lunedì 8 aprile 2013

MILIONI DI MILIONI - Marco Malvaldi

Montesodi Marittimo è un paesino toscano di una certa altitudine, nonostante il nome, per di più molto scosceso. Una persona su due porta un doppio patronimico, il secondo dei quali è sempre Palla. Eredità di un marchese Filopanti Palla, gran gaudente, pentitosi in punto di morte di lasciare tanti bambini senza un nome legittimo. Inoltre su Montesodi aleggia un mistero: è considerato "il paese più forte d'Europa". Per scoprirne la causa, vengono mandati dall'Università un genetista, Piergiorgio Pazzi, e una esperta di archivi, Margherita Castelli. Trascorsi i primi giorni, nel panorama umano che gli si offre, i due non trovano nulla di cui meravigliarsi, tranne la forza. È un mondo abitudinario, dominato da due gruppi familiari: il sindaco, l'onesto e schietto Armando Benvenuti, con la moglie Viola, e la maestra Annamaria Zerbi Palla, anziana vedova, con un figlio poco amato. La sorpresa arriva con una tremenda tempesta di neve che isola il paese per giorni. Piergiorgio, che alloggia nella casa della Zerbi, una mattina trova l'energica signora abbandonata in poltrona senza vita. Sembra, a prima vista, un attacco di cuore, ma Piergiorgio capisce che non si tratta di morte naturale e poiché il paese è isolato l'assassino non può essere andato via.

E poi ci sono dei periodi in cui le tue letture sono completamente monopolizzate da un autore. Per quanto tu possa cercare di evitarlo, questi autori quasi ti perseguitano: vedi i loro romanzi ovunque, sono ospiti a fiere del libro troppo vicine a casa tua per lasciartele scappare, le persone che hai attorno anziché distrarti alimentano questa tua quasi ossessione, al punto che ormai sai che non troverai pace finché non avrai letto tutto il leggibile. Una volta finito tutto, a poco a poco, questa mania passerà, per poi rifarsi viva magari tra qualche anno.
Ecco, questo è il riassunto perfetto del mio rapporto con Marco Malvaldi in questo momento. Scoperto quasi per caso nemmeno un anno fa, letto (in ordine sparso, come molto poco furbamente faccio sempre) tutta la saga del BarLume, consigliato al mio ragazzo che ha deciso di diventare ancora più invasato di me, incontrato per la prima volta due settimane fa,  ricevuto in regalo per Pasqua i due romanzi che ancora mi mancavano e cercato di resistere il più possibile prima di leggerli per evitare una qualche accusa di recensore-stalker.
Però poi questi libricini sono lì, sul comodino, che ti guardano e ti dicono "leggimi, leggimi, che lo sai che non ti deluderò" e ogni buon proposito svanisce. Quindi, se siete stufi di sentirmi parlare di Marco Malvaldi, fermatevi qua, non leggete la recensione e aspettate la prossima, che vi giuro incrociando le dita dietro la schiena che non sarà di un libro suo.

Inizio con il dire la cosa più scontata in assoluto, che chiunque conosca i gialli del BarLume penso capirà immediatamente. La mancanza dei quattro vecchini si sente, si sente eccome. E ci va un po' per abituarsi all'idea che non spunteranno al bar o che non interromperanno qualche dialogo con le loro battute irriverenti e i loro pareri non richiesti. Ci va un po', però poi ci si riesce. E ci si ritrova catapultati a Montesodi Marittimo e in mezzo alla sua gente e alla sua vita. Una vita che non è poi così diversa da quella di ogni altro paesino sperduto sulle colline o sulle montagne: tutti si conoscono, tutti sanno i segreti degli altri ma fingono di non saperli, tutti parlano e tutti vedono, è straniero anche chi ci vive ormai da più di cinquant'anni, c'è chi non riesce a immaginare di andare via e chi non aspetta altro... 

