Era davvero possibile conoscere una persona? Conoscerla veramente, in profondità, al punto di non dover mai dubitare dei suoi pensieri, delle sue intenzioni? Forse era solo una domanda retorica. Suo padre una volta le aveva detto che gran parte delle persone che fanno domande non vogliono avere informazioni ma conferme.
Mi ci è voluto del tempo per riuscire a scrivere la recensione di La donna che dormì con Dio, romanzo d’esordio di Val Brelinski, tradotto da Sandro Ristori per Nutrimenti.
Mi serviva del tempo per rielaborare quanto avevo letto, per riflettere sui personaggi e le loro vite e su quello che mi avevano suscitato durante la lettura. E anche, forse, per rendermi davvero conto di quanto straordinario sia questo libro.
Protagonista è Jory Quanbeck, una ragazzina di quattordici anni che vive ad Arco, un paesino sperduto dello Idaho, negli anni ’70. La sua è una famiglia molto religiosa, che segue alla lettera ogni dettame della sua chiesa di appartenenza e che è contraria a qualunque forma di intrattenimento che non sia leggere la Bibbia o seguire le attività organizzate dalla comunità.
Funzionava così.Non ci si poteva fare il bagno insieme ai maschi, non si poteva andare al circo o al bowling, non si giocava né a biliardo né a carte (a parte Uno), non si ballava. Niente cinema, niente trucco, niente buchi alle orecchie o gioielli vistosi, o vestiario immodesto di qualsiasi tipo. Gli uomini dovevano portare i capelli corti, le donne lunghi. E il concetto di GIOIA era riassunto nella formula: Gesù In Ogni Istante Amerò.
A capo della famiglia c’è il padre, un astronomo laureato a Harvard, il cui unico svago è correre di notte attorno alla casa con le stesse scarpe che indossa al lavoro, e molto protettivo nei confronti della famiglia e delle figlie. Accanto a lui c’è la moglie, una donna fragile, lasciatasi completamente andare dopo il matrimonio perché Dio è contrario a qualunque frivolezza, che non è in grado di affrontare nessuno dei problemi della vita. E poi ci sono le due sorelle di Jory: Grace, la maggiore, si sente una specie di messia scena in Terra, una santa destinata a grandi cose, talmente è legata alla religione e alle sue regole; Frances, invece, è ancora troppo piccola per capire tutto quello che le succede attorno.
Suo padre era solo suo padre: tutti lo chiamavano Dottore, era andato a Harvard e aveva scoperto nuove lune, inforcava la sua vecchia bici nera per andare a insegnare e faceva il giro del giardino di corsa, venti volte ogni notte, sempre con le scarpe che indossava anche al lavoro. E sua madre era solo sua madre: non lavorava e non guidava, non parlava con nessuno e non andava da nessuna parte, a parte in chiesa e in biblioteca, dove si recava due volte alla settimana per prendere in prestito tutti i libri che potevano darle e per richiedere nuovi volumi che il personale non aveva avuto la lungimiranza di ordinare. Era così che andavano le cose, da sempre e per sempre. Loro cinque erano come Polaris, la stella che indicava sempre il nord: suo padre, sua madre, e Grace e poi Jory e Frances. I Quanbeck. Jory poteva andare e girare e correre qua e là e inventarsi mille cose, ma alla fine stavano sempre lì, immobili, come il resto delle stelle e dei pianeti che scorrevano sotto l'attento sguardo dell'occhio luminoso di Dio.
Qualcosa però in questa famiglia all'apparenza perfetta va storto. Grace torna a casa da una missione in Messico incinta. Di Dio, dice lei. Nessuno in famiglia però le crede e, per fare in modo che la vergogna non ricada su tutta la famiglia, il padre decide di portare lei e Jory in una casetta fuori città e lasciarle lì finché non si deciderà cosa fare. Grace accetta di buon grado questo suo destino, convinta che anche questo sia il volere di Dio. Jory, invece, inizia un po’ a ribellarsi, combattuta tra il bene che vuole a suo padre e quella che, però, le sembra un’ingiustizia. A vivacizzare le loro giornate ci pensa Grip, che guida un furgoncino dei gelati e sembra comparire sempre dal nulla quando più se ne ha bisogno. Il ragazzo stringe amicizia con Jory prima che si trasferisca, per poi andarla a cercare subito dopo e conoscere così anche Grace. Jory, intanto, inizia a sfruttare questa insperata libertà che la punizione del padre le ha concesso: con l’aiuto della vicina di casa inizia a vivere quasi come una normale adolescente, andando alle feste e ai balli e persino ubriacandosi, senza però mai dimenticarsi da dove viene e, soprattutto, perché sta vivendo quella vita.
