Dal 1925, senza interruzioni, il settimanale "The New Yorker" diletta i suoi esigenti aficionados con vignette umoristiche che, disseminate fra pezzi di costume, inchieste, rubriche culturali, cronache mondane e inediti letterari, ne rappresentano perfettamente lo spirito elegante, mordace, sofisticato, acuto e cosmopolita. Dopo l'antologia del 2011 dedicata ai gatti e ai gattofili, il tema prescelto sono i libri, e in particolare i loro lettori e il variegato mondo dell'industria intellettuale, bersaglio su cui si cimenta a beffardi colpi di matita il gotha degli umoristi degli ultimi novant'anni, da William Steig a Robert Mankoff, da Leo Cullum a Charles Barsotti.
Immagino che molti di voi conoscano il periodico The New Yorker.
E' una rivista statunitense, nata nel 1925, che pubblica reportage, commenti sociali e politici, critica, saggi, narrativa, satira, vignette e poesia e che da sempre svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo della narrativa contemporanea. Sebbene sia incentrato principalmente sull'attività culturale e sociale di New York è in realtà uno specchio di tutta la società statunitense.
Io ho sempre saputo della sua esistenza, ma ho iniziato a "frequentarlo" dopo aver trovato sparse per la rete alcune vignette legate al mondo dei libri, e ho poi scoperto che queste, insieme a quelle di altri temi, sono una parte fondamentale di questo periodico. Sulle sue pagine infatti viene dato spazio a molti grafici e disegnatori che riescono, grazie alla loro penna (o matita, o quel che è), a fornire un ritratto della società diretto e immediato (quando la rivista è stata lanciata nel 1925 si sentiva spesso dire "The New Yorker è la miglior rivista al mondo per chi non sa leggere!").
Poi un giorno, in una libreria, ho visto questo volume, una raccolta di vignette a tema "letterario". Ho iniziato a sfogliarlo e ho deciso che avrebbe dovuto essere mio. E mia madre me l'ha prontamente regalato per Natale (è facile, arriva e mi dice "ordinati quelli che vuoi"... non molto romantico, ma molto, molto pratico per evitare regali bislacchi).
Il volume si divide in piccoli sottocapitoli, divisi per "tema", che sono anticipati da una spiegazione di Jean-Loup Chiflet, il curatore dell'opera che era uscita originariamente in lingua francese.
Sfogliando le pagine si incontrano le vignette sui vari tipi di autore, da quelli che scrivono solo quando hanno tempo, a quelli in crisi, a quelli troppo partecipi con quello che scrivono.
Ma anche quelle su editori validi ed editori spietati
Quelle sulla critica letteraria:
Quelle sui librai e sulle nuove, gigantesche librerie:
E ovviamente quelle sui lettori, più o meno appassionati:
Una raccolta molto bella e intelligente, che analizza e critica, in modo più o meno velato, molti aspetti della letteratura e di tutto il sistema che c'è dietro dei giorni nostri. Poi, da appassionata di libri, mi sono identificata molto con alcune delle situazioni illustrate, che credo accomunino un po' tutti.
Certo, la raccolta è del 2009 e sicuramente nel mentre sono uscite vignette più recenti e ancor più legate all'evoluzione che sta avendo il mondo della letteratura (vedi tutte quelle sulla diffusione degli e-book, che si possono facilmente trovare online).
E forse la traduzione in italiano dei testi delle vignette ne riduce a volte un po' l'efficacia. Però rimane una raccolta davvero molto bella e intelligente, che fa sicuramente sorridere, ma anche riflettere.
Vi consiglio di visitare il sito di The New Yorker di tanto in tanto. La maggior parte degli articoli sono raggiungibili solo dagli abbonati, ma un paio di vignette in home page sono sempre visibili.
Titolo: The New Yorker - Lo humour dei libri
Curatore: Jean-Loup Chiflet
Traduttore: Davide Tortorella
Pagine: 189
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Archinto
ISBN: 978-8877686176
Prezzo di copertina: 22,50 €
Acquista su Amazon:
formato brossura:The New Yorker. Lo humour dei libri
Nessun commento:
Posta un commento