giovedì 29 aprile 2010

UNA DAMIGELLA IN PERICOLO- P.G.Wodehouse

Maud Marshmoreton si ritrova a Londra nel taxi di George Bevan. L'uomo si innamora perdutamente di lei. Ma Maud è innamorata di un misterioso americano che ha conosciuto in Galles. Lady Caroline Byng vorrebbe che Maud sposasse il suo figliastro, Reggie. Ma a sua volta Reggie è innamorato della segretaria del padre, Alice. Con impareggiabile sense of humour Wodehouse costruisce una girandola di personaggi irresistibili, una divertentissima commedia di amori incrociati.

Ho preso questo libro "a caso" in biblioteca, per leggere qualcosa di questo autore, di cui mi aveva parlato una amica , a paragonandolo (e preferendolo!!) a J.K. Jerome e al suo "Tre Uomini in Barca".
Forse ho scelto io il romanzo sbagliato, perchè l'ho trovato molto noioso (soprattutto nelle prime pagine) e non molto divertente, tanto che è stata forte, almeno all'inizio, la tentazione di abbandonarlo. Ci sono sì situazioni al limite dell'impossibile che quindi diventano esilaranti, ma non sono state sufficienti a farmi apprezzare la storia e lo stile dell'autore. E' anche vero che la comicità alla base di questo romanzo va vista in relazione con l'epoca in cui è stato scritto, la prima metà del '900, ma pur essendo "fuori moda" avrebbe potuto essere molto più divertente. Come Tre Uomini e una Gamba.

Nota alla traduzione: c'è sicuramente qualcosa da rivedere (tipo "con un'influenza in testa" proprio non l'ho capito)

lunedì 26 aprile 2010

IL RAGAZZO CHE AMAVA SHAKESPEARE- Bob Smith

Stratford non è solo la cittadina inglese in cui nacque William Shakespeare, ma è anche un paese degli Stati Uniti dove vive un bambino di nome Bob Smith. La sua modesta famiglia deve affrontare la tragedia di una figlia handicappata, che assorbe tutte le energie e turba la routine quotidiana, coinvolgendo madre, padre e il fratello, affettuosamente dedito alla sorellina ma in credito d'affetto con i genitori. Finché un giorno Bob entra nella biblioteca locale e, attratto dalle incisioni in oro di un libro, lo apre e resta incantato dal mondo meraviglioso delle opere di Shakespeare. Il profondo amore per i testi shakespeariani accompagna Bob per il resto della sua difficile esistenza, aiutandolo ad affrontare i traumi personali e familiari.


Alla fine del libro, la prima tentazione è stata di andare a cercare questo Bob Smith, autore nonchè protagonista di questo noiosissimo libro, e riempirlo di sberle. Difficile esistenza? Drammi personali? Non lo metto in dubbio, e ognuno reagisce a modo suo. Ma non andare a trovare tua sorella chiusa in un istituto per ritardi mentali per oltre 50 anni semplicemente per non affrontare il problema mi sembra un tantino troppo (e prendersela anche con le infermiere che la accudiscono da tanti anni perchè la chiamano con un diminutivo che a te non piace...) Non sta sicuramente a me giudicare la difficile vita di quest'uomo, ma quello che leggo sì. Se fosse un romanzo e non un memoriale, il commento sarebbe abbastanza simile. Però che bravo il nostro protagonista che legge Shakespeare agli anziani, che gli sono tutti tanto affezionati perchè vedono in lui un grande uomo... eh sì, proprio bravo.
Scusate, ma questo libro, oltre che avermi annoiato, mi ha irritato. Perchè devo provare compassione (perchè è questo che l'autore vuole) per un uomo che ha avuto un infanzia difficile a dover star dietro a sua sorella (e non lo metto in dubbio eh) e che poi a un certo punto decide che la cosa migliore da fare (per sè stesso ovviamente) è scappare via. Poteva costruirsi una vita anche andando a trovare sua sorella una volta a settimana.
Fosse un romanzo di fantasia direi che l'autore non ha saputo sfruttare come avrebbe dovuto l'idea originale (ovvero quella di Shakespeare come guida nella vita di oggi), ma non credo di potermi permettere di dire che l'autore avrebbe dovuto sfruttare meglio la sua vita. O forse sì?

Nota alla traduzione: niente da ridire!

mercoledì 21 aprile 2010

LA BAMBINA CHE SALVAVA I LIBRI- Markus Zusak

Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone... Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un'intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il "Mein Kampf" e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s'infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti.


