo di scena, manca il poter seguire passo passo l’investigatore
(e che investigatore!) nelle sue indagini e arrivare con lui alla soluzione. Tutte
cose che mi sarei aspettata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, sono arrivata alla fine di<b><i> La misura dell’uomo</i></b> un po’ a fatica, devo
dir la verità, con la sensazione di aver letto un romanzo che poteva essere
molto ma molto di più di quello che alla fine è stato. Perché conosco Malvaldi
e il suo stile da parecchi libri e so che ne sarebbe stato in grado. </div>
<div style="text-align: justify;">
Certo, è anche vero che si tratta il primo di tre volumi, quindi c’è ancora tempo per sviluppare
meglio tutte le parti che, per me, non hanno funzionato. Il problema però è che
è proprio il primo romanzo a dover far venire la voglia e la curiosità di
leggere anche i successivi. E, in questo caso, almeno per me non è successo.</div>
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div style="text-align: justify;">
(Anche se poi li leggerò lo stesso, perché io a Malvaldi voglio sempre un sacco bene).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Titolo:</b> La misura dell'uomo</div>
<b style="text-align: justify;">Autore:</b><span style="text-align: justify;"> Marco Malvaldi</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<div>
<b>Pagine:</b> 300</div>
<div>
<b>Editore:</b> Giunti editore</div>
<div>
<b>Anno:</b> 2018</div>
<div>
<b>Prezzo: </b>18,50€</div>
<div>
<b>Acquista su Amazon:</b></div>
<div>
formato cartaceo: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8809864484/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8809864484&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=16f2f6d3c8c3f8fd61854c253acd664c" target="_blank">La misura dell'uomo</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=8809864484" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /></div>
<div>
formato ebook: <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B07JHSK3NR/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=B07JHSK3NR&linkCode=as2&tag=lalettramp-21&linkId=d16ce485b71296d572a3b3cd622a58a8" target="_blank">La misura dell'uomo</a><img alt="" border="0" height="1" src="//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=lalettramp-21&l=am2&o=29&a=B07JHSK3NR" style="border: none !important; margin: 0px !important;" width="1" /></div>
</div>
<br />Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3236782291449603598.post-78128846615653975042018-12-29T14:16:00.000+01:002018-12-29T14:16:04.427+01:00Le mie letture del 2018<div style="text-align: justify;">
E così finalmente questo 2018 giunge al termine. È stato un anno difficile, forse il peggiore in assoluto da che io mi ricordi, e ammetto che, pur sapendo che in realtà tra il 31 dicembre e il 1 gennaio non cambia assolutamente nulla, sapere che finisca mi fa tirare un sospiro di sollievo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche gioia durante l’anno c’è stata, sia chiaro: un paio di lavori che mi hanno fatto esclamare “oddio, che figata! Ma sta succedendo proprio a me?” (uno di questi lo troverete in libreria nei primi mesi del 2019); la vita matrimoniale che procede a gonfie vele; qualche bel film; qualche bella gita (tante mostre, quest’anno!); qualche bel momento con amici e persino un musical (Mary Poppins, al Teatro Nazionale a Milano... meraviglioso!), a cui non assistevo da un bel po’. Ma il tutto è stato offuscato da un grande dolore che ha gettato una cappa nera sulla seconda metà dell’anno: piano piano si sta un po’ diradando, ma dubito che se ne andrà mai del tutto e devo ancora capire come fare a conviverci (però giuro che mi sto impegnando). Quindi ecco, meno male che stai finendo, stupido 2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche per quanto riguarda le letture, quest’anno non è stato al massimo del suo potenziale. O meglio, lo è stato, se si considerassero tutti i libri che ho letto per lavoro, a discapito di quelli per piacere. Le mie letture personali si fermano a quota 55: che non sono poche, ma nemmeno tantissime rispetto al mio solito. È che tra i mille lavori, le mille letture (a cui segue una scheda, o una correzione, o una traduzione... ) e la conseguente stanchezza, sempre più spesso ultimamente, a me, lettrice rampante incallita, è capito di non avere voglia di leggere. A farne le spese è stato anche il blog, ovviamente, sempre più abbandonato a se stesso nonostante i miei sporadici post di buoni propositi, in cui promettevo che avrei cercato di aggiornarlo di più. E chissà che con il nuovo anno non ci riesca davvero.