martedì 14 aprile 2015

#ioleggoperché... ecco cosa non mi convince

Ci ho dovuto pensare un po’ prima di decidermi a dedicare un post all'iniziativa #ioleggoperché. Immagino sappiate tutti di che cosa si tratta: il 23 aprile, giornata mondiale del libro, i messaggeri regaleranno a degli sconosciuti non lettori una delle 240.000 copie di libri,  scelti dalle case editrici aderenti e stampati per l’occasione in un’edizione apposita, con lo scopo di invogliarli a leggerli.

L’evento, organizzato dall’AIE e patrocinato da diversi enti (per informazioni più approfondite vi rimando direttamente al loro sito), ha messo in campo molte forze, tra testimonial importanti ed eventi correlati, che da un lato sanno un po’ di ultima spiaggia e dall'altro fanno chiedere perché spendere tutti questi soldi in un botto solo anziché diluire nel tempo (e negli anni, che la crisi dei lettori non è mica una cosa nata ieri)le iniziative e gli interventi a favore dei libri e della lettura.

Mi sono decisa, oggi, perché in questi giorni ho visto il banner di #ioleggoperché sulla testata di molti giornali, in un supermercato e, domenica, pure sulle magliette degli arbitri durante alcune partite di calcio. E il primo pensiero è stato “qui ora forse si sta un po’ esagerando”.
Premesso che da lettrice e da book blogger è ovvio che mi piacerebbe che l’amore per la lettura si diffondesse e riprendesse quel vigore che aveva in passato, così come è ovvio che ogni iniziativa, dalla più piccola alla più grande, volta a cercare di raggiungere questo scopo è un tentativo lodevole, io credo che in questa #ioleggoperché ci siano troppe cose che non funzionano del tutto, per renderla davvero credibile ed efficace.
Ve ne parlerò per punti e vi chiedo già scusa fin da ora se alcune delle mie obiezioni le avete già lette o sentite da altri in altri luoghi (segno che le perplessità non sono solo mie).

LA SCELTA DEI LIBRI: sappiamo tutti che un libro sbagliato al momento sbagliato può creare problemi persino al lettore più accanito, causando blocchi e remore non sempre facili da superare. Figuriamoci dare un libro scelto arbitrariamente da un editore a uno sconosciuto, per giunta non lettore. Innanzitutto, perché dovrebbe leggerlo? Perché è un regalo? Perché gliel'ha regalato quella ragazza così carina sul bus o quel signore tanto cortese in coda alle poste, che però non hanno idea di cosa/come/quanto/se legge e perché lo fa o non lo fa? E poi, come si fa a sapere se, una volta regalato, questo libro verrà davvero letto?
Inoltre, tra i titoli scelti (ancora una volta vi rimando alla pagina ufficiale, con l’elenco completo) secondo me ce ne sono alcuni che effettivamente possono essere adatti anche a chi non legge abitualmente (penso a De Silva, ad esempio), ma ce ne sono molti che, per quanto sicuramente bei libri, più che invogliare la lettura in un non lettore, potrebbero dargli la mazzata finale.
 E poi ci sono dei titoli che chi voleva avrebbe già letto: Il cacciatore di aquiloni, ad esempio, è stato in classifica per mesi e mesi (forse addirittura anni) ed è uscito in mille versioni diverse. Lo trovavi in libreria, ma anche all’autogrill e al supermercato. Possibile che, chi era davvero intenzionato a leggerlo, debba aspettare che glielo regali uno sconosciuto?
 I libri sono stati scelti dai vari editori, e ci può anche stare ovviamente, ma in base a quale parametro?  In base a cosa si pensa che Come un romanzo di Pennac, che parla di libri e di lettura, sia il libro ideale per persone a cui dei libri non importa niente?



