sabato 31 ottobre 2015

Blog d'ottobre - Ray Bradbur... ah no, io

Ottobre oggi è arrivato ottobre con il suo cappotto nero e piove sulle finestre dove milioni di persone sole vanno avanti e indietro in cerca del presente cercando una risposta a questo cielo a specchio di Novembre… ecco, sì, è praticamente da quando è uscita che io passo i miei mesi di ottobre a canticchiare Maggese di Cesare Cremonini. Il cd dei Lunapop è stato il primo che ho acquistato da sola, con la mia paghetta settimanale messa da parte con tanto impegno e da allora ho continuato a seguire Cremonini anche quando il gruppo si è sciolto.

Ma stiamo divagando. Dunque, oggi finisce ottobre, domani inizia novembre, stasera vado con Linus nel suo orto ad aspettare il Grande Cocomero e quindi il post di riepilogo mensile ve lo beccate stamattina. Il titolo del post è una rivisitazione di Paese d'ottobre di Ray Bradbury... una raccolta di racconti bellissima, che forse vi consiglio ancor più di Farenheit 451.


Un mese ricco di letture e di eventi, questo Ottobre.
Prima di tutto ho assistito alla mia prima partita di Quidditch babbano. Già, ci sono dei pazzi , fan sfegatati di Harry Potter, che hanno deciso di prendere lo sport magico per eccellenza e spostarlo anche nel mondo di noi poveri esseri umani. Il risultato è divertentissimo. (Lo stesso giorno sono andata anche a Portici di carta, la rassegna torinese che porta bancarelle di librerie ed editori per le vie del centro… ma capite anche che, dopo aver visto pluffe e boccini, l’evento sia passato un po’ in secondo piano).

La settimana dopo, invece, ho fatto da supporter, nonché scenografa, al lettore e al fratello rampante che hanno partecipato alla loro prima esposizione di Lego, al Brick Expo di San Giorgio Canavese. Sì, lo so, con i libri non c’entra niente, ma è stato bello e mi sembrava giusto citarlo anche qui. Anche perché il Darth Vader con i biscottini ha riscosso un successo strepitoso.



Poi, il 24 ottobre il blog ha compiuto 6 anni. Auguri, auguri, auguri! Sei anni sono tantissimi, soprattutto per il tempo del web. Ma anche per me, in realtà, anche perché mi sembra ieri quando ho scritto il primo post e le prime, terrificanti ammettiamolo, recensioni. Però siamo ancora qua, più vivi e attivi che mai.


E ora passiamo alle letture e alle recensioni.

Il mese è iniziato bene, con Un posto al mondo di Wendell Berry, edito da Lindau e tradotto da Vincenzo Perna. Di nuovo a Port William, dove ero già stata con Jayber Crow e Hannah Coulter, di nuovo quelle sensazioni di pace e di tranquillità anche in mezzo alle tempeste, che Wendell Berry riesce a trasmettere così bene.

Subito dopo è toccato a Gli anni della leggerezza, primo volume della Saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, pubblicato in Italia da Fazi con la traduzione di Manuela Francescon. Una bella saga familiare, ricca di personaggi, nella Londra degli anni ’30. Non vedo l’ora che escano i volumi successivi.

Il parnaso ambulante di Christopher Morley era invece un libro che volevo leggere da tantissimo tempo. Che tutti gli amanti dei libri dovrebbero leggere. Un libricino sull’amore per i libri e sull’amore in generale, con una buffa traduzione anni ’50 che, per un volta, anziché penalizzarlo lo rendono ancor più piacevole.

Poi è stato il turno di Un anno con Salinger di Joanna Rakoff,  pubblicato da Neri Pozza e tradotto da Martina Testa . Che libro, ragazzi. La storia di Joanna e dell’anno in cui ha lavorato nell’agenzia letteraria che rappresentava, tra gli altri, il vecchio Jerry. Sì, Jerry Salinger. Da leggere, anche se non conoscete Salinger.

Largo ai piccoli editori per la mia lettura successiva. Piccoli editori, ma che sono garanzie come lo è per me Casasirio. Il libro è Il posto giusto di Simona Garbarini, che mi ha ricordato tanto La leva calcistica del ’64 di Francesco De Gregori e che parla di calcio, ma anche, e soprattutto, di seconde possibilità.

Mercoledì delle ceneri di Ethan Hawke, pubblicato da Beat e tradotto sempre da Martina Testa, è stata una vera rivelazione. Oltre a salire su un banco e farmi commuovere, sa scrivere il ragazzo. Mi sono piaciuti i suoi due personaggi, questo ragazzo e questa ragazza che si amano o forse no, ma che comunque vogliono provarci.

Poi sono andata in a Cuba con Guillermo Cabrera Infante e il sua La ninfa incostante, edito da Sur con la traduzione di Gordiano Lupi. Un libro di boleri e di fenomenali giochi di parole. 
Ed eccoci quasi alla fine. La penultima lettura è stata  Mi chiamavano piccolo fallimento di Gary Shteyngart (devo copiare e incollare il nome dalla pagina di Guanda perché proprio non ci riesco a scriverlo giusto), tradotto da Katia Bagnoli, che l’autobiografia dell’autore, da quando è emigrato negli Stati Uniti da Leningrado fino alla pubblicazione del suo primo romanzo. Bel libro, soprattutto se avete già letto qualcosa di suo, altrimenti un pochino si perde.

L’ultimo libro di ottobre è Le fragili attese di Mattia Signorini, pubblicato da Marsilio. Un libro delicato in una Milano quasi irriconoscibile. Molto autunnale e adatto alla stagione, anche se forse in alcuni punti avrebbe potuto osare un po’ di più.

E il vostro ottobre com’è stato?

2 commenti:

  1. abbiamo un'altra passione comune: i lunapop! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che sia una cosa generazionale? (meno male che domani inizia novembre, così smetto di cantarla :P)

      Elimina