sabato 30 aprile 2016

Aprile dolce... leggere! (e pure tanto quest'anno)

E anche il mese di aprile volge al termine e, non so voi, ma io ormai sono in pieno fermento da Salone del Libro di Torino. Ho iniziato a spulciare il programma e cercare di decidere a quali incontri andare, e soprattutto ho iniziato a stilare la tanto temuta (dal mio portafogli) lista di libri che vorrei acquistare (per ora siamo solo a cinque, ma c'è ancora tempo).

Nell'attesa, comunque, diamo un'occhiata a come è stato questo Aprile qui sul blog. 
Il mese è iniziato con la gita al Book Pride a Milano, di cui vi ho raccontato qualcosa qui. Più che della fiera in sé, che è un po' piccolina e forse non vale il viaggio da lontano, sono contenta delle persone che ho incontrato (e anche dei libri che ho acquistato, ovviamente).

Sabato 16 c'è invece stato il quarto appuntamento di Una valigia di libri, l'evento organizzato da me, da Il giro del mondo attraverso i libri e dalla Libreria Sulla Parola, che questa volta ci ha portato a spasso per l'Asia. Un continente che conosco poco, sia geograficamente sia a livello letterario, che però ha portato invece un sacco di spunti. Bisogna solo trovare il tempo di recuperarli tutti.

Altre grosse novità non ce ne sono state, se si esclude che ho iniziato a collaborare con un altro sito letterario, Ultima pagina, e che ho consegnato un'altra traduzione (la cui uscita è prevista a maggio). Quindi, direi che possiamo passare alle letture. Che questo mese sono state proprio tante, anche se non tutte all'altezza delle mie aspettative.

le letture del mese più il Kindle, che ne contiene altre due.

PARLAMI D'AMORE di Pedro Lemebel: pubblicato da marcos y marcos con la traduzione a cura di Matteo Lefèvre, è un libro che tutti coloro che hanno letto e amato i romanzo di questo scrittore cileno dovrebbero recuperare. Rappresentato un tassello in più per conoscere e innamorarsi di Pedro Lemebel.

ANCHE NOI L'AMERICA di Cristina Henríquez: pubblicato dai tipi di NN editore (che porca miseria non sbagliano un colpo) con la traduzione di Roberto Serrai, è un libro che parla di immigrazione, di accoglienza, di odio e d'amore.

NESSUNO SCOMPARE DAVVERO di Catherine Lacey: edito da Sur e tradotto da Teresa Ciuffoletti, è stata la prima delusione di questo mese. Forse mi sono fatta fregare un po' io dai troppi commenti entusiastici che hanno alzato troppo le mie aspettative. Ma era da un sacco che non avevo così tanta voglia di prendere a sberle una protagonista.

PaperAmleto e altre storie ispirate a William Shakespeare: eh sì, questo mese ci sono state le celebrazioni per il quattrocentenario dalla morte del grande Will (e anche quelle per Cervantes, non dimentichiamocelo!). Tra i vari tributi, c'è questa bellissima raccolta di vecchi fumetti di Topolino che si ispirano alle più grandi commedie e tragedie shakespeariane. Una chicca, che tutti gli amanti del Bardo dovrebbero leggere.

LA SAGA DEI CAZALET vol.2- Il tempo dell'attesa di Elizabeth Jane Howard: edito da Fazi con la traduzione di Manuela Francescon, è il secondo volume dopo Gli anni della leggerezza incentrato sulla famiglia Cazalet. Una delle saghe famigliari più belle che ho letto negli ultimi anni.

LA FELICITÀ DI EMMA di Claudia Schreiber: pubblicato da Keller editore e tradotto da Angela Lorenzini, questo libro ha la copertina rosa e un bellissimo maialino che fa capolino da centro pagina. E poi è una storia dolcissima, con una protagonista di una tenerezza incredibile, anche se macella maiali.

ADIEU MON CŒUR di Angelo Calvisi: edito da Casasirio editore, parla di crescita, di cambiamenti e di amori impossibili. In un modo a volte un pochino frettoloso, ma comunque bello.

NON HO ANCORA FINITO DI GUARDARE IL MONDO di David Thomas: pubblicato da marcos y marcos e tradotto dalla scuola di specializzazione per traduttori tuttoEuropa, è il libro che ha dato inizio alla mia collaborazione con UltimaPagina (infatti per ora la recensione la trovate solo lì, tra qualche giorno approderà anche qui sul blog!). Una raccolta di brevi racconti di storie quotidiane, che tutti potremmo vivere. Un inno alle piccole cose e all'essere molto, molto umani.

CANTO DELLA PIANURA di Kent Haruf: secondo volume pubblicato in Italia da NN editore della Trilogia della pianura (in lingua originale sarebbe il primo), tradotto da Fabio Cremonesi. Eh niente, ho pianto. E viva i fratelli McPheron!

LA BATTAGLIA NAVALE di Marco Malvaldi: nuova avventura dei vecchietti del Barlume, pubblicata sempre da Sellerio. Nonché grande, grandissima delusione di questo mese. Porca miseria.


Non mi ero mica resa conto di aver letto così tanto! E devo dire che era da un po' che non mi capitavano così tante delusioni in un solo mese. Per fortuna che ci sono stati anche molti libri belli che hanno compensato.
 Il vostro aprile (di libri e non) come è stato invece?

venerdì 29 aprile 2016

LA BATTAGLIA NAVALE - Marco Malvaldi

- Dammi retta, parti, vai in vacanza e levati dai coglioni per una settimanetta. Qui non succede niente - disse Aldo, in tono sincero, calmo e rassicurante.
Dimenticandosi una cosa.
Che, come detto all'inizio del capitolo, siamo a Pineta.
Un posto dove ammazzano una persona l'anno.



Voi non immaginate neanche quanto sia difficile per me scrivere questa recensione. Ho letto tutti i romanzi pubblicati da Malvaldi. Mi fiondo in libreria appena escono e li inizio il prima possibile (a discapito di tutti gli altri che sono in attesa da più tempo). Malvaldi mi piace tanto anche come persona, e lo dimostra il fatto che io vada a ogni sua presentazione che fa da queste parti. Amo la sua intelligente ironia, il suo modo di raccontare e il suo rapportarsi con gli altri. 

Quando ho saputo dell'uscita di La battaglia navale, nuova avventura di Massimo e i vecchietti del Barlume, non vedevo davvero l'ora di iniziarlo e di ritornare a Pineta, quel paese di mare che ha un tasso di mortalità per omicidi decisamente superiore alla media. Per cui sono corsa a comprarlo, ma avevo un libro da finire, quindi l'ho fatto leggere prima a qualcun altro. Dalla cui faccia e dalle cui reazioni già mi ero resa conto che c'era qualcosa che non andava.
E, quando finalmente l'ho iniziato anche io, ho capito il perché di quelle facce e di quelle reazioni.

La trama è più o meno sempre la stessa, cambia solo il morto (che è una donna, in questo caso) e il movente. C'è sempre Massimo il barrista, che ora ha anche un ristorante insieme ad Aldo, che indaga con l'aiuto dei quattro vecchietti (che sono invecchiati proprio tanto). Un aiuto che la nuova vicequestore Alice Martelli sembra apprezzare molto di più rispetto al precedente. Tra indagini un po' sgangherate e soprattutto tante riflessioni, Massimo come sempre arriverà alla soluzione del caso.