I MESSAGGERI: al di là del termine da setta religiosa, che trovo davvero mal pensato, a queste persone viene data, a mio avviso, troppa responsabilità per una cosa che non dovrebbe nemmeno competere a loro. Escludendo subito chi lo fa solo per i crediti universitari (nulla di criticabile, anzi, probabilmente fossi ancora studentessa avrei aderito anche io) e anche chi ha aderito per potersi intascare o scambiare qualche libro che prima non aveva (e c’è sicuramente chi lo fa),  questi messaggeri altro non sono che appassionati lettori a cui viene affidato il compito di contagiare gli altri con la loro passione  e salvare così le sorti dei libri e dell’editoria in crisi. Cosa che facciamo già, da anni e anni. Perché se l’editoria ancora non è collassata del tutto in parte è anche merito di quello zoccolo duro di lettori medi e lettori forti, che amano leggere e acquistare libri. Ora, devono anche convincere gli altri a fare altrettanto. Perché questo deve spettare a loro?
Ma soprattutto, possibile che l’AIE e gli editori non sappiano che i lettori questo lo fanno già? Lo faccio io e mille altri blog letterari che parlano di libri e di editoria, con passione e impegno. Lo fa ogni singolo lettore, quando legge sulla metro o sul bus o sul treno o in coda o in qualunque altro posto vi venga in mente, circondato da altre persone che almeno un secondo, se ne hanno la curiosità, possono scoprire un libro nuovo. Lo fa quando pubblica una citazione su un social e quando si ferma davanti a una vetrina o a una targa che dice “pinco pallino è stato qui”. Certo, così facendo non regala fisicamente niente a nessuno e quindi è un lettore forse fine a se stesso. Ma se uno per convincersi a leggere deve aspettare che uno sconosciuto gli regali un libro a caso, beh, non credo che servirà poi tanto a cambiare le statistiche.
E poi, una volta finita la campagna, una volta riusciti (non so come) a quantificare se ha funzionato, il merito o la colpa a chi verranno dati? Ai messaggeri che non sono stati abbastanza bravi a diffondere? All’AIE che invece ha avuto proprio un’idea geniale?

I TESTIMONIAL: ammetto che questa è la parte che capisco meno, ma in generale in realtà, non solo con i libri. Non capisco perché io debba mettermi a leggere così all’improvviso perché Linus, Saturnino o Carlo Cracco mi dicono di farlo (così come non compro un profumo perché lo porta un tizio famoso) o perché gli arbitri hanno messo una maglietta durante una partita di calcio (che poi, un conto Telethon che tutti sanno che cos’è e quindi la maglietta ha un senso… ma se io dalla curva vedo sta maglia con su scritto #ioleggoperché, cosa capisco?). Ma qui forse sono io che di marketing non capisco niente.

GLI EVENTI: L’iniziativa sembra essersi diffusa molto, molti sono stati i messaggeri che hanno aderito e le iniziative create per promuovere l’evento. Così come molti saranno gli eventi in programma per la giornata mondiale del libro. Il fatto è che questi eventi c’erano già prima, anche gli anni passati, solo che venivano pubblicizzati meno. Molto meno. E lo sbaglio grosso, secondo me, sta proprio qui. Facciamo questa cosa gigantesca, che fico, senza tenere conto di tutto quel che è già stato fatto in passato e forse passato in secondo piano perché a organizzarlo erano piccole librerie, biblioteche o piccoli editori.  Reading, presentazioni, piccoli festival, incontri con gli autori ci sono da sempre, tutti gli anni e tutto l’anno. Ma l’AIE lo sa?

I RISULTATI: ne ho già parlato prima, ma voglio ritornarci. Come si quantificherà il successo o il fallimento dell’iniziativa? Che dati si aspettano dall’AIE per decidere se ha funzionato o meno? E su che periodo? Dopo un mese, due, tre, due anni? E come si farà a capire se è valso il dispendio di tempo e di denaro (ok, ci sono dei grandi sponsor che stampano i libri e a cui probabilmente a livello economico cambia poco, ma un libro che un messaggero regala dopo che gli è stato dato gratis è un libro in meno che viene comprato in una libreria)? E, ripeto, di chi saranno i meriti e le colpe?
Ora, non voglio sembrare sempre negativa. E qualche cosa di positivo sicuramente c’è anche in questa campagna. La canzone di Bersani e Pacifico, per dirne una:




Però ecco, guardando il video, bellissimo, e ascoltando le parole, mi sono immaginata la reazione di uno a cui di queste cose non frega niente e non è mai fregato niente. Non credo cambierà idea.

