Mi sono resa conto di questo ieri sera, mentre cercavo disperatamente di recensire Alice in gabbia dalla comodità del letto di camera mia, circondata da ciò che mi piace di più. E quindi ho aspettato arrivasse stamattina e, seduta alla scrivania di lavoro, mi ritaglio uno spazio per parlarne... inutile dire che adesso le parole vengono fuori eccome.
Il libro non ha una vera e propria trama, è più un flusso di pensieri, un racconto della vita quotidiana di Alice e di quello che l'ha portata fin lì, sia all'assunzione a tempo indeterminato sia all'idea definitiva di abbandonare tutto. E questa assenza di trama è un po' una pecca nel libro. Perché se lo scopo è quello di portare il lettore insoddisfatto della sua vita lavorativa a dire "ok, se ce l'ha fatta Alice a mollare tutto, posso farlo anche io", l'assenza di contorno la rende una scelta poco credibile o,almeno, ai giorni d'oggi. Cosa ne pensa il fidanzato, che magari vorrebbe anche sistemarsi, di questa scelta? E cosa succede dopo che lei ha timbrato il badge per l'ultima volta?E soprattutto, cos'è che davvero vuole fare Alice della sua vita, una volta fuggita dalla sua gabbia?
Dubbi che mi hanno tormentata durante la lettura, una lettura senza dubbio molto scorrevole e piacevole grazie allo stile giovane e fresco dell'autrice, e che ancora adesso mi tormentano e non mi permettono di avere un giudizio chiaro su questo libro.
Parlare di Alice in gabbia senza inserire riflessioni personali è davvero difficile, soprattutto considerando il fatto che io tra poche settimane avrò la stessa età di Alice, non ho un contratto a tempo indeterminato, ma un progetto che si trascina da anni senza riuscire però a trovare di meglio.
Però vorrei limitare le mie lagne e, quindi, mi fermo qui.
Però vorrei limitare le mie lagne e, quindi, mi fermo qui.
Titolo: Alice in gabbia
Autore: Arianna Gasbarro
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Miraggi
ISBN: 978-8896910016
Prezzo di copertina: 12 €
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formato brossura: Alice in gabbia
Non credo avrei empatia per la protagonista. Io in gabbia mi ci sento per non averlo, un posto, non dico a tempo indeterminato, ma almeno stabile...
RispondiEliminaEcco, è più o meno la stessa cosa che ho provato io... sentirsi in gabbia per non potersi creare un futuro per la mancanza di lavoro.
EliminaTemo che questo libro, per quanto assolutamente ben scritto, sia "fuori tempo"...
Io invece mi sento molto in sintonia e ora vorrei leggere questo libro... ho un contratto a tempo indeterminato ma vengo trattata così male dai capi che mi sento in un carcere e vi posso assicurare che un contratto su carta senza scadenze (che poi non rispetta nemmeno la realtà delle ore lavorative) non significa che puoi crearti un futuro, tutt'altro.
RispondiEliminaCredo che la sintonia con la protagonista in un libro come questo si crei o non si crei in base alla situazione lavorativa di chi legge... Posso immaginare la tua situazione, perché la vedo dai miei colleghi, con un contratto a tempo indeterminato e un capo che detestano...
EliminaE' anche per questo che ho delle difficoltà a esprimere un giudizio chiaro e preciso :/
Mi incuriosisce, mi sa che.
RispondiEliminaAnche se effettivamente dal mio punto di vista di eterna disoccupata un po' di irritazione c'è xD Sono invidiosa di chiunque si alzi al mattino con qualcosa da fare. Davvero.
(La mia Libraia si è innamorata di Miraggi, ora c'è uno scaffale pieno xD)
La Miraggi fa impazzire anche me! E' bellissima l'idea delle sovracopertine... e poi i libri sono molto curati, si vede che ci tengono molto alla qualità!
EliminaIl libro non lo so... come dicevo prima, penso che dipenda dalle aspirazioni di ognuno, da quello che ha (o non ha) nel momento in cui lo legge. Aldilà di questo comunque è scritto molto bene!