Il grosso, grossissimo problema di La battaglia navale è che non fa ridere. O almeno, a me non ha fatto ridere praticamente mai. E la forza dei gialli del Barlume sta tutto in quello, nelle risate e nelle buffe situazioni che il quartetto di vecchini e Massimo creano in ogni indagine che affrontano. Se quelle risate vengono meno, il romanzo non decolla, rimane piatto e quasi noioso da leggere.
Malvaldi scrive sicuramente bene, e sa benissimo di farlo, ma forse qui si è fatto prendere un po' la mano, creando una storia troppo labile, troppo sottile, che non è riuscito a tenere in piedi con i personaggi. I vecchietti sì, sono sempre fenomenali, ma forse un po' meno del solito. Tiziana e Marchino ci sono, ma è come se non ci fossero. E Massimo è troppo preso dalla sua bella vicequestora, per riuscire a dare il meglio di sé.

Uno dei grossi problemi dei libri in serie è questo: l'impossibilità di mantenere sempre nel tempo lo stesso livello. E quindi sì, si va avanti a scrivere, perché lo chiedono i lettori, lo chiedono gli editori o per andare sul sicuro, ma il rischio che il meccanismo si rompa è molto, molto alto. E forse a un certo punto, se non si ha più niente da dire, sarebbe giusto anche lasciare andare i personaggi, le storie, il bar e Pineta.

Non lo so se la mia delusione di fronte a La battaglia navale sia un problema di aspettative altissime. In parte forse sì. Ma avendo letto e amato, in misura diversa certo, tutti i romanzi di Malvaldi, queste aspettative è stato normale che si creassero. E poi so che altri, che per Malvaldi hanno una passione meno marcata della mia, hanno provato la stessa cosa (vi rimando, per esempio, alla bella recensione di La libridinosa). Quindi sì, è colpa delle aspettative, ma forse è colpa anche del libro.

Che si legge bene, è scorrevole e tutto quanto, ma non si avvicina nemmeno lontanamente a ciò a cui Malvaldi ci (mi) aveva abituato.

Titolo: La battaglia navale
Autore: Marco Malvaldi
Pagine: 179
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: Sellerio
Acquista su Amazon:
formato brossura: La battaglia navale
formato ebook: La battaglia navale

mercoledì 27 aprile 2016

CANTO DELLA PIANURA - Kent Haruf

E così i fratelli McPheron proseguirono discutendo di bestiame da macello, di manzi di prima scelta, di giovenche e di vitelli da ingrasso, spiegarono anche questo, e i tre discussero a fondo fino a tarda sera. Parlando. Conversando. Spaziando un po' anche in altri campi. Due uomini anziani e una ragazza di diciassette anni seduti al tavolo sparecchiato di una sala da pranzo di campagna, dopo cena, mentre fuori, oltre le pareti di casa e le finestre senza tende, un gelido vento del nord scatenava l'ennesima tempesta invernale sugli altopiani.


Non so davvero da dove cominciare per parlarvi di Canto della pianura di Kent Haruf, secondo volume nella versione italiana della sua Trilogia della Pianura, pubblicato in Italia da NN Editore con la traduzione di Fabio Cremonesi.
Avevo provato più o meno la stessa sensazione anche con Benedizione, il primo volume pubblicato da NN editore di questa trilogia ambientata nel paesino di Holt, in Colorado. E in realtà è quello che provo quasi sempre quando mi capita di leggere libri bellissimi. Mi tolgono il fiato e le parole e mi fanno pensare per superlativi, al punto che mi verrebbe semplicemente da dire "fidatevi e leggetelo". Ma qualcosa in più effettivamente bisogna dire, non fosse altro perché Canto della pianura si merita tutti gli elogi possibili.

Siamo di nuovo a Holt, dicevamo. Ma questa volta non entriamo più in casa di Dad e delle sue vicine. Questa volta andiamo a trovare Tom Guthrie, docente di storia al liceo e padre di Ike e Bobby, due bambini molto svegli, che si rendono perfettamente conto che ci sia qualcosa che non va nella loro madre, che preferisce stare chiusa in camera al buio piuttosto che con loro. Poi andiamo da Maggie Jones, collega di Tom, che bada all’anziano padre e alle esigenze di chiunque le venga a chiedere aiuto, come si vede costretta a fare Victoria Roubideaux, che viene cacciata di casa dalla madre quando scopre che la figlia è incinta. Per poi arrivare al casolare dei fratelli McPheron, a qualche miglio di distanza dal paese, dove i due vivono da soli insieme ai loro animali da quando i genitori sono morti.
Le vite di tutti questi personaggi si intrecciano tra loro, e con quelle di altri, e ci raccontano ancora una volta quanto movimentata e appassionante, nel bene e nel male, possa essere la vita anche nel paesino più sperduto che si possa conoscere e tra le persone più semplici possibile.

Mi avevano detto che, a differenza di Benedizione, Canto della pianura non mi avrebbe fatto piangere. E invece mi sono commossa ancora di più. Forse per il filo conduttore del libro, completamente diverso rispetto a quello del primo volume: se là si parlava di fine vita, di rimpianti, di cose che ormai non si possono più aggiustare, qui c’è invece un inno alla nascita, alla rinascita e ai cambiamenti, che possono sì essere difficili e dolorosi, ma che alla fine non possono che far del bene. Forse per lo stile di Haruf, semplicissimo, diretto e senza troppi orpelli (anche se rispetto a Benedizione ne ha già qualcuno in più) eppure molto, molto efficace. Forse (e soprattutto) per la bellezza e la tenerezza di due personaggi, gli anziani fratelli McPheron, i cui comportamenti, tutti, da quelli più goffi a quelli più coraggiosi, mi hanno riempita di tenerezza e commossa in un modo che non credevo possibile.
Spero solo che stia bene, disse Raymond.
Lo spero, disse Harold.
Salirono al piano di sopra. Si sdraiarono ciascuno in camera sua, senza riuscire a addormentarsi, rimasero svegli al buio, separati dal corridoio, pensando a lei, e sentirono quanto la casa era cambiata, quanto all'improvviso tutto sembrasse vuoto e triste.
Ora manca ancora un libro, Crepuscolo, in uscita il 12 maggio, per concludere questa trilogia della Pianura. E sono davvero curiosa di scoprire a casa di chi ci porterà Kent Haruf questa volta e quale storia ci racconterà. Sapendo già che di sicuro sarà bellissimo.


Titolo: Canto della pianura
Autore: Kent Haruf
Traduttore: Fabio Cremonesi
Pagine: 304
Editore: NN Editore
Prezzo di copertina: 18,00€
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formato brossura:Canto della pianura. Trilogia della pianura: 2
formato ebook: Canto della pianura

venerdì 22 aprile 2016

ADIEU MON CŒUR - Angelo Calvisi

Quando ero piccolo facevano questa domanda anche a me. I vicini, gli zii, gli amici dei miei genitori: "Paolino, cosa vuoi fare da grande?" Non rispondevo niente, chinavo la testa e non sapevo cosa dire. Se me lo chiedessero adesso avrei le idee più chiare. Risponderei che voglio leggere in pace i fumetti di Zagor, voglio stare come gli animali al pascolo, sui prati, voglio rimanere tutta la vita stravaccato nella sala dei calciobalilla.

