mercoledì 8 ottobre 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché? #94

Cliente:«Buongiorno»
Libraio: «Buongiorno a lei, mi dica»
Cliente: «Stavo cercando un libro, mi può aiutare?»
Libraio: «Ci proviamo, certo»
Cliente: «Dunque, non mi ricordo l'autore purtroppo e del titolo conosco solo una parte, ma è talmente particolare che sono sicuro non avrà problemi. Si tratta di "Istruzioni per rendersi... " qualcosa...».
Librario: «Guardi, può scegliere tra "felici" e "infelici"»
Cliente: «Come prego?»
Libraio: « Eh... "Istruzioni per rendersi infelici" di Paul Watzlawick, uscito nel 1997, e "Istruzioni per rendersi felici" di Armando Massarenti, uscito qualche giorno fa».
Cliente: « E io come faccio a scegliere?»
Libraio: «Non saprei... si sente più felice e vuole buttarsi un po' giù, o più triste e vuole tirarsi un po' su?»
Cliente: «Oddio, in realtà mi sento un po' confuso».
Libraio:« Guardi, se li compra entrambi, le regalano sei mesi d'analisi»
Cliente: «A chi ha scelto il titolo del libro uscito per secondo dovrebbero regalarli».


Ovviamente si tratta di una conversazione inventata (ammetto di aver avuto la tentazione di andare in libreria a chiedere, ma non volevo mettere in difficoltà il libraio o la libraia di turno con la mia follia). Credo però sia anche una conversazione abbastanza credibile, vista l'esistenza di questi due libri.

Lo so, questa volta in realtà si tratta di due libri diversi con un titolo ciascuno, però sono talmente tanto simili tra loro che non ho potuto fare a meno di dedicar loro una puntata della rubrica di confronto.
Ho provato a cercare qualche informazione per capire se il libro di Armando Massarenti, edito da Guanda, sia in qualche modo un omaggio al ben più conosciuto e vecchio di Paul Watzlawick (edito da Feltrinelli, con traduzione di Franco Fusaro). Nella quarta di copertina e nella descrizione sul sito nil nome di Watzlawick però non compare. Visto il titolo, forse almeno in quarta lo avrei scritto. Mi auguro per Massarenti comunque che all'interno del libro, questa similitudine venga più volte spiegata e ribadita. D'altronde anche nell'opera di Watzlawick si cerca in qualche modo di insegnare ad essere felici, usando la strategia contraria, ovvero dando motivi futili per essere tristi.
Personalmente, a meno che all'interno non venga citato il primo libro in ogni capitolo, trovo questa somiglianza abbastanza fastidiosa.

Ci sono milioni di parole che possono essere combinate tra loro per creare il titolo di un libro, possibile che non ci sia abbastanza fantasia da trovare un titolo diverso? 

6 commenti:

  1. Grande Elisa, anche la conversazione inventata!! In effetti è ridicolo, poi per carità, magari alcune cose possono sfuggire, ma possibile che il nostro autore non fosse a conoscenza dell'altro quasi omonimo titolo? Tutto può essere, errare è umano, ma magari un amico che glielo fa notare, l'editore, ma accidenti nessuno ma proprio nessuno?? Mistero...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Magari l'effetto era voluto... richiamiamo alla mente l'altro libro, ma sostituiamo "infelici" con "felici", che non vogliamo mica che la gente si deprima troppo, no?

      Però secondo me l'operazione non è riuscita, o almeno non con me. E' da quando ho visto il libro per la prima volta che ho pensato che questi sono matti. Metti un riferimento nella quarta, almeno, che so un "stanchi di imparare ad essere infelici come qualcuno ci vuole insegnare?" e già sarebbe stato diverso. Così, è follia!

      Elimina
  2. Leggevo poco tempo fa che la lingua italiana si compone di quasi 500.000 parole, ma che nell'uso comune se ne usano intorno alle 6.500.
    forse per i titoli dei libri ne hanno a disposizione solo una trentina, chissà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Può essere, sì! Oppure come hanno suggerito in altri commenti a questa rubrica, pescano a caso da un sacchettino, tipo Scarabeo... senza rendersi conto che i libri, così, ci rimettono tantissimo.

      Elimina
  3. Non solo è folle, ma è anche profondamente scorretto! In pratica "rubi" l'idea di fondo del libro che ti ha preceduto e nemmeno gliene rendi merito. Se non ci fosse stato il libro di Watzlawick, sarebbe mai venuto in mente a Massarenti di intitolare il suo libro così? Credo di no.

    E comunque noto che l'editoria italiana ama usare titoli simili come fosse una moda... Se su google digitiamo "romanzo "Storia di *" quanti titoli uscirebbero?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo pienamente con te!
      Poi, magari all'interno del libro il giusto riconoscimento al libro di Watzlawick c'è eh, però nel caso io lo avrei riportato anche nella quarta, visto quanto è identico il titolo!

      Elimina