Perdonate la latitanza degli ultimi giorni ma, come chi segue anche la pagina Facebook di questo blog sa, questo fine settimana sono andata a Roma per seguire un workshop di editing organizzato dalla casa editrice minimumfax. Era da tempo che avevo intenzione di seguire un corso in cui si spiegasse per bene in che cosa consiste il lavoro di editor e questo, seppur molto breve, un minimo di infarinatura me l'ha data.
E poi che dire di Roma? Sotto Natale è davvero magnifica! Alberi di Natale giganti ovunque, addobbi e lucine natalizie, gente che passeggia con pacchi, pacchetti e pacchettini in una via del Corso addobbata in modo semplice ma molto ad effetto. E poi, rispetto a qui, c'erano ben 15 gradi di differenza! Quando sono partita, hanno sghiacciato le ali dell'aereo con l'idrante mentre ieri sera sono salita senza giacca. Incredibile!
Ma ora parliamo un po' di questo workshop e delle cose che ho imparato e capito dell'editing, ma anche del mondo dell'editoria in generale.
Il workshop si è tenuto nella libreria Koob, una splendida libreria indipendente del quartiere Flaminio. La prima cosa che si nota entrando è l'assenza dei libri di classifica in bella vista: da qualche parte ci sono sicuramente, ma non si è sommersi da titoli e autori da supermercato ma viene dato risalto anche a libri magari meno conosciuti ma sicuramente più validi, e alle case editrici più piccole.
Il workshop, che è iniziato venerdì pomeriggio e finito domenica pomeriggio, è stato tenuto da Christian Raimo, insegnante, scrittore, traduttore, editor che collabora con diverse case editrici e riviste letterarie ("Orwell" ad esempio, l'inserto culturale di Pubblico). E' un uomo dalla cultura smisurata ma in grado di non fartelo pesare, grazie forse anche alla sua "romanità".
Il primo giorno, dopo le presentazioni iniziali (eravamo un gruppo formato principalmente da donne, provenienti da diverse città d'Italia... incredibili le "differenze" linguistiche!), è stata fatta una panoramica della figura dell'editor e di quali sono i suoi compiti in una casa editrice, e soprattutto si è parlato di quale tipo di formazione dovrebbe avere. E anche in questo caso, così come succede per i traduttori editoriali, una parte fondamentale è quella della lettura: per essere un bravo editor bisogno leggere tanto e leggere tutto, anche cose che magari solitamente snobberemmo e che a prima vista magari ci sembrerebbero inutili (parlo per me, almeno): il teatro e la poesia italiana contemporanei ad esempio, o libri che offrono competenze più svariate non strettamente legate al mondo della letteratura. Perché alla fine, quando si legge, non si sa mai quali competenze ci possono servire e quindi tutto, anche la cosa più minima e insignificante, potrebbe tornare utile quando meno ce lo aspettiamo.
E' stata poi presentata un po' di storia sulla nascita e diffusione delle case editrici e della pubblicazione e di come queste si stanno a poco a poco evolvendo con l'evolversi dei mezzi di comunicazione: tutti ora possono stampare qualunque cosa in poche semplici mosse e quindi la differenza deve essere data da altro.
Il secondo giorno abbiamo invece letto e analizzato un racconto di Francesco Longo, giovane scrittore italiano, autore di "Il mare di Pietra" edito da Laterza, che ora collabora con diverse riviste letterarie, tra cui "La Lettura", inserto letterario del Corriere della Sera. Un racconto di otto pagine circa, che ci ha tenuti impegnati per un giorno intero: sono state analizzate le scelte linguistiche, la credibilità dei personaggi e della trama, le incongruenze, le parti che funzionavano e quelle che invece avrebbero dovuto essere completamente cambiate, gli errori e le cadute di stile. Insomma, un'intera giornata di discussioni, con toni anche accessi a volte, per riuscire a capire come rendere pubblicabile un racconto del genere.
