venerdì 31 dicembre 2010

I MIGLIORI 10 (+1) DEL 2010

Ed eccoci arrivati al 31 Dicembre. Un anno che sta finendo. Un anno di assidue letture, di pagine girate e rigirate e di libri letti, adorati od odiati.
Ho deciso quindi, per salutare il 2010, di fare la classifica dei 10 libri (+ 1, perché non riuscivo a scegliere quale eliminare da quelli che ho selezionato) che per un motivo o per l'altro più ho amato quest'anno. (Non in ordine di gusto ma di lettura, partendo da gennaio)
Sperando che il 2011 porti a me e tutti i lettori di questo blog tanti bei libri da leggere :)

- A NEVE FERMA Stefania Bertola

- MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO Jonathan Safran Foer

- LA BAMBINA CHE SALVAVA I LIBRI Markus Zusak

- ROSSA Giorgio Serbanenco

-LA BELLEZZA E L'INFERNO Roberto Saviano

-AMABILI RESTI Alice Sebold

-QUALCUNO CON CUI CORRERE David Grossman

- LA LUNA ROSSA Luis Leante

-SOFFOCARE Chuck Pahlaniuck

-APERTO TUTTA LA NOTTE David Trueba

- FOLLIE DI BROOKLYN Paul Auster



BUON ANNO A TUTTI!

giovedì 30 dicembre 2010

FOLLIE DI BROOKLYN- Paul Auster

Nathan Glass è un assicuratore in pensione in cattivi rapporti con la ex moglie e la figlia. Dopo una pesante operazione chirurgica, e senza una lunga prospettiva di vita, decide di finire i suoi giorni a Brooklyn, nel quartiere dove è nato. Qui ritrova il nipote Tom, ormai ingrigito commesso di libreria, Lucy, la figlioletta della sorella di Tom, e, mentre è in viaggio per il Vermont, anche la donna della sua vita... Tutti e quattro tornano a Brooklyn e le cose si mettono bene, finché non arriva un fatidico 11 settembre...

Dopo aver letto "Moon Palace" mi ero quasi convinta a non leggere più nulla di questo autore, talmente mi aveva annoiata e delusa quel romanzo (o meglio, era fantastica la prima parte e terribile la seconda).
Poi però una mia amica mi ha parlato di questo, descrivendolo come un capolavoro, e, dato che abbiamo gusti molto simili, me lo sono fatta prestare.E ho fatto proprio bene. Un libro semplicemente stupendo.
I personaggi sono tutti incredibili. A partire da Nathan, il nostro narratore, che si trasferisce a Brooklyn per morire in santa pace e che lì ritrova suo nipote Tom e tutta una serie di altri fantastici personaggi (il libraio-falsario Harry Brightman, la piccola Lucy e la signora Joyce e la figlia) le cui vite si intersecheranno alla sua, animandola e rendendola più degna di essere vissuta. Nel mentre, porta avanti il suo progetto di scrivere un romanzo che raccolga tutte le follie che le persone comuni fanno ogni giorno, e che le accomunano a tutte le altre.
Un libro geniale, narrato in modo esemplare (bella l'idea di anticipare qualche elemento dicendo poi "ma ne parleremo più avanti"), che elogia le persone più comuni e fa capire che anche quelle che sembrano migliori di altre, in realtà sono fragili come tutti.
Bellissimo il finale!
Da leggere assolutamente!

Nota alla traduzione: complimenti al traduttore, che è riuscito a destreggiarsi in modo egregio tra tutti i doppi significati dei termini inglesi, senza appesantire troppo la versione italiana. Ben fatto!

"Sei proprio sicura di te, per la miseria"
"Devo esserlo, Tom. Se non lo fossi non sarei qui. Non avrei le mie valigie che mi aspettano in macchina. Non saprei che tu sei l'uomo della mia vita."

"La gente prova quello che prova. Chi sono io per dire che hanno torto?"

"Mai sottovalutare il potere dei libri"

giovedì 23 dicembre 2010

UNA TESTA IN GIOCO- Georges Simenon

Quanto vale la testa di un uomo? Secondo Maigret abbastanza da giocarsi la carriera. Ma questa volta il commissario rischia davvero grosso: far evadere dalla Santé, sulla base di una semplice intuizione, un condannato a morte alla vigilia dell'esecuzione capitale è una scommessa che potrebbe costargli cara. Pedinando l'evaso, Maigret si ritrova alla Coupole, confuso tra la fauna cosmopolita del carrefour Montparnasse: ricchi sfaccendati, artisti falliti, parassiti. E qui incontra colui che del romanzo è il vero protagonista: Jean Radek, ex studente di medicina cecoslovacco, spiantato e geniale. Una personalità tortuosa e malata, che per la prima volta riesce a stupire e disorientare Maigret sfidandolo a un duello sul terreno dell'intelligenza e dell'astuzia.

