Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile.
Ci sono libri che aspettano fermi per qualche mese su una mensola prima di essere letti. Libri che si pensa abbiano bisogno del giusto momento per essere letti. Libri di cui si legge la prima pagina anche diverse volte, a intervalli di tempo più o meno distanziati, prima di decidere di andare avanti. The Road per me è stato uno di quei libri. Vuoi per la difficoltà dell'inglese, vuoi per i commenti letti in giro che parlavano di questo romanzo come di uno struggente capolavoro.
E' un libro difficile da leggere penso anche in traduzione, un libro che angoscia ad ogni pagina, senza crescendi e senza arrivare a colpi di scena. Pura angoscia, la stessa dall'inizio fino alle ultime pagine.
E' la storia di un padre e un figlio, di cui non si conosce il nome, che vagano lungo "la strada" in cerca di non si sa bene che cosa. Il mondo è stato distrutto da una guerra nucleare, anche se non viene detto nè come nè quando nè perché. E ci sono là fuori uomini cattivi, dei mostri, da cui bisogna nascondersi e fuggire. Rimanere lungo la strada, sempre, non fermarsi per più di due giorni, per salvarsi la vita.
Un libro angosciante, che forse a tratti può sembrare noioso ma la cui noisità è funzionale all'angoscia che l'autore vuole trasmettere (e che un mondo così può provocare). Un libro che raggiunge il suo apice d'effetto nei dialoghi padre e figlio, il genitore disposto a tutto per difenderlo, il bambino a volte incapace di capire cosa sta succedendo, che ancora non riesce a capire che nel mondo c'è soprattutto male.
All'inizio ho avuto qualche difficoltà. Mi ricordava a tratti Io Sono Leggenda (ho visto solo il film, che mi ha schifata, e ho preferito non leggere il libro) e quindi per un momento sono stata indecisa se continuare o meno. Ma presto si capisce che è tutt'altro. Non c'è speranza, non c'è possibilità (e nemmeno zombie assassini), solo camminare, senza fermarsi.
Se siete abituati a leggere in inglese, sicuramente rende di più. Ma se è tanto che non lo fate, non ricominciate con questo perché lo stile di McCarthy è molto complesso (fa un uso tutto suo delle regole di punteggiatura).
Da leggere, assolutamente.
Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso.
Ci sono libri che aspettano fermi per qualche mese su una mensola prima di essere letti. Libri che si pensa abbiano bisogno del giusto momento per essere letti. Libri di cui si legge la prima pagina anche diverse volte, a intervalli di tempo più o meno distanziati, prima di decidere di andare avanti. The Road per me è stato uno di quei libri. Vuoi per la difficoltà dell'inglese, vuoi per i commenti letti in giro che parlavano di questo romanzo come di uno struggente capolavoro.
E' un libro difficile da leggere penso anche in traduzione, un libro che angoscia ad ogni pagina, senza crescendi e senza arrivare a colpi di scena. Pura angoscia, la stessa dall'inizio fino alle ultime pagine.
E' la storia di un padre e un figlio, di cui non si conosce il nome, che vagano lungo "la strada" in cerca di non si sa bene che cosa. Il mondo è stato distrutto da una guerra nucleare, anche se non viene detto nè come nè quando nè perché. E ci sono là fuori uomini cattivi, dei mostri, da cui bisogna nascondersi e fuggire. Rimanere lungo la strada, sempre, non fermarsi per più di due giorni, per salvarsi la vita.
Un libro angosciante, che forse a tratti può sembrare noioso ma la cui noisità è funzionale all'angoscia che l'autore vuole trasmettere (e che un mondo così può provocare). Un libro che raggiunge il suo apice d'effetto nei dialoghi padre e figlio, il genitore disposto a tutto per difenderlo, il bambino a volte incapace di capire cosa sta succedendo, che ancora non riesce a capire che nel mondo c'è soprattutto male.
All'inizio ho avuto qualche difficoltà. Mi ricordava a tratti Io Sono Leggenda (ho visto solo il film, che mi ha schifata, e ho preferito non leggere il libro) e quindi per un momento sono stata indecisa se continuare o meno. Ma presto si capisce che è tutt'altro. Non c'è speranza, non c'è possibilità (e nemmeno zombie assassini), solo camminare, senza fermarsi.
