sabato 27 luglio 2013

ALTA DEFINIZIONE - Adam Wilson

Credo che una delle sensazioni più brutte per un lettore sia quella che si verifica quando si rende conto che il libro che sta leggendo non lo sto convincendo del tutto. Soprattutto se su quel libro aveva riposto aspettative molto alte, complici le recensioni e le opinioni positive che ha letto un po' ovunque. 

Alta definizione di Adam Wilson purtroppo rientra per me in questa categoria. Eppure in realtà avrei dovuto immaginarlo. Perché è vero che due dei blog che seguo di più e di cui mi fido quasi ciecamente ne hanno parlato con toni decisamente entusiasti, ma è anche vero che all'amica che me l'ha prestato invece non è poi piaciuto così tanto. Quindi sì, insomma, avrei dovuto andarci più cauta con le mie aspettative.

Il protagonista di questo libro si chiama quasi come me, Eli, anche se lui è ovviamente un uomo. Classe 1986 (un anno più giovane di me), ebreo che vive negli Stati Uniti, genitori separati che non lo considerano più molto, un fratello all'apparenza semplicemente perfetto, amante della cucina e di film porno, sempre sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente. Passa la sua vita così, senza fare assolutamente niente, in una sorta di limbo dal quale nemmeno più di tanto cerca di uscire, in cui è finito una volta ottenuto il diploma. Ha pochi amici, qualche ragazza (o madre di qualche ragazza) con cui sfogare i suoi ancora inesperti impulsi sessuali. Finché nella sua vita non entra il signor Kahn, un ex attore con molte partecipazioni ma mai una parte principale, in sedia a rotelle e con una dipendenza dal viagra, che ha comprato la casa in cui Eli viveva fino a poco tempo prima con la madre. E grazie a lui a poco a poco Eli inizierà a prendere coscienza di sé stesso e del baratro post-adolescenziale in cui è caduto.

Gli elementi perché il romanzo mi potesse piacere ci sono tutti. Un personaggio ben costruito, situazioni ironiche, quasi grottesche e spesso esilaranti, momenti quasi commoventi e riflessioni molto più profonde di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Eppure qualcosa non ha funzionato. 
Avrei voluto prendere a sberle il personaggio di Eli fin dalle prime pagine. Il suo gettare via la sua vita, la sua inedia, il suo rapporto con i genitori e con tutte le persone che lo circondano mi hanno irritata e quasi infastidita. Forse perché non riesco a immaginare che si possa essere così a quell'età, forse perché è tutto davvero troppo esagerato. Non lo so. So solo che sono andata avanti quasi a forza, nonostante il libro scorresse comunque molto bene e lo stile di Adam Wilson sia sicuramente geniale e diverso dal solito.

Credo che in libri come questo l'empatia con il protagonista sia fondamentale per riuscire ad apprezzarlo. E se questa non si crea, e con me non si è creata, il rischio è appunto quello che le alte aspettative disattese ti lascino addosso un senso di delusione e di fastidio.

Con questo non voglio assolutamente sconsigliarvi la lettura di questo libro. Semplicemente partite preparati, perché Eli è un personaggio sicuramente ben costruito ma anche sicuramente molto controverso, così come lo sono tutti quelli che lo circondano e l'impatto con il loro mondo per qualcuno potrebbe non essere dei più piacevoli.

Titolo: Alta definizione
Autore: Adam Wilson
Traduttore: L. Bertolucci
Pagine: 426
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: ISBN
ISBN: 978-8876384172
Prezzo di copertina: 17,90€
Acquista su Amazon:
formato brossura:Alta definizione

7 commenti:

  1. Mi spiace tanto che non ti sia piaciuto T_T
    Io ti dirò che con Eli invece sono entrata in sintonia subito, forse perché non traeva alcuna soddisfazione dalla situazione in cui si era invischiato. O forse per quanto poco considerasse se stesso... non so .__.
    Peccato T^T

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  2. Credo che prima o poi arriverò alla resa dei conti con questo libro. Ti ringrazio, perché qui è meglio riequilibrare le aspettative!

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    1. Ti dirò, poi magari è solo ed esclusivamente un problema mio eh! Fammi poi sapere! :)

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  3. Ti capisco, anche a me spiace quando non apprezzo un libro che altre persone (della cui opinione letteraria mi fido) hanno amato. Però capita, se avessimo tutti la stessa opinione sai che noia xD

    Detto questo, parlando del protagonista mi hai ricordato una cosa che ho notato anche parlando de "Il giovane Holden" - ovvero che, quando il protagonista è così centrale, spesso è la simpatia/antipatia che proviamo nei suoi confronti a "imporre" il giudizio riguardo al libro nel suo complesso.

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    1. Credo sia inevitabile, quando si tratta di "romanzi di formazione", lasciarsi influenzare nel giudizio complessivo dal sentimento che si prova nei confronti del protagonista. Anche perché, almeno in questo caso, lo stile del libro è in funzione del protagonista, quindi è tutto collegato.

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  4. L ho letto in due giorni e mi entusiasmato.Forse piu il modo in cui è scritto che la storia,ma comunque un libro assolutamente da leggere secondo me.Alcune frasi valgono l intero libro.

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