È passato davvero in fretta questo novembre. Sarà che ho fatto tante cose, anche se, guardando il blog, sembra quasi che io abbia solo e sempre letto.
I libri sono stati i veri protagonisti di questo spazio questo mese. Un po’ perché non ho avuto tempo di scrivere altro che non fossero le recensioni (per quelle il tempo lo trovo sempre, anche perché fatico a iniziare un nuovo libro se non ho prima parlato dell’ultimo letto), un po’ perché forse tutte le altre cose che ho fatto su questo blog c’entravano poco.
Ma partiamo dalle cose letterarie.
Il mese è iniziato con il tradizionale incontro annuale a Chivasso con Marco Malvaldi, che ha presentato Buchi nella sabbia, suo nuovo romanzo che ho prontamente letto e recensito. Gli incontri con Malvaldi sono sempre molto divertenti e, in questo caso, a dialogare con lui c’era Margherita Oggero, altra mia adorata scrittrice (a cui ho chiesto se, per favore, nella serie tv Provaci ancora, prof fa mettere definitivamente insieme Camilla e Gaetano… ha risposto di sì, ma non so se per davvero o solo per farmi contenta).
Il 5 novembre (Remember remember...) è poi uscita la mia seconda traduzione. Adesso, punta il tuo obiettivo di David Hieatt, pubblicato da Anteprima.
A sei anni esatti dalla laurea (ricorrenza che cadeva proprio il 9 di questo mese), posso finalmente dire che sì, faccio la traduttrice. Anche perché una settimana dopo mi è arrivata la terza, bella sostanziosa tra l’altro, ed è ciò che mi sta occupando un sacco di tempo ultimamente.
Poi, sempre in questo mese, si è finalmente delineato un progetto a cui io e Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri pensavamo da un po’. Solo un’idea all’inizio, nata da un semplice “che dici, proviamo a inventarci qualcosa?”, e che è sfociata in Una valigia di libri. Letture in giro per il mondo, un ciclo di incontri ospitati dalla libreria Sulla parola di Caluso, che durerà fino a giugno e che consisterà nel presentare libri di ogni continente. Si parte il 12 e devo dire che un po’ di emozione ce l’ho già adesso. Per tutti i dettagli vi rimando comunque al post apposito.
Tra le cose non letterarie, invece, da segnalare che sono andata a vedere Snoopy & Friends, il film dei Peanuts, che mi ha fatta commuovere tantissimo e la mostra di Monet a Torino, alla GAM, dove ho scoperto un mio nuovo quadro preferito, I tacchini.
Ma veniamo ora ai libri e alle recensioni. Tante letture, vi dicevo, e tutte abbastanza soddisfacenti.
Il mese è iniziato con La morte dei caprioli belli di Ota Pavel, pubblicato da Keller editore e tradotto da Barbara Zane, una bella raccolta di racconti ambientati al tempo della Seconda guerra mondiale in cui la guerra fa solo da inevitabile sfondo alle belle avventure della famiglia dell’autore.
Subito dopo è arrivato Paolo Cognetti con il suo Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, un elogio a New York e al cibo, scritto come solo Cognetti sa scrivere (e chi ha letto altri libri di Cognetti capisce perfettamente che cosa intendo), pubblicato nella bella collana Allacarta di EDT.
Poi, La leggenda del trombettista bianco di Dorothy Baker, pubblicato da Fazi con la traduzione di Stefano Tummoli. Dorothy Baker, conosciuta soprattutto per il suo Cassandra al matrimonio, che qui romanza la vita di Leon Bix Beiderbecke, il più celebre trombettista solista americano degli anni '20, tramite Rick Martin, suo alterego letterario. Bello, anche se di musica non capite niente come me.
Ed ecco Buchi nella sabbia di Marco Malvaldi, l’ultimo suo romanzo, sempre pubblicato con Sellerio, in cui torna a dare il meglio di sé, come già aveva fatto con Odore di chiuso. Un giallo storico, in cui l’omicidio è solo un pretesto per presentare buffi personaggi e buffe situazioni. Da leggere, assolutamente.
Una bella scoperta è stata Il peso di Liz Moore, pubblicato da Neri Pozza con la traduzione di Ada Arduini. Una storia di solitudini e di paura di chiedere aiuto. Intenso, bello davvero.
E poi due salti in Sudamerica. Prima con È finito il nostro carnevale di Fabio Stassi, pubblicato da minimum fax, e poi con Il liberatore dei popoli oppressi di Arto Paasilinna, tradotto da Francesco Felici per Iperborea. Il primo mi è piaciuto di più del secondo, sicuramente, forse perché amo il modo di scrivere di Fabio Stassi. Entrambi comunque valevoli di lettura.
Il mese è proseguito con Panorama di Tommaso Pincio, pubblicato da NN editore, che fa una critica violenta del mondo letterario e non di oggi, attraverso il grandissimo personaggio di Ottavio Tondi, per poi concludersi di nuovo in Sudamerica e di nuovo con una raccolta di racconti, Il vento distante di José Emilio Pacheco, tradotto da Raul Schenardi e pubblicato da Sur, un’altra raccolta di racconti che però, devo dire, mi è piaciuta ma ho troppo breve perché diventasse indimenticabile.
E ora inizia dicembre e arriva finalmente il Natale! (Ma anche i bilanci annuali di lettura e tante altre belle cose). Spero che il vostro novembre sia stato altrettanto intenso e pieno di belle letture!
