venerdì 13 dicembre 2013

LA MAMMA DEL SOLE - Andrea Vitali

Io con Andrea Vitali ho un rapporto strano. Nel senso che ultimamente dico di lui peste e corna, per questa sua, per me terrificante, abitudine di pubblicare almeno 5 libri all'anno. Sono troppi, secondo me. Anche perché poi, leggendoli, si ha come l'impressione che li abbia scritti di fretta, senza rifletterci troppo: come se fossero un abbozzo di storia, che avrebbe bisogno di essere ampliata, ma che lui non abbia voglia di ampliare. Per cui, dai romanzi nuovi di Andrea Vitali, cerco di tenermi lontana (ne ho letti solo due "Galeotto fu il collier", lunghissimo ma comunque estremamente superficiale, e "Regalo di Nozze"). 
Però ogni tanto ho voglia delle sue storie leggere leggere. Ne avevo bisogno, ad esempio, dopo Libertà di Franzen, per riposare la mente e leggere qualcosa che non mi desse molto da pensare. Quando è così, cerco tra i suoi romanzi più vecchi e trovo esattamente quello di cui ho bisogno.

La mamma del sole è in realtà poi solo del 2010, eppure non ci ho ritrovato quella sensazione di superficialità dei romanzi più recenti.
Siamo sempre a Bellano (e non riesco a immaginare che Vitali ambienti un suo romanzo da qualche altra parte) e c'è sempre tutta una galleria di personaggi bislacchi, pittoreschi, quelli tipici di un paesone degli anni '20. C'è una donna che scompare da una casa di riposo, un carabiniere con la passione dell'aeronautica che da una vecchia radio sgangherata segue i gloriosi trasvolatori della Seconda Crociera Atlantica, c'è una perpetua un po' bisbetica e un sacrestano nervoso che ogni tanto suona un'ora in più. C'è il capo della sede del partito fascista, a cui del partito fascista non potrebbe fregar di meno, e una donna dai facili costumi, con una quindicina di figli tra legittimi e illegittimi. E poi il maresciallo dei carabinieri, che si trova, ovviamente, in mezzo a tutto questo.

La trama di questo romanzo, che si basa su due misteri, quello della donna scomparsa e quello dell'interessamento del partito fascista nei confronti della donna di facili costumi, è in realtà solo un pretesto. E' semplice, quasi banale, ma permette ai personaggi di muoversi, di mostrarsi, di agire e di dare vita a un ritratto perfetto dell'epoca. Non succede mai nulla di troppo tragico, nei romanzi di Vitali. E anche quando succede è affrontato con una giusta proporzione tra ironia e rispetto. Si ride e si sorridere, a volte un pochino ci si commuove anche. E soprattutto non si pensa. Si legge e basta. Le pagine scorrono, scorrono e arrivi alla fine senza quasi accorgertene (merito anche dei capitoli brevi).

I romanzi di Andrea Vitali, insomma, vanno presi così. Non sono capolavori e non hanno alcuna pretesa di esserlo. Puro e  semplice intrattenimento. Ottimi da leggere uno ogni tanto, quando si ha bisogno di qualcosa di leggero leggero, per far passare il tempo e riposare la mente.  Certo, bisogna riuscire a scordarsi di quanti libri pubblica all'anno o l'effetto viene un po' rovinato. Ma se fate come dicevo all'inizio, e prendete le opere più vecchiotte, non vi infastidirete più di tanto... e vi ritroverete immersi in questi buffissimi ed soprattutto estremamente realistici pettegolezzi di paese. Con un bel lieto fine.

Titolo: La mamma del sole
Autore: Andrea Vitali
Pagine: 286
Anno di pubblicazione: 2010
Editore: Garzanti
ISBN : 978-8811686323
Prezzo di copertina: 10,90€
Acquista su Amazon:
formato brossura: La mamma del sole

9 commenti:

  1. Ciao!
    L'impressione che hai avuto dei libri di Vitali io l'ho avuto con 22/11/63 di King, quindi capisco bene cosa intendi :)
    Di Vitali non ho letto ancora niente, però visto che hai scritto che questo romanzo non è superficiale potrei iniziare con questo!
    A presto :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non leggo King dai tempi del liceo... cavolo! Non so perché, non mi è mai ritornata la voglia (anche se Misery resta indiscutibilmente un capolavoro).

      Io ti consiglierei di iniziare da Una finestra vistalago... secondo me è il suo migliore in assoluto :)

      Elimina
  2. Sono d'accordo, Una finestra vistalago è il più bello tra tutti quelli che ha scritto. Casualmente è stato anche il primo che ho letto, e in seguito li ho letti tutti. Sono d'accordo su quel che dici circa i libri più recenti, però, per esempio, a me Regalo di nozze è piaciuto molto, anche per quell'atmosfera anni '60 che vi si respira. Mi ha ricordato molto alcuni episodi di quand'ero piccolo. Mi spiace invece che a Lisa non sia piaciuto 22/11/63, io quando l'ho letto l'ho letteralmente divorato...
    Buon week end!

    Piergiorgio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Può darsi fosse una questione di età e di indetificazione, sì :)

      Elimina
  3. Ciao,
    leggo spesso ed è la prima volta che commento (o forse no, boh). Piacevolmente colpita dall'aver trovato un'opinione così genuina riguardo un testo di Vitali ma soprattutto riguardo il modus operandi della casa editrice che pubblica i suoi romanzi come se non ci fosse un domani. Personalmente trovo fastidioso questo bombardamento editoriale.
    Silvia M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda, io la politica della Garzanti (sia per Vitali sia per altre scelte... tipo le copertine tutte uguali e i titoli farlocchi) la sto criticando apertamente da ormai parecchio tempo... Non servirà a nulla, però a stare zitta proprio non ce la faccio! :P

      Elimina