Se siete abituati a leggere in inglese, sicuramente rende di più. Ma se è tanto che non lo fate, non ricominciate con questo perché lo stile di McCarthy è molto complesso (fa un uso tutto suo delle regole di punteggiatura).
Da leggere, assolutamente.
Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso.
Considero The Road ( che ho letto in italiano) il libro migliore che abbia mai letto.
RispondiEliminaMi rendo conto che la traduzione filtra molto lo scritto di McCarthy. Io l'ho trovato cmq incredibile. Una scrittura arida, ma possente. Evocativa. Mistica.
La storia mi ha commosso, e ancora mi commuove.
Aldilà dello scenario che, come dici anche tu, ricorda cosa già lette (il libro di Io sono Leggenda è mille volte meglio dello scontatissimo film)a lasciare un segno sono stati i 2 personaggi.
Il padre ( ho letto il libro quando il mio primo figlio aveva pochi mesi ) mi ha conquistato.
L'amore con cui protegge il bambino racchiude tutta l'essenza di essere padre.
Il bambino poi, con questa sua bontà innaturale, sbocciata in un mondo di odio e disperazione, incarna la speranza che riversiamo sui nostri figli. I bambini possono davvero salvare il mondo, anche quello disperato in cui vivono i personaggi di McCarthy.
C'è anche una trasposizione cinematografica che, seppur di qualità, non riesce a trasmettere fino in fondo la potenza narrativa dello scrittore, ne a caratterizzare fino in fondo i personaggi ( il bambino soprattutto, mi pare riuscito a metà)
Ancora non ho visto il film e in realtà non sono nemmeno sicura che lo vedrò. Tendo a evitare i film tratti dai libri o comunque a guardarli sapendo di rimanere delusa.
RispondiEliminaIn questo caso, non riesco a immaginarmi due attori che riescano a rendere tanto bene i protagonisti di questo romanzo. Forse perché trasposto al cinema sento che perderebbe qualcosa, un po' di quell'angoscia di quel mondo distrutto (che ognuno si immagina un po' come vuole, visto quanto poco è descritto dall'autore).
Ora vedrò...
Immagino quanto un padre possa rimare colpito dal rapporto tra i due protagonisti... proprio bravo MCCarthy!
Capisco cosa vuoi dire quando dici che cerchi di evitare i film tratti dai libri.
RispondiEliminaLa nostra fantasia arricchisce le storie che leggiamo con i sentimenti che gli autori hanno saputo smuovere nel profondo del nostro animo.
E' difficile che in un film ci sia tutto questo, o comunque, anche se il regista è stato bravissimo, il cast azzeccatissimo ecc ecc , magari le emozioni che sono venute a galla non sono le stesse che abbiamo provato noi.
Il rapporto tra i due protagonisti mi ha colpito tanto da farmi piangere. Non piangevo per un libro da ....forse non avevo mai pianto leggendo un libro.
L'Io Sono Leggenda con Will Smith è, per citare Fantozzi una "cagata pazzesca!". Il libro di Matheson, invece, è un capolavoro. Difficile trasferire The Road in pellicola senza snaturare i significati, l'atmosfera e il profondo rapporto tra padre a figlio che McCarthy riesce a far trasparire in modo meraviglioso senza essere didascalico. Con una parola o una frase riesce a dire di più e i maniera molto più profonda delle pagine e pagine vergate dai suoi colleghi. Comunque The Road il film riesce a mantenere intatte tutte le peculiarità del romanzo. Un film che merita di essere visto con in immenso Viggo Mortensen.
RispondiEliminaUn bellissimo libro con descrizioni mirabili, una storia di fondo bellissima e una scrittura "minimalista magica". Lo considero un manuale per i futuri papà.
RispondiEliminaTi consiglio di leggere il capolavoro di McCarthy: "Meridiano di sangue".
Ho finito di leggere da poco questo romanzo, in lingua originale, e purtroppo mi ha abbastanza deluso. Non escludo che sia in parte dovuto alla lettura in inglese che, come evidenziato anche da te, è non proprio semplice e lineare con un continuo riferirsi ai personaggi in terza persona abbastanza macchinoso.
RispondiEliminaAnche la trama non mi ha preso molto, molto bello il rapporto tra padre e figlio, che è l'asse portante del romanzo, ma per il resto poco più. Adesso vedrò il film ma non nutro grandi aspettative in merito.
Ciao