Il giallo, come al solito, è "alla Malvaldi", ovvero non importa tanto la vittima o il movente, quanto i personaggi e la caratterizzazione della vita di paese, che di solito viene fatta tramite un espediente (in questo caso, l'arrivo di due studiosi che hanno il compito di scoprire se ci sono cause genetiche a giustificare l'incredibile forza posseduta da buona parte degli autoctoni) e alimentata appunto dall'omicidio.
Sono libricini leggeri, perfetti da leggere per distrarsi, ma in cui ogni tanto spunta qualche frase e qualche citazione semplicemente geniale, ogni tanto si ride e, soprattutto, si arriva alla fine soddisfatti, rilassati, quasi felici. 

Non so se a voi capita mai di leggere uno o più libri di un autore e tramite le sue parole trovarlo simpatico o antipatico. Così, senza magari mai neanche averlo visto o averlo sentito parlare. Ecco, con Malvaldi mi succede tutte le volte. Chiudo il libro e il primo pensiero è: vorrei andarci a cena almeno una volta al mese, per sentirlo parlare, raccontare, per chiedergli da dove gli vengono certe idee, per chiedergli semplicemente come fa.
E poi, non so, trovo davvero bellissimo e dolcissimo il fatto che alla fine di ogni suo libro ringrazi la moglie senza la quale, lascia intendere, lui non sarebbe quello che è.

-Lei ha un vizio cittadino. Dice sempre «la gente».
Piergiorgio tacque, non sapendo cosa dire.
-Sa cosa diceva un mio amico di Livorno? «La gente, son persone». Ecco, accetti un consiglio da politico: smetta di dire «la gente». Dica «le persone». Può sembrare una questione di dialettica, ma non lo è, mi creda.
-No, credo che non lo sia...
-La gente è stupida, le persone ragionano. La gente è indifferente, le persone ti aiutano. Oppure ti affogano, ma comunque interagiscono. Finché uno riesce a pensare agli altri come persone, a vederle come persone, riesce a non rimanere indifferente.


Titolo: Milioni di milioni
Autore: Marco Malvaldi
Pagine: 196
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Sellerio
ISBN: 978-8838927638
Prezzo di copertina: 13,00 €
Acquista su Amazon:
formato brossura:Milioni di milioni


10 commenti:

  1. Anch'io ero rimasta colpita dalla itazione che riporti ^-^

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    1. ce ne sono altre due o tre notevoli secondo me, ma forse questa è la migliore :)

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  2. Temo di essere invasata pur'io, e pensare che ancora non ho letto neppure il primo...
    ... e non credo basti sentirlo nominare a pioggia per ottenere questo effetto: dev'essere che qualcosa vale ;)

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    1. Per me vale tantissimo! Ci sono tanti autori da cui sono "perseguitata" che non mi suscitano neanche lontanamente questi stessi sentimenti!

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  3. La citazione ispira un fracco.
    Ok, direi che mi tocca un po' di Malvaldi, spero di riuscire a incastrarlo presto tra le varie letture...
    Comunque comprendo eccome quella simpatia che filtra dai libri, io sono convinta che Benni e Pennac siano personcine adorabili a dire poco.

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    1. Devi assolutamente provare Malvaldi!! Se non questo almeno la saga del BarLume! :)

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  4. Io non ho ancora letto nulla di Malvaldi, magari potrei cominciare proprio da questo qui :)

    Anche a me capita, qualche volta, quella sensazione di simpatia a pelle con l'autore di un libro, però piuttosto raramente...

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    1. A me non succede con tutti eh, anzi! Molte volte non ci sto nemmeno troppo a pensare... però non so, ancor prima di andare all'incontro tre settimane fa, non vedevo l'ora di "conoscere" Malvaldi, forse per vedere se era davvero come me l'ero immaginato :)

      Forse se non hai mai letto nulla di Malvaldi, questo lo apprezzerai ancora di più perché non hai il paragone con il BarLume!

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