lunedì 9 aprile 2018

ALL'OMBRA DI JULIUS - Elizabeth Jane Howard

«Ti è mancato Julius? Intendo dopo un po' di tempo, passato lo shock.»
Lei sostenne il suo sguardo e ci pensò, seria.
«Mi è mancato ciò che lui rappresentava nella mia vita. Un padre per le bambine. Un uomo nella sua casa. La sicurezza di essere in coppia. Ma nel profondo... no, non mi è mancato. Avrei sofferto meno la solitudine, se lui mi fosse mancato in quel senso. E poi sento come di averlo abbandonato. È la prova che non lo amavo.»
«Non ti seguo». Felix stava pensando al suo senso di colpa per aver abbandonato lei.
«Sono cose che non si provano per chi si ama. Compassione, senso di responsabilità, questo tipo di sentimenti. Se ami una persona, non li provi. È impossibile, ecco.»




Esce oggi in libreria All’ombra di Julius, romanzo del 1965 di Elizabeth Jane Howard, finalmente pubblicato in Italia da Fazi editore, con la traduzione di Manuela Francescon.
Che io adori questa scrittrice inglese credo che ormai si sia capito: mi sono appassionata alle vicende della famiglia Cazalet fin dal primo volume, per poi seguirli con coinvolgimento e un po’ di apprensione fino all’ultimo; ho amato a dismisura Il lungo sguardo, il suo primo romanzo pubblicato in Italia, anche se io l’ho scoperto solo più tardi, che racconta un amore al contrario, partendo dalla fine, da quello che è rimasto, per procedere a ritroso fino al suo inizio.
Aspettavo quindi con ansia la traduzione di una sua nuova opera e sono davvero contenta che finalmente, anche qui in Italia, abbia trovato un editore (e tanti lettori) in grado di attribuirle tutto il riconoscimento che secondo me si merita.

Sono passati vent’anni dalla morte di Julius. Vent’anni da quella mattina in cui ha salutato la moglie Esme, la figlia maggiore Cressy e la minore Emma, per andare a compiere un gesto eroico durante la Seconda Guerra Mondiale, con cui poi tutti i membri della sua famiglia continueranno a fare i conti per tutta la loro vita.
Esme si chiede se si amavano abbastanza, e nel momento in cui se lo chiede sa già qual è la risposta. Stava con lui perché c’erano le figlie, perché gli dava la sicurezza di una famiglia… ma il suo vero grande amore era un altro, un uomo ben più giovane di lei e del marito, che non ha mai smesso di amare.
Cressy in quei vent’anni non ha fatto altro che cercare l’amore, sempre negli uomini sbagliati, a cui si è sempre concessa senza remore pur sapendo il male che si stava facendo. È una donna molto bella, una pianista brava ma non eccezionale, con la singolare abitudine di stare sempre con uomini sposati. Ed è forse diventata incapace di riconoscere l’amore vero.

Cressy sentiva che l’unico obiettivo da perseguire e poi mantenere con tenacia era l’amore; poi però le era stato d’intralcio il fatto di non avere le idee chiare su cosa fosse l’amore, e così si era ostinata a vederlo un po’ dappertutto, tanto per non sbagliare, o per sbagliare a colpo sicuro.

Emma, invece, è convinta che l’uomo della sua vita sia morto in guerra, senza che lei abbia avuto la possibilità di conoscerlo. È ancora giovane, eppure si sente tanto vecchia dentro. Lavora nella casa editrice che era del padre e si prende cura delle sofferenze d’amore della sorella, senza riuscire a capirla ma senza nemmeno mai giudicarla.
Un fine settimana le tre si ritrovano a casa della madre in compagnia di due uomini: il primo è Felix, il grande amore di Esme, che l’aveva abbandonata più o meno gli stessi giorni della morte di Julius e di cui per vent’anni la donna non aveva saputo nulla, serbandone però intatto il ricordo nella sua mente; il secondo è Dan, un poeta pubblicato proprio dalla casa editrice in cui lavora Emma, che la ragazza d’impulso ha invitato prima a pranzo e poi a trascorrere un fine settimana con lei. Anche l’uomo è alla disperata ricerca di un amore, o forse solo di qualcuno in grado di placare il dolore che sente dentro da quando ha perso quella che riteneva la donna della sua vita.
In questi tre giorni, molti nodi, molti non detti, sembrano venire al pettine. A capo c’è sempre lui, Julius, assente fisicamente ma ben presente in ognuna delle tre protagoniste, tutte accomunate da una disperata ricerca d’amore per colmare l’enorme perdita che l’uomo ha lasciato in ognuna di loro.

