«Mi sto consolando piuttosto in fretta dal mio cruccio parigino. Ciò vuol dire che non ho poi perduto granché troncando quella storia. Ricorda cosa mi ha detto? Che è possibile rimettersi solo dalle cose poco importanti. E che da un amore totale non ci si riprende mai».
«Una volta ho visto un fulmine colpire un albero, e mi sono sentita molto vicina a quell'albero. Arriva un momento in cui bruciamo, ed è intenso, meraviglioso. Dopo, non resta che cenere».
Si girò verso il mare.
«Non si è mai visto un ceppo, anche vivo, ridare corpo a un albero intero».
Ogni volta che sento qualcuno dire “no, io non leggo i racconti, perché non mi coinvolgono tanto quanto i romanzi”, mi viene da pensare sempre che non abbiano mai letto i racconti giusti. Certo, poi è anche una questione di gusti, di percezione della lettura legata alla lunghezza del testo. Però, ecco, in generale, secondo me è perché non hanno mai letto un racconto ben fatto.
Come lo sono, per esempio, quelli dello scrittore francese Eric-Emmanuel Schmitt, le cui opere, divise tra romanzi e raccolte di racconti, sono pubblicate in Italia da edizioni e/o.
Ho scoperto questo autore quasi per caso, acquistando a scatola chiusa Concerto in memoria di un angelo. Me ne sono poi follemente innamorata leggendo Odette Toulemonde e ho mantenuto viva questa passione con L’amore invisibile. Tre raccolte di racconti, tra cui fatico a scegliere la mia preferita.
Anche perché adesso si è inserito anche La sognatrice di Ostenda. Di nuovo una raccolta di racconti, di nuovo cinque storie raccontate in non più di settanta pagine ciascuna (la più lunga, quella che dà il titolo alla raccolta, ma le altre molte meno) che sono riuscite, ancora una volta, a conquistarmi totalmente.
C’è questa donna, La sognatrice di Ostenda appunto, che, ormai anziana e su una sedia a rotelle, racconta a un visitatore il grande amore della sua vita, sebbene tutti, in famiglia, siano convinti che lei non abbia amato mai.
Ce n’è un’altra, in Delitto perfetto, che decide di liberarsi del marito, perché convinta che l’enorme amore che lui riversa su di lei sia troppo grande, troppo bello per essere vero, ed è stanca di essere presa in giro.
Ce n’è una terza, in La guarigione, che di mestiere fa l’infermiera e che non è mai stata capace di amare se stessa e il suo aspetto. Finché non arriva un paziente, cieco e in fin di vita, che l’aiuta a capire quanto sia bella.
Poi si arriva al quarto racconto, Cattive letture, che in realtà io ho letto per primo, una sera prima di dormire mentre cercavo qualcosa di non troppo lungo da leggere. Qui il protagonista è uomo di lettere, che però legge solo saggi, perché i romanzi e le opere di fantasia non sono che una perdita di tempo. Finché si ritrova a leggerne uno e a lasciarsi coinvolgere talmente tanto da non distinguere più la realtà.
La raccolta si chiude con la storia di un’altra donna, La donna con il bouquet, che tutti i giorni, da quindici anni, va alla stazione con un mazzo di fiori per aspettare l’arrivo di qualcuno.
« Ti giuro che è vero. Ogni giorno, da tre lustri. Forse anche di più, visto che ognuno, prima di notare la sua presenza, impiega degli anni. Di conseguenza anche il primo... Tu, per esempio, sono tre anni che vieni a Zurigo e me ne parli solo oggi. Come niente, sta qui da venti o trent'anni... Qualcuno ha provato a chiederle cosa aspetti, ma lei non ha mai dato risposta».
«E ha fatto bene» osservai. «D'altronde, chi può rispondere a una domanda del genere?».
Di Eric-Emmanuel Schmitt adoro lo stile, la poesia che impiega nel narrare le storie che racconta, anche quelle più disparate o più macabre, ma, soprattutto, il modo in cui descrive e delinea i personaggi, con le loro fragilità, le loro debolezze, la loro incredibile umanità.
Per non parlare della facilità con cui questo autore riesce a passare dal parlare d'amore (soprattutto in La sognatrice di Ostenda, che è davvero un racconto molto dolce, ma anche in La donna del bouquet) agli omicidi... che è una cosa che pochissimi scrittori sono in grado di fare.
Insomma, se non avete mai letto racconti o ci avete provato e non vi sono piaciuti, vi suggerisco di ritentare con una delle raccolte di Eric-Emmanuel Schmitt. E La sognatrice di Ostenda è decisamente un buon punto di inizio, per imparare a conoscere questo scrittore francese, ma anche per iniziare ad amare i racconti.
Titolo: La sognatrice di Ostenda
Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Pagine: 209
Editore: e/o
Anno: 2008
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formato brossura: La sognatrice di Ostenda
Seguirò come sempre il tuo prezioso consiglio.....
RispondiEliminaFammi poi sapere :)
EliminaDi Eric Emannuel Schmitt ho letto solamente Oscar e la dama in rosa, che ho amato. Mi sa che recupererò questo e anche Odette Toulemonde! :)
RispondiEliminaAnche perché racconti ne ho letti veramente pochi ora che ci penso.
Odette Toulemonde è bellissimo! *____* (Tutte le raccolta lo sono, in realtà :) )
EliminaA me di questo autore invece mancano tutti i romanzi, ma a poco a poco li recupero!