Iole Vergara è la zitella del paese. Lavora come dattilografa presso il Comune, abita in un condominio affacciato sul lago e la sera cena con una tazza di caffellatte. È un'esistenza fatta di abitudini, grigia e monotona, se non fosse per le chiacchiere con la collega Iride sulla prostata del segretario comunale, o per i mille pettegolezzi che s'inseguono in paese. Ma persino la timida e solitaria Iole ha un segreto, come scoprirà Iride nel ricevere il regalo di nozze della collega: si chiama Dante, e per qualche tempo al centro dei pettegolezzi ci sarà proprio il misterioso amico della dattilografa comunale.
Leggendo il mio secondo romanzo di Andrea Vitali (il primo era stato "Zia Antonia sapeva di menta) ho scoperto che, almeno per il momento, questo autore mi piace un sacco.
Mi piace perché inizi e finisci la storia senza quasi accorgertene. Mi piace perché è leggero, semplice e spensierato. Perché in quello che racconta si può riconoscere la quotidianità di ogni paese, non solo di Bellano dove sono ambientati. Mi piace perché la loro banalità è un riflesso fedele della banalità della vita di paese, che però per chi la vive non è mai banale.
In questo caso, viene narrato un periodo della vita di Iole, zitella quasi quarantenne che lavora in comune. La sua vita è scandita da abitudini, dal suo lavoro come impiegata comunale al caffelatte che beve tutte le sere prima di chiudere le persiane al suono delle campane. Iole non ha moltissime amiche, e quelle che ha sono tutte sposate, ma ha una zia, Ortensia, che le piomba in casa di solito all'improvviso. E ha i suoi colleghi del comune: il segretario comunale, ossessionato dalle elezioni e malato di prostata, e Iride, impiegata come lei, nonchè peppia, arpia, rancorosa e pettegola. E sarà proprio Iride, a causa della sua ignoranza, a mettere in giro pettegolezzi sulla vita amorosa di Iole e a metterla ancor più in difficoltà in un momento già triste della sua vita.
Come dicevo, la storia è sicuramente banale ma è un ritratto fedele di quello che succedeva (perché il romanzo è ambientato negli anni '60) e ancora succede oggi in certi paesi e soprattutto in certi uffici (comunali e no): ci sono i pettegolezzi, quasi sempre infondati e messi in giro quasi sempre dalla stessa persona che per un motivo o per l'altro non è contenta se non rompe le scatole agli altri. C'è la dolcezza e le persone che ti aiuterebbero sempre e comunque, forse perché anche loro vittime ingiustificate di pettegolezzi. Ci sono i momenti di maggior lavoro e di stress, le invidie e le mezze giornate libere.
E Vitali riesce a descrivere questa quotidianità in modo perfetto, al punto che ti sembra di vivere a Bellano insieme a tutti i suoi personaggi, ad affacciarti alla finestra e vedere il lago e a riconoscere e riconoscerti in certi comportamenti del paese (sarà che vivo in un paesino di 1200 anime).
Insomma, un libro leggero leggero per trascorrere due ore in cui non pensare assolutamente a niente.
Per acquistare: Un amore di zitella (Narratori moderni)
Leggendo il mio secondo romanzo di Andrea Vitali (il primo era stato "Zia Antonia sapeva di menta) ho scoperto che, almeno per il momento, questo autore mi piace un sacco.
Mi piace perché inizi e finisci la storia senza quasi accorgertene. Mi piace perché è leggero, semplice e spensierato. Perché in quello che racconta si può riconoscere la quotidianità di ogni paese, non solo di Bellano dove sono ambientati. Mi piace perché la loro banalità è un riflesso fedele della banalità della vita di paese, che però per chi la vive non è mai banale.
In questo caso, viene narrato un periodo della vita di Iole, zitella quasi quarantenne che lavora in comune. La sua vita è scandita da abitudini, dal suo lavoro come impiegata comunale al caffelatte che beve tutte le sere prima di chiudere le persiane al suono delle campane. Iole non ha moltissime amiche, e quelle che ha sono tutte sposate, ma ha una zia, Ortensia, che le piomba in casa di solito all'improvviso. E ha i suoi colleghi del comune: il segretario comunale, ossessionato dalle elezioni e malato di prostata, e Iride, impiegata come lei, nonchè peppia, arpia, rancorosa e pettegola. E sarà proprio Iride, a causa della sua ignoranza, a mettere in giro pettegolezzi sulla vita amorosa di Iole e a metterla ancor più in difficoltà in un momento già triste della sua vita.
Come dicevo, la storia è sicuramente banale ma è un ritratto fedele di quello che succedeva (perché il romanzo è ambientato negli anni '60) e ancora succede oggi in certi paesi e soprattutto in certi uffici (comunali e no): ci sono i pettegolezzi, quasi sempre infondati e messi in giro quasi sempre dalla stessa persona che per un motivo o per l'altro non è contenta se non rompe le scatole agli altri. C'è la dolcezza e le persone che ti aiuterebbero sempre e comunque, forse perché anche loro vittime ingiustificate di pettegolezzi. Ci sono i momenti di maggior lavoro e di stress, le invidie e le mezze giornate libere.
E Vitali riesce a descrivere questa quotidianità in modo perfetto, al punto che ti sembra di vivere a Bellano insieme a tutti i suoi personaggi, ad affacciarti alla finestra e vedere il lago e a riconoscere e riconoscerti in certi comportamenti del paese (sarà che vivo in un paesino di 1200 anime).
Insomma, un libro leggero leggero per trascorrere due ore in cui non pensare assolutamente a niente.
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