lunedì 7 maggio 2012

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA' UTILE- Peter Cameron

James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un'alternativa all'università ("Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché"), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio... 

Ho chiuso questo libro poco fa, dopo averlo divorato nella giornata di oggi, e non posso fare a meno di rievocare i tempi in cui io avevo 18 anni. Un'età che è un traguardo (almeno in Italia, si diventa maggiorenni, si prende la patente, si può votare per la prima volta) ma che è anche un inizio, il momento di decidere cosa fare della propria vita e di prendere decisioni che in qualche modo potrebbero influenzare il futuro: la scelta tra continuare o meno a studiare, la scelta dell'università (io avevo scelto ad esclusione, e sono finita a fare lingue perché volevo leggere i libri di Marquez in lingua originale), rimanere vicini a casa o andare lontano. Tutte scelte che sicuramente non condizionano definitivamente la propria vita ma che comunque rappresentano una tappa importante. A 18 si inizia davvero a diventare adulti.

E James, il fantastico protagonista di questo romanzo, ha  proprio18 anni e vive a New York (ok, nulla a che vedere con il mio paesino). A settembre inizierà ad andare all'università e per il momento si tiene impegnato lavorando nella Galleria d'Arte gestita dalla volubile madre. I suoi genitori sono divorziati e stanno attraversando a loro modo crisi di mezza età: una si sposa quasi in continuazione, l'altro ricorre a un "intervento cosmetico mirato". Di questa famiglia, ricca e bislacca,  fanno parte anche la sorella, Gillian, che ha una relazione clandestina con il suo docente di linguistica, e Nanette, la supernonna, l'unica a capire veramente James. Perché James non è un diciottenne proprio normale. E' un tantino "disturbato", secondo la definizione dei suoi insegnanti, ma è soprattutto sociopatico e incapace di affrontare i legami che questo mondo ci mette davanti. Lui sta bene da solo, non vede perché debba mischiarsi a quei caproni dei suoi coetanei, con cui non ha niente da condividere e che non sopporta molto: troppo conformisti, troppo ingenui, troppo poco colti. I genitori di James però sono preoccupati per questo suo comportamento e lo mandano da una psicoterapeuta che intraprende con il ragazzo una dura lotta di botta e risposta per vedere chi si innervosisce prima, ma che piano piano servirà al ragazzo per prendere coscienza di sé.
Le uniche persone con cui James interagisce volentieri sono John, che lo schiavizza alla galleria d'arte ma che lui considera un amico anche se non ben è chiaro se corrisposto, e soprattutto Nanette, la nonna che tutti vorrebbero avere. La nonna che non giudica e che non da' nemmeno troppi consigli, la nonna che ascolta e che prepara il cibo, riuscendo così ad aiutare James ad affrontare la sua paura per il futuro. Un futuro da cui non si può fuggire, nemmeno andando in Kansas o scappando da un albergo durante una gita scolastica.

Ho trovato questo romanzo semplicemente geniale. Sarà che adoro questi adolescenti complicati e un po' "disturbati", questi adolescenti cinici che hanno o troppo o poco filtro tra mente e cervello. Li trovo più realistici (anche se chiaramente James è molto molto esasperato come personaggio) e molto più interessanti, perché rispecchiano una paura che, in modo più o meno marcato, riguarda tutti. La paura di crescere, la paura di non essere in grado di trovare il proprio posto nel mondo, al punto che l'unico modo per esorcizzarla e continuare a vivere è nascondersi, vivere nella propria solitudine perché è un guscio che tiene protetti e che non ci può fare male. Ma bisogna rendersi conto che tutte le difficoltà che si devono affrontare servono per affrontare meglio il futuro, che "un giorno questo dolore ti sarà utile".

Lo stile di Cameron è incredibile, ha creato tanti personaggi fantastici, tutti ben caratterizzati  e perfetti per interagire con James, un protagonista molto intelligente, dissacrante e ironico per certi aspetti, ma anche tanto  triste per altri, che non riesce ad affrontare il mondo. Un gran bel personaggio!
Un libro che si legge bene e in fretta, che ti cattura, ti fa sorridere e anche un po' riflettere.
Assolutamente da leggere!