Qualche giorno fa ho avuto una di quelle fastidiosissime giornate da lettore, in cui qualunque libro nuovi provassi ad aprire dopo poche pagine mi faceva capire chiaramente che non era il suo momento. Capitano a tutti, e di solito la soluzione è lasciar perdere e mettersi a fare altro. Il problema è che avevo proprio voglia di leggere. Nell’arco della giornata ne avrò aperti e richiusi almeno cinque, innervosendomi sempre di più man mano che succedeva. Poi la sera prima di dormire, prima di buttarmi sulle parole crociate, ho deciso di fare un ultimo tentativo, con Adieu mon cœur di Angelo Calvisi. E ne ho letto una novantina di pagine. Eccolo, finalmente, il libro giusto!

Adieu mon cœur, pubblicato da Casasirio editore, racconta la storia di Paolo, in tre momenti diversi della sua vita. Quando è un tredicenne un po’ sfigato, con un unico grande amico, una famiglia non felice alle spalle e una folle passione per il calcio. Alle ragazze non ci pensa, se non solo di sfuggita, ogni tanto. E per questo che in seconda media si lascia sfuggire la bella Michela: non ha tempo di fidanzarsi, lui, deve guardare i mondiali. Poi però Michela ricompare l’anno successivo e le cose cambiano.  Poi ritroviamo Paolo dieci anni dopo, cresciuto e un po’ cambiato dai terribili fatti che la vita gli ha messo davanti. Michela, nella sua mente e nel suo cuore c’è ancora, anche se tutto pensava fuorché di trovarsela di fronte anche fisicamente. Passano altri dieci anni, le vite di Paolo e Michela hanno preso strade completamente diverse, ma per nessuno dei due facili, eppure si appartengono ancora. Ne passano altri dieci e le cose cambiano ancora. Finché non si ritorna al Paolo tredicenne, che dal passato riesce a spiegare tutto quello che gli succederà nel futuro.


Adieu mon cœur di Angelo Calvisi è un libro coinvolgente, di quelli che inizi e non riesci a mettere giù. È una lunga storia d’amore, che salta nel tempo per mostrare al lettore come sono andate le cose per Paolo: come è cresciuto, come è cambiato, come la vita e il suo passato abbiano influito e segnato il suo futuro, e come l’amore possa evolversi negli anni, anche l’amore non vissuto. A volte, devo essere sincera, ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, che questi salti temporali di dieci anni fossero sì una grande trovata ma che forse impedissero davvero di capire Paolo e il suo modo di essere. Ed è per questo che ho apprezzato di più il Paolo tredicenne, con le sue insicurezze, le sue paure, il suo modo, ancora infantile ma già in crescita, di vedere il mondo. Ho amato le sue chiacchiere con l’amico di sempre, la sua passione per il calcio e, soprattutto, il nascere della sua storia con Michela.


Adieu mon Cœur è sicuramente un romanzo molto bello, aiutato anche per quanto mi riguarda dalla città in cui è ambientato, Genova, che io amo molto. È un romanzo all’apparenza leggero eppure molto, molto profondo nel trattare i tema della crescita e dei cambiamenti. E anche se forse si gira l'ultima con la sensazione che manchi qualcosa e la curiosità di saperne di più, è sicuramente un libro da leggere.


Titolo: Adieu Mon Cœur
Autore: Angelo Calvisi
Pagine: 184
Editore: Casasirio
Anno: 2016
Acquista su Amazon:
formato brossura: Adieu mon coeur
formato ebook: Adieu mon coeur

martedì 19 aprile 2016

LA FELICITÀ DI EMMA - Claudia Schreiber

Se cadi tra le braccia di qualcuno, stai sicura che quel qualcuno ti lascerà cadere. Le sue mani ti faranno diventare tenera e poi ti schiacceranno. Se ti fai piccola e tenera, l’altro si farà duro e cattivo.
Non dargli confidenza, o dipenderai da lui. E se diventi dipendente inizi a mendicare amore. E perdi la dignità e la facoltà di ragionare.
Se cadi tra le braccia di qualcuno, stai sicura che ti lascerà cadere.

Ok, ve lo dico subito così mi tolgo il pensiero. La prima cosa ad attirarmi di La felicità di Emma di Claudia Schreiber, edito da Keller editore con la traduzione di Angela Lorenzini, non sono stati né il titolo né la trama, ma la copertina, che io reputo stupenda.  Perché, e qui viene la parte imbarazzante, vi devo confessare che, oltre che per il verde a pois, ho un debole per il rosa. E poi trovo quel maialino lì appollaiato di una dolcezza infinita.
Poi ovviamente ho guardato anche la trama, e ho capito che questo libro avrebbe fatto sicuramente per me.

Emma è una donna di campagna, cresciuta come se fosse il maschio che i suoi genitori non sono riusciti ad avere. Vive in una casa  che all'interno è in disordine, sporca e trasandata, proprio come lo è il suo aspetto, ma che invece all'esterno è un piccolo paradiso. Insieme a lei ci sono solo i suoi animali: galli, galline e soprattutto i suoi adorati maiali. Che alla fine macella, certo, perché sono stati allevati per quello, ma lo fa nel modo più dolce e affettuoso possibile, memore della sofferenza che ha sentito che provavano con i metodi più cruenti usati dai suoi genitori. Ha un suo equilibrio, Emma. Un equilibrio che forse gli altri non riescono a capire, e che sta per essere distrutto dalla sentenza di pignoramento che verte sulla sua fattoria. Finché un giorno, in un modo un po' rocambolesco, all'improvviso le piombano in casa un uomo di città, Max, maniaco dell'ordine, della pulizia e delle comodità, e un mucchio di soldi. Il modo di vedere il mondo di Emma a poco a poco cambierà, così come cambierà per sempre la vita di Max.

La felicità di Emma è un libro un po' surreale e molto, molto dolce, anche nelle parti più cruente. Ed Emma è un personaggio che commuove fin dalla sua prima apparizione sulla pagina. È una donna fortissima, ma al tempo stesso fragilissima, che ha paura di tutte quelle emozioni che non ha potuto conoscere ed è stata segnata da un passato che un po' l'ha condizionata nel suo rapportarsi con se stessa e con gli altri, e un po' l'ha aiutata a essere una persona migliore.
Il libro fa sorridere, molto, e fa anche molto riflettere, su come si è, su quanto è possibile cambiare, sulla fiducia, sull'amore, sulla morte, e già, che ci siamo, anche sulla tematica degli animali e del cibo. E poi beh, sì, verso la fine fa anche parecchio commuovere (ma forse è colpa mia, che sono una persona molto sensibile).

La felicità di Emma mi è piaciuto, e tanto anche. Per quella copertina rosa e il bel maialino, per come affronta tematiche importanti, per lo stile e per l'incredibile tenerezza che mi ha suscitato la sua protagonista. Assolutamente da leggere, anche se odiate il rosa (ma come fate a odiare il rosa?).

