domenica 2 gennaio 2011

IL PALAZZO DELLA MEZZANOTTE- Carlos Ruiz Zafón

Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti. Sotto una pioggia scrosciante, quella stessa notte, un giovane tenente inglese sacrifica la vita per portare in salvo due gemelli neonati inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni, lascia l'orfanotrofio St. Patricks e festeggia l'inizio della sua vita adulta. È anche l'ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto che conta sette orfani come Ben, riunitosi per anni allo scoccare della mezzanotte sotto un tetto di stelle, nella sala principale di un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. I sette ragazzi sono sicuri che quella sarà la loro ultima notte insieme, ma il passato bussa alla porta di Ben: la bellissima gemella che non sapeva di avere entra nel Palazzo con una pazzesca storia da raccontare. Le braci dell'incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere. Per tre interminabili giorni i membri della Chowbar Society cercano di decifrare ciò che si nasconde dietro al passato di Ben e di sua sorella, mentre combattono contro un secondo terribile incendio appiccato da un'ombra misteriosa. E, quando ormai l'inferno sembra aver preso il sopravvento e il compiersi del destino inevitabile, il fuoco all'improvviso si spegne... e una candida neve scende sulle strade di Calcutta.

Scrivere un commento ai libri di Zafón è sempre difficile. Sono dell'idea che, a parte qualche più o meno rara eccezione, molti autori siano in grado di scrivere un solo capolavoro in tutta la loro carriera. Quello di Zafón è senza ombra di dubbio "L'Ombra del Vento". Tutti gli altri, scritti prima o dopo, gli assomigliano tutti, con però un qualcosina in meno, che non li rende all'altezza.
Questo autore scrive indubbiamente bene (era un po' che non iniziavo e finivo un libro in un pomeriggio) e ha la straordinaria capacità di coinvolgerti a pieno nella vicenda che narra, al punto da non poterti staccare fino alla fine. Questo romanzo però l'ho trovato un po' troppo "sbrigativo". Le vicende si sviluppano in un paio di giorni, e Zafón ricorre spesso all'espediente, già utilizzato negli altri romanzi, di far narrare a un personaggio tutte le cose che altrimenti non potrebbero essere spiegate, come se lui stesso avesse qualche dubbio sulla trama che vuole seguire. E anche la scena clou, all'interno della stazione sotterranea, è un susseguirsi di colpo di scena un po' troppo prevedibili che si concludono in un finale troppo smorto (insomma, quest'uomo è una specie di torcia umana che alla fine muore per un fiammifero?!).
Sono convinta che chi come me ha amato tanto L'Ombra del Vento sia rimasto un pochino deluso (o più che deluso, perplesso) da questo romanzo (così come da "Il Gioco dell'Angelo" e da "Marina", che però dalla loro avevano l'ambientazione barcellonese).
Detto questo però, non me la sento assolutamente di sconsigliarlo, perché è difficile trovare tra gli autori di best seller, categoria in cui Zafón rientra ormai da qualche anno, uno con tanta abilità nell'uso delle parole.

Nota alla traduzione: è il primo Zafón che leggo tradotto, in quanto quando mi è possibile preferisco leggere gli autori spagnoli in lingua originale. Ma direi che è stato bravo.

6 commenti:

  1. Ciao lettrice rampante!Ho scoperto per caso il tuo blog tramite una tua recensione su anobii e volevo dirti che, oltre ad aver letto molti libri che ho diciamo "in attesa", mi piacciono molto le tue recensioni chiare, semplici, concise e personali!Grazie per i tuoi consigli...continuerò a leggerti!!!

    RispondiElimina
  2. Grazie a te Romy :) E di' pure la tua sui libri recensiti ogni volta che vuoi :)

    RispondiElimina
  3. Ciao Elisa!
    Concordo con te, Zafon è uno di quegli autori che producono un solo capolavoro nella loro vita di scrittori.
    Ho amato, adorato l'Ombra del vento e questo mi porta a leggere ancora i suoi libri, anche se ogni volta ne resto un po' delusa...
    Però quest'ultimo libro mi ha delusa un po' meno di Marina e de Il gioco dell'Angelo...
    A presto e buon 2011! :D

    RispondiElimina
  4. Mah a me Marina era piaciuto di più di questo (sebbene, di nuovo, fosse moooooooooooooolto scontato). Questo mi sembra, non so, scritto quasi di fretta...

    Ma L'Ombra del Vento rimane irraggiungibile (soprattutto se letto in lingua originale)

    RispondiElimina
  5. Sì, è vero, anch'io ho avuto la tua stessa impressione e forse mi è piaciuto proprio per la frenesia che trasmette. La storia, gira che ti rigira, è sempre la stessa, però questa nota di fretta che c'è nel libro è la novità, personalmente, me lo ha fatto apprezzare di più.

    RispondiElimina
  6. E' il primo libro di Zafòn che ho letto. E' fantastico, pieno di colpi di scena e di pathos. Ho dedicato un blog a Zafòn e ai suoi libri : www.ilpalazzodellamezzanotte.blogspot.com
    Vi consiglio di visitarlo!

    RispondiElimina