Il problema grosso di queste iniziative, secondo me, è che entusiasmano sempre  tantissimo i lettori, che ci mettono un sacco di passione e di impegno, ma che raramente trova riscontro in persone a cui, semplicemente, non interessa. E pensandoci è anche logico che sia così.

Non lo so, onestamente, che cosa si possa fare per ampliare il raggio del lettori. Da un lato mi piacerebbe saperlo, mi piacerebbe che tutti leggessero almeno un libro al mese, perché sono davvero convinta che la loro vita un poco cambierebbe e migliorerebbe. Dall'altro però mi chiedo anche come reagirei io se qualcuno (soprattutto uno sconosciuto) volesse obbligarmi a fare qualcosa che non mi interessa. Magari una possibilità gliela darei, che preferisco provare tutto almeno una volta prima di dire no (nei limiti, ovviamente). Ma poi? 

23 commenti:

  1. Sono d'accordo su tutta la linea. Se da una parte trovo sempre lodevoli le attività che hanno lo scopo di diffondere un po' la cultura, dall'altra mi vien spontaneo farmi delle domande: può davvero un libro scelto a caso aprire la mente di uno a cui non interessa niente? Dubito. Persino a un lettore potrebbe non fregare nulla: io leggo, tanto, ma se mi regalassi un romanzo di Benni, ad esempio, probabilmente resterebbe ad ammuffire da qualche parte per sempre. Che senso ha? Che fine faranno questi libri? Nel migliore dei casi saranno regalati a chi frega qualcosa, facendo di fatto sfumare l'obiettivo finale. Mi spiace vedere sempre in negativo, ma sono d'accordo con te, bella e lodevole iniziativa che (forse) poggia su un'organizzazione fragile. Ormai vip e non, siamo tutti pronti a lanciarci a capofitto in tutto quello che profuma di "politically correct", ma a volte le cose andrebbero valutate con attenzione prima.

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    1. Ecco, appunto, che fine faranno questi libri? Tra quanto si troveranno sulle bancarelle dell'usato o su ebay?
      Non è il regalo, secondo me, che invoglia un non lettore a diventare lettore, soprattutto se è un regalo praticamente casuale!

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  2. Dubbi condivisibilerrimi. Penso che un'iniziativa di questo genere, pur con tutta la buona volontà di chi ne fa parte, lascerà un po' il tempo che trova. Anche perché non è altro che l'evento di un giorno, quando l'unico modo di risolvere la situazione sarebbe un cambiamento strutturale e continuato, e bello impegnativo. Invece così boh, regalare libri a caso a persone che non leggono, lasciando il compito di spiegare perché a gente che dubito sarà formata per farlo senza risultare scassacribbiole.
    Poi oh, poteva essere peggio, è comunque meglio di niente. Però non è che ci sia da illudersi, o a Ioleggoperché seguono dei cambiamenti seri, oppure finirà nel nulla. Che è quello che mi aspetto.

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    1. E' sicuramente meglio di niente, sì. Però visto tutto il dispendio, di tempo e anche di denaro che c'è dietro, secondo me andavano considerati molto meglio alcuni aspetti che sono stati invece completamente tralasciati.
      E poi, come dici anche tu, è un evento di un giorno... e non può bastare un giorno per risolvere la disastrosa situazione in cui si ritrova oggi l'editoria...