Titolo: La felicità di Emma
Autore: Claudia Schreiber
Traduttore: Angela Lorenzini
Pagine: 236
Editore: Keller editore
Acquista su Amazon:
formato brossura:La felicità di Emma

lunedì 18 aprile 2016

UNA VALIGIA DI LIBRI - Resoconto di un viaggio in Asia

Il quarto appuntamento di Una valigia di libri, che si è tenuto il sabato appena passato sempre nell'arancionissima e bellissima Libreria Sulla Parola di Caluso, ci ha portato a spasso per l'Asia. Dal Giappone al medio Oriente, dalla Cina all'Indonesia, anche questa volta sono arrivati tantissimi consigli, sia da chi ha potuto partecipare fisicamente sia a distanza.


Devo ammettere che la tappa asiatica, personalmente, era quella che mi preoccupava di più, perché mi sono resa conto che, almeno di recente, ho letto pochissima narrativa orientale. E, di quella poca che ho letto, ancora meno è quella che mi sentirei di consigliare ad altri lettori. È un grande limite mio, me ne rendo perfettamente conto, eppure che sia del medio oriente, dell'India o del Giappone, questa letteratura non riesce proprio ad appassionarmi. Forse non ho mai trovato il libro giusto. Ma, come dicevo prima, sono arrivati davvero tantissimi consigli e sono sicura che tra questi troverò anche qualcosa per me. (Un paio comunque sono riuscita a consigliarli anche io eh!).

Prima di procedere con l'elenco dei libri, volevo ringraziare ancora una volta Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri e Stefania della libreria Sulla parola, mie compagne di viaggio nell'organizzazione di questa avventura, e anche tutti i partecipanti, che rendono questi pomeriggi davvero speciali. È bello trovarsi, sedersi e chiacchierare, di libri ma anche di tanto altro, per un pomeriggio, cancellando ogni timidezza. Quindi, davvero, grazie a tutti.




Ma ora bando alle ciance e spazio ai consigli! Come sempre, trovate i libri consigliati suddivisi per paese, con tra parentesi l'editore italiano. Su alcuni c'è anche il link alla recensione se si tratta di un consiglio arrivato da un blogger:

AFGHANISTAN 
Mille splendidi soli - Khaled Hosseni (Piemme)
Quando la notte è più luminosa - Nadia Hashimi (Piemme)

ARABIA SAUDITA
Profumo di caffé e cardamomo - Badriya al-Bishr (Atmosphere Libri)

CINA
Sorgo Rosso - Mo Yan (Einaudi)
My little China girl - Giuseppe Culicchia (EDT)
La montagna dell'anima - Gao Xingjian (BUR)
Polvere rossa - Ma Jian (Neri Pozza)
Cigni selvatici - Jung Chang (Longanesi)
Il serpente piumato - Xu Xiaobin (Elliot)
Fiore di neve e il ventaglio segreto - Lisa See (TEA)
Un tè con Mo Yan - Marco Del Corona (O barra O)

CISGIORDANIA
Bruciata viva - Suad (Pickwick)

GEORGIA
La tua presenza è come una città - Ruska Jorjoliani (Corrimano edizioni)

GIAPPONE
La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami (Einaudi)
Memorie di una geisha - Arthur Golden (TEA)
Storia proibita di una geisha -Mineko Iwasaki e Rande Brown (Newton Compton)
Neve - di Maxence Fermine (Bompiani)
Tsugumi - Banana Yoshimoto (Feltrinelli)
Sonno profondo - Banana Yoshimoto (Feltrinelli)
La virtù femminile  - Haroumi Setouchi (BEAT)
Mille anni di piacere - Kenji Nagakami (Einaudi)
Umilmente ricevo in dono - Fabio Geda (EDT)
Manuale di un monaco buddista per sconfiggere la paura degli altri - Keisuke Matsumoto (Vallardi)
Il gatto venuto dal cielo - Hiraide Takashi (Einaudi)
Terra pura - Alan Spencer (Neri Pozza)
Il magico potere del riordino - Marie Kondo (Vallardi)

INDIA
Il dio delle piccole cose - Arundhati Roy (TEA)
Quando arrivano le cavallette - Arundhati Roy (TEA)
La moglie - Jhumpa Lahiri (Guanda)
Cuccette per signora - Anita Nair (Guanda)
La città della gioia - Dominique La Pierre (Mondadori)
Il bambino con i petali in tasca  - Anosh Irani (Piemme)
I figli della mezzanotte - Salman Rushdie (Mondadori)

INDONESIA
La scuola ai confini del mondo - Andrea Hirata (Rizzoli)
L'uomo tigre -Eka Kurniawan (Metropoli d'Asia)

IRAN
La casa della moschea - Kader Abdolah (Iperborea)
L'albero dei fiori viola - Sahar Delijani (Rizzoli)
Un'estate a Teheran - Farian Sabahi (Laterza)
Leggere Lolita a Teheran - Azar Nafisi (Adelphi)
Pollo alla prugne - Mariane Satrapi (Rizzoli Lizard)
Persepolis - Mariane Satrapi (Rizzoli Lizard)
Taglia e cuci - Mariane Satrapi (Rizzoli Lizard)

ISRAELE

Qualcuno con cui correre - David Grossman (Mondadori)
Che tu sia per me il coltello - David Grossman (Mondadori)
Ci sono bambini a zig-zag - David Grossman (Mondadori)
Come il vento tra i mandorli - Michelle Cohen Corasanti (Feltrinelli)
Tre amici - Amos Oz (Feltrinelli)
La simmetria dei desideri - Eshkol Nevo (BEAT)

NORD COREA
Fuga dal campo 14 - Blain Harden (Codice edizioni)

PAKISTAN
Io sono Malala - Malala Yousafzai e Christina Lamb (Garzanti)

PALESTINA
Ogni mattina a Jenin - Susan Abulhawa (Feltrinelli)
La strada dei fiori di Miral - Rula Jebreal (BUR)

TURCHIA
A con Zeta - Hakan Günday (marcos y marcos)
La bastarda di Istanbul - Elif Şafak (BUR)

Se, come me, non siete ferratissimi in geografia e volete vedere da dove arrivano tutti i libri di cui abbiamo parlato, qui c'è la bellissima mappa creata da Claudia.

Come potete ben vedere, anche questa volta c'è solo l'imbarazzato della scelta. I consigli sono stati tanti, con le motivazioni più disparate e, per questo, forse ancor più belle. Ora sicuramente non potrò più dire "vorrei leggere un libro ambientato in Asia ma non so da dove partire".

E ora ci rivediamo tra un mesetto, sabato 21 maggio, per l'incontro dedicato a NORD AMERICA e CANADA! Vi aspettiamo numerosi!

venerdì 15 aprile 2016

LA SAGA DEI CAZALET vol.2: Il tempo dell'attesa - Elizabeth Jane Howard

«Ho capito cosa vuoi dire. È una specie di trappola. Uno non dice le cose alle persone a cui vuole bene. Invece io penso che più vuoi bene a qualcuno, più dovresti dirgli tutto, anche le cose brutte. Credo che dirsi le cose sia il più grande gesto d'amore»

I Cazalet sono finalmente tornati. Dopo Gli anni della leggerezza, infatti, è approdato ieri in libreria, sempre con Fazi editore e con la traduzione di Manuela Francescon, Il tempo dell’attesa, secondo volume della saga della scrittrice inglese Elizabeth Jane Howard. 
Una saga che, grazie al cielo, si compone di ben cinque libri. Dico grazie al cielo, perché, dopo aver terminato questo nuovo capitolo ho subito sentito la mancanza della grande famiglia Cazalet. Come se avessi salutato qualcuno della mia, di famiglia, sapendo che per mesi sicuramente non l’avrei potuto rivedere.

