Quando ho preso in mano per la prima volta Io non ricordo di Stefan Merril Block sapevo già che avrei letto una storia bellissima e dolorosissima. Non è che ci vada un genio per capirlo, in realtà, perché il romanzo parla di Alzheimer, di una delle sue forme, se possibile, ancor peggiori del solito: l'Alzheimer famigliare a esordio precoce. Che si tramanda di genitore in figlio. Che hai il 50% delle possibilità di avere se uno dei tuoi genitori ne soffre. Che sai che non ti lascerà alcuno scampo. Ti farà dimenticare, prima le cose più inutili, poi quelle sempre più importanti.
Io non ricordo racconta di un bambino, Seth, la cui madre è affetta da questa terribile malattia e che viene quindi rinchiusa in una casa di riposo, perché l'unico modo per contenerla. Seth soffre per questa situazione, soffre per l'apparente indifferenza del padre, soffre perché sa che potrà succedere anche a lui. E per cercare in qualche modo di mitigare questa sua sofferenza, per renderla in qualche modo più sopportabile, decide di iniziare a fare ricerche, sulla malattia ma soprattutto sul passato della madre, un passato misterioso di cui non ha mai voluto parlare con nessuno. In parallelo viene raccontata la storia di Abel, ora un anziano solitario e un po' scorbutico, che difende in ogni modo la sua casa dall'invasione dell'abuso edilizio, che vorrebbe abbatterle per farci altre villette. La difende perché spera ancora che qualcuno del suo passato in quella casa ci torni, che torni da lui.
Il libro si divide tra i capitoli raccontati da Seth e quelli raccontati di Abel, sempre inframmezzati da un racconto, quello di Isidora, la città fantasma in cui tutti sognano di arrivare, filo conduttore, bellissimo e un po' straziante, di tutto il romanzo. Qua e là ci sono poi alcune informazioni di carattere saggistico e scientifico, ma romanzate, sulla scoperta di questa variante dell'Alzheimer, su come si è diffusa e cosa ha comportato negli anni in chi scopriva di averla.
Io non ricordo è un romanzo scorrevole ma allo stesso tempo difficile da leggere, che racconta di amore e di dolore, di frustrazione e di impotenza, di voglia di sapere e di paura. E che lascia, forse, un briciolo di speranza.
Sicuramente bisogna essere nel giusto stato d'animo per leggerlo, perché è davvero molto intenso e molto toccante, oltre che non semplice da accettare (perché parla di qualcosa che potrebbe colpire tutti, il perdere la memoria, il dimenticare, il non riconoscere più nemmeno chi ci sta accanto ogni giorno... una delle mie più grandi paure, se devo essere onesta).
Però è anche un libro bellissimo, che merita davvero di essere letto.
Titolo: Io non ricordo
Autore: Stefan Merril Block
Traduttore: Stefano Bortolussi
Pagine: 340
Editore: BEAT/ Neri Pozza
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formato brossura: Io non ricordo
formato ebook:Io non ricordo (I narratori delle tavole)
Un libro meraviglioso e triste, come l'amore e l'impotenza.
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