Nota alla traduzione: il mio odio per Adelphi segue immutato dopo ogni romanzo edito da loro che leggo. Continuano ad esserci scelte linguistiche che non riesco a concepire e ad approvare, che scaturiscono anche in veri e proprio errori o comunque cacofonie terribili (mai sentito parlare di "d" eufoniche?). Ma tanto li traducono tutti così, c'è poco da fare.

Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Autore: Peter Cameron
Pagine: 206
Prezzo di copertina: 10€

Editore: Adelphi
Acquista su Amazon: Un giorno questo dolore ti sarà utile (Gli Adelphi)

11 commenti:

  1. Qualche ora fa ho scritto un post sul mio blog dove parlavo della mia wish list di questo mese...l'ho detto che questo libro mi perseguita..e la tua recensione non fa che aumentare la mia ossessione! :)
    ti lascio il link del post!
    http://letterandoconmarty.blogspot.it/2012/05/la-wish-list-di-maggio.html

    ciao e a presto!
    Marty :)

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  2. Ahahaha è un segno! Devi assolutamente leggerlo :P

    Tra l'altro di quelli che tu hai in wish list, oltre a questo, ne ho letti altri due: Gramellini, che io ho trovato molto ma molto più bello de "L'ultima riga delle favole" (che confesso di aver odiato) e Zafón, che non mi ha entusiasmato molto... lui scrive benissimo ma le trame iniziano a fare un po' acqua.

    Bel blog anche il tuo! :)

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  3. Non è la prima recensione entusiastica che leggo su questo libro, devo assolutamente averlo... anche se probabilmente il protagonista mi starà sulle scatole da morire xD

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  4. Mi aveva già incuriosito in libreria e dopo questo tuo post mi sa che corro a comprarlo:-)!
    ciao

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  5. Ciao, grazie mille per la tua recensione, ero proprio curiosa di sapere cosa parlasse questo libro.
    Lo aggiungo subito alla mia wish list ;)
    Il film l'hai visto?

    Ciao

    Valentina
    www.peekabook.it

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  6. @La Leggivendola: effettivamente il protagonista proprio simpatico non è... e forse è per quello che l'ho amato tanto :D

    @Mirtilla: :)

    @Peek-a-booK: no il film non l'ho ancora visto. Cerco di procurarmelo, che sono curiosa di vedere come sono stati trasposti i protagonisti

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  7. Ciao Elisa, ho letto anche io questo libro dopo aver sentito parlare del film(che però non ho visto). Così l'ho letto e....è entrato di diritto nella lista dei miei libri preferiti. Hai ragione James è un personaggio molto esasperato però io personalmente ho trovato molte cose e problemi in comune con lui. Se ti va ti consiglio di leggere pagina 102 in alto. In poche righe James esprime esattamente quello che sento io. Fai conto che io ho l'edizione con la copertina blu(precedente all'uscit del film), ma probabilmente i numeri delle pagine corrispondono lo stesso. Se hai tempo leggi quel breve passaggio. Un saluto!

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  8. @Silvia: appena arrivo a casa cerco il passo che dici e lo leggo :)
    (io ho l'edizione "post-film", spero che le pagine corrispondano!)

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  9. "A un certo punto mi ricordo di essermi chiesto (sul serio) se non fossi geneticamente modificato, se non avessi una minuscola alterazione del DNA che mi separava appena appena ma in modo fondamentale dalla mia specie, un po' come i muli che possono accoppiarsi con gli asini ma non con i cavalli (mi pare). Sembrava che tutti fossero in grado di accoppiarsi, di unire le proprie parti in modi piacevoli e fecondi, ma nella mia anatomia e nella mia psiche c'era qualcosa di impercettibilmente diverso che mi divideva in modo irrevocabile dagli altri.
    Era una sensazione dolorosa che mi rendeva molto infelice. Mi ha fatto piangere nel bagno degli uomini del Russell Building. E desiderare di non essere vivo."

    questo? Credo che sia una sensazione che tutti almeno una volta nella vita(ma anche più spesso!) provano...

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  10. Sì è proprio questo :)
    Ma nel libro ci sono tanti altri passaggi belli, ho riso tanto.

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