lunedì 11 novembre 2013

Interviste rampanti: SANDRO BONVISSUTO

Ed eccoci con una nuova intervista rampante, dopo la pausa della settimana scorsa. Protagonista  di oggi è Sandro Bonvissuto.
Scrittore romano, classe 1970, Sandro Bonvissuto ha esordito con la raccolta di racconti Dentro, pubblicata dalla casa editrice Einaudi nel 2012 e con cui ha da poco vinto il Premio Chiara.
Io ci ho messo un po' di tempo ad arrivare a questo libro. Inizialmente non l'avevo nemmeno considerato ma poi un mio amico ha insistito parecchio perché lo leggessi. Per lui era diventata un'opera imprescindibile. E, devo ammettere, che aveva decisamente ragione. I tre racconti che formano Dentro sono tutti e tre molto belli, molto intimi, e ne consiglio davvero a tutti la lettura.
A breve tornerà in libreria nell'antologia Scena padre, insieme a Canobbio, Celestini, De Silva, Fois, Franco, Magrelli e Pascale.
Come al solito, ringrazio tantissimo Sandro per aver accettato di rispondere alle mie domande.

© Franco Origlia
Da bambino dicevi “da grande farò lo scrittore”?  
No; ma da scrittore ti dico: da grande farò il bambino. 

Solitamente le raccolte di racconti prendono il titolo da uno dei racconti presenti. Questo, nel tuo caso, non succede, ma il titolo funge un po’ da filo conduttore, da argomento comune che in ognuno dei tre racconti viene sviluppato in un modo diverso. Quando hai iniziato a scriverli avevi già in mente questo senso di “dentro” o te ne sei accorto solo a scrittura ultimata? 
Al di là dei legami fra un racconto e la raccolta cui appartiene, credo che il titolo indichi bene una cosa: la provenienza della scrittura; funge quindi un po’ come un’etichetta di quelle che stanno sul cibo, e che ti dice da dove viene quello che mangerai. Che fosse così se ne sono accorte le editor. 

Come sei stato scoperto (o come sei riuscito a farti scoprire) dalle case editrici che ti hanno pubblicato? 
Ho partecipato a uno di quei concorsi di scrittura per esordienti che si organizzano in ogni città (portai addirittura un altro manoscritto con me il giorno dell’evento, per timore che quello spedito via posta fosse andato perduto), poi ho mandato i miei lavori a molti editori, e infine ho pubblicato per un piccola casa editrice romana un libro di racconti che non ha avuto distribuzione (come indicato nel risvolto di copertina di Dentro) ma che però è stato fondamentale perché mi notasse Dalia Oggero la editor di Einaudi, che poi ha finito per propormi un contratto. 

Qual è il tuo rapporto con i critici professionisti e con i book blog? 
Detto che per me la migliore, più doviziosa e articolata delle critiche è sempre e comunque inferiore al peggiore dei lavori (e questo per una questione prima di consecutività e poi di appartenenza a diverse categorie aristoteliche), dico che il critico, se onesto, si espone, crea egli stesso, cioè scrive, e si mette nella stessa condizione dello scrittore, aprendo così a un rapporto virile e virtuoso di uno contro uno, quasi fosse un moderno tenzone cavalleresco nel quale, chi assiste, si diverte pure. I book blog sono più torbidi, le identità sono evanescenti e spesso tutto si consuma in un clima di ostilità più vicino al pestaggio che al duello; direi, in conclusione, che è senz'altro un valore che le persone possano parlare con o di scrittori e scrittura, anche se la democraticità del mezzo forse agisce più sulla quantità che sulla qualità dei commenti. 

Qual è la cosa più bella che è stata detta riguardo a un tuo romanzo? E la più brutta? 
Faccio una sintesi, perché mi hanno detto la più bella e la più brutta nella stessa circostanza: “Sandro il tuo libro è semplicemente fantastico, mi pare assurdo che l’abbia scritto tu”. 

Hai qualche mania come scrittore? Che so, riesci a scrivere solo in un posto preciso o a una particolare ora del giorno o della notte? 
Posso scrivere solo di notte dopo il lavoro, quindi faccio finta che questa sia una mania. 

Io ho un’ossessione per le copertine dei libri, che condizionano molto la mia decisione di leggere o meno un’opera. Hai avuto voce in capitolo nella scelta di quella dei tuoi libri? 
Io ho un ossessione per il contenuto dei libri, il resto mi interessa molto meno, o non mi interessa proprio. Nel caso di Dentro ho delegato tutto a quelli più bravi di me e credo abbiano fatto un grande lavoro. 

Cosa consiglieresti a un aspirante scrittore ? 
Di andare a lavorare. 

Cosa pensi dell’editoria a pagamento? E dell’autopubblicazione? 
L’editoria a pagamento è come il sesso a pagamento, puoi conquistarti una donna o pagarla (o anche un uomo), e per rimanere nell'ambito delle abitudini sessuali credo che l’autopubblicazione sia come l’autoerotismo. Comunque niente che non rientri nelle umane cose. 

Ebook o cartacei? 
Direi ebook e cartacei, piuttosto che o l’uno o l’altro; sono manifestazioni diverse della stessa cosa, quindi non le ritengo un’alternativa

Qual è il libro, non tuo, a cui sei più legato? 
L’Estate e altri saggi solari di A. Camus 

Un autore/autrice italiana che stimi tantissimo? Consigliaci un suo libro. 
Vi consiglio Elisabeth di Paolo Sortino

Hai letto le Cinquanta Sfumature? 
Veramente non ancora, volevo prima finire i russi.

Qual è Il tuo colore preferito? 
Quello bene illuminato dal sole. 

5 commenti:

  1. Amo questa intervista! Ora mi fiondo a comperare il libro!

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    1. Ha dato delle risposte molto belle, sì! E poi è proprio una bella persona :)

      Fammi poi sapere del libro!

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  2. Non lo conoscevo, ma le risposte sono davvero belle. Me lo segno (al solito, mannaggia a te!)

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    1. Beh dai, però devi ammettere che ti faccio scoprire quasi sempre libri che meritano, no? :)

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    2. Ma sì, toglierei anche il quasi, ma lo stesso... mannaggia a te!

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