Come molti ansiosi, non ho mai avuto un grande spirito d'avventura.
Però la mia ansia universale è a tal punto onnicomprensiva che a un certo punto mi è venuta l'ansia di non avere vissuto abbastanza avventure. Ho pensato che a trent'anni la mia finestra di opportunità si stava chiudendo, e improvvisamente la mia zona di comfort mi ha fatto venire la claustrofobia.
Allora ho deciso di partire per un'avventura: un viaggio zaino in spalla in Perù.
La conoscete già la collana Allacarta di EDT, vero? È quella collana che prende uno scrittore italiano, lo manda da qualche parte nel mondo e poi gli chiede di scrivere una piccola guida letteraria-culinaria di quello che ha visto... e mangiato, ovviamente.
Dopo una serie di scrittori uomini (da Marco Malvaldi a Fabio Geda, da Paolo Cognetti a Giuseppe Culicchia, passando per Andrea Bajani e Davide Enia), a partire questa volta è stata una donna, Sara Porro, che in Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città racconta del suo viaggio in Perù.
Zaino in spalla, fidanzato appresso e via, su tortuose stradine a bordo di autobus sgangherati, su gommoni da cui sembra impossibile (non) cadere o per le vie della città con taxisti impazziti, ma anche in mezzo alla foresta o tra altri turisti a compiere un rito di purificazione, fino ad altitudini impensabili o su isole in mezzo fiume. In queste poche pagine, c'è un viaggio e un mondo, che l'autrice è stata brava a raccontare con il giusto mix tra serietà e senso dell'ironia (e dell'autoironia).
Come per quasi tutti gli autori dei volumi precedenti che ho letto, anche per Sara Porro in realtà il cibo è solo un pretesto. C'è, certo, e a volte è anche parecchio strano (francamente non so se riuscirei mai a mangiare il cuy, ovvero il porcellino d'India, né se sarei disposta a buttar giù una strana erba allucinogena per purificarmi), ma dal viaggio culinario a quello interiore, in posti dove la natura e, in qualche modo, la magia ancora la fanno da padrone come appunto il Perù, il passo è davvero breve. Anche se si è signorine abituate alla città e che all'avventura non partono mai.
Devo ammettere che Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città mi ha stupita. Perché l'unico altro libro che avevo letto di Sara Porro era Giuseppino, l'autobiografia di Joe Bastianich di cui lei era stata coautrice, che, pur amando tantissmo Joe, non mi aveva convinta per niente. Qui invece mi sono ritrovata molto coinvolta dal suo stile, dalle sue avventure e dal suo modo di affrontarle (già a partire da quel titolo che mi fa sorridere ogni volta che lo leggo).
Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine, come tutti quelli della collana Allacarta, è un libro leggero, lettura veloce e scorrevole, che forse se non conoscete la struttura di questi libricini potrebbe lasciarvi un po' di amaro in bocca (già che parliamo di cibo...). Eppure, nella sua semplicità, nella sua ironia, riesce a lasciare qualcosa. Oltre alla fame, ovviamente.
Titolo: Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città
Autore: Sara Porro
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: EDT
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formato brossura:Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città
formato ebook: Manuale di sopravvivenza amazzonica per signorine di città
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