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNaoQ_Wx2NjLs5lCaXKrIjTfEQYnkLLS7Vtr4dKLcnyJTxp_0ZwHl9SasgQOBbpFxVs0ABDocHLS5jwQM5N_TPmiOnoVWC-QJhTiB74XUzLIxKS_wPp4leF3wsq_Q7FxmMjMVM_e6KRNod/s1600/tumblr_pi5ei8bfvy1qkaoroo1_500.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="500" height="391" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNaoQ_Wx2NjLs5lCaXKrIjTfEQYnkLLS7Vtr4dKLcnyJTxp_0ZwHl9SasgQOBbpFxVs0ABDocHLS5jwQM5N_TPmiOnoVWC-QJhTiB74XUzLIxKS_wPp4leF3wsq_Q7FxmMjMVM_e6KRNod/s400/tumblr_pi5ei8bfvy1qkaoroo1_500.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">© Georgiana Chitac</td></tr>
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Ma veniamo ai bilanci di lettura veri e propri. Cinquantacinque libri, dicevamo (di cui uno, <i>Lettere a Theo</i> di Vincent Van Gogh, ancora in lettura, ma conto di finirlo entro il 31 dicembre); e la cosa bella è che sono state praticamente tutte letture che meritavano. Non tutti capolavori, ovviamente, ma di libri che avrei potuto tranquillamente risparmiarmi non ce ne sono stati. <br />Certo, magari un 200 pagine di <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/05/allinizio-del-settimo-giorno-luc-lang.html" target="_blank"><b><i>All’inizio del settimo giorno</i></b></a> di Luc Lang me le sarei evitate volentieri; forse forse mi sarei evitata anche qualche pippa mentale di <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/03/theodore-e-dorothee-alexandre-postel.html" target="_blank"><b><i>Théodore e Dorothee</i></b></a> di Alexander Postel o qualche eccessiva riflessione poetica di <b><i><a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/09/lamore-maurizio-maggiani.html" target="_blank">L'amore</a> </i></b>di Maurizio Maggiani, per non parlare di alcune parti di <i><a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/10/asimmetria-lisa-halliday.html" target="_blank">Asimmetria</a> </i>di Lisa Halliday... però anche questi qualcosa mi hanno lasciato. E quindi, urrà, un anno di letture azzeccate!</div>
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Per quanto riguarda i libri belli, invece, ne ho letti diversi che, per un motivo o per l’altro, mi sono rimasti nel cuore. I migliori in assoluto, quelli che proprio mi porterò con me per tanti anni a venire, sono nove, ma anche per tutti gli altri ne è valsa sicuramente la pena. Specifico che non si tratta esclusivamente di libri usciti nel 2018... insomma, fa fede la data di lettura e non quella di pubblicazione.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrQYyHQgqYH7uCIy8GLvtXEme0cFOe0RYSrgfLdrt9SOi3dv4TRAQRndCoJrTHxTP4cAx3z6DOMmajlDu9RlOP2JAQqFEXiiox8O30t69yGqnLJw1BaeW1EuFQB1Ty_3bzgLQAY3ngd2gQ/s1600/20181229_130610.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1039" data-original-width="1433" height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrQYyHQgqYH7uCIy8GLvtXEme0cFOe0RYSrgfLdrt9SOi3dv4TRAQRndCoJrTHxTP4cAx3z6DOMmajlDu9RlOP2JAQqFEXiiox8O30t69yGqnLJw1BaeW1EuFQB1Ty_3bzgLQAY3ngd2gQ/s640/20181229_130610.jpg" width="640" /></a></div>
