Adesso ditemi come faccio.
Ho finito l'ultimo romanzo di Malvaldi che ancora mi mancava da leggere e so già che a breve cadrò in una crisi d'astinenza. Ne ho rimandato la lettura a lungo, lasciandolo lì, sul comodino, a guardarmi, proprio perché sapevo che finché non scriverà qualcosa di nuovo non entrerò più nel suo mondo e nel suo fantastico stile.
Lo so, può sembrare esagerato... ma sono sicura che chi ha letto almeno un romanzo di Malvaldi, che sia della saga del BarLume o un'altra delle sue opere, capisce perfettamente quale sia il mio stato d'animo del momento.
"Odore di chiuso" era quello che mi incuriosiva di più (e forse proprio per questo l'ho lasciato per ultimo), perché non è ambientato nei giorni nostri ma alla fine dell '800.
Siamo sempre in Toscana, certo (non riesco a immaginare un romanzo di Malvaldi ambientato da qualche altra parte), ma è una Toscana un po' diversa che si scontra con i problemi dell'epoca: l'Unità d'Italia, la caduta in disgrazia di certe casate, il ruolo della donna non ancora così ben definito, i pregiudizi... che poi forse tanto diversi da quelli di oggi non sono.
A far da sfondo c'è, come sempre, un giallo, con relativa indagine e relativi colpi di scena. Che non sono mai così tanto ben approfonditi come uno si aspetterebbe da un romanzo con questa etichetta, ma che fungono da palcoscenico perfetto per tutta una serie di incredibili personaggi.
Siamo a Roccapendente, nel castello che il barone Bonaiuti abita con la sua famiglia: ci sono i due figli maschi, Gaddo, poeta dilettante che sogna di incontrare il grande Carducci, e Lapo, la cui attività principale è sperperare i soldi di famiglia nel casino del paese; c'è la figlia Cecilia, ragazza di incredibile intelligenza ma destinata, in quanto donna, a nasconderla; la vecchia baronessa Speranza e le sue dame di compagnia; le due cugine zitelle e il loro piccolo, fastidiossimo cane. Accanto a loro si muove la servitù: la fantastica cuoca, la procace cameriera Agatina e il maggiordomo Teodoro. Al momento, nel castello ci sono anche due ospiti: il fotografo Ciceri e il famosissimo Pellegrino Artusi, il famoso autore del libro di cucina "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene".
Tutti personaggi bislacchi, che diventano ancor più bislacchi se messi di fronte all'omicidio e alle indagini che ne conseguono.
Dirvi qualcosa in più della trama non avrebbe tanto senso, perché questo è uno di quei libri che vanno letti così, senza bisogno di informazioni aggiuntive. Anche perché, come vi dicevo già prima e come ho sempre detto in ogni recensione di un romanzo di Malvaldi, la trama non è fondamentale, serve solo a permettere all'autore di sbizzarrirsi, con i personaggi e, soprattutto, con lo stile e le parole. Uno stile che in Odore di chiuso tocca secondo me il suo apice. Ho riso tantissimo, fino alle lacrime, stupendomi ogni volta della genialità che sta dietro a ogni situazione e ogni singola parola.
Il libro ti prende fin dalla prima pagina e ti tiene incollato alle sue pagine finché non sei arrivato alla fine. E quando ci arrivi, non importa che sia notte fonda, che tu sia in ritardo a un appuntamento, che tu debba andare a lavoro o fare qualunque altra cosa, perché per un momento ti renderai conto di volerne ancora, di volerne di più e proverai un senso di vuoto che sembrerà incolmabile (soprattutto se hai già letto tutti gli altri Malvaldi).
E poi, pur non volendolo, ti troverai per forza a pensare al tuo scrittore preferito, che fa la pipì contro un portone.
Titolo: Odore di chiuso
Autore: Marco Malvaldi
Pagine: 198
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Sellerio
ISBN: 978-8838925443
Prezzo di copertina: 13,00 €
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formato brossura: Odore di chiuso
formato ebook:Odore di chiuso (La memoria)
E' stato il primo racconto di Malvaldi che ho letto, ma devo ammettere che preferisco quelli del BarLume
RispondiEliminaAnche io forse preferisco quelli del BarLume, perché i vecchini sono fenomenali :D Però questo mi ha piacevolmente stupita a livello di stile, credo che sia stato ancor più bravo del solito da quel punto di vista
EliminaEh, Malvaldi è sempre Malvaldi.
RispondiEliminaQuesto è veramente molto bello, sia come trama che come "esercizio di stile", tuttavia la mancanza dell'Ampelio si fa sentire :(
E nonno Ampelio è nonno Ampelio! :D
EliminaMi è stato consigliato quest'autore proprio qualche giorno fa, e da toscana non posso che appuntarmelo per le letture estive, vista soprattutto la tua recensione! :)
RispondiEliminaCapisco lo smarrimento quando il libro è finito e non hai niente dello stesso autore con cui proseguire..."e ora??"...mi sto godendo l'ultimo di Margherita Oggero che mi mancava e già mi dispero, come farò senza la profia?
Se sei toscana devi assolutamente leggerlo, sì!!! :)
EliminaIo della Oggero ne ho letto solo uno per ora... ma posso capire perfettamente la tua disperazione! Certi personaggi e certi scrittori diventano quasi membri della nostra famiglia :)
Da toscana devo dire che Malvaldi è un mito! Io l'ho scoperto solo adesso, perché il giallo non è proprio il mio genere, e penso che li leggerò tutti di fila perché "La briscola in cinque" mi ha fatto davvero ridere a crepapelle...
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