Quando frequentavo l’università, ogni volta che avevo la
possibilità di seguire un corso a mia scelta, immancabilmente mi ritrovavo
nelle aule di Lingue e Letterature Ispanoamericane. Credo di aver seguito, nel
corso dei cinque anni di studio, almeno tre volte quella materia, perché già
allora avevo una passione per gli scrittori del cono sud.
Eppure, pensandoci bene, non sono poi tanti i romanzi e i
libri di scrittori sudamericani che ho letto nella mia carriera da lettrice: sì,
ho letto e amato Manuel Puig e Pedro Lemembel, sono rimasta affascinata dalla
scrittura di Mario Vargas Llosa e dallo stile di Tomás Eloy Martinez, senza
dimenticare ovviamente Gabriel García Márquez, Antonio Skarmeta e i più
conosciuti e commerciali Luis Sepulveda e Isabel Allende.
Però, ecco, basta guardare il catalogo di alcune case editrici specializzate in
letteratura sudamericana per capire che ho anche tantissime lacune da colmare.
Una di queste è Rodolfo Walsh, autore argentino famoso per il suo giornalismo investigativo,
apertamente schieratosi contro le dittature che si sono susseguite nel suo
paese, nonché uno dei tanti, troppi desaparecidos. Ho sempre e solo sentito parlare di lui e del
suo libro d’inchiesta e denuncia più famoso, Operazione Massacro, senza però
mai decidermi di leggerlo. Poi, qualche giorno fa, c’era in promozione questo Fotografie, una raccolta di racconti,
editi dalla casa editrice La Nuova Frontiera (che, insieme con la Sur, si
dedica proprio alla letteratura sudamericana), e mi sono decisa.
La raccolta si compone di una decina di racconti, divisi in due blocchi, il
primo intitolato I riti terreni e il
secondo Un chilo d’oro, scritti da
Walsh in momenti diversi della sua vita, e accomunati tutti dal raccontare una
parte della storia del suo paese dal punto di vista politico e sociale, a cui
aggiunge elementi autobiografici. I riti terreni inizia con Quella donna,
che racconta della sparizione del cadavere di Evita senza che però ci sia mai
bisogno di nominarla apertamente, perché si sa di chi si sta parlando. Si va
avanti con Foto, in cui le
vicissitudini di un fotografo pazzo e forse un po’ incompreso si mischiano con
le vicende dell’Argentina rurale, che sta iniziando a patire il declino di
Peron. E poi ci sono Il Sognatore e Sentinella, che parlano di amore e di
armi. Irlandesi dietro a un gatto, il
più autobiografico dei racconti, che parla dei riti di iniziazione a cui
vengono sottoposti gli orfani appena arrivati in orfanotrofio, e Sfilata, che racconta delle bravate di
due ragazzini durante un carnevale.
Poi arrivato il momento di Un chilo d’oro, che inizia con Lettere,
quelle che un uomo dalla prigione scrive alla famiglia per cercare di
giustificare le sue azione e rassicurarli del suo imminente ritorno a casa.
Subito dopo, con I riti terreni si
ritorna nell'orfanotrofio di Irlandesi
dietro a un gatto, per l’arrivo di un nuovo orfano che di accettare riti di
iniziazione proprio non ne vuole sapere, per poi arrivare a Nota a piè di pagina, che racconta del
suicidio di un traduttore che nelle note a piè di pagina (un espediente
narrativo eccezionale, che leggendo il libro sull’ereader per ovvie ragioni si
perde un po’) spiega le sue motivazioni. Ultimo racconto è quello che da’ il
titolo all'intera sezione, Un chilo d’oro.
Mentirei se dicessi che tutti i racconti mi sono piaciuti.
Ho amato moltissimo Quella donna,
forse perché parla di Evita e tutta la letteratura che ruota intorno al suo
personaggio riesce sempre a conquistarmi, e ancora di più Nota a piè di pagina, perché parla di un traduttore partito dal
nulla, dedito al suo lavoro che ha completamente assorbito la sua vita,
relegando alle note a piè di pagina in cui confessa il suo gesto estremo. E ho apprezzato anche Il sognatore e I riti
terreni.
Molti degli altri, invece, devo ammettere di non averli capiti del tutto. Lo stile di Walsh è complesso, fatto di alternanze linguistiche e, soprattutto, di
molti sottintesi che, credo, per essere compresi del tutto necessitano di una
conoscenza più ampia di quella che io possiedo della storia dell’Argentina e di
come si viveva, soprattutto nei paesi rurali. Alcune cose le ho colte, certo,
però non abbastanza da farmi apprezzare a pieno tutta la raccolta. È
colpa mia, sicuramente. Dovevo forse partire dalle opere per cui è più
conosciuto, anche se non sono di narrativa, per iniziare a farmi un’idea del
suo stile e della società in cui la sua scrittura è ambientata.
Al tempo stesso, però, quei tre o quattro racconti che
davvero mi sono piaciuti sono valsi già da soli la lettura del libro.
Titolo: Fotografie
Autore: Rodolfo Walsh
Traduttore: Anna Boccuti ed Elena Rolla
Pagine: 210
Editore: La nuova frontiera
Acquista su Amazon:
formato brossura:Fotografie
formato ebook: Fotografie (Il basilisco)
assolutamente da approfondire visto quanto amo l'argentina!
RispondiEliminaAnche io ho una passione per l'Argentina, che purtroppo è da un po' che non coltivo. Però ogni che volta che leggo un libro ambientato là ritorna a farsi viva :)
EliminaFammi sapere se lo leggerai, che magari puoi aiutarmi a capire meglio certi racconti!
Anna Boccuti è la professoressa del corso di letteratura ispanoamericana che ho seguito al secondo anno di università!
RispondiEliminaE' arrivata l'anno dopo in cui mi sono laureata io, mi pare. Al posto del compianto Morino!
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