Ieri sono tornata in biblioteca dopo mesi e mesi che non andavo. Ad accompagnarmi c'era il mio ragazzo, che era la prima volta che veniva in quello che per me è il luogo di perdizione per eccellenza. Io starei lì dentro due ore, ogni volta entro con una lista di due o tre libri ed esco con una pila di sei o sette, solitamente presi a caso dagli scaffali mentre cerco altro.
Mi rendo conto che chi mi accompagna lì dentro possa stufarsi in fretta. Lui è stato bravo, è riuscito a resistere 5 minuti prima di mostrare i primi segni di insofferenza. E per farlo stare buono è bastato dirgli che c'era un reparto fumetti. L'ho lasciato lì, mentre continuavo a girare tra una sala e l'altra. Quando ci siamo ritrovati, aveva in mano quattro libri di due fumetti: Andy Capp, che già conosco e già amo, e questo, che invece non avevo mai sentito. Ma è bastato vedere i disegni in copertina e aprire uno dei due libri su una pagina a caso per sapere che mi sarebbe piaciuto un sacco.Io adoro i fumetti in formato striscia, dai Peanuts a Mafalda, da Calvin a Andy Capp. Ho scoperto poi di adorare molto anche i fumetti in qualche modo storici: le Sturmtruppen, i Coloniali, BC.
E quindi come poteva non piacermi un fumetto ambientato nell'antico Egitto? Soprattutto se tra i protagonisti c'è un Faraone in sovrappeso, odiato dal popolo e succube della figlia che lo obbliga sempre a fare i lavori domestici, ci sono sacerdoti, ministri e giullari dalla battuta facile, soldati che si ritrovano a fronteggiare le invasioni romane, servi della gleba che costruiscono piramidi su piramidi che sicuramente violano il piano regolatore, prigionieri in gabbia che cercano in ogni modo di passare il tempo e mummie che mettono annunci sul giornale per cercare compagnia.
L'eco di fumetti come BC e I Coloniali (e a tratti anche le Sturmtruppen, soprattutto nelle strisce "culinarie) è parecchio evidente. Ma i fratelli Origone, che hanno inventato questo fumetto nel 1976, sono riusciti comunque a personalizzarlo parecchio, grazie ai sempre presenti riferimenti storici e alla capacità di mescolare passato e presente, creando situazioni talmente incredibili e inverosimili da sembrare vere.
A questo si somma il fatto che il fumetto non sia in traduzione, permettendo così di non perdere giochi di parole o riferimenti culturali (ormai lo sapete che sono pignola su ste cose).E ora cercherò sicuramente di procurarmi altre raccolte!
E mi farò sempre accompagnare in biblioteca dal mio ragazzo.
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Per acquistare: Nilus. C'era una volta in Egitto (Bur illustrati)
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