Me ne starò sempre in disparte, a preoccuparmi delle espressioni che fa la mia faccia, di cosa pensa la gente di me. A osservare le debolezze e i difetti degli altri, le cosce grosse, i denti storti e l’acne, la loro mancanza di sicurezza, le loro paure. Penserò sempre il peggio delle persone e questo mi impedirà di avvicinarmi a loro, perché non sono in grado di accettare me stessa.
Avere quattordici anni non è per niente semplice. Soprattutto se sei una ragazzina e assisti impotente agli strani e incontrollabili cambiamenti del tuo corpo. I brufoli, l’acne, il seno che a volte non cresce a volte cresce troppo, il sentirsi sgraziati in ogni cosa che si fa.
Ancor più difficile se hai una sorella di poco più grande di te, che la tua età l’ha già passata e non ha avuto nessuno dei tuoi problemi. Lei era bella e tu ti senti brutta. Lei era magra e tu non riesci a smettere di mangiare. Lei aveva (e ha ancora tanti amici) e tu invece non riesci a essere amica nemmeno con te stessa.
Certo, se poi fai parte di una famiglia estremamente religiosa che crede alla Seconda Venuta e al Paradiso, quanto detto sopra si complica ancora di più.
Immaginatevi allora la vita di Jess, una ragazzina quattordicenne un po’ grassottella, che un giorno viene caricata in auto dai genitori insieme alla sua bellissima sorella maggiore, Elise, per partire alle volte della California, per assistere in prima fila al Giorno del Giudizio.
Immaginatevi allora la vita di Jess, una ragazzina quattordicenne un po’ grassottella, che un giorno viene caricata in auto dai genitori insieme alla sua bellissima sorella maggiore, Elise, per partire alle volte della California, per assistere in prima fila al Giorno del Giudizio.
Questa è la trama di Last Days of California di Mary Miller, pubblicato in Italia da edizioni Clichy nella collana Black Coffee e tradotto da Sara Reggiani.
Un viaggio on the road su un'auto sgangherata, tra motel fatiscenti, Starbuck’s , Burger King, Waffle House e volantini per convertire le persone, prima che sia troppo tardi.
Un viaggio on the road su un'auto sgangherata, tra motel fatiscenti, Starbuck’s , Burger King, Waffle House e volantini per convertire le persone, prima che sia troppo tardi.
Jess non ha forse ben chiaro davvero lo scopo del viaggio. È partita perché i suoi le hanno detto di partire, così come è sempre andata in chiesa per quello e, soprattutto, ha sempre creduto perché le è stato detto di doverlo fare. Piano piano, con il passare dei chlometri e con questa vicinanza forzata, Jess prenderà coscienza di sé, delle debolezze dei suoi genitori e di tutto quello in cui hanno sempre creduto. Un viaggio verso la fine del mondo, che però le permetterà di fare i conti anche con se stessa e con quello che effettivamente vuole.
Voglio che Dio, se esiste davvero, resti dov’è, dov’è sempre stato. Sì, vorrei che la mia vita fosse diversa, migliore, ma voglio essere io la responsabile di questo cambiamento.
Last days of California è un libro di fini. Di fine del mondo, certo, ma soprattutto di fine di illusioni e di fine di innocenza.
Un libro che ti porta a spasso per gli Stati Uniti, tra la desolazione dei paesini sperduti in mezzo al nulla e il bagliore delle grandi città.
Quanta tenerezza che mi ha fatto Jess. Con le sue insicurezze, con la sua incapacità di accettarsi, con il suo quasi odiare la sorella maggiore per la sua perfezione ma al tempo stesso amarla e preoccuparsi per lei come solo una sorella può fare, con la sua difficoltà ad approcciarsi agli altri e a capire quanto vale. A tratti mi ha un po’ ricordato la Nomi di Un complicato atto d’amore di Miriam Toews. Per il discorso religioso (anche se nel libro della Toews la comunità era mennonita, e non aspettava alcuna fine del mondo), ma soprattutto per questa lotta interiore che la piccola protagonista deve vivere.
Un libro che ti porta a spasso per gli Stati Uniti, tra la desolazione dei paesini sperduti in mezzo al nulla e il bagliore delle grandi città.
Quanta tenerezza che mi ha fatto Jess. Con le sue insicurezze, con la sua incapacità di accettarsi, con il suo quasi odiare la sorella maggiore per la sua perfezione ma al tempo stesso amarla e preoccuparsi per lei come solo una sorella può fare, con la sua difficoltà ad approcciarsi agli altri e a capire quanto vale. A tratti mi ha un po’ ricordato la Nomi di Un complicato atto d’amore di Miriam Toews. Per il discorso religioso (anche se nel libro della Toews la comunità era mennonita, e non aspettava alcuna fine del mondo), ma soprattutto per questa lotta interiore che la piccola protagonista deve vivere.
Mi è piaciuta molto la scrittura di Mary Miller, il suo modo di raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, il suo modo di farci stare lì, in auto con Jess e la sua famiglia, a chiederci cosa davvero ci riserverà questo viaggio.
Titolo: Last days of California
Autore: Mary Miller
Traduttore: Sara Reggiani
Pagine: 267
Editore: Edizioni Clichy
Prezzo di copertina: 15€
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formato brossura: Last days of California