Un cane regalato mette a nudo un matrimonio
che fa fatica a stare su, e chissà se a Tano fare il vigile basterà. E
il Matto Bedini? Esisterà davvero o saranno le solite chiacchiere di
paese? Di sicuro esistono i due ragazzini che decidono di scoprire
finalmente la verità. Una lettera che un chirurgo forse aprirà, forse
no. Che forse gli farà aprire gli occhi su una storia di quotidiana
disumanità, forse no, ma è certo che li farà aprire a noi. Un'azienda
che sta morendo, anche se ha ancora qualcosa da dire, e un fiume che sta
morendo, anche se ha ancora qualcosa da dire. Una vacanza nell'estate
più strana fin qui e una in pieno inverno, e la scoperta che il passato
riesce a ferire nonostante i patti e le promesse, ma forse non
mortalmente. Un comico all'apice del successo che compie una scelta
difficile da capire. Un rapimento per errore che forse non è tanto per
errore. Una moglie già anziana che si è portata dentro tutta la vita un
incredibile segreto e adesso lo svela. O forse no. E quale verde
aspetterà il giovane medico per oltrepassare il semaforo davanti al
quale la sua vita sembra essersi tranquillamente assestata? Ci sono
molti tipi di amore, in queste storie. Nessuno facile. Verso i figli,
verso i genitori, verso gli amici, dentro le più diverse coppie e
famiglie. Ma c'è soprattutto tenerezza, nei racconti teneri come in
quelli che colpiscono dritti allo stomaco. E c'è speranza e futuro, nei
finali aperti che lasciano immaginare tante soluzioni possibili.
Dai pensavo peggio. No sul serio, credevo di trovarmi davanti al classico libro scritto da qualcuno che nella vita dovrebbe fare altro (soprattutto se quell'altro gli riesce tanto bene, come Ligabue) e invece alcuni dei racconti che compongono questa raccolta sono leggibili e godibili. D'altronde Ligabue aveva già dato prova di avere anche una certa predisposizione letteraria con le sue due opere precedenti: "Fuori e dentro il borgo" , un'altra raccolta di racconti che ho letto quando ero adolescente e da cui era stato poi tratto il per me bellissimo film "Radiofreccia", e "La neve se ne frega" di cui in molti mi hanno parlato bene ma che ancora non ho avuto l'ispirazione di leggere.
Quindi diciamo che Ligabue non dovrebbe rientrare in quella categoria di autori che scrivono sfruttando il successo di un altro ambito della loro vita e che io, ammetto con un po' di pregiudizio che ancora non sono riuscita a farmi passare, non stimo molto (un po' sarà anche invidia forse... ma come già sei un attore/calciatore/presentatore tv/dj/sportivo... se non tutte queste cose messe insieme... e devi anche avere successo come scrittore?Non è mica giusto!).
Comunque, tornando a noi, "Il rumore dei baci a vuoto" si compone di tredici racconti molto diversi tra loro. Nessuno di questi, diciamolo subito, è un capolavoro. Però ce ne sono un paio che appunto, come dicevo prima, si fanno leggere.
Tra questi c'è sicuramente "Lo vuole vedere?", la lettera che un uomo scrive al chirurgo che ha operato suo padre di un tumore allo stomaco. Una lettera incredibile, toccante e che riesce a stupirti per quello che racconta. Ti lascia proprio a bocca aperta, forse perché non te lo aspetti (ma non posso dirvi molto, perché svelare il finale nei racconti è veramente cosa facile visto quanto sono brevi).
Un altro che a mio avviso non è poi così male è "L'estate più calda fin qui" che racconta di due coppie in vacanza sul fiume: hanno noleggiato una barca e vogliono risalirlo. Ben presto nasceranno seri problemi di convinvenza, soprattutto perché una delle due donne è un po' una pazza isterica con nessuna voglia di lavorare e aiutare. Mi ha fatto un po' sorridere, forse perché, molto ma molto in piccolo, in situazioni di convivenza difficile in vacanza mi ci sono ritrovata molto spesso. E anche in questo caso il finale, seppur prevedibile, lascia abbastanza sorpresi.
A questi si aggiunge anche "Ristretto vuol dire ristretto", che mi ha fatto venire voglia di prendere a pugni il suo protagonista e che comunque riflette bene certe manie di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto.
E anche tutti gli altri comunque si leggono bene e riescono, almeno per un attimo, a lasciare qualcosa e far un po' pensare.
Per cui, tutto sommato, direi che almeno in questo caso i miei pregiudizi erano privi di fondamento. Certo, sono abbastanza sicura che se Ligabue non fosse Ligabue non avrebbe venduto tutte le copie che ha venduto.
Libri come questo hanno il pregio/difetto di avvicinare alla lettura anche persone che di solito non leggono, ma che vedendo il nome del cantante/attore/presentatore loro beniamino sulla copertina si lasciano cattuare. E in questo non ci vedo nulla di male. Il problema, almeno per come la penso io, sorge quando uno legge solo ed esclusivamente libri di autori "famosi" in altri campi perché così facendo si perde i libri degli scrittori veri, di quelli nati per scrivere e che fanno solo quello di mestiere (con risultati qualitativamente migliori).
Però direi che, una volta ogni tanto, si possono e si devono mettere da parte i pregiudizi e dare una chance anche a questi autori "prestati alla letteratura", perché i risultati possono, come nel caso di Ligabue, anche essere piacevoli.
Autore: Luciano Ligabue
Pagine: 162
Prezzo di copertina: 15 euro
Editore: Einaudi I coralli
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