Ho rimandato a lungo la lettura di Vergogna di J.M. Coetzee.
Un po’ perché non avevo in casa il libro, sicuramente. Un po’ perché sapevo che
sarebbe stata una di quelle letture che ti colpiscono e ti fanno male, e per i
libri così bisogna essere preparati. Alla fine però me lo sono ritrovata quasi
in mano, forse per un segno del destino, e non ho potuto fare altro che
comprarlo e, immediatamente dopo, iniziare a leggerlo.
Vergogna è un romanzo ambientato in Sud Africa, il Sud
Africa post apartheid in cui bianchi e neri stanno imparando a poco a poco a
convivere di nuovo pacificamente. Protagonista è David Laurie, professore
universitario che, a seguito di una relazione con una studentessa e il
conseguente scandalo una volta venuta alla luce, viene licenziato e decide di
raggiungere per un periodo la figlia Lucy nella sua sperduta fattoria. Qui
dovrà abituarsi a una vita completamente diversa dalla sua, fatta di orti da
zappare, campi da arare e fiori da recidere per venderli al mercato
settimanale. E dovrà riabituarsi a convivere sotto lo stesso tetto con la
figlia Lucy, una donna forte ed emancipata, ma anche sola in un posto
pericoloso. Finché un giorno, i due non vengono aggrediti proprio all'interno
della fattoria. Steve viene ferito in modo scenografico ma per fortuna non
troppo grave, Lucy abusata e uccisa dentro. Dopo la violenza, il conflitto tra
padre e figlia diventerà ancora più forte: come lei non era riuscita a capire
la scelta del padre di non ribellarsi al licenziamento, così David non riuscirà
a comprendere il silenzio e l’arrendevolezza della figlia.
Il libro, come il titolo molto efficace annuncia
chiaramente, ruota attorno alla vergogna. Quella che dovrebbe provare Steve e
non prova. Quella che non dovrebbe provare Lucy e invece prova. Vergogna
quindi, ma anche arrendevolezza, incapacità di reagire, di ribellarsi, e
decisione di accettare le cose così come vengono. E questo, devo dire, mi ha
fatta arrabbiare. Molto arrabbiare. Avrei voluto scuotere entrambi i
protagonisti, David nella sua spavalderia e Lucy nella sua fragilità. Avrei
voluto urlare loro contro, nella speranza di provocare una qualche reazione. E
credo questo effetto, che sono sicura buona parte dei lettori abbiano provato
con questo libro, sia voluto da Coetzee, che ci presenta la storia con un stile
diretto, asciutto e molto, molto efficace.
Eppure, seppur a malincuore, devo ammettere che c’è stata
anche un po’ di delusione. Piccola, rispetto all'innegabile bellezza del libro,
eppure ben presente una volta arrivata alla fine. C’è che mi sarei aspettata
qualcosina in più. Il romanzo finisce troppo in fretta, certi aspetti rimangono
come sospesi (forse volutamente?) e si chiude il libro con la sensazione che
gli manchi qualcosa per essere perfetto.
Vergogna è un romanzo che fa pensare. Che fa arrabbiare. Che
colpisce e che, a volte, fa anche un po’ male. Però, ecco, forse non così tanto
come avrei voluto da un romanzo con questa trama, questo titolo e questo stile. È uno di quei libri “belli, però”, se capite cosa intendo.
In ogni caso è una lettura che mi sento vivamente di
consigliare e che, con il senno di poi, avrei dovuto affrontare molto tempo
prima.
Titolo: Vergogna
Autore: J. M. Coetzee
Traduttore: G. Bona
Pagine: 234
Editore: Einaudi
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formato brossura: Vergogna
Ho letto Vergogna troppi anni fa, dico troppi perché probabilmente ero ancora piccola per capirlo bene. Vorrei rileggerlo, anche se non rileggo mai niente in realtà.
RispondiEliminaAnche io rileggo raramente, in realtà! Forse perché ce ne sono già troppo nuovi da leggere, che non riuscirei a rileggerne uno in cui più o meno so già cosa succede!
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