Il tempo dell’attesa riparte un anno dopo Gli anni della leggerezza. Il volume precedente si era concluso con il discorso di Chamberlain del 1938, che garantiva che l’Inghilterra non sarebbe entrata in guerra. Un anno dopo, la Germania ha invaso la Polonia e gli uomini della famiglia Cazalet sono pronti ad arruolarsi e partire, se fosse necessario. 
A partire in realtà saranno sono solo in due: Edward, che coglie l’occasione al volo per allontanarsi dalla moglie Viola e poter finalmente essere più libero di vedere le sue mille amanti, e Rupert, costretto a lasciare la moglie Zoë e gli altri due figli, Clary e Neville, che patiscono tantissimo questa grande assenza. A casa resta solo Hugh, per occuparsi dell’azienda di famiglia, ma soprattutto della moglie e della figlia Polly, che da questa guerra è proprio terrorizzata. Tutti in qualche modo, comunque, cercano di darsi da fare, di aiutare come possono in questa precaria situazione: cucendo divise, accogliendo malati e bisognosi, o anche semplicemente aiutando tutti gli altri ad andare avanti.

Sono tanti i personaggi della famiglia Cazalet. Tanti sono gli intrecci, che ruotano attorno a Home Place. C’è chi è solo di passaggio, e chi invece è destinato a fermarsi più a lungo. La guerra c’è e si vede e si sente, eppure la vita deve comunque continuare e a Home Place effettivamente sembra non fermarsi mai, tra malattie, nuovi amori, sogni da inseguire, speranze e segreti. 

È difficile fare un vero e proprio riassunto di questo libro, come lo è, secondo me, un po’ di tutte le grandi saghe famigliari. Il lettore segue i personaggi nel corso degli anni, attraverso i racconti delle donne della famiglia, Loiuse Clary e Polly principalmente, ma anche tutte le altre, e partecipa alla loro vita, proprio come se ne facesse parte lui stesso. E quindi sì, proprio come mi era successo con Gli anni della leggerezza, anche in questo caso è come se fossi stata a Home Place, insieme a tutta la famiglia Cazalet, a seguire alla radio le notizie sulla guerra, a temere quando suonava la sirena per annunciare i bombardamenti, a mangiare cibo razionato e a oscurare vetri, a pormi domande, sulla guerra e sulla vita, ma anche a cercare comunque, per quanto possibile, di andare avanti con la quotidianità.

Il tempo dell'attesa mi è forse piaciuto ancor di più di Gli anni della leggerezza, libro che avevo già amato tantissimo. Non è semplice riuscire a tenere in piedi una storia con tutti questi personaggi, a farli incastrare perfettamente senza creare confusione, a coinvolgere così tanto il lettore da non riuscire a metter più giù il libro. Ed Elizabeth Jane Howard ci riesce invece in maniera incredibile, caratterizzando bene e andando bene a fondo di ogni singolo personaggio che introduce sulla pagina.

Certo, per amare questi volumi dovete sicuramente essere degli appassionati di saghe famigliari, o comunque avere la pazienza di aspettare che si crei la giusta famigliarità con i personaggi (occorre leggere un po' di pagine, ma l'albero genealogico a inizio libro aiuta tantissimo), per non rischiare di perdervi tra queste mille storie intrecciate. Io le saghe famigliari le adoro e Il tempo dell'attesa ha confermato quello che già avevo iniziato a sospettare con Gli anni della leggerezza: ovvero che quella della famiglia Cazalet è una delle più belle saghe famigliari che io abbia mai letto in vita mia.
E ora non mi resta che aspettare con ansia il terzo volume...

Titolo: La saga dei Cazalet - Il tempo dell'attesa
Autore: Elizabeth Jane Howard
Traduttore: Manuela Francescon.
Pagine: 640
Editore: Fazi editore
Anno: 2016
Acquista su Amazon:
formato brossura:Il tempo dell'attesa. La saga dei Cazalet: 2

mercoledì 13 aprile 2016

PaperAmleto e altre storie ispirate a William Shakespeare

Quest’anno ricorre il quattrocentenario della morte di William Shakespeare. Il 23 aprile 1616, infatti, si spegneva il drammaturgo più famoso di tutti i tempi. Anche chi non ha mai aperto un libro e a chi di teatro e di letteratura non importa assolutamente nulla, conosce William Shakespeare e sa citare almeno una battuta di una delle sue celebri tragedie. Un po’ perché alcune espressioni sono diventate di uso comune (una fra tutte “dubbio amletico”), un po’ perché dalle sue opere sono stati tratti in passato (e ancora oggi in realtà) moltissimi film, un po’ perché «ehi, Shakespeare è Shakespeare, tutti sanno chi è».
Molte sono state le iniziative lanciate per questo quattrocentenario: rappresentazioni teatrali, nuove uscite cinematografiche, gruppi di lettura delle sue opere, mostre, convegni e documentari. E poi anche PaperAmleto e altre storie ispirate a William Shakespeare uscito da pochissimo per Giunti, nella collana I capolavori della letteratura Disney.

Il mio Shakespeare Little Thinkers insieme alla raccolta in suo onore
Da bambina, come un po’ tutti credo, ero una grande divoratrice di Topolino. I miei genitori ci avevano anche regalato l’abbonamento, a me e a mio fratello, e per diversi anni abbiamo aspettato il mercoledì con ansia per poi litigare su chi aveva diritto a leggerlo prima. 
E ora, anche se siamo grandi, io e il mio compagno siamo di nuovo abbonati. 
Il Topolino e i fumetti Disney in generale hanno formato e ancora formano intere generazioni di ragazzini. Sembrano solo fumetti, vignette che van ben da leggere in bagno o in spiaggia, ma in realtà c’è molto, molto di più.
Il legame con la letteratura è presente da sempre. Mi ricordo che, sempre da bambina, per Natale un anno mi ero fatta regalare I promessi paperi, un’antologia che raccoglieva alcune storie ispirate ai grandi capolavori della letteratura italiana rivisitati in chiave paperosa e topolinosa. Poco dopo anche la PaperOdissea, il cui nome dovrebbe già dirvi tutto.
Potete immaginare quindi cos’abbia provato l’altro giorno quando, entrando per caso in libreria, mi sono trovata di fronte PaperAmleto. Mi è bastato vedere la copertina per andare alla cassa e comprarlo (una delle cose belle di queste raccolte di fumetti è che sono molto curate esteticamente senza avere però dei prezzi folli. Questa nello specifico costa 9.90€).

Poi ieri sera ho finito il libro che stavo leggendo e, nell’attesa di decidere cosa iniziare dopo, mi sono messa a sfogliare questo volume. Sono partita da Brigitta e il sogno di una notte di mezza estate e ho finito per leggere tutte e cinque le storie che lo compongono: PaperinAmleto principe di Dunimarca (che è una storia del 1960), Paperon Bisbeticus Domato (del 1998), Paperino Mercante di Venezia (del 1982) e L’amorosa istoria di Papero Meo e Gioietta Paperina (del 1977).

