Sì, lo so, le mie recensioni dei
romanzi di Margherita Oggero sono sempre un po’ tutte uguali, al punto che
forse avrei potuto leggere la serie completa con protagonista la profia Camilla
Baudino, visto che sicuramente la leggerò tutta, e farne poi un bel commento
cumulativo. Ma per prima cosa quando ho iniziato con La collega tatuata non
sapevo ancora che mi sarei affezionata così tanto a questa professoressa e a
tutta la sua famiglia e cerchia di amici, e quindi l’ho recensito come un libro
a se stante. Per seconda cosa, e forse direi anche soprattutto, credo che i
libri che mi divertono e mi appassionano così tanto, anche se dei semplici
gialli di puro e semplice intrattenimento, si meritino una recensione tutta per
loro.
E così, eccomi qui a parlarvi di
Una piccola bestia ferita, secondo
romanzo in ordine cronologico e terzo nel mio personalissimo (e mai una volta
che segua l’originale) ordine di lettura della serie di Camilla Baudino. Che
qui si ritrova a indagare sullo strano sequestro della giovane e antipatica
figlia di una famiglia che vive nel suo stesso palazzo. Eh sì, perché anche se
è sparita e non si dovrebbe tanto dire, è una ragazzina viziata e arrogante,
che maltratta il goffo fratello Christian e i ricchi genitori un po’ troppo
permissivi. Quella che sembra una sparizione volontaria ben presto si rivela
infatti qualcosa di più grave, dentro cui la profia Camilla si ritrova invischiata
suo malgrado, da quando ha sentito in ascensore l’odore di infelicità di
Christian e poi, subito dopo, ha iniziato a dargli ripetizioni. E sarà proprio
grazie al suo impicciarsi e al legame creato con il fratello della rapita, che
la faccenda riuscirà fortunatamente a chiarirsi e a risolversi.
Accanto alla profia, ritroviamo i
personaggi di sempre: il bel poliziotto Gaetano, con quel loro strano rapporto sempre
in bilico tra amicizia e attrazione, la
fantastica figlia Livietta (mamma mia quanto ho riso per le “poppette”), il
burbero ma adorabile marito Renzo e Potti, il super bassotto. E ritroviamo
anche ovviamente lo stile di Margherita Oggero, ricco di quell’ironia e di quella
piemontesità che tanto mi fanno adorare questa scrittrice.
Se vi piacciono i gialli ma anche
i romanzi d’amore, i personaggi profondi ma anche un po’ (ok, tanto) bislacchi, vi
consiglio caldamente di leggere i libri di Margherita Oggero. Ci metterete
poche ore (perché un giallo ben riuscito, secondo me, è quello che non ti
distrae da qualche altra cosa tu debba fare in quel momento per tenerti lì tra
le sue pagine) e, sono abbastanza convinta, ne rimarrete entusiasti.
Titolo: Una piccola bestia ferita
Autore: Margherita Oggero
Pagine: 246
Editore: Mondadori
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formato brossura: Una piccola bestia ferita
Oh! Quei nomi non mi sono nuovi!! Mia mamma guardava la serie con Veronica Pivetti, ma non sapevo fosse ispirata ai romanzi di Margherita Oggero!! Saprò che lettura consigliarle (e ne approfitterò per leggerli anche io :P )
RispondiEliminaSe la serie le è piaciuta, sono sicura apprezzerà anche i libri! :)
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