L’estate del cane bambino di Mario Pistacchio e Laura Toffanello è uno tra i libri più belli che ho letto finora quest’anno. Voglio iniziare così, perché questo romanzo se lo merita tutto.
Ne avevo sentito parlare la prima volta leggendo la lista dei libri candidati al Premio Strega. Ovviamente non è arrivato né in dozzina né in cinquina, ma questo, come sappiamo bene, non vuol dire assolutamente niente. Poi, durante La Grande Invasione a Ivrea quest’anno, ho assistito a una presentazione con i loro autori. Del libro in sé, in realtà, si era parlato poco, ma avevo apprezzato molto il racconto di come era nato e, soprattutto, di quanto importante per i due autori fosse stata la casa editrice che l’ha pubblicato, la 66thand2nd. E questo è ciò che mi ha portato a decidermi finalmente a leggerlo.
Il libro racconta di un’estate degli anni sessanta a Brondolo, un paesino vicino a Venezia, e di un gruppo di ragazzi, di amici, impegnati come tutti a quell’età a giocare a pallone, cercare le figurine e lanciarsi in mille avventure.
Menego aveva quattordici anni, io, Michele e Ercole dodici, Stalino quasi, e il cane nero chissà. Era l’estate del 1961. Il nostro mondo di allora era fatto di morto che resuscitavano per uccidere pescatori ingrati, di velieri portatori di peste, topi e vampiri, di nuvole combattenti e cavalieri inesistenti. Era un tempo in cui le leggende erano vere, e se qualcuno ci avesse detto che era impossibile che un bambino si trasformasse in cane, ci saremmo stretti nelle spalle, infischiandocene.
Tra una partita di calcio, una pesca ai pesce siluro nel Brenta e a una serata alla Base, quartier generale del gruppo, i ragazzi devono però anche lavorare con i loro genitori o aiutarli in casa. Come Vittorio, il protagonista e voce narrante, che deve seguire suo padre nei campi. O come Ercole, che deve sempre portarsi dietro il fratellino più piccolo, Narciso, una palla al piede a cui però vuole molto bene. Un estate come un’altra insomma. Finché non succede qualcosa di terribile. Un bambino scompare e al suo posto compare un cane nero, Houdini. Come vuole la leggenda popolare, il cane sembra davvero aver sostituito il bambino scomparso. Ma i grandi questo non riescono proprio a capirlo e a poco a poco tutto precipita. I ragazzini saranno costretti a crescere di colpo, segnando la fine della loro innocenza e lasciando un segno che si porteranno dietro per sempre.
L’estate del cane bambino è un libro bellissimo. È bello per il ritratto perfetto che da’ della vita dei paesi dell’epoca, per le ipocrisie che sottolinea, i silenzi, i pettegolezzi, ma anche di quel forte legame che si crea tra i ragazzini a quell’età, delle piccole e grandi avventure che si condividono. E rimane un libro bello anche quando l’innocenza è definitivamente perduta, quando la cattiveria degli adulti raggiunge il suo culmine e questi ragazzi si ritrovano a combattere contro qualcosa di più grande di loro.
Era da un bel po’ di tempo che non mi capitava di leggere un libro tutto d’un fiato non perché non avessi altro da fare ma perché le sue pagine proprio non volevano che io mi staccassi da loro. Era da un po’ che non mi facevo conquistare così tanto da una storia. Poi, certo, dalla mia c’è anche io amo molto i romanzi ambientati nei paesini italiani, forse perché in un paesino ci sono cresciuta e ci vivo tuttora anche io, perché raccolgono tante piccole storie, tante piccole tradizioni, abitudini che da molti forse nemmeno potrebbe essere considerate meritevoli di essere raccontate. Messe tutte insieme, come Mario Pistacchio e Laura Toffanello fanno magistralmente, però creano qualcosa di incredibile.
Insomma, L’estate del cane bambino è un libro che, secondo me, tutti dovrebbero leggere.
Titolo: L'estate del cane bambino
Autore: Mario Pistacchio, Laura Toffanello
Pagine: 218
Editore: 66thand2nd
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formato brossura: L'estate del cane bambino
formato ebook: L'estate del cane bambino (B-polar)
Cara Elisa,
RispondiEliminavolevo ringraziarti, sto terminando di leggere L'estate del cane bambino, ma credo sia già il libro più bello che ho letto quest'anno. Mi aveva incuriosito la tua recensione, cosi ho deciso di leggerlo ed ho scoperto un bellissimo romanzo. L'ho già consigliato a mia volta a qualche amica e, se ne avrò la possibilità, lo regalerò a chi potrà apprezzarlo.
Dina Agazzi
Ciao Dina,
Eliminasono davvero contenta che il libro ti sia piaciuto! A me aveva colpito tantissimo ed è sicuramente una delle mie letture più belle di quest'anno. Spero davvero che anche le tue amiche e a chiunque altro lo regalerai potranno apprezzarlo :)
Mi è stato regalato dai miei genitori. All'inizio ero in qualche modo quasi "scettica". Non so esattamente perché. Ma una volta iniziato, è stato come il risucchio di un tornado. Emozionante. Da pelle d'oca in alcuni tratti. Solo, non sono totalmente sicura di aver ben capito il motivo per il quale Narciso sia stato ucciso e mi sento abbastanza stupida a scriverlo ma se qualcuno fosse per caso tanto gentile da dirmelo, gliene sarò grata. Ovviamente lo consiglio caldamente! Ritengo sia un po' particolare nel suo semplice raccontare l'estate di un gruppo di ragazzini tra risate, fatiche e dolori. Complimenti agli autori!
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