Finché la vita di Jory e di Grace non precipita del tutto e quasi improvvisamente, e quella che sembrava solo una punizione e un'attesa per cercare di sistemare le cose diventa qualcos'altro, qualcosa di impossibile da gestire per tutti, e che farà crollare definitivamente le già vacillanti certezze di tutta la famiglia.
La donna che dormì con Dio è forse il romanzo più bello che ho letto quest’anno. Sia per il modo il modo in cui è scritto, sia per la storia che racconta, sia, soprattutto, per tutto quello che fa provare a lettore durante la lettura.
È un romanzo che a volte fa sorridere, altre commuovere e altre incazzare (il verbo “arrabbiare” è troppo poco). Un romanzo che a ogni pagina porta il lettore a mettere in discussione la propria opinione su quello che sta leggendo, su chi sia vittima e chi carnefice, su cosa sia giusto e cosa sbagliato, se davvero c’è qualcosa di giusto e di sbagliato quando si tratta di famiglia, di legami e sentimenti.
«Non ci avevo mai pensato, ma immagino che noi vediamo solo questo lato della luna, non è vero? Il lato con la faccia del vecchio triste».«Non sappiamo com’è l’altro lato, il lato oscuro. Sappiamo che c’è, ma non lo vediamo mai».«Proprio come certe persone». Grip mosse su e giù le palpebre e poi abbassò il tono della voce. «Con i loro lati oscuri ben nascosti».
Jory, poi, è un personaggio indimenticabile. È una ragazzina di quattordici anni, che lotta ogni giorno tra quello che le è stato insegnato e quello che realmente vorrebbe fare: si interroga su quanto sia giusto basare tutta la propria esistenza su Dio e sulla religione, ma al tempo stesso si trova in difficoltà quando si rende conto che la sua famiglia, che su quello si è sempre basata, non riesce più a stare in piedi e lei invece vorrebbe solo che ritornasse quella di prima. È una ragazzina che si arrabbia, che vorrebbe essere ascoltata, che non vorrebbe avere una sorella così santa e un padre che con il suo troppo amore quasi la opprime. E vorrebbe essere amata, essere lei, per una volta, al centro del mondo di qualcuno.
Val Brelinski esordisce con un romanzo incredibile. Fa quasi effetto pensare che sia un’opera d’esordio, vista la maturità e la complessità dei temi trattati. La ragazza che dormì con Dio è davvero un romanzo che tutti dovrebbero leggere.
TITOLO: La ragazza che dormì con Dio
AUTORE: Val Brelinski
TRADUTTORE: Sandro Ristori
PAGINE:415
EDITORE: Nutrimenti
ANNO: 2017
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formato cartaceo:La ragazza che dormì con Dio
formato ebook: La ragazza che dormì con Dio
La tua recensione è la molla che mi farà leggere il libro. L'ho appena segnato, ora continuo a sbirciare i tuoi suggerimenti.
RispondiEliminaFammi poi sapere quando lo leggerai!:)
EliminaL'avevo adocchiato, ora la tua recensione mi ha totalmente convinta: devo leggerlo.
RispondiEliminaL'illustrazionedi copertina è assolutamente meravigliosa
La copertina è davvero un piccolo capolavoro secondo me. Ma anche il contenuto non scherza!
EliminaE come si fa a non leggerlo dopo una recensione simile?
RispondiEliminaSegnato!
Bacio da Stefi
Per alcuni versi la trama mi ha riportato alla mente il libro "Il prodigio", e anche la capacità di provocare un senso di rabbia, mi fa pensare al bellissimo lavoro di Emma Donoghue.
RispondiEliminaLa tua recensione mi ha ricordato "Una famiglia americana" di Carol Oates
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