Il giorno successivo, l'autore è venuto da noi a farsi massacrare... Gli abbiamo presentato tutti i nostri dubbi e le nostre motivazioni, abbiamo cercato con lui di capire cosa poteva essere salvato e cosa no, di nuovo incontrandoci e scontrandoci su alcuni punti.
Devo dire che è stato davvero interessante, anche se, come è stato più volte fatto presente, questa è la condizione ideale, che però non sempre si verifica. Un editor non ha infatti necessariamente un rapporto così con l'autore del libro su cui sta lavorando: a volte si scontra con posizioni irremovibili, con poca voglia di cambiare o di intervenire sul testo, o semplicemente non può parlare con l'autore e quindi certi punti magari oscuri non vengono mai chiariti.
Sono stati tre giorni molto intensi e stancanti, ma anche molto interessanti. Certo, ora ho addosso un'incredibile consapevolezza della mia più totale ignoranza nel campo della letteratura. Christian Raimo ha parlato sempre e solo di letteratura alta, senza praticamente considerare il resto, e mi sono resa conto di avere delle lacune clamorose: a parte Carver, Franzen e classici come Madame Bovary o Lolita, conoscevo davvero pochi dei nomi che ha citato. Così come ignoravo l'esistenza di tantissimi siti e riviste letterarie che invece, se si vuole lavorare in questo mondo, sarebbe utile conoscere bene. Da questo punto di vista è stato sicuramente molto illuminante (a poco a poco rimedierò a tutte le mie mancanze... e vedrete probabilmente comparire qualche link nuovo nelle pagine che seguo).
E' stato poi molto bello lo scambio di opinioni, a volte con toni anche accessi sicuramente, tra quindici cervelli diversi che inevitabilmente ragionano in modo diverso. Certo, il fatto di essere un po' timida nel parlare con sconosciuti un pochino mi ha ostacolata, me ne rendo conto, ma comunque sono riuscita a dire la mia diverse volte (e vi assicuro che per me è una grande conquista).
Certo, qualcosina non ha funzionato: ad esempio i ritardi all'inizio (ma a Roma se si dice le 10 s'intende 10.30?) o le pause pranzo troppo lunghe visto il poco tempo a disposizione.
Ma in generale direi che è stato un corso molto utile: ho conosciuto molte persone intelligenti e interessanti, e mi sono affacciata per la primissima volta in quel fantastico mondo che è l'editoria.
Ora sta a me decidere se ritornare dentro o uscire da questa finestra. (Ma considerando i progetti che la mia compagna di viaggio ed io abbiamo in mente, direi che so già quale strada prenderò).
Ora sta a me decidere se ritornare dentro o uscire da questa finestra. (Ma considerando i progetti che la mia compagna di viaggio ed io abbiamo in mente, direi che so già quale strada prenderò).
Dev'essere stato un weekend interessante =) Beata te!!!
RispondiEliminaP.S. Carino lo sfondo, ho spulciato sul sito...e...che tttteeeeneri!!! Ho cambiato look al blog! Ahahah!
Ciao!
Ciao, ti seguo da poco e ho trovato questo post molto interessante. La figura dell'editor mi incuriosisce molto anche se come scrittrice mi mette anche ansia l'idea di farmi "massacrare" dalle critiche come hai descritto :)
RispondiEliminaComplimenti per la bella esperienza :)
PS Le tue lodi di Roma non le condivido, perché ci abito e non vedo l'ora di scappare!!
@Francesca: sì, è stato molto bello! :)
RispondiElimina(in quel sito ce ne sono tantissimi!!!)
@animadicarta: era un "massacro" affettuoso eh :P Anche perché conta che noi eravamo 15, ma di solito si è in due ed è tutto moooolto meno concitato :P
Sembra davvero un'esperienza interessante! Grazie per averla condivisa con noi :D
RispondiEliminaIl tuo racconto è stato davvero bello, e anche a me piacerebbe partecipare ad uno di questi incontri..dove li hai scovati??
RispondiEliminaSul sito della casa editrice. Una mia amica ed io stavamo cercando da un po' un corso di editing e siamo capitate lì :)
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