mercoledì 28 agosto 2013

Due titoli, un solo libro: ma perché? #46

Ritorna dopo la pausa vacanziera la rubrica di confronto tra titolo originale e traduzione. Ho approfittato del viaggio in Spagna per dare un'occhiata alle traduzioni dei titoli di opere italiane là, per alimentare un po' questa rubrica.
Dedico la puntata di oggi a un libro che ancora non ho letto, sebbene sia nella mia wish list da mesi, ma che ha attirato subito la mia attenzione per quanto riguarda il passaggio del titolo, che ben si presta all'intento di questa rubrica.

Sto parlando di BORGO PROPIZIO di Loredana Limone, da poco uscito in spagnolo per la casa editrice Alevosia con la traduzione di Teresa Clavel e il titolo UN LUGAR AFORTUNADO:


Il romanzo racconta la storia di una donna, Belinda, che decide di trasferirsi in un paesino collinare, Borgo Propizio appunto, per realizzare il suo sogno di aprire una latteria.
In italiano c'è un evidente gioco di parole tra il nome proprio del paese e il suo significato: insomma un borgo propizio, di nome e di fatto.
Mantenere questo gioco nella traduzione spagnola era pressoché impossibile, anche perché di regola non si dovrebbero cambiare i nomi propri dei paesi, a meno che non abbiano un toponimo corrispondente (Torino >Turín per esempio). La casa editrice spagnola ha quindi deciso di lasciare invariato il nome del paese in cui è ambientato il romanzo e di tradurre invece letteralmente il titolo, che diventa un lugar afortunado, un posto fortunato.
Certo, si sarebbe potuto lasciare invariato anche il titolo, che per il lettore spagnolo però avrebbe fatto riferimento solo ed esclusivamente al paese di ambientazione, ma in questo caso mi trovo abbastanza d'accordo con la scelta compiuta dalla casa editrice.

Che ve ne pare?

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