Mi capita spesso, quando termino un romanzo, di domandarmi
che cosa succederà da quel momento in poi ai suoi protagonisti. Noi lettori
vediamo spesso (non sempre, che ci sono romanzi che prendono un protagonista
dalla nascita alla morte) solo uno stralcio della loro vita, il momento che l’autore
ha deciso di raccontarci. E dopo, però, che succede?
Molti scrittori, del passato e del presente, hanno provato a rispondere a
questa domanda, giocando con i romanzi che li hanno formati e con i lettori
appassionati. Tra questi c’è anche Giovanni Arpino con il suo Storie d’altre
storie.
Trovo l’idea alla base del libro davvero geniale. Così come
lo sono alcuni racconti: divertenti (quello di Cappuccetto rosso e di
Pinocchio), poetici (Alice, semplicemente incredibile) e anche un po’ tristi
(il futuro di Lolita è esattamente come me l’ero immaginato una volta terminato
il libro). Quello che traspare in ogni parola è la conoscenza profonda ma anche
la passione e l’amore di Giovanni Arpino per i personaggi di cui ha parlato. Ed
è bello vedere dei tributi così grandi di scrittori ad altri scrittori.
Ora, dopo tutto questo entusiasmo, arriva il mio piccolo
però. Che nulla ha a che vedere con il libro, in realtà, ma che riguarda
principalmente me stessa. Per apprezzare al meglio tutti questi racconti è
necessario avere una conoscenza profonda delle opere da cui sono tratti.
Conoscenza che, in alcuni casi (non in tutti per fortuna), purtroppo a me
manca. Non ho mai letto Sandokan. Non ho mai letto le storie di Marlowe e Falstaff. E, lo confesso, nemmeno
Moby Dick. Delle lacune che questo libro e questi racconti un pochino ammetto
mi hanno fatto pesare, perché non mi hanno permesso di apprezzarlo del tutto. Che sia giunta l’ora di rimediare a queste lacune?
In ogni caso, se siete appassionati di letteratura classica,
se anche voi vi siete chiesti spessi “e ora che succede?” alla fine di un
libro, se avete voglia di farvi due risate ma anche di riflettere un po’ e,
soprattutto, se volete conoscere uno scrittore italiano forse poco ricordato e
considerato nella storia della nostra letteratura (anche qui, devo ammettere di
nuovo con somma franchezza, che prima di
questo libro non conoscevo Giovanni Arpino, anche se ha vinto diversi premi,
tra cui uno Strega e un Campiello nel corso della sua carriera), che meriterebbe
invece molta più attenzione… beh, Storie d’altre storie fa sicuramente per voi.
Titolo: Storie d'altre storie
Autore: Giovanni Arpino
Pagine: 104
Editore: Lindau
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formato brossura:Storie d'altre storie
Eeee Lista Salone. Di filato.
RispondiEliminaMa Lolita non morì di parto a 17 anni? O è così solo nei film, nel libro no?
RispondiEliminaAnche io alcune di queste storie le conosco solo a grandi linee, o tramite versione cinematografiche. Il BISOGNO di sapere cosa succede dopo l'ho sempre avuto però, mi sono tolta un po' di soddisfazioni con i vari seguiti austeniani negli ultimi due anni, ma è stata solo la punta dell'iceberg :D E poi vorrei che fossero gli autori originali a dire come prosegue la vita dei loro personaggi..sono grata alla Rowling, per esempio, perché in questo ci soddisfa spesso :)
Cognetti parlava di "something glimpsed" per il concetto che hai espresso nelle prime righe... Il motivo per cui amo i racconti.
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