Credo sia inutile dire che mi sono divertita un sacco. Certo, le tragedie sono adattate per un pubblico di ragazzini (in sostanza, a parte uno di indigestione, non muore mai nessuno) e semplificate all’inverosimile. Però devo dire che tutto funziona comunque alla perfezione e in perfetto stile Disney. A parte La bisbetica domata, ho ovviamente già letto tutte le opere originali a cui queste storie si ispirano e devo dire che certe modifiche mi hanno fatto davvero sorridere (ero un po’ preoccupata di come avrebbero rappresentato Paperino Mercante di Venezia e quella libbra di carne attorno a cui ruota tutta l’opera shakesperiana).

È una raccolta di storie molto bella questa PaperAmleto e altre storie ispirate a William Shakespeare. Alcune, ovviamente, sono molto vecchie e un po’ si vede, sia dal tratto dei disegni sia dal linguaggio dei vari personaggi. Quindi non sono sicurissima che un bambino queste le apprezzerebbe. Però per i bambini un po’ più lungimiranti è sicuramente un buon primo approccio alle opere shakespeariane e a un grande della letteratura mondiale (grazie anche alla biografia dell’autore messa in calce al libro… due paginette fatte davvero molto bene!). 
Per gli adulti e gli amanti di Shakespeare, che sanno non prendersi troppo sul serio e che da bambini amavano il Topolino, è invece un gran bell'omaggio, una piccola e divertentissima perla che, secondo me, lo stesso Shakespeare avrebbe apprezzato molto.

"Confermo, apprezzo"
Concludo con tre informazioni: la prima è che il 23 aprile del 1616 è morto un altro grande della letteratura mondiale, Miguel de Cervantes (sì, lo so, qualcuno dice che in realtà lui sia morto il 22, ma preferisco immaginare che si siano dati appuntamento e siano morti lo stesso giorno). So che esiste una versione Disney anche del Don Chisciotte e spero che Giunti la riproponga presto.

La seconda è che ho già in casa anche il secondo volume della collana I capolavori della letteratura, ovvero Paperino e I tre moschettieri, che leggerò sicuramente a breve anche se devo confessarvi (qui, con un po’ di vergogna) che di Alexandre Dumas non ho mai letto nulla.

La terza è che, proprio in onore della morte di Shakespeare e Cervantes, il 23 aprile è La giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Molti di voi lo sapranno già, ovviamente. Ma quale occasione migliore per regalare un libro (o un fumetto paperoso)?

Titolo: PaperAmleto e altre storie ispirate a William Shakespeare
Pagine: 193
Editore: Giunti editore - I grandi capolavori della letteratura Disney
Prezzo di copertina: 9,90€
Acquista su Amazon:

venerdì 8 aprile 2016

NESSUNO SCOMPARE DAVVERO - Catherine Lacey

Dopo un po' mio marito mi prese la mano, e il suo gesto mi ricordò che se non altro avevamo questo, se non altro ci restavano delle mani che erano ancora in grado di amarsi, due lembi di carne e ossa che non avevano complicato il loro semplice amore a forza di parole, pensieri, delusioni o ricordi. Non facevano altro che tenere e farsi tenere. Ah, il bello di essere una mano.

Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey è il primo libro che leggo di Big Sur, la collana della casa editrice Sur dedicata alla letteratura nord americana. Devo essere sincera, quando ho saputo che questa bella casa editrice dai libri multicolore specializzata nella narrativa sudamericana si stava affacciando anche al Nord America, il primo pensiero è stato "oh no". Perché di case editrici che trattano letteratura nordamericana ce ne sono tantissime, quasi tutte quelle che pubblicano narrativa estera hanno in catalogo anche qualcosa di nordamericano, mentre in poche si dedicano esclusivamente al cono sur
È forse anche per questo, e al fatto che degli altri titoli non ci fosse niente che mi ispirasse davvero, che c'è voluto del tempo prima che mi decidessi a dare una possibilità a questa collana. Poi l'altro giorno, in occasione del Book Pride, c'erano parecchi libri in offerta in ebook negli store online, tra cui appunto Nessuno scompare davvero. L'ho quindi comprato, senza in realtà avere molta idea di che cosa parlasse, e ora eccomi qui.

Nessuno scompare davvero, romanzo d'esordio di Catherine Lacey qui da noi tradotto da Teresa Ciuffoletti, racconta la storia di Elyria, una ventottenne di New York, che lavora come sceneggiatrice di soap opera e ha un Marito docente di matematica. Un bel giorno Elyria molla questa sua vita all'apparenza perfetta e, senza dire niente a nessuno, parte per un viaggio on the road in Nuova Zelanda alla ricerca di se stessa. Si muoverà in autostop, accettando passaggi da sconosciuti e dormendo un po' dove capita, pensando al suo difficile passato, segnato da una madre non proprio presente e una sorellastra che ha fatto una triste fine, al suo presente e al suo legame con questo Marito di cui non vuol dire mai il nome, e soprattutto al futuro, da cui in realtà proprio non sa che cosa vuole. Sul suo cammino incontrerà personaggi più o meno caratteristici, che in un modo o nell'altro, l'aiuteranno a comprendere meglio se stessa e il tumulto interiore.

Se avessi scritto questa recensione subito dopo aver terminato il libro, credo che sarebbe stata piena di improperi. Elyria mi è stata antipatica quasi fin dall'inizio. E, per quanto geniale sia lo stile dell'autrice, leggere un libro tutto raccontato tramite i pensieri e i punti di vista di una persona che ti irrita è estremamente faticoso. Forse perché fatico a comprendere le persone che scappano senza minimamente preoccuparsi di chi lasciano indietro e poi pretendono che quando tornano sia tutto come prima. Forse perché più volte avrei voluto scuotere questa protagonista e prenderla a sberle, per farla reagire, o anche solo accompagnarla da uno psicologo (e non lo dico in tono ironico, credo che una persona che ha avuto il suo passato difficilmente riuscirà a trovare pace se non si fa aiutare). Fatto sta che, come dicevo prima, quando ho chiuso il libro ho provato un moto di rabbia e fastidio. 
Ho quindi preferito aspettare prima di scriverne, per vedere se con il tempo i pensieri nella mia mente avrebbero preso una forma diversa. E in parte, effettivamente, le cose un po' si sono ridimensionate.

Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey non mi è piaciuto, ho trovato irritante Elyria, i suoi pensieri intricati e i suoi bufali interiori. Però, al tempo stesso, è un libro che riesco a capire perché ad altri possa piacere. È forse uno di quei romanzi che bisogna leggere con lo stato d'animo giusto e in cui l'empatia con la protagonista è fondamentale.

Quindi, non posso né consigliarlo né sconsigliarlo. E sono davvero curiosa di sapere che cosa ne penserete voi. 