I gialli sono una categoria di romanzo che mi piace molto. Soprattutto quelli "seriali", con investigatori più o meno geniali che affrontano i casi e che grazie alla loro intelligenza o al loro estro arrivano a scoprire la verità. Adoro il Poirot di Agatha Christie. Adoro Adamsberger di Fred Vargas, e non mi dispiace nemmeno il buon vecchio Sherlock Holmes.
Che dire di Maigret? Forse tra tutti è quello che mi entusiasma di meno, almeno in questo romanzo specifico. Un po' troppo antipatico e scontroso per i miei gusti. E in questo romanzo, almeno per buona parte, non dimostra nemmeno una grande e spiccata intelligenza. Si muove in base ad un sospetto, che la persona condannata per omicidio in realtà sia innocente, al punto da farlo evadere dal bracico della morte. Il resto è poi un po' tutto confuso. Come se si ritrovasse casualmente catapultato dentro alla verità.
Non mi ha convinta del tutto.

Nota alla traduzione: le traduzioni Adelphi non mi convincono mai del tutto.

mercoledì 15 dicembre 2010

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER- E. Lee Masters

Nell'Antologia di Spoon River E. L. Masters richiama alla vita, con grande limpidità espressiva, i personaggi di una città di fantasmi che sembrano giacere ormai quieti dietro le lapidi di un erboso cimitero del Midwest. Ognuno racconta la sua storia e dà voce agli intrighi, alle ipocrisie e ai tormenti di un'esistenza repressa nelle abitudini e nel conformismo. Ne risulta un indimenticabile atto d'accusa contro lo stile di vita dell'America provinciale e puritana che ha il timbro crudo di una voce tagliente, che si consegna al tempo.


Erano anni che sentivo parlare di questa antologia senza che mai mi decidessi a leggerla. Poi qualche giorno fa, in auto, ho riascoltato per l'ennesima volta due canzoni di De André, "Dormono sulla Collina" e "Un giudice", ispirate entrambe (così come molte altre) a questa raccolta.
Che dire? L'autore è semplicemente geniale. Ritrae in questi componimenti, dedicati ognuno a un "morto" di Spoon River, la vita di un paese, con tutti i suoi intrighi e i suoi pettegolezzi, così come lo stile di vita dell'America Puritana in generale.
Alcuni fanno sorridere (soprattutto i "botta-risposta" tra i veri personaggi), altri riflettere. Non credo si possa dire molto altro.

Nessuna nota, letto in lingua originale (anche perché non avevo la versione tradotta da Fernanda Pivano)

martedì 7 dicembre 2010

APERTO TUTTA LA NOTTE- David Trueba

"L'unico locale aperto tutta la notte è la casa", dice Ambrose Bierce. E intorno alla casa ruota la turbinosa vita della famiglia Belitre. Nonno, nonna, papà, mamma e sei ragazzi dai nove ai ventotto anni, nell'arco di una torrida estate spagnola, traslocano da un piccolo appartamento di periferia in un palazzina a due piani con soffitta, giardino e ciliegio, nel cuore di una Madrid anni Ottanta, culla del lavoro, dello stress, dello stordimento notturno. E intorno alla casa, sempre spalancata davanti al bisogno di conforto, alle domande, agli inciampi del tempo, i Belitre crescono e invecchiano, muoiono e si divertono, mentono, si interrogano e si rispondono, in un misto di tenerezza e commozione, di grandi e sonore risate."

Mamma mia che libro! Scoperto per caso navigando su aNobii e letto tutto d'un fiato dalle 18 di ieri pomeriggio fino a notte fonda. Era impossibile fermarsi. Era impossibile pensare di aspettare un giorno per continuare e finire le vicende di questa famiglia tutta particolare, che lotta ogni giorno per sembrare "normale".
La famiglia Belitre è una famiglia tipica: nonno Abelardo poeta, che compone versi e conversa abitualmente con Dio, e nonna Alma, intellettuale, che vive a letto perché ha deciso e che narra del suo passato amoroso con intellettuali spagnoli, due genitori sui cinquant'anni che cercano come possono di mandare avanti la famiglia, di crescere i sei figli, ognuno con i suoi problemi più o meno gravi (dal piccolo Matías, affetto da una terribile sindrome che lo porta a identificarsi con le posizioni di comando, a Nacho, instancabile rubacuori, a Basilio, talmente brutto che il suo unico sogno è quello di diventare invisibile). A sconvolgere le loro vite saranno due arrivi: quello di Sara, nuova "badante" della nonna, che farà perdere la testa a tutti gli esemplari di sesso maschile della famiglia, sconvolgendo equilibri e facendo nascere gelosie e ribellioni; e quello dello psicologo seguace di Freud, assunto per curare il problema di bruttezza di Basilio, che si stabilirà in una tenda nel giardino dei Belitre e si convertirà presto in consigliere di tutta la famiglia.
Nel finale tutto tornerà al suo posto, se un posto ce l'ha mai avuto. Ritornerà l'equilibrio, ma senza buonismi o fini troppo lieti.

