La storia romanzesca delle quattro sorelle Mirabal, eroine della guerra di liberazione dominicana contro il dittatore Trujillo, che con la loro indomita fragilità avevano meritato il nome di ''farfalle'' nella resistenza clandestina.
La diffusione della letteratura sudamericana nel mondo è sempre stata un fenomeno strano. E' come se esistesse una sorta di monopolio di certi autori che, pur essendo indubbiamente meritevoli, hanno tolto un po' di visibilità ad altri scrittori, vuoi perché pubblicati da una casa editrice con risorse più limitate, vuoi perché gli argomenti che trattano non destano il dovuto interesse nella massa di lettori di best seller.
E io sono la prima ad ammettere la mia ignoranza: non conoscevo Julia Alvarez ma soprattutto non sapevo assolutamente nulla della Repubblica Dominicana e della dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, che ha dominato il suo paese per più di trent'anni. Conosco la rivoluzione cubana e l'arrivo di Fidel, so la storia di Che Guevara, quella di Allende e qualcosina anche dell'Argentina. Ma della Repubblica Dominicana non sapevo assolutamente nulla.
Ci voleva un libro come questo a farmela scoprire. Ci voleva la storia delle sorelle Mirabal e del loro sacrificio per aprirmi gli occhi ancora una volta su un periodo del passato della nostra umanità che forse è stato dimenticato troppo presto.
Amo i libri che raccontano di donne forti, coraggiose, donne che hanno seguito i loro ideali e sono morte per difenderli, chi con più titubanza, come la sorella minore Mate, chi con determinazione, come Minerva, chi solo dopo essersi resa conto cosa davvero stava succedendo nel paese, come Patria, tutte e tre uccise, il 25 novembre 1960, dal regime mentre tornavano dalla visita dei loro mariti in carcere.
Il libro racconta la storia della famiglia Mirabal, dall'infanzia fino ad oggi, con l'espediente di un'intervista all'unica sorella sopravvissuta, Dedé. Si racconta come le ragazze sono cresciute sotto la dittatura, che le obbligava a mantenere una certa apparenza di fedeltà verso un sistema fatto di soprusi che era chiaro a tutti quanto fosse sbagliato. Si racconta di quando hanno iniziato a ribellarsi: andando all'università, conoscendo altri rivoluzionari, innamorandosene e mettendo al mondo figli per i quali sognavano semplicemente un futuro migliore. Si racconta delle torture psicologiche e fisiche subite per essersi ribellate e di come la società inizialmente abbia accettato tutto questo per poi rendersi conto, come sempre troppo tardi, di quello che davvero stava succedendo al paese.
Ma soprattutto si racconta di quattro donne incredibili, completamente diverse tra loro ma unite da uno stesso destino. Quello di soffrire e di sacrificare la propria vita per qualcosa di grande. Minerva, Patria e Mate uccise perché ribelli. Dedé rimasta in vita e per questo costretta a portarsi dietro la colpa di essere l'unica sopravvissuta, una colpa espiabile solo raccontando, facendo in modo che nessuno dimentichi quello che è stato.
Un libro forte, doloroso ma molto, molto bello, che forse avrebbe meritato un po' più di spazio sulla scena internazionale (facendo un po' di ricerche ho scoperto che ne è stato anche tratto un film, uscito nel 2001). Perché nessuno deve dimenticare cosa è successo a queste tre "farfalle", nessuno deve dimenticare di cosa può essere capace una dittatura. Assolutamente da leggere.
¡Vivan las mariposas!
Nota alla traduzione: pur essendo l'autrice di origini dominicane, questo è stato scritto in lingua inglese. I termini e le espressioni che si trovano in spagnolo sono quindi lasciate così dall'originale e la traduttrice è stata brava a non modificarle, anche se mi rendo conto che forse per chi non sa lo spagnolo non siano proprio facili da comprendere. Comunque una buona traduzione!
Titolo: Il tempo delle farfalle
Autore: Julia Alvarez
Traduttore: Luisa Corbetta
Pagine: 398
Anno di pubblicazione: 2006
Editore: Giunti
ISBN: 978-8809211155
Prezzo di copertina: 5,90€
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