Un libro incredibile che non so bene come commentare. Di romanzi che parlando di nazismo e della vita nel periodo della Seconda Guerra Mondiale ce ne sono tantissimi, ma questo ci offre un punto di vista un po' diverso dal solito. E non solo perchè la voce narrante è la Morte stessa (un espediente incredibile e a tratti sconvolgente), ma anche perchè narra le vicende di una bambina, affidata a una famiglia tedesca dalla madre per sfuggire alle persecuzioni, e che ama talmente tanto i libri da rubarli al posto del cibo. E sarà proprio grazie ai libri che riuscirà a sopravvivere alle tragedie del periodo, leggendo per sè e per gli altri. E sarà grazie a un libro, quello che sta scrivendo lei, che alla fine riuscirà a sopravvivere.
Merita assolutamente di essere letto, perchè unisce la tragicità di quel periodo (dal punto di vista anche dei cittadini tedeschi "normali"), alla spensieratezza di questa bambina e dei suoi legami con le persone accanto a lei.
Leggetelo.

Nota alla traduzione: parecchi refusi e qualche errorino. Da rivedere insomma.

sabato 17 aprile 2010

LA SOAVISSIMA DISCORDIA DELL'AMORE- Stefania Bertola

Agnese è appena tornata dalla Cina, dove il suo fidanzato l'ha lasciata per sposare due sorelle cinesi. Neanche Margherita, sua antica compagna di classe, se la passa troppo bene: ha mandato a monte il suo matrimonio quindici giorni prima delle nozze per amore di un violoncellista viennese con il quale ha una relazione saltuaria. La sua collega attrice Teresa, invece, questo coraggio non riesce a darselo: anche lei vorrebbe mandare a monte le nozze con Arturo, ormai imminenti, ma non ha il coraggio di dirlo. Emilia invece non se la sente di affrontare la sua difficile situazione coniugale: è sposata con un medico che lavora per un'associazione umanitaria in Kivu, e che lì si è fatto anche una nuova famiglia.. Anche Tancredi Orizzonte in arte Smallville era compagno di classe di Agnese, Emilia e Margherita, ed è proprio lui, attore e miliardario, a riportare in vita il Tesk, il Teatro Elettrico Sul Pianeta Krypton. Mentre la compagnia prova un faticoso spettacolo intitolato "Shakespeare in cucina", le nostre quattro ragazze incontrano nuovi personaggi tutti in qualche modo pericolosi: uno psicopata parzialmente calmucco, una fidanzata intraprendente, un marchettaro momentaneamente pentito.


Uno dei classici romanzi alla "Bertola", in cui le vicende amorose più assurde e i personaggi più bizzarri riescono a diventare reali e (quasi) credibili, grazie alla penna dell'autrice. A mio avviso, però, questo è il meno riuscito dei suoi libri. Sarà che stavolta i personaggi sono davvero troppi e troppo spesso, anche dopo molte pagine, ancora non riuscivo a capire di chi stesse parlando. Sarà anche che non ho trovato tra le protagoniste (sempre, rigorosamente donne) la mia eroina, qualcuna con cui identificarmi. E nemmeno tra le probabili storie d'amore che potevano nascere nel libro, ce n'è stata una che speravo ardentemente nascesse. Tutte cose che nei suoi romanzi passati erano successe.
Forse, nel suo intento di creare situazioni assurde, stavolta l'autrice si è lasciata prendere un po' la mano e ha perso parte della sua freschezza e della sua leggerezza. Peccato.

martedì 13 aprile 2010

ECLIPSE- Stephanie Meyer

È il terzo titolo della saga di Stephenie Meyer sulla storia d'amore tra la giovane Bella e il vampiro buono Edward, dopo "Twilight" e "New moon". Mentre Seattle è funestata da una serie di strani omicidi e una vampira spietata continua a darle la caccia, Bella si trova ancora una volta in serio pericolo. È arrivato per lei il momento delle decisioni e dei sacrifici: basterà il fidanzato Edward a farle dimenticare il migliore amico Jacob? Troverà il coraggio necessario a diventare una Cullen? Obbligata a scegliere fra l'amore e l'amicizia, è consapevole che la sua decisione rischia di riaccendere la millenaria lotta fra vampiri e licantropi. Nel frattempo l'esame di maturità è alle porte e per Bella il momento della verità si avvicina...

