Io non amo molto sottolineare i libri. Mi piace scoprire le frasi, leggerle magari più volte e poi segnarmele su un piccolo quaderno che tengo sempre a portata di mano. Non mi piace sottolineare perché, quando poi mi capita di prestarli a qualcuno, vorrei che chi legge si stupisse quanto mi sono stupita io, senza che una sottolineatura o una frase lo mettano in qualche modo all'erta.
Leggendo Mi ricordo di Joe Brainard però, a un certo punto, ho sentito la necessità di prendere in mano una matita e sottolineare. Forse perché in questa marea di suoi ricordi che l'autore presenta, volevo che mi saltassero subito agli occhi, nel caso in cui lo rileggessi in futuro, quello che ho trovato più belli. O forse no, non tanto più belli, quanto più affini a me.
Un libro fatto di ricordi, quindi. Pagine e pagine di frasi più o meno lunghe in cui Joe Brainard ci presenta qualcosa che ha vissuto. Momenti importanti della sua vita, certo, ma anche quelle piccole, piccolissime cose che si vivevano (e a volte si vivono ancora) ogni giorno. Mi ricordo i panini con burro e zucchero (anche io, anche io!). Mi ricordo il nastro da regalo, che se ci facevi scorrere la lama delle forbici si arricciava tutto (e anche tutte le volte che lo tiravi troppo poco, e i riccioli non venivano). Mi ricordo che rimanevo nella vasca da bagno così a lungo che mi venivano mani e piedi tutti rugosi (lo faccio ancora adesso, quelle poche volte in cui riesco a fare un bagno e non la banalissima doccia). Mi ricordo quando cerchi qualcosa che sai che è lì, eppure non c'è (sempre).Mi ricordo che non capivo perché Cenerentola non mollasse tutto e se ne andasse, se le cose andavano così male. E ancora, ancora e ancora. Potrei andare avanti per ore e riempire la pagina di ricordi così (ma non lo faccio, per non togliervi tutto il gusto di leggerlo).
Lo so cosa state pensando adesso, che si tratta di un libro che tutti potrebbero scrivere (e che molti effettivamente hanno già scritto). E ce lo dice anche Paul Auster, nella sua prefazione al libro: "Molti hanno scritto la loro versione di Mi ricordo". E credo che che farebbe davvero bene a tutti, scrivere un libro così, su cui appuntarsi tutto ciò di piccolo e grande che capita nella propria vita per far sì che non venga mai dimenticato. Però, come continua Paul Auster, nessuno è riuscito minimamente a uguagliare la genialità dell'originale di Brainard, a trascendere ciò che è puramente privato e personale in un'opera che parla di tutti. Ed è vero, perché sono sicura che ogni lettore sottolineerebbe ricordi diversi, rispetto a quelli che ho sottolineato io. Sono ricordi di Joe Brainard, filtrati dal suo sguardo, dalle sue esperienze, certo, ma sono anche ricordi di tutti.
Sicuramente la lettura da un americano viene apprezzata ancora di più, visti quanti riferimenti culturali sono presenti nei ricordi di Brainard. Un lettore che non li conosce fatica un po' a leggerli e capirli, soprattutto se non ha tempo o voglia di documentarsi. Ma può sempre saltarli a piè pari (come in alcuni casi, lo ammetto, ho fatto io) e di sicuro non si farà certo scoraggiare da quei pochi ricordi che non coglie. Semplicemente perché ci si perde in tutti gli altri, semplici e bellissimi.
Mi ricordo (spaventoso) quando di colpo una persona che conosci benissimo diventa per un attimo un perfetto estraneo
Quindi, armatevi di matita e di voglia di rituffarvi nel passato (ma anche di scoprire cose nuove), e poi venite qui e ditemi se non è stato bello tutto questo ricordare.
(Io intanto mi guardo su youtube tutti i corti di Blondie e Dagwood, un fumetto che adoro e di cui ho scoperto grazie a questo libro l'esistenza del cartone).
Titolo: Mi ricordo
Autore: Joe Brainard
Traduttore: Thais Siciliano
Pagine: 170
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Lindau
ISBN: 978-8867082704
Prezzo di copertina: 14 €
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formato brossura: Mi ricordo
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