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    2. Sì, pare proprio una cosa "una botta e via". Non mi pare si sia nemmeno tentato di collegarlo a punti che possano fungere da appoggio in caso i non-lettori agganciati volessero provarci. Che senso ha un'iniziativa sulla promozione della lettura che però non coinvolge soprattutto biblioteche e librerie? Mah.
      Poi i fondi potevano essere usati meglio. Finanziando le biblioteche, o mandando fondi per le biblioteche di classe. Cioè, qui mi pare che, tolta la stampa, tutto il budget sia stato dato al reparto comunicazione, quando poi non c'è moltissimo da comunicare. Magari sarà una bella giornata, magari siamo noi ad essere pessimisti e prevenuti, però... bof. Se rimane solo quello, bof.

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    3. So che biblioteche e librerie hanno organizzato molti eventi collegati all'iniziativa... però credo gli avrebbero organizzati comunque, come fanno sempre.
      Anche a me lascia molto perplessa questo uso smodato di risorse economiche che avrebbero potuto essere utilizzate in altri modi.
      Quindi, condivido il tuo bof.

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  3. Condivido pienamente le tue riflessioni. La prima volta che ho letto di quest'iniziativa n'ero entusiasta, poi col passare delle settimane sempre meno. Conoscendo molte persone che non leggono per svariati motivi (mancanza di tempo o non appassionati alla lettura) ricevere un libro da uno sconosciuto, magari non è adatto a lui, è un po' come voler svuotare l'oceano con un cucchiaino. Lo sconosciuto accetta il libro ma una volta a casa lo abbandona perché non è interessato. La mia impressione è quella di un'iniziativa costruita a tavolino senza prendere in considerazione quello che succede realmente sul territorio, iniziative culturali locali ecc.
    Ma soprattutto, una volta conclusa quest'iniziativa come faranno a sapere quanti nuovi lettori ci saranno in più? Si aspettano un aumento delle vendite o altro?

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    1. Esatto! Il discorso di cosa si aspettano secondo me è la chiave di tutto ed è anche quello che viene meno trattato in assoluto. Forse non ci hanno pensato nemmeno loro...


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    2. Se non ci hanno pensato... vuol dire aver buttato al vento soldi che potevano essere investiti in tanti altri modi per promuovere la lettura.
      Che poi, avvicinare le persone alla lettura è un processo lento e lungo, i risultati si vedono solo col tempo. Secondo me parte di questo processo dovrebbe essere affidato alla biblioteche e alle scuole.

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  4. Per il fatto dei testimonial, credo possa funzionare alla grande, così come tante persone leggono libri solo perché li consiglia Piero Dorfles a "Per un pugno di libri" o Fabio Fazio a "Che tempo che fa".

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    1. Sì, ma con Deflores o Fazio stiamo comunque parlando di persone che già leggono, non di gente a cui non frega niente. E' questa la differenza, secondo me.

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    2. Oddio, magari un libro consigliato da Alberto o Piero Angela lo prendo pure in considerazione ma Linus?! D'accordo il taglio gggiovane e il social wall e l'hashtag (ché leggere è phico ragassi, mica roba da sfigatelli eh, che vi pensavate?!) però... Non so, a me sembra tutto così fatto male. Ma male male male.

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  5. A me francamente spaventa questi modi da setta. Anche a me piacerebbe che tutti leggessero, ma non glielo posso certo imporre. Tra i diritti del lettore c'è anche quello di non leggere, alla fine. E per di più, sarebbe importante distinguere sempre il cercare di aumentare i lettori dall'aumentare le vendite. Perché questa equivalenza viene posta sempre troppo rapidamente, a mio avviso, e non si può pensare che un "neofita" decida di spendere chissà che cifre in un hobby che sta sperimentando un po' timoroso. Probabilmente chiederà dei libri in prestito dagli amici più stretti, se leggono, spulcerà in casa, se ci sono libri, o si recherà in biblioteca. Magari si darà alla pirateria per non tirare fuori un euro, che certo non è una scelta che incoraggio, ma è plausibile. E un nuovo lettore di questo genere sarà considerato un successo, dall'AIE?

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    1. Concordo con te su quanto brutta sia questa modalità da setta (e davvero non so a chi sia venuto in mente di chiamarli messaggeri -.-').

