Perché si va sulla tomba di una persona che non si è mai conosciuta? Perché ci dice ancora qualcosa, perché dice qualcosa a te, qualcosa che ti risuona ancora nelle orecchie, che ti è rimasta in testa e probabilmente non potrai mai dimenticare, qualcosa che conosci a memoria e che di tanto in tanto, a bassa o ad alta voce, ripeti. Con una persona di cui si ricordano le parole si ha una relazione di qualche tipo.
Io sono una di quelle persone che quando è in gita da qualche parte se ci sono cimiteri in cui sono sepolti scrittori e scrittrici, o persone in qualche modo conosciute, va sempre a visitarli.
Non credo sia una forma di turismo macabro, o almeno io non l’ho mai percepita così. La vivo più come un omaggio che faccio a qualcuno che, seppur solo su carta o in qualche altra forma artistica, ha fatto o fa parte della mia vita. (Certo, questo a volte mi ha portato anche a fare figure non proprio eleganti, come quando a Londra sono uscita da Westminster dicendo “Oddio, ho camminato su Dickens”… ma ero davvero emozionata).
Non credo sia una forma di turismo macabro, o almeno io non l’ho mai percepita così. La vivo più come un omaggio che faccio a qualcuno che, seppur solo su carta o in qualche altra forma artistica, ha fatto o fa parte della mia vita. (Certo, questo a volte mi ha portato anche a fare figure non proprio eleganti, come quando a Londra sono uscita da Westminster dicendo “Oddio, ho camminato su Dickens”… ma ero davvero emozionata).
Quando ho scoperto dell’esistenza di Tumbas, tombe di poeti e pensatori di Cees Nooteboom, pubblicato in Italia da Iperborea con la traduzione di Fulvio Ferrari, mi sono subito sentita un po’ meno sola e ho deciso che, prima o poi, avrei dovuto leggerlo.
In questo libro, corredato dalle foto di Simone Sassen, Cees Noteboom raccoglie tutte le tombe di scrittori e scrittrici, ma anche altri tipi di personaggi del mondo dell’arte e della cultura, che ha visitato nel corso di trent’anni di viaggi in giro per il mondo. Di fronte a ognuna di essere, l’autore ha ricordato o un testo dell’autore, o un aneddoto vissuto insieme (ovviamente solo nel caso di quelli che ha conosciuto) o del momento della scoperta della tomba, o, in alcuni casi, citazioni di altri.
L’idea generale del libro, ovviamente, mi è piaciuta molto. Da amante dei libri e della letteratura, ho trovato questo pellegrinaggio molto bello e molto poetico, un grande omaggio di uno scrittore a chi lo ha formato.
Una volta iniziato a leggere il libro, però, devo ammettere che il sentimento predominante è stato quello della noia. Forse ho sbagliato io, che avrei dovuto inframmezzarlo alla lettura di un romanzo vero e proprio, usandolo quasi come testo di consultazione, da leggere qualche pagina per volta. Però non posso fare a meno di pensare che si tratti di una grandissima idea, di un grandissimo progetto che poi messo su carta, in questa forma, perde un po’. Mi sarebbe piaciuto leggere delle emozioni provate da Noteboom di fronte alle tombe, o del momento in cui nella sua vita ha conosciuto questi autori. Le citazioni mi sono sembrate solo un modo per riempire lo spazio, soprattutto nel caso dei personaggi meno famosi di cui forse avrebbe potuto raccontare di più.
Sicuramente Tumbas tombe di poeti e pensatori racconta di un viaggio affascinante, che per Cees Noteboom deve essere stato grandioso.
Forse però è una di quelle esperienze (e ce ne sono tante!) che in un libro non si possono racchiudere, e hanno senso solo se si vivono.
Forse però è una di quelle esperienze (e ce ne sono tante!) che in un libro non si possono racchiudere, e hanno senso solo se si vivono.
Titolo: TUMBAS. Tombe di poeti e pensatori
Autore: Cees Nooteboom
Traduttore: Fulvio Ferrari
Pagine: 380
Editore: Iperborea
Prezzo di copertina: 20,00€
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formato brossura:Tumbas. Tombe di poeti e pensatori
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