giovedì 27 agosto 2015

QUASI ARZILLI - Simona Morani

I libri con protagonisti anziani vanno un po’ di moda, ultimamente. Sdoganati dal successo di Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson, molte case editrici hanno pubblicato almeno un romanzo con questo tema negli ultimi anni. Non che ci sia niente di male, sia chiaro, perché, rispetto ad altre mode, danno voce a persone e contesti che spesso voce non ce l’hanno. Il rischio della ripetitività, però, è molto alto e di conseguenza lo è la necessità di scrivere qualcosa di davvero originale, per riuscire a non creare nel lettore quella sensazione di già letto.
Io ne ho letti molti, di libri con anziani protagonisti. E i miei preferiti sono sicuramente quelli italiani. La banda degli invisibili di Fabio Bartolomei, primo fra tutti. Forse perché li sento più vicini, forse perché a volte in quelli stranieri le situazioni sono talmente tanto assurde che è un po’ più difficile appassionarcisi.

Quasi arzilli di Simona Morani, pubblicato quest'anno dalla casa editrice Giunti, mi ha attirato fin dalla prima volta che l’ho visto in libreria, complice sicuramente la copertina davvero ben riuscita e la citazione tratta dal Paradiso degli orchi di Pennac piazzata in apertura.



Il libro racconta di un gruppo di anziani amici che è solito ritrovarsi al bar La Rabla, in un paesino nel cuore dell’appenino reggiano: c’è Ettore, che non ha mai avuto una donna, ha difficoltà a dormire e visita tutti i giorni il medico del paese; c’è Riccardo, con il suo sacchetto intestinale sfoggiato con orgoglio in ogni occasione, anche quelle meno consone; c’è Cesare che si rifugia al bar ogni volta che può per sfuggire alle angherie della moglie Irma; c’è Basilio e il suo orgoglio partigiano; c’è Gino, il novantaseienne Gino, che una guida spericolato un ape car per le vie del paese, sebbene non ci veda più niente. E prima c’era anche Ermenegildo, ma da poco se n’è andato, gettando il gruppo di amici nello sconcerto. Ettore, soprattutto, sembra quello più colpito dalla notizia. La vita comunque deve continuare e il gruppo di amici si ritrova sempre al bar di Elvis, a bere sambuca e a scommettere su per chi stanno suonando a morto le campane. Finché non giunge la notizia che sta per aprire in paese Villa Cipressi, una nuova casa di riposo. E pare proprio che il giovane e solerte vigile urbano comunale Corrado voglia spedirci tutta la combriccola del bar La Rabla. Che non è che si faccia proprio prendere facilmente.

Quasi arzilli è un libro a tratti molto divertente, a tratti molto dolce, a tratti molto triste. È molto bello il rapporto tra questo gruppo di amici e il modo in cui le caratteristiche di ognuno sono sviluppate. Soprattutto il personaggio di Gino, con la sua fantastica Apecar, e quello di Ettore, forse il più riflessivo del gruppo e che, nonostante l’età, proprio non vuole rinunciare al suo sogno d’amore e ad aiutare gli altri. Ma bello è anche il rapporto di coppia tra Cesare e Irma e la bella relazione tra il rosso Basilio e la nipote che lo adora. Non sono anziani soli, perché anche quando non hanno parenti accanto (o ce li hanno solo d’estate) hanno loro stessi, pronti ad aiutarsi, a gioire e a soffrire tutti insieme.
Leggendo Quasi arzilli si sente l’affetto che Simona Morani prova nei confronti delle persone che le hanno ispirato questo libro e questi personaggi. E sono tanti i temi che sceglie di trattare, dall’amore all’amicizia, dal rapporto genitori-figli alla solitudine e la morte. Forse addirittura un po’ troppi, per l’esiguo numero di pagine del libro.

Nel complesso, comunque, è un libro divertente e commuovente, scritto bene e molto piacevole da leggere. E soprattutto non c’è quell'effetto di ripetitività che, come si diceva all'inizio, spesso affligge i romanzi di questo filone. Insomma, se vi piace il genere e avete voglia di ridere e piangere un po’, Quasi arzilli fa decisamente per voi.

Titolo: Quasi arzilli
Autore: Simona Morani
Pagine: 175
Editore: Giunti
Anno: 2015
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formato brossura:Quasi arzilli
formato ebook: Quasi arzilli

5 commenti:

  1. Mannaggia. Quest'anno non ho letto un libro decente della Giunti e questo dev'essermi sfuggito del tutto.
    Poi amo particolarmente i vecchietti - non tanto nella realtà, non tanto nei libri, quanto nei film. Teneri e emozionanti. Questi qui, prima o poi, vorrei conoscerli proprio. :)

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    1. Effettivamente pensandoci tutti quelli che ho letto finora della Giunti non hanno fatto impazzire nemmeno me :/
      Però questo è molto carino. Non un capolavoro certo, però molto divertente e piacevole da leggere, e per nulla patetica (che questo è un altro dei rischi di questo tipo di libro)

      E poi Gino è davvero fenomenale :)

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  2. La copertina ricorda Gli autonauti della cosmostrada! ^_^

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  3. anche a me è piaciuto...
    l'autrice è una blogger che "conosco" da anni e questo ha reso ancora più interessante la lettura del suo libro

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