      L'AIE considera già poco anche ora quei lettori che i libri li prendono in prestito e non li comprano, non oso immaginare dopo.

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  6. Concordo su tutto, e mi piace condividere con voi, se non li avete già letti, i pareri di Giuseppe Laterza e di Giovanni Solimine

    http://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1580:ioleggoperche-se-manca-la-saggistica&catid=49:in-questione

    http://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1584&catid=49:in-questione&Itemid=112

    Di quest'ultimo, condivido soprattutto l'ultima parte :)

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    1. Avevo letto solo il primo! Grazie per averli condivisi!

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  7. Un intervento accurato che mette in luce perplessità che nutro anch'io (tuttavia non avrei mai saputo esprimerle con lo stesso equilibrio), forse per la mia generale avversione a fenomeni così "pompati" cui non fanno da contorno campagne più ampie di promozione della cultura, un po'come accade con le varie giornate per il ricordo di eventi terribili, che spesso danno più ossigeno alle casse di qualche casa editrice o cinematografica che riconoscimento all'importanza di sensibilizzare. Io sono per il lavoro consolidato sul lungo periodo, poi spero sempre di sbagliare e di dover riconoscere che iniziative come questa possano contribuire, anche per poche persone, a produrre qual cosa più che una moda passeggera. Vedremo. Noi, intanto, continuiamo nel nostro piccolo, a perseverare nella lettura anche per conto di chi lettore non è! ;)

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    1. Ci ho dovuto riflettere a lungo, per poterlo scrivere così eh... se l'avessi scritto appena uscita l'iniziativa probabilmente avrei usato molte più parolacce :P

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  8. Condivido alcune cose ma non tutto :)
    Sul Cacciatore di aquiloni: c'è tantissima gente che ancora non l'ha letto (io per prima xD) e ancora oggi, dopo anni, è super-richiesto.
    Tra l'altro stavo preparando anch'io un post su questo argomento, posterò domani che devo dargli un'aggiustata, integrando alcuni spunti che mi hai dato.

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    1. Beh ci mancherebbe! :) E domani verrò sicuramente a leggere il tuo post! :)

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  9. Giocherà, a favore dell'iniziativa, il fattore "senso di colpa" delle persone, a furia di sentirsi dire dai media che non leggiamo (e quindi siamo stupidi)... ;)

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  10. Ottima analisi! Per molti versi concordo con te, in particolare con la scelta dei libri. Altro che mazzata finale, qui rischiamo l'effetto boomerang e di creare una generazione di ignoranti col rigetto per la lettura :/

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  11. Ciao Elisa, ho letto le tue considerazioni, che non sono le mie, ma è giusto che ognuno abbia la propria di oppinione. Io la trovo una bella iniziativa, sopratutto la parte che faranno i messaggeri (effettivamente un termine un pò tetro), ho letto che ognuno è libero e sceglie come consegnare e a chi consegnare i libri, per cui c'è chi andrà nella scuola del figlio, la classe sceglierà uno o due libri li commenteranno insieme in classe e poi i libri saranno donati alla biblioteca scolastica; un proprietario di un bar ha organizzato un'evento nel bar per parlare di libri; una signora che prende il treno tutte le mattine donerà libri agli altri passeggeri e poi ce ne sono anche tante altre. So che molte sono cose che già si fanno, sopratutto nelle scuole, ma il fatto che sia un genitore ad organizzarla assieme all'insegnate, da un senso diverso all'evento. A me di questo evento piace questa cosa, la fantasia di chi ama leggere per provare di coinvolgere tutti nella sua passione. Poi ci sono anche gli eventi televisivi e radiofonici fatti da persone importanti ........... che per quel che mi riguarda, a parte la bellissima canzone di Samuele Bersani Pacifico e la voce del mitico Guccini, sono la parte meno importante. E' comunque interessante leggere le considerazioni che non sono le tue, ti da sempre uno spunto per ragionare e se sono articolate come le tue per capire meglio. Buona giornata e complimenti per il tuo blog. Simona

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