I gemelli e il legame che si crea tra di loro mi ha sempre affascinato. Non so se mi sarebbe piaciuto avere un fratello o una sorella gemella, questo no, però al tempo stesso mi sarebbe piaciuto provare per qualcuno quel legame indissolubile che sicuramente le coppie di gemelli provano. C’è anche tra fratelli non gemelli questo legame, sicuramente, e può essere più o meno forte. Però credo che non possa raggiungere i livelli di quello tra due consanguinei nati nello stesso momento.
Eppure, in letteratura, i gemelli compaiono quasi sempre in romanzi in qualche modo disturbanti. Mi viene in mente il non proprio ben riuscito Un’inquietante simmetria di Audrey Niffenegger o la Trilogia della città di K di Agota Kristoff (anche se…). Romanzi in cui il rapporto tra i gemelli è fragile, disturbato, doloroso e spesso tragico.
Cassandra al matrimonio di Dorothy Baker si infila dritto dritto in questo elenco. Protagonista del romanzo è la Cassandra del titolo, che parte per tornare al ranch di famiglia per assistere al matrimonio della sorella gemella Judith. Non è contenta di questo legame Cassandra. Perché solo lei può capire realmente Judith, solo lei può amarla e darle tutto ciò di cui ha bisogno. È sempre stato così e non riesce a capire come qualcuno di esterno, di estraneo, possa pensare di sconvolgere questo suo equilibrio. Peccato che in realtà Judith da questo equilibrio che sta cercando di fuggire da anni, per aprirsi a quel mondo che fin dall’infanzia le è stato negato, da una famiglia che si è sempre sentita un po’ superiore a tutti.
Cassandra cercherà quindi in ogni modo di far cambiare idea a Judith. Ma, quando ormai era convinta di esserci riuscita, la sorella la spiazza e lei non può che capitolare. Nel modo più drastico e drammatico possibile, ovviamente, così che Judith capisca quanto male le ha fatto e ne rimanga traumatizzata per sempre. Ma qualcosa nel piano di Cassandra va storto e alla fine, davvero, non ha che da accettare e, soprattutto, da imparare a vivere davvero la sua vita.
Nelle recensioni e nei commenti scovati in giro prima di iniziare la lettura, ma anche e soprattutto nella postfazione al libro scritta da Peter Cameron, si trova come definizione ricorrente la parola “sconvolgente”. Una parola che, posso dire, si addice perfettamente a Cassandra al matrimonio, ma che al tempo stesso forse è un po’ troppo limitata ed esaspera una sensazione che sì alla fine si prova, ma che, almeno per me, non è stata quella primaria. È vero che Cassandra è un personaggio sicuramente problematico e disturbato, e che il legame che la unisce alla sorella rasenta il patologico (anzi no, lo è). Eppure al tempo stesso non ci vedo nulla di così sconvolgente nel dolore e nel conseguente egoismo che nasce quando ci si rende conto di stare perdendo ciò che da anni ci tiene insieme.
Torni a casa tua, dove hai vissuto una vita, e scopri che è cambiato tutto, non riesci neanche più a trovare una cuffia per farti il bagno, qualcuno ti frega il drink, un pipistrello ti finisce in mezzo ai capelli ed è tutto un grande, immenso casino.
Certo, dovremmo volere solo il meglio per le persone a cui vogliamo più bene, mettendo da parte ogni interesse personale, ma al contempo, e soprattutto se si hanno degli evidenti problemi come Cassandra, trovo così umano quel senso di attaccamento e la conseguente paura di non farcela se qualcosa smette di essere come è sempre stato.
Judith, poi, fa tenerezza, per il suo tentativo di non offendere nessuno ma al contempo la sua legittima voglia di rivendicare se stessa, di uscire da quella famiglia che forse involontariamente l’ha sempre tenuta lontana dal resto del mondo. E altrettanta tenerezza fa l’uomo che sta per sposare (se non è amore sopportare una futura cognata pazza, un suocero che non si separa mai dai suoi libri di filosofia e dal suo bicchiere di alcool, e una nonna che cerca di prendere il posto della suocera che non c’è più, non so bene cosa lo possa essere).
Sicuramente per gli anni in cui è stato scritto e in cui è ambientato, e, soprattutto, per l’incredibile prosa di Dorothy Baker che non fa sconti a niente e a nessuno e non ha problemi a raccontare le cose come stanno, Cassandra al matrimonio è un romanzo sconvolgente. Ma forse proprio come lo è la realtà e la vita di tutti i giorni, soprattutto delle persone più fragili.
Davvero un bel libro.
Titolo: Cassandra al matrimonio
Autore: Dorothy Baker
Traduttore: Stefano Tummolini
Pagine: 275
Editore: Fazi editore
Anno: 2014
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formato brossura: Cassandra al matrimonio
Io ho letteralmente amato questo libro, per me la Baker è stata una piacevole scoperta e la sua prosa mi ha incantata!! Spero che la Fazi se ne esca nuovamente con un suo gioiellino!!
RispondiEliminaSperiamo sì!
EliminaMi ha detto l'altro giorno la ragazza di Fazi al Book Pride, che nel 2016 pubblicheranno un altro titolo della Baker! :)
Elimina"Cassandra al matrimonio" è un super libro, complimenti anche per la tua recensione!
Valentina
www.peekabook.it
Non ho letto ancora questo libro. Mi è venuto in mente che due libri che ho apprezzato in cui c'è il legame fra gemelli sono "la tredicesima storia" di Diane Setterfield e "una lontana follia" di Kate Morton. Li hai letto? Paola
RispondiEliminaLa tredicesima storia l'ho letto, ma mi sa che non mi era piaciuto perché non me lo ricordo per nulla!
EliminaDi Kate Morton non ho mai letto niente invece!
Letto qualche mese fa.
RispondiEliminaPiuttosto divertente. Ma anche un po' amaro.
Uhm ammetto di non aver colto l'aspetto divertente, ma anche questa è una cosa soggettiva! :)
EliminaLo punto da mesi, ma poi mi sono fatta rapire dalla Ferrante e ho perso il contatto con il resto del mondo letterario! Mi incuriosisce molto :)
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