Un libro incredibile, che fa ridere e commuovere, che fa riflettere su certi aspetti della vita di ogni persona raccontandoli in modo a volte diretto ma comunque ironico: la crisi di mezza età dei cinquatenni, il senso di inadeguatezza verso il mondo che ci circonda, la malattia e le sue ripercussioni sulla famiglia, la difficoltà di innamorarsi o la paura di farlo.
Tanti personaggi, con tante caratteristiche diverse, che si ritrovano tutte insieme nell'unico posto che è aperto tutta la notte: casa.

Da leggere assolutamente!

Nota alla traduzione: troppe note, a volte superflue (ma forse perché ho qualche conoscenza della storia della letteratura e della cultura spagnola) e qualche problema grammaticale.

"Al posto di polizze assicurative gli sarebbe piaciuto vendere suicidi e assassinii- uscite d'emergenza da questo mondo imbecille- invece di impalcature a sostegno di un'esistenza barcollante."

"I temporali estivi non se li aspetta nessuno. Come l'amore, scoppiano d'improvviso, ti sorprendono nel posto sbagliato al momento sbagliato, ti obbligano a correre, saltare, fuggire, cercare riparo. E poi, d'improvviso, ecco di nuovo il sole, che tira per le orecchie un arcobaleno."



mercoledì 1 dicembre 2010

GUARDA COME TI AMO- Luis Leante

"È la vita di una donna sui cinquant'anni, in crisi dopo un divorzio e la morte della figlia. Incidentalmente scopre la fotografia di un vecchio amore dell'adolescenza fino ad allora ritenuto morto. Nella sua fuga in avanti, decide di scoprire cosa ne è stato di quel fidanzato. E questo la porta fino al Sahara, fino ai campi per rifugiati saharawi." Così Luis Leante riassume uno degli aspetti narrativamente più significativi del romanzo. Giganteggia la figura della protagonista Montse Cambra, colta in un momento delicato della sua esistenza e rapita dalla memoria di un passato mai morto. Il viaggio nel deserto è costellato di avventure, di incontri, tra rifugi di fortuna, oasi e scontri con culture diverse.


Ho appena letto l'ultima pagina di questo romanzo e ora, davanti a questo post bianco, mi trovo in difficoltà su cosa scrivere. E questo è già un buon segno, perché vuol dire che mi è piaciuto (a massacrare libri, come sapete, non mi ci va poi molto). Ho delle difficoltà a buttar giù questo commento perché non voglio correre il rischio di far passare questa storia come una banalissima storia d'amore. E' vero, si tratta soprattutto di una storia d'amore, due giovani che si amano, che per condizioni avverse devono allontanarsi, che vanno avanti nelle loro vite fino a quando una fotografia riporta tutto alla mente e farà sì che Montse, la protagonista femminile di questa storia d'amore, parta alla ricerca del giovane che tanto aveva amato.
Ok, detta così, sembra veramente ma veramente banale. Ed è proprio qui che emerge a mio avviso la bravura di questo scrittore. Prendere una storia così e renderla avvincente, interessante e per nulla sdolcinata. Merito è soprattutto dell'ambientazione del romanzo: Spagna e Africa, nel passato e nel presente, e della capacità di Leante di descrivere e mischiare culture e periodi diversi.
Bella la descrizione del deserto e dei popoli che lo abitano. Bella la descrizione delle tradizioni locali. Così come ben fatta è la ricostruzione storica della rivolta in Marocco e della vita dei legionari del periodo.
Se vogliamo fare qualche critica a questo romanzo, si può forse citare l'eccessiva sfortuna che a volte colpisce i vari personaggi. Ma anche qui, è una scelta ben ponderata e assolutamente voluta, che trova il suo massimo compimento nel (lieto?) fine.
Da leggere assolutamente, anche se forse La Luna Rossa, l'altro suo romanzo, è un pochino più bello (ma solo perché parla di libri).

Nota alla traduzione: c'è qualcosa che non mi torna, qualche scelta traduttiva, soprattutto di termini comuni, che mi lascia un po' perplessa... io la rivedrei...