Eccomi qui, alla fine ho ceduto e ho letto anche il terzo libro della saga dei vampiri (e, ahimè, so già che leggerò anche il quarto). Le sensazioni sono più o meno le stesse degli altri due romanzi: è un libro per adolescenti, con non molte pretese in più, che si legge bene e in fretta e che riesce ad incollarti alle sue pagine. Non saprei dire bene perchè, considerando che la trama fa acqua da tutte le parti , la scrittura dell'autrice è a volte un po' confusionaria e ci sono cose veramente troppo assurde. Eppure, l'ho letto in meno di due sere e mi ha anche "divertito".
Il divertimento credo derivi in parte dall'occhio critico con cui ho letto certe parti, che mi ha obbligato a ridere anche quando magari l'intento dell'autrice non era propriamente comico (dai, sta Bella è disposta a diventare un vampiro e quindi a rimanere tale per tutta la vita per stare accanto ad Edward ma che non vuole sposarlo perchè è troppo giovane, è decisamente buffa) .
Questo libro è essenzialmente una soap opera, un triangolo amoroso tra la bella Bella, il vampiro Edward e quel gran pezzo di licantropo di Jacob. E di nuovo, è Jacob l'unico che si salva, l'unico a comportarsi in modo quasi normale in una situazione del genere: non rinuncia a lottare per il suo amore e approfitta di ogni situazione possibile per far nascere dubbi nella ragazza. Edward, qui, è semplicemente ridicolo. La sua amata si slinguazza il licantropo davanti a lui e l'unica cosa che pensa è: "eh si, se lei è felice con lui, non sarò certo io a rovinare il loro idillio. D'altro è colpa mia se lei sta così". Ma va bene anche questo (anche perchè io tifo per il licantropo).
Di Bella non parliamo, sempre più una piattola...
Insomma, se cercate il capolavoro, non vi avvicinate neanche. Se volete un libro di fantascienza credibile, nemmeno. Se volete divertivi, leggendo qualcosa di decisamente poco impegnativo per sognare un po' di riavere 15 anni (sebbene spero che i quindicenni non siano così cretini), questo libro potrebbe funzionare (ma anche altri sicuramente eh). Di sicuro, Emily Bronte si sarà rivoltata nella tomba...

Nota alla traduzione: direi niente di troppo evidente.

domenica 11 aprile 2010

LA SCUOLA DEGLI INGREDIENTI SEGRETI- Erica Bauermeister

È lunedì, nel ristorante di Lillian è giorno di chiusura, e come ogni settimana si tengono le lezioni del corso di cucina. Circondata dagli allievi, Lillian muove delicatamente le mani, sta per aggiungere l'ultimo tocco, l'ingrediente segreto, e poi la torta sarà pronta. Nessuno meglio di Lillian conosce la magia degli ingredienti, nessuno meglio di lei sa che a volte basta una tazza di cioccolata per cambiare un po' la vita. Era solo una bambina quando, grazie a una misteriosa ricetta donatale da Abuelita, la donna della bottega delle spezie, ha salvato sua madre. Sono passati anni da allora, anni in cui ha combattuto, ha sofferto, si è ribellata, a volte ha perso ogni certezza, tranne una: la fiducia nella magica alchimia del cibo. È per questo che il suo ristorante è un luogo speciale, dove si ritrovano ricordi perduti, si stringono promesse d'amore o nasce un'amicizia. Lo sanno bene gli allievi del corso di cucina, tutti alla ricerca dell'ingrediente segreto che ancora manca alla loro vita. Come Claire, giovane madre insicura, o Tom, che ha appena perso la moglie; Chloe, ragazza maldestra e vitale; Isabelle, che non ricorda nulla tranne le ricette. Per tutti loro Lillian ha la soluzione: sa che le tortillas restituiscono il gusto piccante dell'avventura, che una soffice glassa può far dimenticare un tradimento e che un ragù schiude le porte di un nuovo amore.

Era da un bel po' che volevo leggere questo libro. Sarà perchè amo molto i libri che parlano di cibo e che fanno del cibo il filo conduttore delle vicende narrate.
Qui si parte da un corso di cucina, tenuto da una cuoca che odia le ricette e che ha la straordinaria capacità di trovare l'ingrediente giusto ed essenziale che da troppo tempo manca nella vita dei suoi allievi. Ogni capitolo è dedicato a uno degli allievi del corso, di cui viene svelato il passato o il presente, più o meno triste, più o meno doloroso, ma che li ha portati per i motivi più disparati a partecipare a questo corso. L'idea è molto bella, così come sono belli i rapporti che a poco a poco nascono tra questi personaggi, grazie anche alle golose pietanze che vengono insegnate.
L'ho trovato però a volte un po' troppo ampolloso, con un uso un po' troppo artificioso e pesante di similitudini pseudopoetiche, e a volte anche un po' troppo superficiale: l'autrice aveva materiale per un romanzo molto più lungo e ben sviluppato, avrebbe potuto approfondire e utilizzare meglio le vicende di tutti i personaggi. Invece a volte, troppo spesso, si limita a una narrazione sommaria di certi eventi, che quindi perdono parte del loro significato.
Resta comunque un libro carino e leggero, non troppo impegnativo e molto, molto goloso.(spettacolare la descrizione della preparazione del tiramisù nel capitolo finale)

