«Dammi la mano» le disse. Lei gliela diede. Le dita di Louise erano forti e calde. «Grazie» disse lui. Rimasero così, con le mani appoggiate sul tavolo.
«Non c'è di che» disse lei.
Immaginate di esservi trasferiti da poco in una cittadina. Non un paese minuscolo, ma della dimensione giusta perché tutti si conoscano tra loro e tutti sappiano, o pensino di sapere, qualcosa di tutti.
Voi vivete lì da poco e avete appena iniziato ad avventurarvi all'esterno. Magari siete andati a comprare il pane nel negozietto vicino a casa, oppure avete già fatto la vostra prima fila in posta (non importa quanto piccolo sia il paese in cui vivete, la fila in posta la troverete sempre) o, un po’ intimiditi, avete preso parte al vostro primo consiglio comunale. Così, giusto per farvi un’idea di dove siete finiti.
Avete già iniziato a vedere gli altri e gli altri a vedere e farsi domande su di voi, ma non vi siete ancora del tutto integrati. Vi è capitato di sentire conversazioni di cui non siete sicuri di aver capito il senso, perché vi manca un contesto, o aver ascoltato riferimenti a persone che non avete idea di chi siano e, forse, mai l’avrete.
Ma una conversazione origliata qua e una conversazione origliata là, una chiacchierata oggi e una chiacchierata domani e a poco a poco anche voi inizierete a sentirvi parte di quel luogo, conoscendone le persone, magari anche solo di fama; cogliendo le caratteristiche degli abitanti, i conflitti, le simpatie, i pettegolezzi. Arrivando così, in un modo o nell'altro, a conoscere la vita di tutti, a farne parte e, soprattutto, a non volervene più andare.
Leggere le prime pagine di La fine dei vandalismi di Tom Drury, primo volume di una nuova trilogia pubblicata da NN editore con la traduzione di Gianni Pannofino ambientata a Grouse County, è un po’ come uscire di casa per la prima volta dopo che ci si è trasferiti in un posto nuovo e incontrare persone, magari mentre si è in coda a donare il sangue o si sta aspettando il proprio turno per ordinare un hamburger, che parlano tra di loro di cose che non capisci, o che capisci ma ti sembrano assurde e che, soprattutto, nella maggior parte dei casi non avranno un seguito.
Poi man mano che si procede con la lettura, questi dialoghi a volte un po’ strampalati acquisiscono un senso che riesci a comprendere anche tu e di cui inizi a fare parte. E soprattutto, tutte insieme, queste conversazioni formano una piccola grande storia.
Come quella di Dan e Louise, sceriffo della contea lui e assistente fotografa lei, e della loro storia d’amore. Sono loro il fulcro attorno a cui ruotano tutto il libro e tutti gli altri personaggi (sessantotto in tutto, tra fugaci apparizioni e ruoli un po’ più incisivi, come lo stesso Drury riepiloga alla fine del romanzo). Una storia d’amore senza troppo clamore, nata dalle ceneri del matrimonio di Louise con Tiny, e che vive senza altrettanto clamore tutte le piccole gioie ma anche le insicurezze e, purtroppo, a volte, le grandi tragedie che caratterizzano l’amore tra due persone.
«Cos’è che stavi scrivendo?» disse Dan mentre uscivano, e lei gli porse un foglietto su cui aveva scritto, quattro volte: dimostrami amore.
«Lo farò» disse lui.
Attorno a loro si sviluppano tante altre storie, più o meno grandi. C’è quella di Tiny, l’ex marito di Louise, che fatica ad accettare la fine del matrimonio, un po’ per orgoglio un po’ per amore, e che inizia a spostarsi, da una cittadina all’altra, da un lavoro strambo all’altro, fino a tornare a Grouse County. C’è quella di Quinn, il neonato trovato da Dan abbandonato in un carrello del supermercato e attorno a cui tutto il paese si stringe. C’è quella di Albert e del suo amore contrastato per Lu Chiang, la studentessa di Taiwan giunta a Grouse County con un programma di studi e ritrovatasi a badare ai polli. C’è quella di Carol e Kenneth Kennedy e dei pesci dello stagno del loro villaggio vacanze. Quella del fotografo Kleeborg, della spogliarellista Marnie e ancora tante, tante piccole altre storie.
Eppure, dopo un momento di smarrimento iniziale, tutte queste storie che si sfiorano e si intrecciano tra loro non generano confusione, ma servono a descrivere forse l’unico vero grande protagonista che nell’elenco dei sessantotto finali non è riportato: Grouse County stessa.
Ho amato moltissimo
La fine dei vandalismi. Ho amato la dolcezza e la delicatezza della storia d’amore tra Dan e Louise, certo, che non si perde in troppe sdolcinatezze e smancerie ma è ricca di tanti piccoli gesti che la rendono indimenticabile. Ma ho amato praticamente anche tutti gli altri personaggi, persino quelli all'apparenza più antipatici (per esempio Tiny), e tutti i dialoghi e le situazioni buffe, strampalate e divertenti che si susseguono sulle pagine.
E ho amato, tantissimo, lo stile di Tom Drury. La scelta delle storie da raccontare e dei dettagli da descrivere e la semplicità con cui li ha descritti. Il suo soffermarsi su cose all'apparenza sceme e inutili, che però, messe tutte insieme, alla fine non lo sono, e il suo mettere in bocca a personaggi grandi verità in modo quasi inaspettato. Come quando un amore finisce e uno chiede all’altro:
«Louise?».
«Sì. Che cosa c'è?».
«Non dimenticarti delle cose belle».
Leggere
La fine dei vandalismi, anche le pagine più tristi (e ce ne sono, e anche queste sono descritte con una delicatezza che non avevo mai trovato in altri libri), è stato in qualche modo rassicurante. Lo è stato passeggiare per le vie di Grouse County e prendere parte a dialoghi su erba cattiva che non fa bene ai cavalli, ma anche assistere a una riunione del consiglio, preparare le lasagne insieme a Helena Plum, fare il tifo per le elezioni del nuovo sceriffo o chiedersi come sia possibile che dei pesci abbiano scacciato altri pesci e non si riesca più a farli tornare.
Ho letto il libro con un sorriso e l'ho chiuso con un po' di tristezza. Come quella tristezza che provi quando sei arrivato in un posto in cui stai bene, in cui ti sei ambientato, che senti come casa e che devi abbandonare.
Per fortuna a Grouse County Tom Drury ha dedicato una trilogia, perché io non vedo proprio l'ora di tornarci.
TITOLO: La fine dei vandalismi
AUTORE: Tom Drury
TRADUTTORE: Gianni Pannofino
PAGINE: 240
EDITORE: NN editore
ANNO: 2017
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La fine dei vandalismi
formato ebook:
La fine dei vandalismi