I libri sono stati i veri protagonisti di questo spazio questo mese. Un po’ perché non ho avuto tempo di scrivere altro che non fossero le recensioni (per quelle il tempo lo trovo sempre, anche perché fatico a iniziare un nuovo libro se non ho prima parlato dell’ultimo letto), un po’ perché forse tutte le altre cose che ho fatto su questo blog c’entravano poco.
Ma partiamo dalle cose letterarie.
Il mese è iniziato con il tradizionale incontro annuale a Chivasso con Marco Malvaldi, che ha presentato Buchi nella sabbia, suo nuovo romanzo che ho prontamente letto e recensito. Gli incontri con Malvaldi sono sempre molto divertenti e, in questo caso, a dialogare con lui c’era Margherita Oggero, altra mia adorata scrittrice (a cui ho chiesto se, per favore, nella serie tv Provaci ancora, prof fa mettere definitivamente insieme Camilla e Gaetano… ha risposto di sì, ma non so se per davvero o solo per farmi contenta).
Il 5 novembre (Remember remember...) è poi uscita la mia seconda traduzione. Adesso, punta il tuo obiettivo di David Hieatt, pubblicato da Anteprima.
A sei anni esatti dalla laurea (ricorrenza che cadeva proprio il 9 di questo mese), posso finalmente dire che sì, faccio la traduttrice. Anche perché una settimana dopo mi è arrivata la terza, bella sostanziosa tra l’altro, ed è ciò che mi sta occupando un sacco di tempo ultimamente.
Poi, sempre in questo mese, si è finalmente delineato un progetto a cui io e Claudia di Il giro del mondo attraverso i libri pensavamo da un po’. Solo un’idea all’inizio, nata da un semplice “che dici, proviamo a inventarci qualcosa?”, e che è sfociata in Una valigia di libri. Letture in giro per il mondo, un ciclo di incontri ospitati dalla libreria Sulla parola di Caluso, che durerà fino a giugno e che consisterà nel presentare libri di ogni continente. Si parte il 12 e devo dire che un po’ di emozione ce l’ho già adesso. Per tutti i dettagli vi rimando comunque al post apposito.
Tra le cose non letterarie, invece, da segnalare che sono andata a vedere Snoopy & Friends, il film dei Peanuts, che mi ha fatta commuovere tantissimo e la mostra di Monet a Torino, alla GAM, dove ho scoperto un mio nuovo quadro preferito, I tacchini.
Ma veniamo ora ai libri e alle recensioni. Tante letture, vi dicevo, e tutte abbastanza soddisfacenti.
Il mese è iniziato con La morte dei caprioli belli di Ota Pavel, pubblicato da Keller editore e tradotto da Barbara Zane, una bella raccolta di racconti ambientati al tempo della Seconda guerra mondiale in cui la guerra fa solo da inevitabile sfondo alle belle avventure della famiglia dell’autore.
Subito dopo è arrivato Paolo Cognetti con il suo Tutte le mie preghiere guardano verso ovest, un elogio a New York e al cibo, scritto come solo Cognetti sa scrivere (e chi ha letto altri libri di Cognetti capisce perfettamente che cosa intendo), pubblicato nella bella collana Allacarta di EDT.
Poi, La leggenda del trombettista bianco di Dorothy Baker, pubblicato da Fazi con la traduzione di Stefano Tummoli. Dorothy Baker, conosciuta soprattutto per il suo Cassandra al matrimonio, che qui romanza la vita di Leon Bix Beiderbecke, il più celebre trombettista solista americano degli anni '20, tramite Rick Martin, suo alterego letterario. Bello, anche se di musica non capite niente come me.
Ed ecco Buchi nella sabbia di Marco Malvaldi, l’ultimo suo romanzo, sempre pubblicato con Sellerio, in cui torna a dare il meglio di sé, come già aveva fatto con Odore di chiuso. Un giallo storico, in cui l’omicidio è solo un pretesto per presentare buffi personaggi e buffe situazioni. Da leggere, assolutamente.
Una bella scoperta è stata Il peso di Liz Moore, pubblicato da Neri Pozza con la traduzione di Ada Arduini. Una storia di solitudini e di paura di chiedere aiuto. Intenso, bello davvero.
E poi due salti in Sudamerica. Prima con È finito il nostro carnevale di Fabio Stassi, pubblicato da minimum fax, e poi con Il liberatore dei popoli oppressi di Arto Paasilinna, tradotto da Francesco Felici per Iperborea. Il primo mi è piaciuto di più del secondo, sicuramente, forse perché amo il modo di scrivere di Fabio Stassi. Entrambi comunque valevoli di lettura.
Il mese è proseguito con Panorama di Tommaso Pincio, pubblicato da NN editore, che fa una critica violenta del mondo letterario e non di oggi, attraverso il grandissimo personaggio di Ottavio Tondi, per poi concludersi di nuovo in Sudamerica e di nuovo con una raccolta di racconti, Il vento distante di José Emilio Pacheco, tradotto da Raul Schenardi e pubblicato da Sur, un’altra raccolta di racconti che però, devo dire, mi è piaciuta ma ho troppo breve perché diventasse indimenticabile.
E ora inizia dicembre e arriva finalmente il Natale! (Ma anche i bilanci annuali di lettura e tante altre belle cose). Spero che il vostro novembre sia stato altrettanto intenso e pieno di belle letture!