Tra tutte le cose che potrei invidiare agli Stati Uniti ce
ne sono due in particolare (ok, in realtà tre, se consideriamo anche i
festeggiamenti per il 4 luglio, mio compleann… giorno dell’indipendenza). La prima,
quella più macroscopica, è la loro letteratura, passata ma anche e soprattutto
contemporanea. Una letteratura prolifica e al tempo stesso di qualità, che ha
dato voce a ogni tipologia di scrittore. In Italia questa letteratura un po’
manca. O meglio, c’è, ma fatica a diffondersi e a farsi scoprire.
La seconda cosa sono i discorsi ai laureandi al termine dell’anno
accademico. Negli USA il sistema universitario è diverso, ci sono le classi
anche all'università, e quindi si presta molto di più a queste celebrazioni
rispetto alle nostre sessioni di laurea sparse per l’anno accademico. Però,
ecco, devo dire che se al termine della mia discussione, oltre al voto, ai
complimenti e all'avermi proclamato dottoressa nella cosa sbagliata, il mio
presidente mi avesse anche fatto un discorsetto per farmi capire che ce l’avrei
fatta anche una volta uscita di lì, sarei stata sicuramente più contenta.
Negli USA, dicevamo, questi discorsi sono la prassi. E sono tenuti solitamente
da personalità di spicco di una determinata disciplina. Credo sia un modo per
far capire agli studenti che “hey, io una volta sono stato seduto lì con voi e
adesso sono qui, e vi sto parlando. Ce la potete fare anche voi”.
Praticare un’arte, non importa a quale livello di consapevolezza tecnica, è un modo per far crescere la propria anima, accidenti. Cantante sotto la doccia. Ballate ascoltando la radio. Raccontate storie.
A essere gentili, buoni ed
onesti, perché l’odio ha creato solo distruzione.
Di regola io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo.
Ad
amare e non abbandonare mai i libri e lo studio, perché potranno essere dei grandi
compagni per la vita.
Non abbandonate mai i libri. È così piacevole tenerli in mano, col loro peso cordiale. La dolce riluttanza delle pagine quando le sfogliate con i vostri polpastrelli sensibili. Gran parte del nostro cervello si dedica a decidere se quello che tocchiamo con le mani ci fa bene o male. Anche un cervello da quattro soldi sa che i libri ci fanno bene.A mangiare tanta crusca e a lasciarsi stare le orecchie, a considerare sei le stagioni e non semplicemente quattro.
A fare “l’amore ogni volta che potete. Vi fa bene”.
E, soprattutto, a notare ogni singola
cosa che, per quanto minuscola, ci può rendere felici.
Ma tornando a mio zio Alex, che ormai è in paradiso. Una delle cose che trovava deplorevole negli esseri umani era che si rendevano conto troppo raramente della loro stessa felicità. Lui invece faceva del suo meglio per riconoscere apertamente i momenti di benessere. Capitava che d’estate ce ne stessimo seduti all'ombra di un melo a bere limonata, e zio Alex interrompeva la conversazione per dire: «Cosa c’è di più bello di questo?».
Spero che voi farete lo stesso per il resto della vostra vita. Quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, fermatevi un attimo, per favore, e dite a voce alta:«Cosa c’è di più bello di questo?»
La cosa più bella in assoluto, che mi ha fatto amare questo libricino ancor
più di quanto immaginassi ancor prima di acquistarlo (che, diciamocelo, un
libro con una copertina e un titolo così, è uno di quelli che si comprerebbe
anche a scatola chiusa, perché fisicamente molto bello), è il fatto che Kurt Vonnegut
non ci mette retorica, ma tanto umorismo, tanta ironia e autoironia, tante battute (che sicuramente al
momento del discorso dal vivo hanno reso ancora di più, anche se la traduzione
di Martina Testa rende il giusto onore alle parole dello scrittore), lasciando
perdere quel distacco, quel senso di superiorità con cui spesso gli accademici
più anziani si rivolgono ai giovani. C’è onestà, c’è realtà, c’è passione, che
gli derivano dalla scrittura, dal suo difficile passato, ma, sono convinta,
anche dal fatto che lui creda e segua esattamente tutto quello che ha detto.
Credo che Quando siete felici, fateci
caso diventerà il libricino che regalerò ogni volta che qualcuno mi dirà
che è un po’ giù di morale, che le cose non stanno andando come avrebbe voluto,
che la vita fa schifo e non si sente apprezzato come voleva. Magari non
risolverà il problema. Però sono sicura che almeno una delle parole di Vonnegut
centrerà il suo obiettivo e che, almeno per un momento, chi lo leggerà si sentirà meglio.
Titolo: Quando siete felici, fateci caso
Autore: Kurt Vonnegut
Traduttore: Martina Testa
Pagine: 107
Editore: minimum fax
Acquista su Amazon:
formato brossura:Quando siete felici, fateci caso
formato ebook: Quando siete felici, fateci caso
Ho amato questo libro dall'inizio alla fine, non conoscevo Vonnegut prima e nel giro di poco ho letto altri 3 suoi libri, tra cui Mattatoio n. 5. C'è poco da aggiungere alla tua recensione, pure io l'ho già regalato a un paio di persone che si trovavano in momenti particolari, ma pure a una che invece era già felice di suo.
RispondiEliminaHai ragione sì! Anche alle persone già felici andrebbe regalato!
EliminaVolevo regalarlo a mio padre il 19 marzo, purtroppo non l'ho trovato in tempo... comunque continua a interessarmi. Fa piacere sapere che Vonnegut è un Pollyanno xD
RispondiEliminaOddio, se mi dici che è un Pollyanno mi togli tutta la poesia però :P
EliminaMacché, dovrei moltiplicare il tuo entusiasmo, piuttosto u_u
EliminaGrazie per averci segnalato questo libro che non conoscevo, ma che è assolutamente perfetto per me, che della ricerca della Felicità in ogni singolo giorno ho fatto la mia ragione di Vita.
RispondiEliminaCorro a comprarlo!
Spero davvero che ti piaccia! :)
EliminaChe bello deve essere questo libro, uno di quei libri che danno conforto e coraggio, ma con stile e senza elementi patetici (immagino sia così e voglio leggerlo). E poi la copertina è bellissima (come tutte quelle di Minimum Fax d'altronde!).
RispondiEliminaSì! E' proprio così!
EliminaEd è bello anche dentro, oltre che sulla copertina!
Ho già in mente a chi poterlo regalare! E me lo autroegalerò, ne ho proprio bisogno!! *_*
RispondiElimina:)
EliminaSe prima ero indeciso se prendere o no questo libro, ora che ho letto la tua recensione propendo per l'acquisto. Sinceramente non conosco stile e contenuti di questo autore - mi è nota solo la sua fama -, ma già il titolo è tutto un programma, un invito ad essere consapevoli dei propri momenti felici - e a gustarli! Complimenti per il blog in generale, che ho trovato interessante. Alby
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