Titolo: Nessuno scompare davvero
Autore: Catherine Lacey
Traduttore: Teresa Ciuffoletti
Pagine: 243
Editore: Sur - collana BigSur
Prezzo di copertina: 16,50€
Acquista su Amazon:
formato brossura: Nessuno scompare davvero

martedì 5 aprile 2016

ANCHE NOI L'AMERICA - Cristina Henríquez

A volte preferirei continuare a ricordarlo com'era e basta, con tutte le strade e i posti che amavo. L'odore di gas di scarico e di frutta. Il caldo afoso. I cani che abbaiavano nei vicoli. Ecco il Panamá a cui voglio aggrapparmi. Perché un posto ti può fare molto male, ma se è casa tua o lo è stato una volta, lo ami comunque. Funziona così.

Non riesco nemmeno a immaginare quanto debba essere difficile decidere di abbandonare il proprio paese, la propria terra, la propria casa e la propria stabilità per andare in cerca di un futuro migliore in un paese lontano e sconosciuto. È una considerazione che faccio spesso in questo periodo, quando vedo tutti quei migranti accampati alle frontiere che cercano disperatamente di passare e di trovare accoglienza. E fatico davvero a capire quelle persone che vedendoli non riescono a provare nulla che non sia odio. Fuggono da guerre, fuggono dalla miseria, fuggono in cerca di un futuro migliore per se stessi o, nella maggior parte delle volte, per garantirlo ai figli e ai propri cari. Come si fa a non capirli, come si fa a non accoglierli, ad alzare muri o recinzioni di filo spinato?
Eppure è una cosa che succede da sempre, in tutte le epoche e un po’ in tutti i luoghi, e che nella maggior parte dei casi subiscono anche quei migranti che invece hanno un regolare permesso di soggiorno.

Anche noi l’America di Cristina Henríquez, tradotto da Roberto Serrai e pubblicato da NN Editore, tratta il tema della migrazione dai paesi del centro e del sud America verso gli Stati Uniti. 
In particolare Alma e Arturo dal Messico si sono spostati nel Delaware, uno stato a loro fino a quel momento sconosciuto ma che, oltre ad aver garantito un lavoro e un permesso di soggiorno ad Arturo, ha anche una scuola speciale dove possono iscrivere Maribel, la loro bellissima figlia sedicenne che dopo un terribile incidente non è più la stessa. Dal Messico al Delaware. Da una casa accogliente costruita su misura, a un bilocale scalcinato e pieno di spifferi. Da un lavoro gratificante a una coltivazione di funghi. Dalla sicurezza di avere accanto persone che vogliono loro bene, a un luogo in cui nemmeno capiscono quello che viene loro detto.
Per fortuna finiscono in un caseggiato popolato da altri migranti come loro, con cui a poco a poco stringono amicizia. Tra tutti la famiglia Toro, che viene da Panamá e che da anni sembra perfettamente integrata, anche se il ricordo di Panamá è più forte che mai. Tra Mayor, figlio dei Toro, e Maribel nasce un legame speciale, che supera i problemi della ragazza e diventa più forte che mai. Ma integrarsi in un paese che non è il proprio non è mai facile, per quanto uno possa sforzarsi non sa che accoglienza troverà dall'altra parte. E scoprirlo può fare male.

Anche noi l’America è un libro che si compone di tante voci. Quelle dei protagonisti principali, Alma e Mayor, che raccontano la vita di Maribel, passata e presente, tra amore materno quasi soffocante e amore adolescente, bellissimo e intensissimo, ma non sempre tenuto in considerazione dai grandi; e quelle dei vari abitanti del palazzo, di questi migranti che arrivano da punti diversi del centro e del sud America e che raccontano la loro storia, il loro passato, le speranze che avevano per il loro futuro e come queste si sono spesso infrante. 
«Potrei venire a trovarti».
Maribel scosse la testa.

«Per trovare una cosa prima devi perderla. Non avrai bisogno di trovarmi Mayor».
Un libro bellissimo, che parla d’amore e di integrazione, di accoglienza e di odio, di sensi di colpa e di vuoto. Un libro che ti spinge a riflettere e ti fa emozionare. Da leggere.

Titolo: Anche noi l'America
Autore: Cristina Henríquez
Traduttore: Roberto Serrai
Pagine: 317
Editore: NN Editore
Prezzo di copertina: 17,00€
Acquista su Amazon:
formato brossura: Anche noi l'America
formato ebook: Anche noi l'America

lunedì 4 aprile 2016

Una mattina al BOOK PRIDE a Milano

Durante il fine settimana appena passato a Milano si è tenuta la seconda edizione del Book Pride, la fiera nazionale dell'editoria indipendente promossa da ODEI, l'osservatorio degli editori indipendenti.
Ero già stata l'anno scorso alla prima edizione, ma non avevo scritto alcun resoconto qui sul blog perché, devo ammettere, che per me era stata un po' deludente. Per carità, poi avevo trascorso un bel pomeriggio in giro per Milano, ma il Book Pride in sé, per le dimensioni, per l'organizzazione, per tutta una serie di fattori, mi aveva lasciata un po' perplessa.
Già il fatto che quest'anno io sia qui a parlarvene vuol dire che le cose stavolta sono andate diversamente.

Innanzitutto è cambiata la sede. L'anno scorso era stato ai Frigoriferi Milanesi, luogo forse non proprio adatto a un fiera come questa. Un ambiente piccolino, con poco spazio per muoversi di fronte agli stand e una divisione troppo netta tra una sala e l'altra. Quest'anno si è spostato a Base, un centro esposizioni ricavato da un'ex area industriale e fresco fresco di apertura (addirittura qua e là c'erano ancora scale, sacchi di cemento e uomini al lavoro). Un luogo che ho trovato molto più spazioso, luminoso e accogliente. (E anche più facilmente raggiungibile senza perdersi da chi, come me, arriva in treno e in metro e Milano la conosce poco).

Ma veniamo al Book Pride in sé. Io sono andata sabato in tarda mattinata e sono rimasta dentro un paio d'ore. Ve lo dico subito: non ho partecipato ad alcun evento. Ce n'era uno interessante all'orario in cui io ero lì(Modi e forme della promozione della lettura), ma prima incontri un editore che conosci, poi un altro, poi un'amica, poi gente sconosciuta con cui ti metti comunque a chiacchierare e insomma, tra una cosa e l'altra, all'evento non ci sono andata. Ma so che un'altra blogger bravissima, The bookworm, che ho avuto il piacere di incontrare proprio per la prima volta lì al Book Pride, ne parlerà, quindi vi rimando poi a lei e al suo post.

"Quindi che cos'hai fatto e, soprattutto, che cos'hai da raccontare su 'sto Book Pride se non hai assistito a niente?" vi starete chiedendo voi. Beh, il clima, l'atmosfera, i libri ovunque e le chiacchiere, con gli amici e con gli editori. Cose che in realtà per iscritto sono molto difficili da raccontare, ma in ogni caso ci proverò.
Quest'anno non so perché ero molto lanciata. Non che andassi in giro a dire a tutti "ciao, sono la lettrice rampante", quello no, non lo faccio mai, mi vergogno troppo e so di non poter pretendere che chi ho di fronte sappia chi sono (anche perché chi sa quanti blogger li vanno a trovare durante queste fiere). Però. ecco, rispetto alla solita timidezza che mi coglie in queste occasioni, direi che quest'anno sono riuscita a chiacchierare un po' di più con tutti quelli da cui mi sono fermata.

