Sto leggendo molti libri scritti
da donne che parlano di donne, in questo periodo. Non che lo faccia poi così
consapevolmente, nel senso che non ho mai prestato particolare attenzione a
quote rosa o azzurre per decidere un libro da leggere. Però, ecco, guardando le
letture dei miei ultimi mesi le donne la fanno da padrone. Forse perché sto
vivendo un periodo un po’ confuso della mia vita, in cui non so bene che cosa
fare della mia vita o come fare a raggiungere quello che vorrei, e quindi ho
bisogno di leggere di qualcuno non dico nella mia stessa situazione (che in
confronto a quel che succede nei libri la mia vita è tutta rose e fiori) ma che
almeno possa comprendere i dubbi della mia mente. E quindi ecco Elizabeth
Strout, ecco Véronique Ovaldé, ecco Joyce Carol Oates ed ecco anche Joan Didion.
Della protagonista di Diglielo da
parte mia, Charlotte Douglas, non ho assolutamente niente, e per fortuna direi anche.
Non sono combattuta tra due mariti, uno serio e pragmatico, l’altro impulsivo e
scapestrato, che forse non ho mai nemmeno amato davvero. Non ho una figlia che
sembrava tanto docile e buona e invece ora è ricercata dalla polizia. Non sono
in fuga perenne da un paese all'altro, né sono approdata a Boca Grande,
capitale di un piccolo stato dell’America latina in cui si sta per verificare l’ennesimo
colpo di stato.
Nessuno potrebbe mai essere
davvero, e ripeto per fortuna, come una delle protagoniste dei romanzi di Joan
Didion, in cui tutto è esasperato, quasi confuso, a volte forse addirittura
incoerente. E al tempo stesso, almeno in parte, potremmo esserlo tutte. Perché
Charlotte, così come ce la racconta Grace, la narratrice, la testimone che racconta
al lettore quanto successo alla protagonista da parte sua, è una donna che ama
e che soffre, è donna che non è riuscita ad ottenere quello che aveva sempre
sognato e che ora non riesce a trovare pace, forse perché non sa dove trovarla,
perché non sa che cos’è realmente.
Ecco quando accadde: lasciò un uomo, ne lasciò un secondo, tornò a viaggiare col primo; lo lasciò morire solo come un cane. Perse una figlia a beneficio della “storia” e un’altra in seguito a certe complicazioni (in entrambi i casi riferisco l’opinione di altri), si credette di sbarazzarsi di un simile fardello e venne a Boca Grande, in qualità di turista. Una turista. Così diceva lei. In realtà venne qui più come ospite di passaggio che come turista, ma lei non faceva tale distinzione.
Non faceva abbastanza distinzioni. Sognava la propria viva. Morì, piena di speranze. Questo, in sintesi.
Sono donne forti e fragili al
tempo stesso, quelle che Joan Didion racconta. Donne che vivono in un mondo
fatto di apparenze, di giochi di potere, politici, certo, ma anche quotidiani,
nella vita di ognuno, a cui si può resistere o soccombere. Oppure fuggire come
fa Charlotte, per non dover fare nessuna delle due cose.
Diglielo da parte mia è, ancora una volta, un romanzo difficile.
Difficile da leggere, perché in alcuni punti è davvero tanto confuso che si
fatica a capire cosa centrino certi episodi con la storia della protagonista.
Difficile da capire. Difficile da giudicare anche, perché sebbene io sia
convinta che la fuga non sia la soluzione ai problemi, credo anche che in certe
situazioni non si possa fare altro.
È un libro da leggere al momento
giusto, questo sicuramente. Quando si è di buon umore, per non pagare troppo le
conseguenze della lettura, oppure quando si è un po’ depressi e si è in cerca di
empatia e di donne che, in un modo o nell'altro, ce l'hanno fatta.
Titolo: Diglielo da parte mia
Autore: Joan Didion
Traduttore: Adriana Dell'Orto
Pagine: 226
Editore: edizioni e/o
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formato brossura: Diglielo da parte mia
formato ebook: Diglielo da parte mia (Gli intramontabili)
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