mercoledì 26 giugno 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché? #39

Rieccoci per una nuova puntata della rubrica di confronto tra titolo originale e titolo tradotto! 

Nell'appuntamento di questa settimana parlerò di un libro il cui titolo è stato cambiato solo leggermente... un piccolo, piccolissimo cambiamento che però, secondo me, modifica interamente la percezione del romanzo da parte del potenziale lettore, scoraggiandolo un po' alla lettura.

Sto parlando di CHARLOTTE STREET ovvero LA RAGAZZA DI CHARLOTTE STREET di Danny Wallace:



Danny Wallace è un comico, registra, scrittore e presentatore inglese, conosciuto al grande pubblico internazionale grazie al suo Yes man, da cui è stato tratto l'omonimo film con Jim Carrey. Charlotte Street è uscito in lingua originale nel 2012 e tradotto in italiano da Simona Viciani lo stesso anno per Feltrinelli. 

Il libro, apparentemente e a causa anche di una quarta di copertina un po' fuorviante, parrebbe essere una banale storia d'amore. In realtà c'è molto di più: un personaggio ben costruito che deve fare i conti con il suo passato e il suo presente, uno stile molto ironico e fresco e, soprattutto, c'è Londra sullo sfondo. A me era piaciuto molto (vedi recensione).

In questo come si diceva piccolo, piccolissimo cambio di titolo c'è sicuramente qualcosa che non va. L'aggiunta di quel "la ragazza" e la scelta di una copertina completamente diversa dall'originale e molto fedele alle mode del momento, banalizzano drasticamente il contenuto del libro. L'intenzione era quella di attirare una certa tipologia di lettori (o meglio, lettrici), cavalcando forse anche l'onda del successo avuto da Gli ingredienti segreti dell'amore (e se notate infatti le copertine sono estremamente simili, cambia solo la città sullo sfondo). 
Un'intenzione che però penalizza tutto il potenziale che questo romanzo ha di rivolgersi a un pubblico più ampio.


Insomma, io fossi Danny Wallace un po' mi sarei arrabbiata per questa scelta. Così come, per l'ennesima volta,  mi sono arrabbiata come lettrice.

8 commenti:

  1. Concordo in pieno, non è nelle mie letture, ma sicuramente mi avrebbe attratto di più la copertina e il titolo originale.

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    1. Viene molto banalizzato, oltre ad essere parecchio fuorviante. L'originale (sia titolo sia copertina) sarebbero andati decisamente meglio!

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  2. Mah, si sono anche trattenuti. Meglio l'originale, vero che questo è fuorviante, ma potevano fare molto molto di peggio. Tipo la ragazza della cucina segreta di Charlotte Street.

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    1. Per carità, avrebbero davvero potuto fare di peggio... Però, soprattutto leggendo il libro, questo minuscolo cambiamento nel titolo risulta davvero irritante

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  3. Chissà se queste cose avvengono anche altrove, se cioè ci sono certe "tendenze" nell'adattare i romanzi stranieri. Ad esempio a me è sembrato di notare che le copertine dei romanzi italiani tradotti tendono a enfatizzare le solite caratteristiche "tipiche" dell'Italia, tipo cibo-mare-sole-paesaggi, anche se magari sono elementi che non hanno molto a che fare con la storia. Peccato che non mi vengano in mente ora esempi concreti.

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    1. E' un po che vorrei provare a fare il contrario, vedere cioè come vengono tradotti i titoli italiani all'estero, ma è un periodo un po' pieno e non trovo mai il tempo di fare ricerche approfondite... spero di rimediare presto!

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  4. Ciao Elisa!
    Intanto complimenti per il blog, la pagina facebook e le idee originali e le rubriche. Insomma, complimenti per tutto!
    Ti scrivo qui perché vorrei proporti la traduzione di un titolo di cui hai parlato nel post "La (mia) Grande Invasione" e cioè "Una cosa divertente che non farò mai più". In originale è "A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again". Lo hai letto? Se sì, concordi con me nel dire che l'eliminazione di quel "supposedly" un po' penalizza il titolo?
    Cerco di spiegarmi un po' meglio: se si legge il libro si capisce che quel supposedly è essenziale perché D.F. Wallace lascia intendere in tutto il libro, più o meno velatamente, che sì la 7NC viene venduta come esperienza straordinaria, rilassante, divertente e che lui, sì, la percepisce così, ma non proprio al 100%.
    Che dici?

    Antonella

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    1. L'ho comprato ma ancora non l'ho letto! :) E non sapevo di questa differenza nel titolo! Effettivamente quel "supposedly" nell'originale marca ancora di più il senso ironico dell'opera di Wallace.

      Però non so come avrebbe potuto essere reso in italiano... "Una cosa che avrebbe dovuto essere divertente che non farò mai più?", "una cosa all'apparenza divertente che non farò mai più"? Probabilmente la scelta di eliminare quel "supposedly" è stata una scelta di "suono". Anche se concordo sul fatto che un po' penalizza il titolo

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