Faccio quindi una rapida carrellata degli incontri e delle chiacchiere. Partendo dalla bella accoglienza di NN editore (la borsina, finalmente anche io ho la borsina!) e quella calorosissima di Edizioni Spartaco (Ugo, Andrea, Antonio e Tiziana, io vi adoro!). Ma anche le chiacchiere con le due ragazze allo stand marcos y marcos (prima su David Thomas, di cui ho comprato il nuovo libro, poi già che c'eravamo anche su Lemebel) e con la ragazza di Keller (che mi ha dato del lei, ma vabbè, di me era più giovane sicuramente... ma che è stata prontissima a non farmi passare per matta quando le ho detto che stavo comprando un loro libro per il bellissimo maialino in copertina). E poi quelle due signore che mi hanno visto vicino allo stand di NN e mi hanno salutata con un "tu non sai chi siamo noi, ma noi sappiamo chi sei tu e ti vogliamo ringraziare". Eh niente, di fronte a frasi così io mi sciolgo (e infatti credo di non aver risposto niente di intelligente... e vi chiedo scusa, se mi state leggendo!).

E infine i libri. Nei giorni precedenti al Book Pride avevo detto che ne avrei comprati solo tre. E ovviamente non ci aveva creduto nessuno. Alla fine poi ne ho comprati quattro, e uno mi è stato gentilmente regalato dai ragazzi di Edizioni Spartaco (grazie di nuovo, ragazzi!). Ecco l'elenco:


Il tempo fa il suo mestiere di Mariastella Eisenberg, edito da Edizioni Spartaco (e in uscita il 14 aprile).
La felicità di Emma di Claudia Schreiber, edito da Keller.
Non ho ancora finito di guarda il mondo di David Thomas, di marcos y marcos.
Benedizione e Canto della Pianura di Kent Haruf, pubblicati da NN Editore (sì, lo so, Benedizione l'ho già letto... ma me l'avevano presto e mi è piaciuto talmente tanto che dovevo averlo mio).

Insomma, sebbene io continui a preferire il Salone del libro di Torino (forse perché ci sono molti eventi in più e puoi rimanere là dentro per ore e ore senza quasi accorgertene, mentre qui, dopo un po', ti sembra di girare un po' in tondo), devo dire che quest'anno anche il Book Pride non mi è dispiaciuto. C'è ancora qualcosina da migliorare, ovviamente (tipo la divisione tra sale e spazio espositivo, e qualche punto di ristoro in più) ma è solo la seconda edizione... di tempo per farlo ne hanno eccome!

Bene, concludo ringraziando Thais e Nino per la compagnia, il pranzo e le risate; Giovanna e Virginia per l'accoglienza e le chiacchiere (al Salone avremo più tempo, sono sicura!); Luca per avermi quasi fatto sbagliare strada per arrivare a Base e poi avermi presa in giro per il libro rosa (ma dai, è adorabile!); di nuovo Ugo, Andrea, Antonio e Tiziana, e tutti gli altri con cui ho chiacchierato (Gianluigi, Rossella... e sicuramente me ne sto dimenticando qualcuno, portate pazienza).

Per la terza edizione del Book Pride prometto che cercherò di non farmi distrarre da tutti quei libri e quelle belle persone e parteciperò anche a qualche evento.
Sperando lo rifacciano lì a Base, così non ho nemmeno più il rischio di perdermi per arrivarci.

venerdì 1 aprile 2016

PARLAMI D'AMORE - Pedro Lemebel

La sua prima lettera la ricevette per posta, in una busta con il sigillo di ceralacca e il francobollo dell'Uruguay. Era scritta in un bel corsivo elegante con il suo inchiostro grigio azzurro. Era un tratto delicato. In ogni pausa della scrittura, un soffio di mare tiepido scompigliava le vocali come uccelli ballerini davanti ai miei occhi. Il suo nome era Aloma, viveva a Montevideo in una casa troppo grande per il suo andare lento, da rondine attempata.


Pedro Lemebel è entrato nella mia vita per caso, e quasi all'improvviso. Un giorno ero in un mercatino dell’usato, uno di quelli di catena, in cui i libri occupano solo una minima parte in mezzo ad altre cianfrusaglie dal design spesso improponibile. Arrivati al momento di pagare, ora non ricordo più cosa in realtà, sul bancone c’era questo libro di marcos y marcos dalla copertina azzurra. L’ho acquistato senza quasi guardarlo, visto che i libri di questo editore come ho già detto più e più volte, li compro praticamente a scatola chiusa, talmente mi piace. Ovviamente, il libro era Ho paura torero di Pedro Lemebel, uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto negli ultimi anni.

Racconto spesso questo aneddoto, lo so, perché mi piace pensare che la Fata dell’angolo, la protagonista di quel romanzo, abbia voluto che io la trovassi così, che abbia voluto irrompere all'improvviso nella mia vita e lasciarci un bel segno. Da allora, ho poi cercato di recuperare tutte le opere di Lemebel pubblicate in italiano. Sono solo altre due, in realtà, quindi non è stato tanto difficile. Baciami ancora Forestiero e quella di cui vi parlo oggi, Parlami d’amore, da poco pubblicata sempre da marcos y marcos e tradotta dai partecipanti al laboratorio di traduzione tenuto a Roma da Matteo Lefévre (un laboratorio che se fosse stato più vicino avrei sicuramente frequentato anche io).

Proprio come lo era Baciami ancora, Forestiero, Parlami d’amore è una raccolta di scritti di Lemebel. Degli episodi, delle cronache, dei racconti realmente vissuti, in cui ciò che traspare maggiormente è il suo amore per la vita. Un poeta, anche se non scrive poesie, lo definisce Roberto Bolaño. E credo non esista definizione più azzeccata. Dai racconti d’amore alle cronache di viaggio (da Helsinki a Roma, senza dimenticare mai la sua paura di volare), dalle semplici riflessioni sulla quotidianità, agli incontri d’amore casuali su un bus, senza dimenticare l’impegno civile: le sue avventure alle feste delle fate, vietate dal regime ma a cui lui (lei, come spesso si chiama) non vuole rinunciare, ma anche le riflessioni sul primo maggio, sulla fine della dittatura e sull'aborto.

Se non avete mai letto niente di Pedro Lemebel e non conoscete il “personaggio”, non dovete partire da Parlami d’amore. Non riuscireste a cogliere completamente la sua poesia, né la bellezza di quello che scrive. In alcuni racconti, ammetto, ho faticato anche io, che questo autore lo amo con tutta me stessa. Partite da quel capolavoro di Ho paura torero e poi, sono sicura, inevitabilmente approderete anche qui. E vi perderete nelle sue parole d’amore, nel suo stile canzonatorio e appassionato, nel suo amore per la vita, per la bellezza, per il mondo.

Parlami d’amore fornisce un tassello in più per completare il personaggio di Lemebel, per conoscerlo ancora più a fondo. E innamorarsene, di nuovo.


Titolo: Parlami d'amore
Autore: Pedro Lemebel
Traduttore: a cura di Matteo Lefèvre
Pagine: 160
Editore: marcos y marcos
Acquista su Amazon:
formato brossura: Parlami d'amore