Alzi la mano chi tra di voi, almeno una volta, nella sua vita di coppia, ha dovuto subire in silenzio una qualche ingerenza, seppur involontaria, da parte di suoceri e suocere un pochino invadenti. Tutti, immagino. Perché fa parte della natura stessa dell’essere suocero o suocera, tentare, almeno una volta, di dire a figli e generi e nuore qual è il modo migliore per affrontare qualcosa. A volte è un gesto inconsapevole. Altre, voluto ma comunque ben accetto. La maggior parte, non richiesto e, soprattutto, fastidioso che richiede una buona esperienza di pratica zen per riuscire ad affrontarlo al meglio.
Quello di suocere invadenti nei confronti dei generi è, almeno in parte, un luogo comune. Ma sappiamo tutti che i luoghi comuni una qualche origine e un qualche fondo di verità ce l’hanno sempre.
O almeno ce l’hanno nel caso del genero esaurito protagonista di Ho sposato mia suocera di Stefano Grimaldi, un libricino pubblicato da Las Vegas edizioni, che racconta tutte le angherie che l’uomo ha dovuto subire da quando è innamorato di Clara da parte della madre di lei. La temibile suocera. Che beve solo Ceres e che porta la pelliccia in villeggiatura. Che si installa a casa di figlia e genero, ma non sopporta di avere tra i piedi la propria, di madre. Che dice la sua su tutto, dalla proposta di matrimonio al parto e la cura dei figli, passando per la disposizione degli oggetti in casa al menù quando è invitata, o autoinvitata, a pranzo, ma che non ascolta mai nessuno.
È un libricino sottile, questo Ho sposato mia suocera, che si legge in poche ore e che fa piegare in due dalle risate. Certo, io rido perché, fortunatamente, sono donna e l’ingerenza dei suoceri è diversa, più smorzata, verso il sesso femminile (sebbene in parte ci sia, soprattutto relativa a quanto il figlio mangi lontano dalla casa materna). Rido anche perché mia mamma nei confronti del genero per fortuna non è così rompiballe. Al tempo stesso, provo una profonda empatia nei confronti del protagonista e del suo livello di esasperazione, sicuramente un po’ esagerato per esigenze letterarie (o almeno, voglio sperarlo!), nel dover affrontare una terza persona nella sua vita a due.
Stefano Grimaldi è stato davvero bravo, già a partire dalle avvertenze poste a inizio libro, a dosare ironia e esasperazione, amore e (un po’ di) odio, nel raccontare le sue vicende di genero esaurito e delle sue conseguenti difficoltà nell'amare incondizionatamente sua moglie. Difficoltà sue, ma anche di molti altri lettori che non potranno che identificarsi con lui.
E chissà che anche qualche suocera, leggendolo, non possa fare un piccolo esame di coscienza...oppure offendersi a morte e torturare ancora di più il proprio, povero, genero.
Titolo: Ho sposato mia suocera. Memorie di un genero esaurito
Autore: Stefano Grimaldi
Pagine: 119
Editore: Las Vegas edizioni
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formato brossura: Ho sposato mia suocera. Memorie di un genero esaurito
formato ebook: Ho sposato mia suocera
Non sono molto d'accordo sulla tua affermazione che i suoceri verso le donne smorzano i toni. Non è così automatico che una mamma accetti di non essere più l'unica donna importante nella vita del proprio bambino. Ho amici che hanno rischiato il divorzio, per questo.
RispondiEliminaHai ragione, mi riferivo alla mia esperienza personale più che altro. Ho due suoceri che mi coccolano e mi viziano quasi quanto viziano il loro unico figlio e che, per il momento almeno, non hanno mai interferito troppo tra di noi.
EliminaSo che sono stata fortunata...