venerdì 27 novembre 2009

RIPORTANDO TUTTO A CASA- Nicola Lagioia

La città è Bari. Il momento, gli anni Ottanta. Il denaro corre veloce per le vene del Paese. I tre adolescenti che si aggirano per le strade di queso libro hanno in corpo una sana rabbia, avvelenata dal benessere e dalla nuova smania dei padri. Si azzuffano e si attraggono come gatti selvatici, facendo di ogni cosa- la musica, le ragazze, le giornate- un contorto esercizio di combattimento. Ma negli angoli dei quartieri periferici li aspetta il lato in ombra di quel tempo che luccica: qualcosa che li costringerà a mettere in discussione le loro famiglie, i loro sentimenti, e perfino se stessi. Ci metteranno vent'anni per venirne a capo.


La storia sarebbe anche bella, uno spaccato completo e ben dipinto della società italiana degli anni '80 e di come si rapporta con il resto d'Europa. Lo stile ampolloso dell'autore però complica tutto, rendendo la lettura molto faticosa. Come se non avesse deciso che tono dare al libro e avesse quindi mischiato tutto (solo a metà della storia, ad esempio, si capisce che il narratore è uno dei personaggi che sta ricordano vent'anni dopo). Anche i personaggi, a mio avviso, sono caratterizzati male, non emerge quel legame forte tra ragazzi adolescenti che ci si aspetta leggendo la trama del libro. E la loro caduta verso il baratro, la droga e il tradimento appare quasi ingiustificata. E la ricerca di chiarezza del protagonista vent'anni dopo, di nuovo, viene raccontata in modo superficiale, quasi senza un senso di continuità, e senza che alla fine si risolva "il mistero" che l'autore cerca in tutto i modo di farci sentire.

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