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Calvin & Hobbes è un altro di quei fumetti che ho conosciuto relativamente tardi, grazie a un mio amico che per caso, pochi anni fa, mi ha regalato una prima raccolta.
Sapeva della mia passione per i Peanuts di Schulz e per Mafalda di Quino, e ha voluto provare a farmi conoscere un altro fumetto con protagonista un bambino.
Da allora, non riesco quasi più a farne a meno. Adoro Calvin, un seienne teppista disperazione dei suoi genitori, che ha come unico grande amico Hobbes, un tigrotto di peluche, compagno di mille avventure.
E' un fumetto semplicemente geniale. Hobbes prende vita nelle avventure con Calvin: va con lui sulla slitta, lo aiuta a fare i pupazzi di neve, lo assiste (a modo suo) nei compiti e lo accompagna in tutti i suoi giochi e i suoi scherzi.
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Tutti abbiamo avuto uno o più peluche da bambini, un peluche tutto speciale, che dormiva nel letto con noi e che ci portavamo dietro ovunque andassimo. Io avevo un cane (Cane Rascal, già di mia sorella) e un peluche dell'Orso Yoghi.
L'altra cosa che adoro di questo fumetto è che Calvin è semplicemente un teppista. O meglio, è un bambino parecchio vivace e sarcastico, che a volte i suoi si pentono di aver messo al mondo, e che ha un modo tutto suo di vedere la vita. Spesso si perde in riflessioni filosofiche sul senso della vita e sul perché siamo su questa terra, e si confronta con Hobbes sui grandi temi della civiltà.
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A differenza dei Peanuts di Schulz, in questo fumetto i genitori hanno un ruolo attivo e sono molto presenti, arrivando a fargli quasi da spalla o da essere gli involontari protagonisti di intere strisce. Calvin si diverte ad esempio a far arrabbiare la madre, così da doverle far guadagnare il suo riposo serale. Oppure a valutare le prestazioni di suo padre come padre, al quale rivolge anche spesso domande filosofiche (qui è molto simile al rapporto di Mafalda di Quino con il padre).
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Ma le altre, sono tutte semplicemente fantastiche!
Nota alla traduzione: uno dei grandi problemi di questo fumetto è che la traduzione italiana è semplicemente pessima. Aldilà di scelte traduttive di dubbio gusto, ci sono veri e propri errori di grammatica e di lingua. Capita spesso infatti di trovare maschili e femmini invertiti (eg. "la scuolabus) e frasi troncate e incomprensibili. E quasi sicuramente, se una striscia non fa ridere, è perché c'è un errore traduttivo da qualche parte. Peccato, veramente.
Per vedere le vignette ingrandite, cliccateci sopra!
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