Una delle cose che amo di più di Elizabeth Jane Howard è la sua incredibile capacità di tratteggiare le dinamiche famigliari, con tutte le loro caratteristiche, le loro contraddizioni e ambiguità, senza però mai giudicare nessuno. Semplicemente racconta i personaggi e le loro debolezze affettive, dando voce alle loro emozioni, per quanto assurde o incomprensibili possano sembrare viste dall’esterno, da chi quelle emozioni non le sta vivendo.

In All’ombra di Julius succede proprio questo. Ci sono tre donne che si conoscono ma spesso si guardano senza capirsi; tre donne che si innamorano troppo o che non si innamorano mai, che amano le persone sbagliate o quelle giuste al momento sbagliato, che non si lasciano andare perché i loro ideali glielo impediscono o che si lasciano andare troppo perché i loro ideali si sono troppo spesso scontrati con la realtà.

Avevo già notato la bravura di questa scrittrice inglese nel raccontare le emozioni in tutti e cinque i volumi della Saga dei Cazalet, ma forse ancor di più in
Il lungo sguardo (che precede All’ombra di Julius di ben dieci anni). In All’ombra di Julius questa abilità diventa ancor più evidente: siamo di fronte a una donna, una scrittrice, che ha avuto lei stessa una vita sentimentale un po’ turbolenta e che, dagli anni ’50, ha descritto l’amore, tutte le sue dinamiche e le sue contraddizioni così, con eleganza e intelligenza, ma senza nascondere nulla, senza farsi bloccare da convenzioni o condizionamenti sociali. Perché l’amore non ha regole, anche se a volte forse se le avesse sarebbe più facile, e può arrivare così, all'improvviso, e si deve essere pronti a tutto per non lasciarselo sfuggire.
Arrivò allo svincolo, lo riconobbe all'ultimo momento. Spense il motore e riaccese la luce. Lei dormiva davvero. Stette a guardarla per alcuni secondi, come a fissarsi nella mente i tratti del suo viso. Aveva una bocca bellissima, non c'erano altri modi per definirla. E poi aveva l'aspetto dolce e arreso di chi ha completamente ceduto al sonno. Eccola, pensava Felix, è qui. È straordinario averla trovata. Immagino che tutti provino questa sensazione a un certo punto della loro vita, e che tutti pensino di essere i primi a sperimentarla. Non voleva toccarla, temeva quasi di farla sparire, di rompere l'incantesimo.

Titolo: All'ombra di Julius
Autore: Elizabeth Jane Howard
Traduttore: Manuela Francescon
Pagine: 327
Anno di pubblicazione: 2018
Editore: Fazi
Prezzo di copertina: 20 €
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formato brossura: All'ombra di Julius
formato ebook: All'ombra di Julius

6 commenti:

  1. Ho fatto la conoscenza della Howard proprio leggendo "All'ombra di Julius". La tua profonda recensione mi ha permesso di avere più notizie su questa scrittrice della quale si parla pochissimo. Ora ho intenzione di affrontare la saga dei Cazalet con emozione e curiosità :)

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  2. Ho avuto la fortuna di leggerlo in anteprima anche io, ho amato questa autrice proprio grazie alla famosa Saga e adesso mi manca "Il lungo sguardo". La tua recensione è bellissima.

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    1. Il lungo sguardo per ora è il mio preferito in assoluto! :)

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  3. Ho questo libro in lista, perché mi incuriosisce molto la trama e la tua recensione mi ha ulteriormente convinta a leggerlo! ;)

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