giovedì 29 marzo 2012

LA SOLITUDINE DEL MANAGER - Manuel Vázquez Montalbán

Il detective privato Pepe Carvalho questa volta è alle prese con il mistero di un manager, da lui conosciuto per puro caso anni prima negli Stati Uniti, trovato morto nei dintorni di Barcellona. Nella tasca del cadavere l'assassino, in segno di sprezzo e per depistare le indagini, ha infilato un paio di slip da donna. Tanto basta alla polizia per etichettare il delitto come l'eliminazione del cliente molesto da parte del protettore di una prostituta infastidita. Ma l'arguto Carvalho, ingaggiato dalla vedova del manager perchè chiarisca il caso con la massima discrezione, scopre inevitabilmente un'altra verità... ben più scomoda.

Era un po' che avevo intenzione di leggere un romanzo di Vázquez Montalbán con protagonista l'investigatore Pepe Carvalho.
Ho sempre amato molto i gialli, a partire da Agatha Christie e Artur Conan Doyle per arrivare a Fred Vargas. Mi piacciono i gialli classici, dove c'è un omicidio, si indaga e si danno a tutti i mezzi per scoprire con un po' di intuito chi è l'assassino.
Amo molto anche gli investigatori: Miss Marple, Poirot, indubbiamente Sherlock Holmes, e anche Adamsberger. Mi piace il loro modo di indagare e di ragionare e mi piace molto come sono caratterizzati.
Da Manuel Vázquez Montalbán e dal suo Pepe Carvalho mi aspettavo, forse erroneamente, qualcosa di simile: un investigatore con qualche aiutante (e devo dire che Biscuit è all'altezza di altre più famose spalle), un giallo che insinua il dubbio e lascia con il fiato sospeso.
Purtroppo però non è stato esattamente così.
Forse ho iniziato io dal romanzo sbagliato (ho preso questo libro in biblioteca quasi a caso), ma non sono riuscita ad appassionarmi alla vicenda, nè tanto meno a capire se Pepe Carvalho mi piace oppure no.

"La solitudine del manager" sembra più un romanzo politico che un giallo vero e proprio. Ci sono due cadaveri, certo. Ci sono tentativi di depistaggio e c'è il colpo di scena finale. Ma se non ci fosse dietro la Barcellona post franchista, il romanzo non avrebbe senso di esistere. Perché alla fine il tutto si riduce a uno scontro tra destra e sinistra, tra amici rimasti fedeli alle proprie idee e amici che hanno dimenticato quel che sono stati per diventare quel che sono ora, tra passato e futuro, con lo spauracchio di Franco sempre e comunque presente, e sempre e comunque in grado di condizionare le scelte economiche e politiche sia delle grandi aziende (disposte a uccidere pur di non perdere soldi in un periodo di crisi) sia delle persone comuni.

Pepe Carvalho è un ex agente della CIA, un ex militante della sinistra antifranchista che è stato anche in galera e che ora si guadagna da vivere facendo l'investigatore privato. Ha una prostituta fissa, una passione smodata per l'alta cucina (riflesso della passione di Montalbán) e un rapporto non proprio idilliaco con le forze dell'ordine.
Le caratteristiche per essere un grande investigatore ci sono tutte quindi. Eppure a me personalmente non ha convinto molto. Ma forse appunto perché, come dicevo prima, non mi ha convinto molto la trama di questo giallo.

Darò sicuramente in futuro un'altra possibilità a Manuel Vázquez Montalbán, anche perchè scrive in modo molto particolare, omettendo spesso i verbi e fornendo descrizioni in forma di elenco che hanno un potere molto suggestivo.

Mi informerò su quale dei romanzi con protagonista Pepe Carvalho sia considerato il migliore e ritenterò.

Nota alla traduzione: le note per le parole e le espressioni catalane sono sicuramente indispensabili. Però qua e là si nota qualche ripetizione e qualche frase che suona un po' strana, ed è difficile capire se sia lo stile dell'autore o una scelta sbagliata del traduttore.

Per acquistare La solitudine del manager (Universale economica)

4 commenti:

  1. Ciao!
    So che questo commento non c'entra nulla con il post ma volevo informarti di averti assegnato un piccolo premio: http://librangoloacuto.blogspot.it/2012/03/un-premio-un-premio-si-si-proprio-un.html
    Se ti va vieni a dare un'occhiata e poi, se vuoi, puoi creare il post e tutti i vari blablabla. :)

    RispondiElimina
  2. ...Carvalho decise di consolarsi pranzando all'Agut d'Avignon, ristorante
    con cui si compiaceva per la bontà dei suoi piatti e dove si dispiaceva per l'esiguità delle porzioni. Quando il poeta Graciàn scrisse "... le cose buone, se brevi sono doppiamente buone" non pensò al cibo, e se così fece, significa che Graciàn fu uno di quegli intellettuali di merda capaci di nutrirsi di minestrine in brodo o di un uovo sodo, sodo come le loro teste. "Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare," ha detto più di n filosofo arrugginito, massima che oggi sostengono certi dietologi senz'altra scienza a cui attaccarsi che la repressione degli obesi.

    http://paroladim.blogspot.it

    RispondiElimina
  3. Ciao Elisa.
    Volevo farti i complimenti per il Blog, davvero piacevole.
    Visto che, dalla recensione fatta, ho capito che "La Solitudine del Manager" non ti è piaciuto molto, volevo consigliarti il primo libro della serie Carvalho che si chiama "Tatuaggio".
    Prova a leggerlo e poi mi dici...
    A risentirci
    M

    http://paroladim.blogspot.it/

    RispondiElimina
  4. Ciao M!
    Effettivamente non mi ha entusiasmato molto, no... non so se è per via del protagonista o per la trama che non mi ha saputo conquistare.
    Darò volentieri comunque una seconda opportunità a Carvalho :)
    Grazie mille per i complimenti!
    Farò presto un salto sul tuo blog

    RispondiElimina