Nota alla Traduzione: qualche scelta traduttiva un po' cacofonica (ricavò un incavo, ad esempio, l'ho trovata terribile, ma ce ne sono altre) e qualche calco dall'inglese. Da rivedere sicuramente.

martedì 6 aprile 2010

MORALE E BELLE RAGAZZE- Alexander Mc Call Smith

Preciuos Ramotswe, fondatrice dell'unica agenzia investigativa in Botswana, è alle prese con il caso del presunto avvelenamento del fratello di un importante uomo politico e con il mistero di un bambino abbandonato che ha l'odore di un cucciolo di leone piuttosto che di un umano. A complicare il tutto intervengono i problemi finanziari e il suo fidanzato, il meccanico J.L.B. Matekoni, che è molto più complicato di quanto appare. Per fortuna, l'investigatrice ha una valida aiutante: la signorina Makutsi, gran cervello dietro una grosso paio di occhiali e una chioma indomabile. Proprio lei, che nessuno ha mai considerato avvenente, deve indagare su alcune ragazze e scovarne una adatta al titolo di Miss Bellezza e Integrità.

Caro McCall Smith, mi sa che io mi fermo qui. Vanno bene i libri leggeri, veloci da leggere e per nulla impegnativi. Ma fino a un certo punto. In questo libro non succede assolutamente niente. Mrs Preciuos Ramotwse ha 40 anni e si comporta come se ne avesse 80 (un'imitazione non molto riuscita di Miss Marple), il suo fidanzato va in depressione senza che si capisca perchè, e il "giallo" su cui indagare si risolve di nuovo in modo banale (veramente troppo banale stavolta), nel giro di 4 o 5 pagine (e le altre 230 a cosa servono?). Si salverebbe invece tutta la storia e l'indagine parallela della signorina Makutsi, investigatrice in seconda nonchè vicedirettrice dell'officina, se non fosse relegata in poche pagine decisamente mal sfruttate. Peccato. Resta comunque uno stupendo spaccato dell'Africa e delle sue tradizioni.
Forse la colpa è mia che ho questo libro letto in un momento sbagliato (non sempre possiamo leggere libri leggeri), però credo che per un bel po' non leggerò più niente di questo autore (e non importa se le copertine sono così belle).

Nota alla traduzione: qualcosina da rivedere (soprattutto la coerenza tra tu/lei/voi)

venerdì 2 aprile 2010

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO- Jonathan S. Foer

A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: "C'è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo". È l'11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all'enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l'incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

E' difficile scrivere un commento su libri come questo, perchè si rischia di non rendere loro il giusto merito.
E' uno dei libri più belli e commuoventi che abbia mai letto. La storia è toccante, e non può essere altrimenti. Questo bambino , geniale ma un po' problematico, perde il padre nel crollo delle Torri Gemelle. E' solo in casa ed è l'unico a sentire i messaggi "rassicuranti" lasciati dal padre in segreteria. Tra le cose di suo padre troverà poi una chiave misteriosa, e la sua missione diventerà quella di scoprire cosa apre. Un viaggio che lo porterà a conoscere un sacco di persone e ad affrontare a poco a poco tutte le sue paure. Un modo per essere ancora una volta vicino al padre che non c'è più.
Ma sullo sfondo c'è un'altra tragedia, più vecchia di quella delle Torri Gemelle, ovvero quella del bombardamento di Dresda, raccontata dalla nonna del ragazzo e poi, piano piano, dal suo strano coinquilino.
Ho adorato la trama, molto commuovente e molto ben studiata. E ho adorato lo stile di Foer, che si aiuta nella narrazione con immagini, lettere, copioni e registrazioni.
Veramente un piccolo capolavoro.

Nota alla traduzione: ci sono parecchi calchi e qualche scelta traduttiva un po' discutibile (il protagonista, ad esempio, ripete sempre di avere le scarpe pesanti, come modo di dire per descrivere la sua tristezza... non è molto immediato però per il lettore italiano). Qualcosina da rivedere.