Emmi e Leo: per chi ancora non li conosce, sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, che ha vissuto ogni sorta di emozione, a parte quella dell'incontro vero. Sì, perché dopo quasi due anni, Leo ha deciso di tagliare definitivamente i ponti con Emmi e partire per Boston, per ricominciare una nuova vita. Emmi non si dà però per vinta, e riesce nell'impresa di riallacciare i rapporti con Leo. Mentre lei è ancora felicemente sposata con Bernhard, per Leo in nove mesi le cose sono cambiate, eccome: in America ha conosciuto Pamela e finalmente ha iniziato la storia d'amore che ha sempre sognato. Si sa, però, l'apparenza inganna. Ritornano le schermaglie via e-mail che hanno tenuto col fiato sospeso i lettori di "Le ho mai raccontato del vento del Nord", e anche stavolta promettono scintille.
Questo è uno di quei romanzi che leggi con la consapevolezza che sarà una delusione, ma che comunque non puoi fare a meno di leggere, talmente appassionante era stato il primo libro "Le Ho Mai Parlato del Vento del Nord". L'ho comprato (me l'han regalato) e l'ho letto, perché sì, volevo sapere come poteva continuare tra Emmi e Leo. Anche se devo ammettere che il finale del primo romanzo per me era stato più che sufficiente, nonché forse l'unico possibile.
Perché qui l'autore si è fatto prendere un po' troppo la mano, rendendo tutto talmente prevedibile e scontato da rendere il lieto fine (scusate lo spoiler, ma ve lo potete immaginare anche da voi) quasi fastidioso. Perché alla fine, dopo 3 anni di relazione epistolare, interrotta tante volte, con scambi di mail allegre, intrigranti, dolci, appassionate, arrabbiate, fastidiose, i nostri due eroi coronano il loro sogno d'amore (e lo scambio di mail delle pagine finali è semplicemente vomitevole, perfino per una romanticona come me). Insomma, un libro scritto per soddisfare quei lettori che volevano a tutti i costi il lieto fine ma che, sono abbastanza sicura, avrà lasciato insoddisfatti tutti gli altri.
Non voglio però stroncare del tutto il romanzo e il suo autore, che ancora una volta è riuscito a farmi stare attaccata a queste pagine in ogni secondo, ad attendere con impazienza di leggere la prossima mail e a sperare che succeda qualcosa di diverso dal prevedibile.
Il primo va letto sicuramente. Questo vedete un po' voi: se volete il lieto fine a tutti i costi, allora leggeteli uno in fila all'altro, senza interruzione. Se del lieto fine non ve ne frega nulla, fermatevi alla fine de "Le Ho Mai Parlato del Vento del Nord" (che ha anche molte più frasi degne di essere ricordate).
Nota alla traduzione: Leo scrive in un modo un po' troppo ricercato e non riesco bene a capire se sia voluto dall'autore oppure no... Per il resto, niente da recriminare!
Questo è uno di quei romanzi che leggi con la consapevolezza che sarà una delusione, ma che comunque non puoi fare a meno di leggere, talmente appassionante era stato il primo libro "Le Ho Mai Parlato del Vento del Nord". L'ho comprato (me l'han regalato) e l'ho letto, perché sì, volevo sapere come poteva continuare tra Emmi e Leo. Anche se devo ammettere che il finale del primo romanzo per me era stato più che sufficiente, nonché forse l'unico possibile.
Perché qui l'autore si è fatto prendere un po' troppo la mano, rendendo tutto talmente prevedibile e scontato da rendere il lieto fine (scusate lo spoiler, ma ve lo potete immaginare anche da voi) quasi fastidioso. Perché alla fine, dopo 3 anni di relazione epistolare, interrotta tante volte, con scambi di mail allegre, intrigranti, dolci, appassionate, arrabbiate, fastidiose, i nostri due eroi coronano il loro sogno d'amore (e lo scambio di mail delle pagine finali è semplicemente vomitevole, perfino per una romanticona come me). Insomma, un libro scritto per soddisfare quei lettori che volevano a tutti i costi il lieto fine ma che, sono abbastanza sicura, avrà lasciato insoddisfatti tutti gli altri.
Non voglio però stroncare del tutto il romanzo e il suo autore, che ancora una volta è riuscito a farmi stare attaccata a queste pagine in ogni secondo, ad attendere con impazienza di leggere la prossima mail e a sperare che succeda qualcosa di diverso dal prevedibile.
Il primo va letto sicuramente. Questo vedete un po' voi: se volete il lieto fine a tutti i costi, allora leggeteli uno in fila all'altro, senza interruzione. Se del lieto fine non ve ne frega nulla, fermatevi alla fine de "Le Ho Mai Parlato del Vento del Nord" (che ha anche molte più frasi degne di essere ricordate).
Nota alla traduzione: Leo scrive in un modo un po' troppo ricercato e non riesco bene a capire se sia voluto dall'autore oppure no... Per il resto, niente da recriminare!
Avevo letto il primo... da come lo hai descritto, lo comprerei, ma so già che la mia "intolleranza" verso i secondi lavori non me lo permetterà. Lascio che la storia tra i due protagonisti sia finita così... mi piace di più.
RispondiEliminaTornerò a leggerti...
Hai ragione Laura, forse era meglio lasciare che fosse finita come è finito nel primo... Io anche odio i seguiti, ma non riesco comunque a non comprarli... :/
RispondiEliminammm....:/
RispondiEliminaforse è tardi per rispindere ho appena finito di leggere il secondo!
RispondiEliminaLeggetelo!
Non vi deluderà!
AMORE ALLO STATO PURO!
Buongiorno Elisa,
RispondiEliminaSono capitata casualmente sul tuo blog, digitando semplicemente Daniel Glattauer in Google.
Ho appena finito di leggere "Le ho mai raccontato del vento del Nord", e curiosa di sapere come andrà a finire la storia tra Emmi e Leo, credo proprio che leggerò anche "La settima onda", nonostante abbia appena letto l'anticipazione del finale sulla tua pagina! :)
Di solito sto il più attenta possibile a non fare spoiler... ma in questo era talmente tanto prevedibile che ogni tentativo di mantenere la sorpresa era vano.
EliminaSpero di non averti rovinato troppo la lettura!
Assolutamente no! Avevo immaginato la tipologia di finale: il classico lieto fine che arriva SOLO dopo il secondo lavoro.
EliminaColgo l'occasione per complimentarmi con te per il blog: mi piace molto.
Torno a disturbarti! ;)
EliminaVolevo solo dirti: "Hai ragione". LA SETTIMA ONDA è il classico libro scritto solo per accontentare i lettori che avevano bisogno del lieto fine.
A essere sincera, l'ho letto in una sera perché il ritmo è piuttosto incalzante e la curiosità di vedere dove finiranno i due protagonisti è tanta.
Purtroppo, l'ultima pagina è davvero una delusione.
Ma non per questo smetterò di leggere Daniel!! :)