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L'ordine come sempre è casuale. E, come sempre, cliccando sul titolo del libro verrete rimandati alla recensione. Eccoli qui:</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/01/il-club-del-libro-e-della-torta-di.html" target="_blank">IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATE DI GUERNSEY</a></b> di Mary Ann Shaffer & Annie Barrows, tradotto da Giovanna Scocchera ed Eleonora Rinaldi per Astoria edizioni: uno dei primi libri letti quest'anno e che mi è rimasto nel cuore. Anche se ancora non ho provato a preparare la torta di bucce di patate. (Molto bello anche il film che ne è stato tratto, uscito su Netflix ad agosto).</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/02/un-ragazzo-doro-eli-gottlieb.html" target="_blank">UN RAGAZZO D'ORO </a></b>di Eli Gottlieb, tradotto da Assunta Martinese per minimum fax: di libri che parlano di autismo ce ne sono tantissimi, ma belli come questo non credo di averne mai letti. Un romanzo dolcissimo e terribile al tempo stesso, con un protagonista, Todd, che è impossibile non amare.</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/02/patria-fernando-aramburu.html" target="_blank">PATRIA</a></b> di Fernando Aramburu, tradotto da Bruno Arpaia per Guanda editore: semplicemente un capolavoro.</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/04/clessidra-dani-shapiro.html" target="_blank">CLESSIDRA</a></b> di Dani Shapiro, tradotto da Gaja Cenciarelli per Clichy: una grande scoperta di quest'anno, un memoir sulla vita di coppia che mi ha commossa, perché se si vuole ce la si fa sempre, nonostante tutto.</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/04/lo-zoablatore-sergio-olivotto.html" target="_blank">LO ZOABLATORE</a></b> di Sergio Olivotti, pubblicato da Lavieri edizioni: un libro illustrato, per bambini ma anche per adulti, divertente e con dei disegni semplicemente fenomenali.</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/05/manhattan-beach-jennifer-egan.html" target="_blank">MANHATTAN BEACH</a> </b>di Jennifer Egan, tradotto da Giovanna Granato per Mondadori: il mio primo romanzo di Jennifer Egan, a quanto dicono diversissimo da tutti gli altri suoi. A me è piaciuto tantissimo, davvero un bel "romanzone"</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/08/il-mare-dove-non-si-tocca-fabio-genovesi.html" target="_blank">IL MARE DOVE NON SI TOCCA</a></b> di Fabio Genovesi, pubblicato da Mondadori: Genovesi per me è sempre una garanzia, soprattutto nei momenti più bui e tristi, perché ti insegna che sì, la vita a volte è davvero terribile, ma in un modo o nell'altro si riesce sempre a sorridere.</div>
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<b>- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/09/il-diner-nel-deserto-james-anderson.html" target="_blank">IL DINER NEL DESERTO</a> </b>di James Anderson, tradotto da Chiara Baffa per NN editore: quanto mi piacerebbe salire sul camion di Ben e andare in giro con lui per il deserto dello Utah.</div>
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- <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/11/destino-raffaella-romagnolo.html" target="_blank"><b>DESTINO</b> </a>di Raffaella Romagnolo, edito da Rizzoli: ho un legame affettivo molto stretto con i luoghi che fanno d'ambientazione a questo romanzo, e quindi almeno in parte questo ha influito sul mio giudizio. Ma, cavolo, Raffaella Romagnolo scrive davvero bene ed è in grado di raccontare l'umanità e le vite che si nascondono dietro a ogni avvenimento storico.</div>
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Questi sono i nove che mi sono piaciuti di più in assoluto, ma in realtà se ne potrebbero menzionare anche altri: <i>Vincoli</i> di Kent Haruf per esempio (di cui qui ancora non c'è la recensione, ma merita), oppure <a href="http://lalettricerampante.blogspot.com/2018/02/la-manutenzione-dei-sensi-franco.html" target="_blank"><i>La manutenzione dei sensi</i> </a>di Franco Faggiani... però una selezione va fatta e quindi mi fermo qui. Spero che anche voi abbiate letto tanti libri belli e, soprattutto, che con voi il 2018 abbia picchiato un po' meno forte. </div>
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Sperando che il 2019 sia un po' meno doloroso e un po' più pieno di letture bellissime come queste (e di tempo per aggiornare il blog), vi auguro un buon anno nuovo, pieno di tutto ciò che più desiderate!</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/15125790443637800596noreply@blogger.com12